Ci vuole passione,
convinzione nei propri mezzi e determinazione
A volte, andare in bici diventa uno stile di vita salutare e raccomandabile per sperimentare sensazioni piacevoli e contribuire alla salvaguardia del pianeta con minor inquinamento rispetto ad andare con altri mezzi inquinanti come le moto o auto. Di seguito Mirko racconta la sua esperienza in bici rispondendo ad alcune mie domande.
Come è cambiato nel tempo il tuo approccio
allo sport? “Il mio approccio con lo sport è
cambiato in modo abbastanza radicale. Dagli anni del ciclismo agonistico, ho
corso nelle categorie giovanili, dalla categoria giovanissimi fino alla
categoria juniores, poi dopo una ‘pausa’ ho ripreso seriamente a pedalare una
decina di anni dopo. Bike to work (nel 2012 ho venduto l'auto), cicloturismo
poi nel 2018 un cicloviaggio di oltre 10.000 chilometri. La bicicletta da mezzo
per fare agonismo è diventata un mezzo di trasporto, poi di viaggio. Attività
fisica costante ma senza forzare cercando di migliorare i propri limiti come
quando facevo agonismo, ma per mantenersi in salute e trarne benefici per il
corpo e per la mente”.
Tutto passa, tutto cambia, tutto evolve. Si comincia a giocare in bici cercando di tenere l’equilibrio e cercando di correre lontani per scoprire paesaggi e mettersi anche in gioco con amici e poi avversari se si pratica ciclismo.
Tutto passa, tutto cambia, tutto evolve. Si comincia a giocare in bici cercando di tenere l’equilibrio e cercando di correre lontani per scoprire paesaggi e mettersi anche in gioco con amici e poi avversari se si pratica ciclismo.
Ti sei sentito campione nello sport almeno
un giorno della tua vita? “Negli anni in cui correvo le
soddisfazioni maggiori le avevo quando riuscivo a superare i miei limiti,
magari arrivando in buona posizione in una gara difficile o quando tatticamente
avevo corso intelligentemente che magari comportava un buon risultato di
squadra”.
Cosa ha contribuito al tuo benessere? “La
passione per la bicicletta e per il ciclismo ha sicuramente contribuito al mio
benessere fisico e mentale”.
La bici aiuta a trovare anche un
equilibrio mentale, si passa dalle competizioni ai viaggi in solitaria, da bici
per allenarsi e gareggiare a bici quale mezzo di trasporto. Questa è
l’esperienza di Mirko e in parte anche la mia esperienza.
L’esperienza sportiva dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “In ambito agonistico
ricordo una bella rimonta in una importante gara nazionale (Lugo - San Marino
categoria allievi), che mi vide arrivare intorno alla venticinquesima posizione
su oltre 200 partenti. In ambito non agonistico, sicuramente l'avere superato
in totale autonomia i momenti difficili in un viaggio in solitaria in bici di
quasi 4 mesi e oltre 10 mila chilometri”.
La bici permette di sperimentare benessere
e performance, si cerca di fare sempre meglio, di classificarsi bene in una
gara, di non mollare, di superare salite, fatiche e varie difficoltà
soprattutto se si intraprende lunghi viaggi in solitaria in giro per il mondo.
La situazione sportiva più difficile?
“Il momento più difficile sicuramente in una gara della categoria allievi
(Russi - Monte Busca) dove andai in crisi negli ultimi 6 chilometri di salita e
sulla linea di arrivo mi accasciai e ebbi bisogno dei soccorsi e dell'ossigeno”.
Quale esperienza ti dà la convinzione che
ce la puoi fare? “Il viaggio in solitaria di andata e
ritorno a Capo Nord è sicuramente l'esperienza che mi permette di dire che
nulla nella vita è impossibile. Ci vuole passione, convinzione nei propri mezzi
e determinazione. Prima di questo cicloviaggio non avevo mai fatto nulla di
simile. Non ero mai stato in viaggio in bici, al massimo lunghe pedalate di un
giorno”.
