I giudici all'alba mi hanno chiamato donna di acciaio
Matteo SIMONE
Si è svolta il 17 e 18 aprile 2022 la 24 ore di Torino e la donna più veloce e resistente ha totalizzato 174.390 km arrivando anche seconda assoluta, si tratta di Mimma Caramia (ASD Corricastrovillari) preceduta solamente dal vincitore che ha totalizzato 185.408 km, Massimo Zimbardo (Naviglio Running Team).
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Mimma attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come stai? A due giorni dalla 24h di Torino sto veramente bene, non ho particolari risentimenti muscolari, se non un po' di normale stanchezza e una contrattura al polpaccio che già tende a migliorare.
Che significa per te questa vittoria? Questa vittoria significa veramente tantissimo, sono tornata in questa 24h per chiudere un ciclo rimasto aperto l'anno scorso quando alla quattordicesima ora e 108km decisi di ritirarmi perché un problema organico serio mi impediva di stare in piedi. Ho atteso un anno per chiudere questo ciclo, per mettere quel cinesino per terra al secondo sparo…. significa una rivincita che ho sognato per 12 mesi e alla fine un pianto liberatorio ha cancellato una delusione che serbavo dentro da troppo tempo.
Quando non si è soddisfatti di una prestazione si può essere tristi, demotivati, nervosi, arrabbiati ma la cosa importante e rimettersi al lavoro, capire cosa si è sbagliato o casa si può migliorare e continuare a lavorare con impegno e determinazione per guadagnarsi risultati e prestazioni importanti e sembra che così abbia fatto Mimma andando a chiudere un cerchio rimasto aperto amaramente.
Quanto e come ci hai lavorato? Ho impostato con il mio coach Giovanni Patruno tutti gli allenamenti e le gare in previsione di questa gara. La 100km del Conero, la sei ore di Policoro e la sei ore di Matera con i rispettivi PB rientravano solo in un progetto più ampio. Abbiamo lavorato mantenendo il fondo che già ho, inserendo lavori di qualità che anche nelle lunghissime distanze servono.
È importante definire un buon piano e programma di allenamento per arrivare pronti e performanti il giorno della gara importante, stabilendo priorità.
In questo periodo Mimma ha raccolto ottimi frutti nelle diverse gare a cui ha partecipato: il 20 marzo 2022, nell’ambito della “6 Days UMF Winter Edition” ha corso la 6 ore totalizzando 58,306 km e vincendo la gara; il 2 aprile 2022 alla 6 ore di Matera ha totalizzato 59,777 km, classificandosi al quarto posto delle donne e prima della sua categoria W40.
Cosa e chi ti ha aiutato? Il mio coach piano piano mi sta facendo uscire dalla zona di comfort in cui ero abituata per alzare l'asticella in allenamento. Sono stata sostenuta tantissimo da mia madre Galeone Rita che è sempre con me e le mie sorelle che sanno di un sogno che vorrei realizzare. Fondamentale è il mio coach e la grande amicizia ed empatia con Fabrizio Severini, grande atleta della Grottini Team, con il quale ci capiamo al volo e che insieme agli amici del gruppo della Hybla Major mi ha seguito costantemente per 24h.
Gli atleti di ultramaratone sanno che bisogna lavorare duramente per ottenere risultati e soffrono in silenzio da soli e in compagnia formando gruppi di allenamento ma anche gruppi social dove si sentono e si vedono per confrontarsi e aiutarsi a vicenda.
A chi la dedichi? Questa gara è di mia madre la dedico a lei, perché solo per amore di una figlia ha sopportato un freddo gelato della notte. Solo una mamma può tanto e ad ogni giro mi sorrideva e diceva non ti preoccupare per me.
Questa è una bella testimonianza di una figlia e una mamma che fanno squadra, la figlia diventa l’atleta che vuol fare cose straordinarie considerate estreme e bizzarre e la mamma che non la molle, la comprende e la sostiene seguendola in gara e supportandola.
Come è stata la gara? È stata dura veramente, hanno mollato tutti per il freddo.
