Matteo Simone
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Correre fa parte della vita di una persona, si inizia a correre per giocare, per fuggire, per fare sport come il calcio o altri di attacco o di difesa o di preparazione atletica.
Di
seguito Alberto racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando
ti sei sentito campione nello sport? Al primo traguardo nel quale mi aspettavano moglie e
figlia. Sono loro che vivono ogni mia giornata, sono loro i contorni di una
prestazione che non si riduce a una mera classifica. E per mia figlia, 7 anni,
ho capito che correndo posso essere qualcosa in più di un papà. Fortuna che
danno la medaglia a tutti i finisher.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? Dopo una brevissima parentesi di nuoto ho iniziato a
giocare a calcio a cinque anni. Ho smesso poco dopo i vent’anni per mancanza di
stimoli in un ambiente sempre meno meritocratico. Da lì è nata una nuova
scoperta di me stesso attraverso ju jitsu e arrampicata, un connubio
particolare che mi ha accompagnato per oltre cinque anni e del quale porto
bellissimi ricordi. L’ aspetto agonistico delle partite però bussava ogni tanto
alla porta ed eccomi di nuovo in campo, a livello amatoriale, a correre,
correre, correre sulla fascia. Eh sì, perché in fondo, da sempre, mi piaceva
correre. Per due anni ho mantenuto costanti i tre sport insieme, senza dubbio il
periodo sportivo migliore della mia vita. Come sono finito a correre “e basta”?
Per esclusione! Laurea, lavoro, trasferimento di città, amore, famiglia; è
successo tutto molto in fretta e i repentini cambi di programma mi hanno
tagliato ogni possibilità di praticare qualcosa con orari programmati. Cosa
rimaneva? …Beh facile.
In effetti, mettere le scarpe da ginnastica e correre è
facilissimo, comodo, per tutti, in ogni situazione, a casa, al lavoro, in
vacanza, non c’è bisogno di mezzi, strutture, attrezzi, basta solo avere
polmoni, cuore, testa e gambe e si corre.
Nello
sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Da massaggiatore e recente
istruttore di corsa ho preso grande consapevolezza negli ultimi anni riguardo
al mio corpo e ai miei limiti. Mi appoggio a mia volta a sedute massoterapiche.
Lo
sport fa bene ma può essere anche controproducente, può logorare, usurare, e
prevenire sarebbe meglio attraverso la cura del corpo, recuperi e uh
allenamento mirato e non troppo improvvisato con il rischio di overtraining.
Un'esperienza
che ti dà la convinzione di potercela fare? Le gare passate, ho sempre alzato di poco il tiro e ogni
volta l’impossibile è diventato possibile. È già successo quindi può ancora
succedere.
Questo
è un ottimo processo mentale e grande consapevolezza utile a incrementare
l’autoefficacia, la gradualità nelle difficoltà superate permettono di crederci
un po’ per volta di poterci riuscire, e quindi impegnarsi e crederci.
Cosa
pensano familiari, amici, colleghi del tuo sport? Agli occhi di bipedi sedentari
intendi? Secondo loro corro troppo, ma mi ammirano…però sono un invasato, ma
beato me che ho la costanza…però esagero e fa male, ma non sto mai male…insomma
cosa pensano? Non lo so ancora ma mi piace vedere che a prescindere dal fatto
che lo faccio per me, i miei umili 2000-2500 km annui riescono a destabilizzare
alcuni parametri e riferimenti in chi mi sta attorno dando, magari
indirettamente, lo stimolo a rivedere la qualità della loro vita.
Cosa
e chi ti ostacola nella pratica dello sport? Il tempo, inutile ripetere che il tempo si trova. Certo
che si trova, spesso corro alle cinque di mattina se non ho alternative. Ma
esiste un limite nel trovarlo…e il lungo quando lo faccio? e su quei sentieri
quando ci vado? quanto tempo perdo nel viaggio? Si ma allora quando dormo? Ogni
vita è singolare nel trovare questi equilibri. Andrò più forte da pensionato
nonostante il doppio degli anni? Forse si😊.
È un po’ l’esperienza dei comuni mortali ma sopravvissuti
sportivi, atleti, corridori, maratoneti e ultramaratoneti. Fare sport, correndo
nelle diverse ore del giorno, all’alba, di sera, nelle ore calde, sotto la
pioggia, al gelo può sembrare bizzarro, rischioso, inopportuno, ma fortifica,
fa star bene, sentirsi in grado di affrontare le criticità dello sport e della
vita, si cresce con la pratica sportiva, affrontando e gestendo allenamenti e
gare.
