venerdì 15 aprile 2022

Alberto Zuccarelli: Eh sì, perché in fondo, da sempre, mi piaceva correre

 Matteo Simone
3804337230- 21163@tiscali.it
 

Correre fa parte della vita di una persona, si inizia a correre per giocare, per fuggire, per fare sport come il calcio o altri di attacco o di difesa o di preparazione atletica.

Di seguito Alberto racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentito campione nello sport? Al primo traguardo nel quale mi aspettavano moglie e figlia. Sono loro che vivono ogni mia giornata, sono loro i contorni di una prestazione che non si riduce a una mera classifica. E per mia figlia, 7 anni, ho capito che correndo posso essere qualcosa in più di un papà. Fortuna che danno la medaglia a tutti i finisher.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Dopo una brevissima parentesi di nuoto ho iniziato a giocare a calcio a cinque anni. Ho smesso poco dopo i vent’anni per mancanza di stimoli in un ambiente sempre meno meritocratico. Da lì è nata una nuova scoperta di me stesso attraverso ju jitsu e arrampicata, un connubio particolare che mi ha accompagnato per oltre cinque anni e del quale porto bellissimi ricordi. L’ aspetto agonistico delle partite però bussava ogni tanto alla porta ed eccomi di nuovo in campo, a livello amatoriale, a correre, correre, correre sulla fascia. Eh sì, perché in fondo, da sempre, mi piaceva correre. Per due anni ho mantenuto costanti i tre sport insieme, senza dubbio il periodo sportivo migliore della mia vita. Come sono finito a correre “e basta”? Per esclusione! Laurea, lavoro, trasferimento di città, amore, famiglia; è successo tutto molto in fretta e i repentini cambi di programma mi hanno tagliato ogni possibilità di praticare qualcosa con orari programmati. Cosa rimaneva? …Beh facile.

 

In effetti, mettere le scarpe da ginnastica e correre è facilissimo, comodo, per tutti, in ogni situazione, a casa, al lavoro, in vacanza, non c’è bisogno di mezzi, strutture, attrezzi, basta solo avere polmoni, cuore, testa e gambe e si corre.
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Da massaggiatore e recente istruttore di corsa ho preso grande consapevolezza negli ultimi anni riguardo al mio corpo e ai miei limiti. Mi appoggio a mia volta a sedute massoterapiche.
 
Lo sport fa bene ma può essere anche controproducente, può logorare, usurare, e prevenire sarebbe meglio attraverso la cura del corpo, recuperi e uh allenamento mirato e non troppo improvvisato con il rischio di overtraining.
Un'esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare?
Le gare passate, ho sempre alzato di poco il tiro e ogni volta l’impossibile è diventato possibile. È già successo quindi può ancora succedere.
 

Questo è un ottimo processo mentale e grande consapevolezza utile a incrementare l’autoefficacia, la gradualità nelle difficoltà superate permettono di crederci un po’ per volta di poterci riuscire, e quindi impegnarsi e crederci.

Cosa pensano familiari, amici, colleghi del tuo sport? Agli occhi di bipedi sedentari intendi? Secondo loro corro troppo, ma mi ammirano…però sono un invasato, ma beato me che ho la costanza…però esagero e fa male, ma non sto mai male…insomma cosa pensano? Non lo so ancora ma mi piace vedere che a prescindere dal fatto che lo faccio per me, i miei umili 2000-2500 km annui riescono a destabilizzare alcuni parametri e riferimenti in chi mi sta attorno dando, magari indirettamente, lo stimolo a rivedere la qualità della loro vita.
Cosa e chi ti ostacola nella pratica dello sport?
Il tempo, inutile ripetere che il tempo si trova. Certo che si trova, spesso corro alle cinque di mattina se non ho alternative. Ma esiste un limite nel trovarlo…e il lungo quando lo faccio? e su quei sentieri quando ci vado? quanto tempo perdo nel viaggio? Si ma allora quando dormo? Ogni vita è singolare nel trovare questi equilibri. Andrò più forte da pensionato nonostante il doppio degli anni? Forse si😊.
 
