lunedì 25 maggio 2020

Mirko Ganz Caravita, ciclista: Pedalare è un gesto che fa parte della mia quotidianità

Ci vuole passione, convinzione nei propri mezzi e determinazione

A volte, andare in bici diventa uno stile di vita salutare e raccomandabile per sperimentare sensazioni piacevoli e contribuire alla salvaguardia del pianeta con minor inquinamento rispetto ad andare con altri mezzi inquinanti come le moto o auto. Di seguito Mirko racconta la sua esperienza in bici rispondendo ad alcune mie domande.

Come è cambiato nel tempo il tuo approccio allo sport? Il mio approccio con lo sport è cambiato in modo abbastanza radicale. Dagli anni del ciclismo agonistico, ho corso nelle categorie giovanili, dalla categoria giovanissimi fino alla categoria juniores, poi dopo una ‘pausa’ ho ripreso seriamente a pedalare una decina di anni dopo. Bike to work (nel 2012 ho venduto l'auto), cicloturismo poi nel 2018 un cicloviaggio di oltre 10.000 chilometri. La bicicletta da mezzo per fare agonismo è diventata un mezzo di trasporto, poi di viaggio. Attività fisica costante ma senza forzare cercando di migliorare i propri limiti come quando facevo agonismo, ma per mantenersi in salute e trarne benefici per il corpo e per la mente”.

Tutto passa, tutto cambia, tutto evolve. Si comincia a giocare in bici cercando di tenere l’equilibrio e cercando di correre lontani per scoprire paesaggi e mettersi anche in gioco con amici e poi avversari se si pratica ciclismo.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Negli anni in cui correvo le soddisfazioni maggiori le avevo quando riuscivo a superare i miei limiti, magari arrivando in buona posizione in una gara difficile o quando tatticamente avevo corso intelligentemente che magari comportava un buon risultato di squadra”.
Cosa ha contribuito al tuo benessere? La passione per la bicicletta e per il ciclismo ha sicuramente contribuito al mio benessere fisico e mentale”.

La bici aiuta a trovare anche un equilibrio mentale, si passa dalle competizioni ai viaggi in solitaria, da bici per allenarsi e gareggiare a bici quale mezzo di trasporto. Questa è l’esperienza di Mirko e in parte anche la mia esperienza.
L’esperienza sportiva dove hai sperimentato le emozioni più belle?In ambito agonistico ricordo una bella rimonta in una importante gara nazionale (Lugo - San Marino categoria allievi), che mi vide arrivare intorno alla venticinquesima posizione su oltre 200 partenti. In ambito non agonistico, sicuramente l'avere superato in totale autonomia i momenti difficili in un viaggio in solitaria in bici di quasi 4 mesi e oltre 10 mila chilometri”.

La bici permette di sperimentare benessere e performance, si cerca di fare sempre meglio, di classificarsi bene in una gara, di non mollare, di superare salite, fatiche e varie difficoltà soprattutto se si intraprende lunghi viaggi in solitaria in giro per il mondo.
La situazione sportiva più difficile?Il momento più difficile sicuramente in una gara della categoria allievi (Russi - Monte Busca) dove andai in crisi negli ultimi 6 chilometri di salita e sulla linea di arrivo mi accasciai e ebbi bisogno dei soccorsi e dell'ossigeno”.
Quale esperienza ti dà la convinzione che ce la puoi fare?Il viaggio in solitaria di andata e ritorno a Capo Nord è sicuramente l'esperienza che mi permette di dire che nulla nella vita è impossibile. Ci vuole passione, convinzione nei propri mezzi e determinazione. Prima di questo cicloviaggio non avevo mai fatto nulla di simile. Non ero mai stato in viaggio in bici, al massimo lunghe pedalate di un giorno”.

Le esperienze in bici possono essere piacevoli ma anche spiacevoli, si cerca di fare cose straordinarie preparandosi e portando a termine viaggi lunghissimi con passione e sacrificio credendo in sé e a volte si casca o si hanno momenti difficili ma bisogna sempre rialzarsi e ripartire. È quello che stiamo sperimentando questo lungo periodo di lockdown a causa della pandemia dove siamo tutti cascati più o meno metaforicamente a casa e ora si cerca di riorganizzarsi per ripartire e poter riprendere a viaggiare e portare a termine sogni e obiettivi sfidanti e difficili ma non impossibili.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Episodi curiosi e divertenti sia nella mia carriera agonistica, nella vita di pendolare in bici, o nel cicloviaggio a Capo Nord ce ne sono a centinaia. Posso sicuramente dire che ogni giorno in bicicletta è diverso e ti regala sempre piacevoli scoperte, divertenti sorprese e ti riesci a stupire dopo ogni curva”.
Le sensazioni che sperimenti facendo sport?Fare attività fisica all'aperto ti fa sentire vivo, ti riconcilia con la natura e con il mondo. La sensazione di libertà è unica!”.
A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? Quali sono le difficoltà e i rischi?Il rischio maggiore di fare ciclismo, cicloturismo o bike to work è sicuramente dato dal traffico automobilistico presente sulle strade. L'attenzione deve sempre essere massima”.