Le esperienze in bici possono essere
piacevoli ma anche spiacevoli, si cerca di fare cose straordinarie preparandosi
e portando a termine viaggi lunghissimi con passione e sacrificio credendo in
sé e a volte si casca o si hanno momenti difficili ma bisogna sempre rialzarsi
e ripartire. È quello che stiamo sperimentando questo lungo periodo di lockdown
a causa della pandemia dove siamo tutti cascati più o meno metaforicamente a
casa e ora si cerca di riorganizzarsi per ripartire e poter riprendere a
viaggiare e portare a termine sogni e obiettivi sfidanti e difficili ma non impossibili.
Un episodio curioso o divertente della tua
attività sportiva? “Episodi curiosi e divertenti sia
nella mia carriera agonistica, nella vita di pendolare in bici, o nel cicloviaggio
a Capo Nord ce ne sono a centinaia. Posso sicuramente dire che ogni giorno in
bicicletta è diverso e ti regala sempre piacevoli scoperte, divertenti sorprese
e ti riesci a stupire dopo ogni curva”.
Le sensazioni che sperimenti facendo
sport? “Fare attività fisica all'aperto ti fa sentire
vivo, ti riconcilia con la natura e con il mondo. La sensazione di libertà è
unica!”.
A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?
Quali sono le difficoltà e i rischi? “Il rischio maggiore
di fare ciclismo, cicloturismo o bike to work è sicuramente dato dal traffico
automobilistico presente sulle strade. L'attenzione deve sempre essere massima”.
Ottime le esperienze in bici quale sport,
quale mezzo di trasporto, quale cicloturismo, quale lunghi viaggi ma bisogna
sempre fare attenzione alla strada.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Non saprei rinunciare alla bicicletta.
Pedalare è un gesto che fa parte della mia quotidianità, non potrei proprio
farne a meno”.
Come hai superato crisi, difficoltà,
infortuni? “Fortunatamente non ho mai avuto infortuni gravi.
Le crisi e i momenti di difficoltà invece ci sono sia nella attività
agonistica, sia in un cicloviaggio, sia nella vita di tutti i giorni.
L'importante è non abbattersi, cerco di affrontare la difficoltà cercando di trarne
gli aspetti positivi che spesso appaiono invisibili ma che sono quelli che poi
ti renderanno più forte e determinato successivamente. cerco di farne tesoro
per le volte successive. Da una crisi o da una difficoltà cerco di trarne
insegnamento, in questo modo la volta dopo sarò sicuramente più forte e più
sicuro dei miei mezzi. e”.
Sembra essere molto resiliente Mirko, sa
che nei momenti difficili bisogna essere fiduciosi e riorganizzarsi per cercare
di andare comunque avanti in modo diverso cavalcando l’onda del cambiamento. A
volte l’esperienza negativa serve a conoscersi meglio, serve ad apprendere
qualcosa di nuovo, serve a rafforzarsi.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarsi allo sport? “Ai giovani posso solo dire di
avere passione in quello che fanno, dico di fare tesoro delle loro esperienze
sportive perché saranno un insegnamento importante per affrontare le difficoltà
che dovranno affrontare nella vita. Dico di rispettare l'avversario, di avere
umiltà e determinazione”.
Lo sport è una grande palestra di vita,
soprattutto la bici che prevede l’affrontare salite anche ripide e a volte
bisogna scendere dalla bici ma si arriva sempre in cima.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo
sport? “Durante il mio viaggio in solitaria ho avuto un
grande seguito da parte di famigliari, amici e anche da tanti sconosciuti. Per
la mia scelta di utilizzare la bici come mezzo di trasporto ho ogni giorno
attestazioni di stima per la coerenza e la passione, a volte però questa mia
scelta radicale porta anche ad avere critiche. Ritengo siano molto utili anche
quelle”.
È importante il sostegno di famigliari che
sanno i sacrifici che l’atleta fa nelle sue scelte e nel suo impegno
giornaliero. Importante anche il supporto di amici che incoraggiano e
sostengono.
