Prossimo obiettivo la 100 km Hybla Major il prossimo 16 luglio
Matteo SIMONE
Il 22 aprile alle ore 10.00, dalle acque dei Navigli di Milano, sono partiti gli atleti iscritti all’8^ edizione dell’UMS22 (Ultramaratona Milano Sanremo 281 km) organizzata dall’ASD Impossible Target (Race Director Simone Leo).
Il primo a toccare il mare di San Remo e quindi a vincere la gara è stato Antonio di Manno in 34h49’, precedendo Rolando Espina 38h27’ e Francesca Ferraro 39h38’.
Nel tempo massimo delle 52 ore previste sono arrivati solamente 22 atleti, di seguito gli altri arrivati in tempo utile: Patrich Tognoni 46h10’, Matteo Tenchio 46h26’, Daniele Drago 46h46’, Massimo Scrofani 47h24’, Valentino Cortese 47h24’, Antonio Tallarita 47h25’Francesco Sgarlatta 47h36’, Roberto Dagati, Alessandro Soma, Giovanni Rosato, Claude Birrer, Michele Belnome, Luca Aiudi, Fulvio Moneghini, Roberto Casoni, Paolo Giovanni Fortese, Alessio Tomassini, Jean-Louis Valderrama (Crocs-Man), Paolo De Bernardi.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza Michele Belnome (Sei Sport – Bedifferentbeultra) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Congratulazioni per questo traguardo, da quanto tempo ci lavori? Ciao Matteo ben ritrovato, grazie per i tuoi complimenti, ci siamo salutati da poco ed eccoci di nuovo qui. Sinceramente non ho fatto un lavoro specifico, come ben sai, i miei allenamenti sono liberi cioè senza seguire tabelle o altro. Dovevo mettere nelle gambe quanti più km possibili e partecipare a gare di lunga distanza. Infatti, tra febbraio e marzo ho partecipato alla 100 km del Conero e a due 6 ore facendo registrare i miei PB.
Da diversi anni conosco Michele, mio corregionale di Puglia, ho scritto diversi articoli sulle sue imprese e l’ho ritrovato alla partenza, durante la gara e all’arrivo dell’ultramaratona con partenza dai Navigli di Milano il giorno venerdì 22 aprile ore 10.00. Mi ha fatto piacere vederlo alla partenza, per strada e all’arrivo sempre affaticato ma sorridente, felice e resiliente.
A chi lo dedichi? Lo dedico a tutti coloro che mi conoscono ma in particolare a Michele De Benedictis che da grande guerriero sta affrontando la gara più importante della sua vita. Forza Michele!
Un grande cuore di Michele Belnome, come tanti altri ultrarunner che dedicano un pensiero o una gara a grandi amici che sono in periodi di avversità fisica a causa di problemi o malattie e Michele De Benedictis è un altro grande amico corregionale della Puglia molto valido sule lunghissime distanze, l’uomo che ha iniziato a correre con le scarpe pesanti di antinfortunistica e non si è più fermato.
Qual è stato il prezzo da pagare in termini di impegni? Nessun prezzo da pagare, quello che faccio mi diverte, non bisogna mai prendersi sul serio perché poi cominci a non apprezzarti e finisce per abbandonare ciò che ami di più a livello sportivo.
L’ultramaratona è una disciplina che si pratica con piacere e soddisfazioni per riuscire a portare a termine gare considerate quasi impossibili, ma più dura è la lotta e più glorioso è il trionfo.
È andato tutto come previsto? Posso dire di sì, nonostante le avversità atmosferiche che ci hanno letteralmente martoriati, l'obiettivo è stato centrato al primo colpo (cosa non facile).
Cosa lasci a Milano e San Remo e cosa porti a casa? È stato un “tocca e fuggi” sia a Milano che a Sanremo ma porto a casa il sogno materializzato di aver toccato il mare di Sanremo dopo 281,700 km.
Alla sua prima partecipazione a questa gara durissima e considerata estrema, Michele ha centrato il suo obiettivo di portarla a termine, con fatica e avversità climatiche ma ce l’ha fatta in tempo limite e con una buona posizione in classifica, complimenti per questa grande conferma.
I momenti più piacevoli prima, durante e dopo la gara? I momenti più piacevoli sicuramente prendere l'aereo per Milano, ritirare il pettorale, incontrare tanti ultra runners, confrontarsi. Durante la gara la piacevolezza di avvertire sensazioni positive, il check point di Casteggio (51° km) dove il grande Simone nominava gli atleti in procinto di arrivare e mangiare un bel piatto caldo come anche a Ovada (119° km) dove ad accoglierti c'era Giacomo Lopopolo. Dopo la gara sicuramente aver realizzato l'impresa, aver toccato il mare di Sanremo, la gente che ti applaude e poi ritrovarti con grandissima sorpresa l'ultra runner Michele Graglia che mi ha fatto l'onore di mettermi la medaglia al collo.
La partecipazione a gare prevede tanti momenti belli, intensi, emozionanti da quando si decide la partecipazione e quindi l’impegno degli allenamenti mirati a quando ci si avvicina al momento di partenza con i viaggi da fare, la preparazione dell’attrezzatura, il rituro del pettorale, l'incontro con gli altri amici ultrarunner e poi l’accoglienza ai ristori e soprattutto l’arrivo alla fine della grande e intensa fatica, ritrovarsi con un grande ultrarunner Italiano di livello internazionale che ha vinto le gare estreme più dure al mondo, Michele Graglia di cui ho pubblicato alcune sue interviste.
Interessante il libro di Michele Graglia scritto con Folco Terzani, “Ultra: La libertà è oltre il limite.”