È un po’ l’esperienza dei comuni mortali ma sopravvissuti sportivi, atleti, corridori, maratoneti e ultramaratoneti. Fare sport, correndo nelle diverse ore del giorno, all’alba, di sera, nelle ore calde, sotto la pioggia, al gelo può sembrare bizzarro, rischioso, inopportuno, ma fortifica, fa star bene, sentirsi in grado di affrontare le criticità dello sport e della vita, si cresce con la pratica sportiva, affrontando e gestendo allenamenti e gare.
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro nel tuo sport?
Gran Trail Courmayeur 55k, poche gare all’ attivo e all’epoca distanza più lunga affrontata. Seconda metà di gara poco prima di un ristoro, finalmente un pezzo corribile…se avessi le forze di correre…Inciampo irrimediabilmente nei miei bastoncini e mi autocatapulto cadendo rovinosamente a terra di spalle, schiena e chissà cos’altro (roba da far impazzire il mio maestro di ju jitsu). Lì scopro lo spirito trail! Tutti i concorrenti sopraggiunti si accertano delle mie condizioni, diverse nazionalità, diverse aspettative (per alcuni era davvero un pezzo corribile), ma se vedi uno diventare una nuvola di polvere ti fermi e offri aiuto. Riordino le ossa e claudico fino al ristoro che mi viene il dubbio essere un miraggio. Cambia repentinamente il tempo…dai, arrivo lì e mi copro…Sarò stato a terra due minuti? Ecco a due minuti dal ristoro, in quota, la montagna fa la montagna e mi diluvia addosso una secchiata di acqua gelida con crollo della temperatura, tremo come una foglia. La caduta, il sostegno ricevuto, gli imprevisti…in un minuto li trasformo in forza, zaino in spalla e via fino al traguardo!
 
Una bella descrizione di uno sport all’aperto con rischi e imprevisti ma senza fretta e con attenzione a se stessi e agli altri, apprendendo sempre dall’esperienza, rialzandosi sempre con fiducia, entusiasmo e nuove energie recuperate.

Era il lontano 14 luglio 2018 e Alberto portò a termine il Gran Trail Courmayeur 55 km in 11h07’05”, poi il 10 luglio 2021 Alberto ha quasi raddoppiato la distanza di gara, correndo il Gran Trail Courmayeur 100 km in 23h36’08”.

Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? La tenacia nell’andare avanti. La razionalità nel ridefinire l’obbiettivo in corsa in seguito a situazioni impreviste.
 
Queste sono caratteristiche che hanno a che fare con la resilienza, perpetrare nei propri obiettivi ma all’occorrenza rimodulare il tutto in base al momento presente, senza stress ma con serenità, positività, fiducia, ottimismo.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi?
La difficoltà di stabilire mesi prima una distanza che risulti sufficientemente allenabile per godersela e sufficientemente “oltre” la mia attuale comfort zone per essere stimolante. Osare ma con responsabilità. I rischi sono insiti nell’ ambiente, l’infortunio estrinseco va messo in conto ma non deve diventare una paura.
 
Sono importanti gli stimoli per attivarsi e cercare di allenarsi duramente per arrivare pronti e sicuri il giorno della sfida, della gara ritenuta importante e sfidante ma è anche vero che bisogna osare senza strafare, quindi importante conoscersi bene e capire cosa si può fare e quanto alzare l’asticella, non troppo poco e nemmeno troppo alta per non farsi male.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi?
Certamente. È utile ad alti livelli per visualizzare l’evento e gestire preparazione e gara. Ma va probabilmente ancor più incentivato negli amatori, nel trovare quegli equilibri di cui abbiamo parlato. Nella corsa parti fianco a fianco al campione del mondo, ti sembra umano, lo saluti, è lì, difficile non ambire a fare sempre meglio, sempre di più. È lecito, è un nostro diritto ed è alla base dell’evoluzione umana, ma lo è fino a che non sfocia nel fanatismo facendo perdere di vista il resto della vita. Ecco lo psicologo può aiutare l’amatore a definire degli obbiettivi, dei percorsi “proporzionati”, aiutare a trovare soddisfazione contestualizzando i risultati al periodo e alla situazione. Perché la prima volta che abbiamo allacciato le scarpe lo abbiamo fatto per stare bene e questo deve rimanere il punto fermo.
 
In effetti, tra gli aspetti del lavoro dello psicologo nello sport vi sono la definizione degli obiettivi, l’autoconsapevolezza di come si è, cosa si vuole e si può fare con le proprie caratteristiche, cosa bisogna potenziare e come, considerando le criticità.
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? La prossima sicuramente! Non vedo l’ora!
La gara più difficile? La prima! Valmaremola Trail 27km. Correvo da pochissimo, avevo appena scoperto l’esistenza dei Trail Running e ho provato. Ovviamente esisteva la distanza più breve ma ero troppo curioso di affrontare l’ignoto. Un’ agonia, condizioni di vento forte e neve ghiacciata sulla faccia, preparazione specifica inesistente, salite con pendenze impreviste, crampi, crisi alimentare. Wow…tutto in un colpo solo! Traguardo raggiunto in preda a crampi che non cessavano ma una sensazione nuova aveva pervaso l’intero corpo. Ormai, dopo qualche anno, può essere un normale allenamento in solitaria ma ripenso sempre con tenerezza a quella prima volta.
 