Criticità? La criticità maggiore è stata la grande escursione termica, siamo partiti con 20gradi e ci siamo ritrovati dopo 8 ore con 3 gradi e un venticello che gelava il sudore. Molti, quasi tutti hanno cercato comfort negli spogliatoi perché veramente il freddo era insopportabile, io non mi sono mai fermata, ho continuato sempre. Ho indossato due maglie termiche, due antivento, due paia di guanti e ho continuato. I giudici all'alba mi hanno chiamato donna di acciaio perché a un certo punto per qualche giro ero veramente sola sul percorso e per darmi forza pensavo agli amici. Vedevo i volti di Fabrizio, Daniele, Rita, Igor, Pierluigi, Nunzio, Enrico, Maria, Alessio, Lorenzo, Alisia e Agnese, Salvatore e Davide e li chiamavo per nome per darmi forza.... dicevo: loro credono in me.
Questa è una bella storia di una ragazza che non molla grazie a strategie di gestione della fatica e delle avversità climatiche, una ragazza che si può definire resiliente grazie anche al pensiero rivolto verso gli amici che considera suoi sostenitori.
Cosa ti ha permesso di vincere? Mi ha permesso di vincere la mia grande forza mentale. So di non essere l'atleta più forte ma sono tenace e resistente, non mollo mai, affronto le crisi e vado avanti. Trovo stimoli in continuazione anche quando veramente la situazione non è facile.
Quando la lotta si fa dura e lì che bisogna dimostrare di valere, in gare di ultramaratona che durano 24 ore può succedere di tutto, dovuto anche a situazioni che non sono controllabili e gestibili dall’atleta ma si può essere performanti utilizzando strategie mentali che aiutano a superare crisi e situazioni critiche.
Cosa lasci a Torino e cosa porti via? A Torino lascio i 175km che ho percorso, perché non sono miei ma appartengono a quel parco, a quegli alberi, agli scoiattoli che spesso hanno attraversato il percorso. Non sono miei quei km ma appartengono a quel parco e sono il mio ringraziamento di tutte le emozioni che mi ha donato. Lascio le insicurezze e porto via con me i 10km che avrei voluto fare e che farò alla prossima 24h. Io guardo sempre al futuro e il futuro vedrà nuovi PB anche sulla 24h.
Ogni gara è un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza con nuovi propositi in base all’esperienza fatta e a quanto appreso.
Come ti prendi cura del tuo corpo e della tua mente? Faccio moltissimo stretching e ginnastica posturale, sono seguita da una grande osteopata Sara Petraroli che mi conosce perfettamente e sa quello di cui ho bisogno, i miei punti deboli li cura perfettamente. Tutto quello che riesci a fare è grazie a lei e alle sue sapienti mani. Seguo un'alimentazione sana e povera di zuccheri e grassi, integro con integratori fitoterapici. Faccio cicli alterni durante l'anno di vari prodotti che sostengono il mio organismo, e in questo sono fortunata perché lavoro in uno storie di integratori fitoterapici e sportivi, ‘Dimensione Salute’ a Grottaglie, che ringrazio pubblicamente perché mi ha fatto da sponsor in questa gara e lo sarà anche per le prossime gare.
Gli ultramaratoneti portano il loro fisico e la loro mente in situazioni estreme e poi c’è bisogno di recuperare, integrarsi a dovere, occuparsi di se stessi e Mimma si comporta come una vera professionista non tralascia nulla al caso ma si avvale di validi professionisti e anche di uno sponsor.
Chi c’era con te? Con me fisicamente c'era la mia grande mamma, ma emotivamente erano presenti tutti i miei amici e la mia squadra Asd corricastrovillari presieduta dal Gianfranco Milanese che mi hanno seguito davvero per tutta la notte e tutto il giorno. La loro energia mi è davvero arrivata tramite i messaggi che mandavano a mia madre. Quando ho ripreso il telefono dopo 24h ho trovato tantissimi messaggi inviati in qualunque ora, ho visto le decine di post in cui mi hanno taggato appena ho finito la gara. Non so come mai sia successo questo, ma veramente l'Italia degli ultramaratoneti ha seguito me, una donna sognatrice di 43 anni dai capelli rossi che ha corso con il cuore per raggiungere i suoi sogni. Non sono un'atleta di spicco ma la mia corsa giunge ai cuori, perché è fatta di amore per questa impegnativa disciplina che è l'ultramaratona. Grazie sempre per il tuo interesse alla mia corsa.
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti. Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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