martedì 26 aprile 2022

Letizia Ambrosini: È nato l'amore per l'ultra Trail, poi… è arrivato il covid

 Ho cominciato a fare atletica come gioco a 5 anni e mezzo 
 Matteo Simone  

La vita è bella perché è molto cangiante e diversificata, si portano avanti passioni e poi si cambia in base al momento
presente, in base alle amicizie e agli affetti e amori, si scoprono potenzialità e risorse nascoste e lo sport è un ottimo strumento di conoscenza di se stessi e degli altri e un’ottima palestra di vita per conoscersi e rinforzarsi nell’autostima, consapevolezza e resilienza.
 

Di seguito Letizia (Pol. Dil. Santa Lucia) racconta la sua esperienza cortesemente rispondendo ad alcune mie domande. 

Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho cominciato a fare atletica come gioco a 5 anni e mezzo. Negli anni sono passata per un pochino di judo, nuoto e hip hop, ma l'atletica ha vinto. Ho preso la strada della marcia a 12 anni, e l'ho praticata fino ai 24. Dai 15 ai 20 ho ottenuto buoni risultati, allenandomi anche tutti i giorni e anche due volte al giorno. Sono arrivata a un podio nazionale sulla 20 km, e diversi piazzamenti nei primi 10 posti di categoria sui 5 km. Dopo un'operazione al ginocchio nel 2013 (a 22 anni), non sono più riuscita a ritrovare la carica di prima. A 24 anni, complice l'università e le serate, ho mollato totalmente, non ho più corso fino ai 28 anni! A fine 2018, mio fratello mi ha proposto di preparare insieme la 100 km del Passatore....e grazie a lui ho ripreso! Mi son fatta però prendere la mano, e ho fatto 4 maratone e una 50 km in...4 mesi, da gennaio a aprile 2019, arrivando a buoni risultati (3h19' in maratona, e 4h09' sulla 50km), ma infortunandomi. Non ho fatto il Passatore ma ho conosciuto il mio ragazzo che mi ha introdotta al Trail: io guardavo i video di Olmo su YouTube, mai avrei pensato di essere capace! E invece, a settembre 2019, dopo un'estate di podi e vittorie nei Trail corti locali del centro Italia (sui 20-25 km), ho corso la mia prima ultra, la 90 km dell'Adamello che ha 6000 metri di dislivello. È nato l'amore per l'ultra Trail, poi... è arrivato il covid, per cui la mia ultra successiva è stata a fine 2020. Ho fatto poi poco...2 volte la Valdambra da 55km, la Ronda e le Porte di pietra da 70km, la Lut (la 120km), e quest'anno ho iniziato con il Campo dei fiori da 75km, con risultati che mi hanno reso molto felice. In mezzo qualche gara corta, dove fatico molto ma ogni tanto mi piace provare! 

martedì 19 aprile 2022

Antonella Manca, Run & Smile: Alla mia età dovevo correre e sorridere

 Ho vinto su tanti dei miei limiti e delle mie paure  
Matteo Simone 
 

La corsa a piedi è una disciplina facile da praticare e sempre a disposizione della persona, basta mettere un paio di scarpe adatte e abbigliamento sportivo e si può correre in ogni contesto e a ogni ora, vicino casa, per strade, parchi, ville, strade, marciapiedi, piste, sentieri, campagne, montagne, colline. 

Di seguito, Antonella (Run & Smile ASD) racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport?  
A 4 anni ho iniziato con il nuoto: mia madre mi ha riferito che dopo una settimana non ci sono voluta più andare in quanto mi annoiavo perché mi facevano sempre battere i piedi in acqua senza nuotare! A 6 anni ho iniziato con il podismo che è proseguito fino a 11 anni circa: mio padre mi ha portato, senza allenamento e senza chiedermi nulla, almeno non lo ricordo, a fare la mia prima marcialonga di 6 Km a Porto Recanati (MC) mentre lui faceva la Maratona di 42,195 km. Ricordo che correvo insieme a un mio amichetto un anno più grande di me e suo padre correva con il mio. Completai la gara senza sforzo e con una certa incoscienza e rimasi meravigliata dal fatto che mentre il mio amico era affaticato, nonostante fosse allenato e avesse fatto già qualche garetta, io non lo ero per niente. Dagli 8 agli 11 anni circa, fino alla prima media, ero iscritta a una squadra podistica del mio quartiere, la Polisportiva Giorgiana Collevario e con essa partecipavo, quasi ogni domenica, a gare di marcialonga dai 3 ai 6 km circa, nei vari comuni della mia Regione, le Marche. Negli anni della scuola media, 11/14 anni, ho fatto atletica con la scuola: ho provato la corsa campestre, il salto in lungo, il salto agli ostacoli, il salto in alto e il lancio del peso. Ma solo in quest'ultima disciplina ho gareggiato fino a qualificarmi nelle regionali. Non sono riuscita ad accedere alle Nazionali in quanto sono arrivata quarta e ne prendevano 3.  

venerdì 15 aprile 2022

Alberto Zuccarelli: Eh sì, perché in fondo, da sempre, mi piaceva correre

 Matteo Simone
3804337230- 21163@tiscali.it
 

Correre fa parte della vita di una persona, si inizia a correre per giocare, per fuggire, per fare sport come il calcio o altri di attacco o di difesa o di preparazione atletica.