Ottime le esperienze in bici quale sport, quale mezzo di trasporto, quale cicloturismo, quale lunghi viaggi ma bisogna sempre fare attenzione alla strada.
Cosa ti fa continuare a fare sport?  Non saprei rinunciare alla bicicletta. Pedalare è un gesto che fa parte della mia quotidianità, non potrei proprio farne a meno”.
Come hai superato crisi, difficoltà, infortuni?Fortunatamente non ho mai avuto infortuni gravi. Le crisi e i momenti di difficoltà invece ci sono sia nella attività agonistica, sia in un cicloviaggio, sia nella vita di tutti i giorni. L'importante è non abbattersi, cerco di affrontare la difficoltà cercando di trarne gli aspetti positivi che spesso appaiono invisibili ma che sono quelli che poi ti renderanno più forte e determinato successivamente. cerco di farne tesoro per le volte successive. Da una crisi o da una difficoltà cerco di trarne insegnamento, in questo modo la volta dopo sarò sicuramente più forte e più sicuro dei miei mezzi. e”.

Sembra essere molto resiliente Mirko, sa che nei momenti difficili bisogna essere fiduciosi e riorganizzarsi per cercare di andare comunque avanti in modo diverso cavalcando l’onda del cambiamento. A volte l’esperienza negativa serve a conoscersi meglio, serve ad apprendere qualcosa di nuovo, serve a rafforzarsi.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Ai giovani posso solo dire di avere passione in quello che fanno, dico di fare tesoro delle loro esperienze sportive perché saranno un insegnamento importante per affrontare le difficoltà che dovranno affrontare nella vita. Dico di rispettare l'avversario, di avere umiltà e determinazione”.

Lo sport è una grande palestra di vita, soprattutto la bici che prevede l’affrontare salite anche ripide e a volte bisogna scendere dalla bici ma si arriva sempre in cima.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Durante il mio viaggio in solitaria ho avuto un grande seguito da parte di famigliari, amici e anche da tanti sconosciuti. Per la mia scelta di utilizzare la bici come mezzo di trasporto ho ogni giorno attestazioni di stima per la coerenza e la passione, a volte però questa mia scelta radicale porta anche ad avere critiche. Ritengo siano molto utili anche quelle”.

È importante il sostegno di famigliari che sanno i sacrifici che l’atleta fa nelle sue scelte e nel suo impegno giornaliero. Importante anche il supporto di amici che incoraggiano e sostengono.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? Giorno dopo giorno ho scoperto di essere più forte mentalmente che fisicamente. Sicuramente essere forti di testa ti aiuta a sopperire alle difficoltà fisiche, difficilmente succede il contrario”.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Non ho mai avuto il supporto di uno psicologo, ma credo che in particolare nell'attività agonistica possa essere importante”.
Sogni realizzati e da realizzare?Il viaggio in solitaria di andata e ritorno a Nordkapp è sicuramente il sogno nel cassetto che ho realizzato. Ma in bicicletta non smetti mai di sognare, più pedali e più sogni...quindi ho altri cassetti da aprire prima o poi”.

Interessante l’affermazione di Mirko “più pedali, più sogni”, in effetti pedalando si mettono in moto muscoli e pensieri, si elaborano pensieri e situazioni, vengono in mente nuovi progetti.
Ti ispiri a qualcuno? Hai modelli di riferimento?Non ho modelli ma cerco di trarre insegnamenti o piccoli trucchi o accorgimenti da chiunque. Ognuno di noi può insegnare qualcosa”.
Come ti vedi a 50 anni?Beh mica sono lontani i 50 anni!?! Spero di vedermi non molto diverso da ora che ho 43 anni, anche perché come ho detto ho intenzione di aprire altri cassetti contenenti sogni a pedali!”.

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Il testo consente di calarsi nella realtà degli ultramaratoneti, grazie all’esperienza diretta dell’autore ed al contributo di centinaia di atleti intervistati che hanno condiviso le loro esperienze di gara. Vi sono i racconti di amanti della corsa e di atleti professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale degli atleti, le loro problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le loro esperienze di vita e i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia della Gestalt è nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un testo che permette di avvicinarsi a questo tipo di discipline considerate estreme e impossibili.

Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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