Pensieri, dubbi, crisi, preoccupazioni in gara? Matteo su questa domanda io e te ne sappiamo qualcosa; i pensieri erano tanti, sul Passo del Turchino il meteo non prometteva nulla di buono, fortunatamente così non è stato. Le preoccupazioni sono aumentate a dismisura quando poche ore dopo aver lasciato il check point di Voltri (157° km) si è scatenato l'inferno: pioggia torrenziale, grandine, vento, freddo, lampi e tuoni per 30 ore. In queste condizioni riuscirò a terminarla?
Hai pensato di mollare? Paradossalmente no, c'erano tutti i presupposti per farlo ma fortunatamente non è stato così. Ritrovarti con quel tempaccio per 30 ore, sai di cosa parlo, ogni istante poteva essere la fine inesorabile del sogno.
Michele si è dimostrato un gigante per aver attraversato situazioni avverse indescrivibili, io c’ero come parte della crew di un altro atleta Alessio Tomassini e ho incrociato alcune volte Michele ma con il pensiero sempre verso il traguardo, scherzando gli chiedevo se volesse continuare e Michele mi guardava storto, giustamente, se era lì c’era un motivo, mettersi alla prova con tutte le sue risorse, anche nascoste.
Cosa ti spinge a correre le ultramaratone? Dove vuoi arrivare? Mi spinge la curiosità, la bellezza, la sfida costante, mettersi in gioco, spostare sempre più in là l'asticella dei propri limiti; 😎 Non so dove o posso arrivare, sicuramente dev'essere fatto con molta razionalità e responsabilità. Se pensi di voler arrivare dove altri ci sono riusciti ma non sei pronto rischi di fare un buco nell'acqua o peggio ancora di farti male. Vediamo, passo dopo passo.
Cosa diresti a te stesso di 10 anni fa? Ne abbiamo fatta di strada vecchio pazzerello😆.
Michele sta facendo grandi progressi nel campo della disciplina sportiva dell’ultramaratona sia nel portare a termine gare lunghissime sia nei personal best sulla 100km, 12 ore, 6 ore.
Cosa vuoi dimostrare? Dimostrare a me stesso che se lavori bene e soprattutto ti diverti ogni limite può essere abbattuto.
Quali sono i tuoi ingredienti per il benessere e la performance? Spensieratezza, divertimento, fare la cosa che più piace senza stressarsi, immaginazione e soprattutto rimanere con i piedi per terra.
Un messaggio per avvicinare le persone allo sport? Lo sport è divertimento, gioia, stare insieme, vita sana, condividere senza invidia i risultati ottenuti, esaltare chi è in difficoltà, volersi bene e star bene.
Per ottenere grandi risultati bisogna crederci, impegnarsi ma anche divertirsi. Bisogna provare a immaginare di fare bene, di aver successo, e poi impegnarsi per mettere tutto in pratica e in realtà disposti ad affrontare qualsiasi fatica e mettersi in gioco accentando quello che viene.
Foto di Paola Falcier |
Ti ispiri ad altri ultrarunner? Sinceramente no, non c’è alcun motivo, l'importante è che ciò che fai è farina del tuo sacco, ognuno ha il suo marchio di fabbrica e mantenersi originali è la migliore soddisfazione.
L’esperienza aiuta sempre a capire meglio, a organizzarsi meglio, a essere più accorto, attento e sereno.
Come ti vedi tra 10 anni? Mamma mia, sicuramente avrò superato e non di poco i 60 anni, più invecchiato, cambiamento fisico, non sarò più performante ma mi difenderò. Spero di avere energie e stessa voglia che ho adesso.
Come hai scelto la tua crew e come si sono comportati? Il tutto è nato dal grande Giuseppe Cialdini, spartano, che a settembre lo vedrà nuovamente sulla linea di partenza della Spartathlon, mi contatta perché voleva partecipare a marzo di quest'anno alla Race Across Apulia 288 km e mi propone di fargli assistenza in cambio della sua per l'UMS ma per un imprevisto la RAA salta. Nonostante tutto Giuseppe mi conferma la sua disponibilità per la crew. C'era un altro atleta che si era offerto ma a malincuore dovrà rinunciare per impegni personali. Su consiglio di Simone Leo pubblico un post su fb in modo da poter arruolare un altro che fosse stato curioso di fare assistenza. Salta fuori una donna Paola Falcier, contattata da Giuseppe, e senza indugi accetta. Sono stati fenomenali, ogni 3 km si facevano pronti a ogni mia eventuale richiesta. Giuseppe controllava i tempi di percorrenza, faceva le dirette, mi ha fatto da passista per un po' di km e Paola oltre che essere un'ottima fotografa è anche una grande massaggiatrice. Ne ho approfittato. Un enorme Grazie a loro.
La maggior parte degli ultrarunner ha un cuore d’oro e allora perché non approfittare, scambi di favori, attenzioni, presenze, condivisioni di fatica e soddisfazioni, sorrisi, ho potuto notare gli sguardi e i sorrisi di Giuseppe Cialdini e Paola Falcier.
A casa come ti hanno accolto? Mi hanno accolto da sovrumano, sapendo come è stata la gara sono rimasti esterrefatti ma felici.
Quando tornerai a correre? Adesso riposo, devo recuperare bene. Non sarò io a dettare i tempi ma il contrario. Comunque prossimo obiettivo la 100 km Hybla Major che si svolgerà il prossimo 16 luglio. Ciao Matteo è stato un enorme piacere averti rivisto e condiviso certe emozioni. A presto.
Michele è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Un'intervista a Michele è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
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