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare attività fisica? “Giorno dopo giorno ho scoperto di
essere più forte mentalmente che fisicamente. Sicuramente essere forti di testa
ti aiuta a sopperire alle difficoltà fisiche, difficilmente succede il
contrario”.
Ritieni utile lo psicologo dello sport?
Per quali aspetti e in quali fasi? “Non ho mai avuto il
supporto di uno psicologo, ma credo che in particolare nell'attività agonistica
possa essere importante”.
Sogni realizzati e da realizzare?
“Il viaggio in solitaria di andata e ritorno a Nordkapp è sicuramente il
sogno nel cassetto che ho realizzato. Ma in bicicletta non smetti mai di
sognare, più pedali e più sogni...quindi ho altri cassetti da aprire prima o
poi”.
Interessante l’affermazione di Mirko “più
pedali, più sogni”, in effetti pedalando si mettono in moto muscoli e pensieri,
si elaborano pensieri e situazioni, vengono in mente nuovi progetti.
Ti ispiri a qualcuno? Hai modelli di
riferimento? “Non ho modelli ma cerco di trarre
insegnamenti o piccoli trucchi o accorgimenti da chiunque. Ognuno di noi può
insegnare qualcosa”.
Come ti vedi a 50 anni?
“Beh mica sono lontani i 50 anni!?! Spero di vedermi non molto diverso da
ora che ho 43 anni, anche perché come ho detto ho intenzione di aprire altri
cassetti contenenti sogni a pedali!”.
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Editrice sostiene il #iorestoacasa fissando ad €1 (simbolico) le spese di
spedizione su tutto il catalogo on line. La consegna avverrà con corriere.
Segnalo di seguito alcuni miei libri
pubblicati da Prospettiva Editrice.
DA 10 A 100 Dai primi 10 km corsi alla 100
km per Milano (Alberto Merex Mereghetti e Matteo
Simone). Questo testo nasce dall’idea di due persone di cui Alberto Mereghetti,
atleta di corsa di lunghe distanze e triatleta e Matteo Simone, psicologo dello
sport, scrittore e runner.
Triathlon e ironman. La psicologia del
triatleta. Gli atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive
e di benessere, ed alla ricerca della sfida, per verificare quanto si è capaci
a perpetrare uno sforzo nel tempo.
Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate,
competitive e resilienti. Nello sport non è importante solo
la forza, la resistenza e i muscoli, ma è importante sviluppare anche la forza
e la resistenza mentale che permettono di andare oltre, di consolidare lo stato
di forma. Raggiungere traguardi importanti diventa il coronamento di un sogno,
il raggiungimento di un obiettivo ambito, la ricompensa di tanti sforzi e tanta
fatica per ottenere qualcosa che si desidera con determinazione, tenacia,
passione e con l’aiuto di qualcuno che sostiene.
Sport, benessere e performance. Aspetti
psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta.
Attraverso questionari ho raccolto il punto di vista di atleti comuni e
campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in particolare gli aspetti
che incidono sul benessere e sulla performance. È fondamentale conoscere il loro
punto di vista a completamento delle teorie relative agli aspetti che incidono
sul benessere e la performance dell’atleta e della squadra. Lo psicologo dello
sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per
l’intera squadra, per lo staff, i tecnici, i dirigenti.
Ultramaratoneti e gare estreme.
Chi sono gli ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi
psicologici consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a
spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Il testo consente di calarsi nella realtà
degli ultramaratoneti, grazie all’esperienza diretta dell’autore ed al
contributo di centinaia di atleti intervistati che hanno condiviso le loro
esperienze di gara. Vi sono i racconti di amanti della corsa e di atleti
professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale degli atleti, le loro
problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le loro esperienze di vita e
i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia della Gestalt è
nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un testo che permette di avvicinarsi
a questo tipo di discipline considerate estreme e impossibili.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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