Di seguito Alberto racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentito campione nello sport? Al primo traguardo nel quale mi aspettavano moglie e figlia. Sono loro che vivono ogni mia giornata, sono loro i contorni di una prestazione che non si riduce a una mera classifica. E per mia figlia, 7 anni, ho capito che correndo posso essere qualcosa in più di un papà. Fortuna che danno la medaglia a tutti i finisher.

giovedì 14 aprile 2022

Antonio Maggi: Il sogno Passatore è stato realizzato

 Quello che mi ha dato e mi sta dando la corsa, non ha eguali 
Matteo Simone 
 

Lo sport procura piacere, soddisfazioni, fatica, divertimento, aggregazione, successi, podi, ma a volte può togliere tempo da dedicare ad altro, bisogna saper trovare un equilibrio, sapersi organizzare e gestire propri tempi e spazi per dedicarsi a una passione che fa star bene e fa sperimentare sia benessere che performance. 

Di seguito Antonio racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? All'età di 9 anni inizio a giocare a calcio. Tutte le trafile con la mia città natale, fino alla promozione, quest'ultima, giocata anche con maglia di città limitrofe. Nel 1998 smetto con il calcio e inizio con il calcio a 5. 15 anni di serie C con buoni risultati fino ad arrivare alla corsa, iniziata nel 2015. Amore forte per questa disciplina, fin da subito. 
 

Lo sport fa sperimentare fatica e soddisfazioni nel raggiungere obiettivi


Lo sport permette di sperimentare tanto, dalla fatica negli allenamenti e gare alle soddisfazioni per essere riuscito a raggiungere propri obiettivi. 

Si impara a conoscere la vita come ciclica, tensione e rilassamento, fatica e gioia, sconfitte e vittorie, seguendo proprie direzioni che portano a mete e a raggiungere obiettivi difficili e sfidanti ma raggiungibili, cercando di trasformare sogni in realtà.

Interessante la risposta di Paolo Pittalà alla mia domanda cosa spinge le persone a fare sport? Quella fantastica sensazione di benessere dopo la grande fatica…impagabile".

venerdì 8 aprile 2022

Claudia Mattiuzzi: Mi piace definirmi “animale da endurance”

 Più una gara è lunga e più sono performante 
Matteo Simone 
  

Nella mente degli atleti ci sono sempre gare da partecipare e emettersi in gioco, le più diverse, le più lontane, le più stimolanti, per fare esperienza, per apprendere dalla scuola dello sport, per confrontarsi con altri. 

Di seguito, Claudia Mattiuzzi (ASD Lucca Marathon) racconta al sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a fare uno sport da combattimento a 14 anni, la kickboxing. L’ho praticato fino a 27 anni, quindi per 13 anni. Sono stata 4 anni nella nazionale italiana nella disciplina di Full Contact (uno dei rami della Kick) categoria -52kg e ho partecipato a campionati Mondiali ed Europei. Una volta smesso mi sono approcciata alla corsa. Nel 2012 ho fatto la mia prima mezza maratona, nel 2017 la mia prima maratona (a Roma). Adoro correre e ho fatto maratone importanti come New York, Chicago, Berlino. Il prossimo 18 Aprile farò Boston e nel 2023 Tokyo. Mi sto approcciando al Triathlon e lo scorso anno ho fatto la mia prima gara di Duathlon Classico a Pesaro. 

Un senso di benessere deriva dalla pratica dello sport da soli o in compagnia

Matteo SIMONE 
 

Un senso di benessere deriva dalla pratica dello sport da soli o in compagnia, uno stare bene che motiva le persone a fare sport. 

Flavio Gioia: “Quante storie, quante persone, ognuna di loro con una storia diversa da raccontare, nonostante la gara sia la stessa! Mi emoziona molto vedere i video, le foto e tutte le cose racchiuse in loro. Momenti di tensione adrenalina pura e timore. La paura di non raggiungere quell'obiettivo che ognuno di noi cerca di raggiungere, e che cerchiamo come motivazione ad ogni allenamento! Quanti momenti dedichiamo per fare nostro questo traguardo! Quanti allenamenti, senza preoccuparci delle condizioni meteo, e quante altre storie vive ognuno di noi nell'arco di questo tempo che va da quando decidiamo di iniziare, fino al momento dello Sparo! Ecco tutto questo mi emoziona e mi motivazione a fare sport! La vera spinta!”. 

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