Un
episodio curioso, divertente, triste, bizzarro nel tuo sport? Gran Trail Courmayeur 55k, poche
gare all’ attivo e all’epoca distanza più lunga affrontata. Seconda metà di
gara poco prima di un ristoro, finalmente un pezzo corribile…se avessi le forze
di correre…Inciampo irrimediabilmente nei miei bastoncini e mi autocatapulto
cadendo rovinosamente a terra di spalle, schiena e chissà cos’altro (roba da
far impazzire il mio maestro di ju jitsu). Lì scopro lo spirito trail! Tutti i
concorrenti sopraggiunti si accertano delle mie condizioni, diverse
nazionalità, diverse aspettative (per alcuni era davvero un pezzo corribile),
ma se vedi uno diventare una nuvola di polvere ti fermi e offri aiuto. Riordino
le ossa e claudico fino al ristoro che mi viene il dubbio essere un miraggio.
Cambia repentinamente il tempo…dai, arrivo lì e mi copro…Sarò stato a terra due
minuti? Ecco a due minuti dal ristoro, in quota, la montagna fa la montagna e
mi diluvia addosso una secchiata di acqua gelida con crollo della temperatura,
tremo come una foglia. La caduta, il sostegno ricevuto, gli imprevisti…in un
minuto li trasformo in forza, zaino in spalla e via fino al traguardo!
Una bella descrizione di uno sport all’aperto con rischi e
imprevisti ma senza fretta e con attenzione a se stessi e agli altri,
apprendendo sempre dall’esperienza, rialzandosi sempre con fiducia, entusiasmo
e nuove energie recuperate.
Era il lontano 14 luglio 2018 e Alberto portò a termine il
Gran Trail Courmayeur 55 km in 11h07’05”, poi il 10 luglio 2021 Alberto ha
quasi raddoppiato la distanza di gara, correndo il Gran Trail Courmayeur 100 km in 23h36’08”.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? La tenacia nell’andare avanti.
La razionalità nel ridefinire l’obbiettivo in corsa in seguito a situazioni
impreviste.
Queste sono caratteristiche che hanno a che fare con la
resilienza, perpetrare nei propri obiettivi ma all’occorrenza rimodulare il
tutto in base al momento presente, senza stress ma con serenità, positività,
fiducia, ottimismo.
Nella pratica del tuo sport quali
sono le difficoltà e i rischi? La difficoltà di stabilire mesi prima una distanza che
risulti sufficientemente allenabile per godersela e sufficientemente “oltre” la
mia attuale comfort zone per essere stimolante. Osare ma con responsabilità. I
rischi sono insiti nell’ ambiente, l’infortunio estrinseco va messo in conto ma
non deve diventare una paura.
Sono
importanti gli stimoli per attivarsi e cercare di allenarsi duramente per
arrivare pronti e sicuri il giorno della sfida, della gara ritenuta importante
e sfidante ma è anche vero che bisogna osare senza strafare, quindi importante
conoscersi bene e capire cosa si può fare e quanto alzare l’asticella, non
troppo poco e nemmeno troppo alta per non farsi male.
Ritieni
utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Certamente. È utile ad alti
livelli per visualizzare l’evento e gestire preparazione e gara. Ma va
probabilmente ancor più incentivato negli amatori, nel trovare quegli equilibri
di cui abbiamo parlato. Nella corsa parti fianco a fianco al campione del
mondo, ti sembra umano, lo saluti, è lì, difficile non ambire a fare sempre
meglio, sempre di più. È lecito, è un nostro diritto ed è alla base
dell’evoluzione umana, ma lo è fino a che non sfocia nel fanatismo facendo
perdere di vista il resto della vita. Ecco lo psicologo può aiutare l’amatore a
definire degli obbiettivi, dei percorsi “proporzionati”, aiutare a trovare
soddisfazione contestualizzando i risultati al periodo e alla situazione. Perché
la prima volta che abbiamo allacciato le scarpe lo abbiamo fatto per stare bene
e questo deve rimanere il punto fermo.
In
effetti, tra gli aspetti del lavoro dello psicologo nello sport vi sono la
definizione degli obiettivi, l’autoconsapevolezza di come si è, cosa si vuole e
si può fare con le proprie caratteristiche, cosa bisogna potenziare e come,
considerando le criticità.
La
gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? La prossima sicuramente! Non
vedo l’ora!
La
gara più difficile?
La prima! Valmaremola Trail 27km. Correvo da pochissimo, avevo appena
scoperto l’esistenza dei Trail Running e ho provato. Ovviamente esisteva la
distanza più breve ma ero troppo curioso di affrontare l’ignoto. Un’ agonia,
condizioni di vento forte e neve ghiacciata sulla faccia, preparazione
specifica inesistente, salite con pendenze impreviste, crampi, crisi
alimentare. Wow…tutto in un colpo solo! Traguardo raggiunto in preda a crampi
che non cessavano ma una sensazione nuova aveva pervaso l’intero corpo. Ormai,
dopo qualche anno, può essere un normale allenamento in solitaria ma ripenso
sempre con tenerezza a quella prima volta.