La voglia è tanta di provare e mettersi in gioco, si può fare esperienza ma la volta successiva si può fare meglio organizzandosi e preparandosi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, Covid? Sapendo che con pazienza la crisi si supera, la sconfitta si metabolizza e diventa forza, l’infortunio passa, il Covid pure.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? Ho scoperto e sto scoprendo nuove resistenze, nuove capacità di adattamento, nuovi orizzonti, nuovi rapporti umani. Insomma, a conti fatti qualche ora di sport l'ho fatta, impossibile pensare che non abbia avuto influenza sulla persona che sono adesso.
 
Lo sport è una scuola di resistenza e resilienza, si impara ad aspettarsi fatiche e salite, imprevisti da accogliere, valutare, gestire e superare ogni volta con fiducia e con la consapevolezza che ogni cosa come arriva così se ne va, tutto cambia e quindi non sprecare troppe energie per arrabbiarsi ma sorridere e avanzare e riprovare.
Utilizzi allenamenti mentali?
Metodi di respirazione e/o visualizzazioni? Non specifici, non ancora, ma pare che abbia innata una grande capacità di razionalizzare le situazioni e le emozioni.
Un messaggio per invogliare persone a praticare sport? È il 2022, abbiamo a disposizione ogni informazione e ogni possibilità di coltivare una passione, qualunque essa sia. Ma bisogna iniziare, oggi. Per se stessi? No, per tutti. Una passione porta curiosità, confronto, ambizione, ottimismo. È l’unica medicina illimitata, gratis e senza effetti collaterali. Ma attenzione, crea dipendenza!
 
Questa è una grande realtà e una grande consapevolezza, lo sport fa bene ma crea dipendenza, quindi attenzione, coltivare tanto ma restare in equilibrio.
Ti ispiri a qualcuno?
Non particolarmente, prendo molti spunti da esperienze differenti, mi immedesimo…ecco forse non mi ispiro a qualcuno ma alle emozioni che quel qualcuno può aver provato.
 
Esperienze e racconti sportivi di tanti incuriosiscono a ispirano a provare allenamenti, gare, metodi, strumenti, attrezzature.
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Penso a chi non ha le mie possibilità e cerco allora di onorarle ogni singolo giorno. Ho tutto per vivere una vita bella, quindi così deve essere.
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? Inizio a vedere possibili traguardi che solo due anni fa sembravano inarrivabili. Trail e strada, perché privarsi di uno dei due? UTMB, la montagna che ho sempre vissuto con la famiglia in vacanza e Milano-Sanremo UMS20xx, per metà nella mia regione, passando davanti a casa. Chissà…
 
Intanto si pensano obiettivi e sogni e poi si cerca di visualizzarli, simularli in qualche modo o in parte e una buona opportunità sarà quella di fare assistenza a un atleta che la correrà e quest’anno sia Alberto che io faremo parte della crew che assisterà l’alieno Alessio Tommasini dai Navigli di Milano al mare di San Remo percorrendo 285 km di strada a piedi, sono proprio curioso di questa sfida allettante.
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara? Prima? Hehe…preparazione e studio del percorso, altimetria, distanze, ristori. Mille e più controlli del materiale fino al minuto prima della partenza, visualizzazione del traguardo. Durante è un continuo susseguirsi di pensieri, emozioni, la testa va a mille e lotti contro i cattivi pensieri, li prevedi per riuscire a sopprimerli quando arriveranno, perché tanto nelle ultra arriveranno. Dopo è ogni volta diverso, a volte metabolizzi subito, altre il giorno dopo, alcune da solo e altre grazie agli altri.
 
Proprio vero, soprattutto in gare impegnative e imprevedibili come l’ultramaratona Milano San Remo di 285 km ci vuole tanta attrezzatura per il giorno e la notte, per eventuale avversità climatica, pronti a tutto, organizzazione dell’alimentazione e i pensieri sono tanti soprattutto prima, ma anche durante con il trascorrere del temo e dei chilometri percorsi e l’assistenza serve proprio per alleviare i pensieri negativi ed eventualmente disturbanti, per mantenere la lucidità e orientarsi sul qui e ora senza fretta e senza stress, avanzando.
Quali sono gli ingredienti del successo? Boh…te lo saprò dire!
 
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