La
voglia è tanta di provare e mettersi in gioco, si può fare esperienza ma la
volta successiva si può fare meglio organizzandosi e preparandosi.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, Covid? Sapendo che con pazienza la
crisi si supera, la sconfitta si metabolizza e diventa forza, l’infortunio
passa, il Covid pure.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare sport? Ho scoperto e sto scoprendo
nuove resistenze, nuove capacità di adattamento, nuovi orizzonti, nuovi
rapporti umani. Insomma, a conti fatti qualche ora di sport l'ho fatta,
impossibile pensare che non abbia avuto influenza sulla persona che sono
adesso.
Lo
sport è una scuola di resistenza e resilienza, si impara ad aspettarsi fatiche
e salite, imprevisti da accogliere, valutare, gestire e superare ogni volta con
fiducia e con la consapevolezza che ogni cosa come arriva così se ne va, tutto
cambia e quindi non sprecare troppe energie per arrabbiarsi ma sorridere e
avanzare e riprovare.
Utilizzi
allenamenti mentali?
Metodi di respirazione e/o visualizzazioni? Non specifici, non ancora, ma
pare che abbia innata una grande capacità di razionalizzare le situazioni e le
emozioni.
Un
messaggio per invogliare persone a praticare sport? È il 2022, abbiamo a
disposizione ogni informazione e ogni possibilità di coltivare una passione,
qualunque essa sia. Ma bisogna iniziare, oggi. Per se stessi? No, per tutti.
Una passione porta curiosità, confronto, ambizione, ottimismo. È l’unica
medicina illimitata, gratis e senza effetti collaterali. Ma attenzione, crea
dipendenza!
Questa è una grande realtà e una grande consapevolezza, lo
sport fa bene ma crea dipendenza, quindi attenzione, coltivare tanto ma restare
in equilibrio.
Ti
ispiri a qualcuno?
Non particolarmente, prendo molti spunti da esperienze differenti, mi
immedesimo…ecco forse non mi ispiro a qualcuno ma alle emozioni che quel
qualcuno può aver provato.
Esperienze e racconti sportivi di tanti incuriosiscono a
ispirano a provare allenamenti, gare, metodi, strumenti, attrezzature.
Una
parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Penso a chi non ha le mie
possibilità e cerco allora di onorarle ogni singolo giorno. Ho tutto per vivere
una vita bella, quindi così deve essere.
Prossimi
obiettivi? Sogni da realizzare? Inizio a vedere possibili traguardi che solo due anni fa
sembravano inarrivabili. Trail e strada, perché privarsi di uno dei due? UTMB,
la montagna che ho sempre vissuto con la famiglia in vacanza e Milano-Sanremo
UMS20xx, per metà nella mia regione, passando davanti a casa. Chissà…
Intanto
si pensano obiettivi e sogni e poi si cerca di visualizzarli, simularli in
qualche modo o in parte e una buona opportunità sarà quella di fare assistenza
a un atleta che la correrà e quest’anno sia Alberto che io faremo parte della
crew che assisterà l’alieno Alessio Tommasini dai Navigli di Milano al mare di
San Remo percorrendo 285 km di strada a piedi, sono proprio curioso di questa
sfida allettante.
Cosa
c'è prima, durante e dopo una gara? Prima? Hehe…preparazione e studio del percorso,
altimetria, distanze, ristori. Mille e più controlli del materiale fino al
minuto prima della partenza, visualizzazione del traguardo. Durante è un
continuo susseguirsi di pensieri, emozioni, la testa va a mille e lotti contro
i cattivi pensieri, li prevedi per riuscire a sopprimerli quando arriveranno,
perché tanto nelle ultra arriveranno. Dopo è ogni volta diverso, a volte
metabolizzi subito, altre il giorno dopo, alcune da solo e altre grazie agli
altri.
Proprio
vero, soprattutto in gare impegnative e imprevedibili come l’ultramaratona
Milano San Remo di 285 km ci vuole tanta attrezzatura per il giorno e la notte,
per eventuale avversità climatica, pronti a tutto, organizzazione
dell’alimentazione e i pensieri sono tanti soprattutto prima, ma anche durante
con il trascorrere del temo e dei chilometri percorsi e l’assistenza serve
proprio per alleviare i pensieri negativi ed eventualmente disturbanti, per
mantenere la lucidità e orientarsi sul qui e ora senza fretta e senza stress,
avanzando.
Quali
sono gli ingredienti del successo? Boh…te lo saprò dire!
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