lunedì 25 maggio 2020

Massimiliano Giattini, ex pugile: Non darsi mai per vinti e tenere duro

La gara della vita? La prima vittoria sul ring di pugilato

Fondamentali nello sport sembrano essere le figure genitoriali e gli insegnati o istruttori che indirizzano la persona allo sport e lo supportano consigliandolo e condividendo gioie, dolori e successi. Di seguito Massimiliano racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.

Ti sei sentito campione nello sport?Non posso reputarmi con certezza un vero campione, ma posso affermare di aver avuto le mie soddisfazioni. Alcune persone mi hanno confessato di sentirsi ispirate da ciò che faccio e secondo me, ciò va sopra al vincere una gara. Come io traggo ispirazione dai ‘pezzi grossi’, sapere che altre persone traggono ispirazione da me è forse il più gran traguardo che io possa raggiungere e credo che questa sia la vera aspirazione di un campione.

Ognuno trae ispirazione da qualcun altro e apprende metodi e tecniche di allenamento e gestione della gara diventando sempre più esperti e di ispirazione per altri neofiti.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho sempre amato il movimento e l'attività fisica sin da bambino. Ho provato parecchie discipline iniziando con gli sport di squadra più classici come il calcio e il basket, per poi spostarmi sugli sport da combattimento stabilizzandomi sul pugilato. Ho amato molto questo sport, non tanto per il combattimento quanto più per la conoscenza e la consapevolezza in sé stessi che l'allenamento porta a scoprire. Mi sono spostato poi su altri campi come la capoeira, e il parkour, discipline acrobatiche che mettono a dura prova le potenzialità del corpo umano, e ora le attività che in assoluto prediligo nella mia vita sono la corsa e l'apnea subacquea.”

Praticare uno sport significa focalizzarsi e impegnarsi per un periodo per costruire una meta o un obiettivo da raggiungere apprendendo dall’esperienza e con l’aiuto di amici, familiari e figure professionali. 
Da chi ricevi sostegno e supporto?Ho sempre avuto il massimo supporto, dagli amici e i genitori. Fondamentale anche il supporto dei compagni di squadra e l’allenatore”. 
Quali aspetti incidono sul benessere e/o performance?
Credo fermamente che all’apice del benessere ci sia il contesto in cui un atleta vive. I compagni di squadra e gli allenatori in primis, ma non meno importante gli amici, i colleghi e la famiglia. Indubbiamente un tenore di vita rilassato e piacevole, e lo stimolo da parte delle persone a cui teniamo contribuiscano a creare motivazione con conseguenti benefici anche sulle performance.”

Massimiliano sembra essere un vero uomo di sport, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove sfide facendo bene sia in sport individuali che di squadra.
Chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance?In primo luogo mio padre, che mi ha sempre sostenuto partecipando attivamente alla mia vita sportiva. Ho avuto inoltre la fortuna di trovarmi sempre in ambienti favorevoli, con ottimi allenatori che svolgevano al meglio il ruolo di motivatori e maestri, nota secondo me fondamentale per la crescita di un atleta.” 
La gara della tua vita?
“È stata la prima vittoria ottenuta sul ring di pugilato, precisamente il mio terzo match. Ero particolarmente motivato e mi ero allenato bene, malgrado un fastidio alla zona lombare che mi torturava da qualche mese. Ho notato sin da subito che il mio avversario era ben preparato, ma ascoltando bene l'allenatore e focalizzando i miei pensieri sulla tecnica e sulla resistenza, sono riuscito a concretizzare la vittoria. È stata una gran giornata.

Interessante testimonianza per comprendere come si costruisce una vittoria dopo allenamenti duri e impegnativi con accanto un allenatore che ci crede, con attenzione, focalizzandosi sull’obiettivo e sull’avversario e con forte motivazione.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport?È sorprendente vedere come migliorando un po' la tecnica, magari affidando la nostra formazione ad un preparatore più esperto di noi ci ritroviamo ad ottenere delle performance che mai avremmo pensato di raggiungere, performance che, prima di provare a cimentarci nella disciplina, pensavamo fossero esclusive dei professionisti. Lo sport mi aiuta ad essere tenace e credere nel progresso e nella ‘performance’ anche nelle situazioni che non sono strettamente correlate con lo sport, sapendo che non devo darmi per vinto solo perché reputo un obiettivo difficile, ma ho imparato a pormi dei piccoli step, brevi obiettivi che passo passo mi portano ad un evidente miglioramento della performance, tanto nello sport quanto nella vita quotidiana.”

Si può fare tutto con intenzione, passione, dedizione e attenzione, tutto si può allenare, basta crederci e impegnarsi e i risultati prima o poi arrivano così come le soddisfazioni personali.
Quali sono gli allenamenti più difficili?Credo che la fase più difficile sia quella in cui si avvicina la gara, i ritmi di allenamento sono davvero alti, e lo stress non sempre è gestibile. Può capitare la giornata no, un allenamento che non va come speravamo e magari ci butta giù il morale. È importate in quella situazione non darsi mai per vinti e tenere duro, focalizzarsi sulla gara e non sul singolo allenamento”. 
Come fare per non mollare?Aiuta molto focalizzarsi su un obiettivo. Uno scontro alla volta, una ripresa alla volta, fino alla fine del match. Tenere lucido in mente, il pensiero degli allenamenti fatti per essere lì in quel momento”.

Lo sport dà competenze e incrementa fiducia in sé, e tutto ciò può essere utile anche nella vita di tutti i giorni per sé stessi o per gli altri.
Quali capacità e caratteristiche hai dimostrato di possedere?Credo di poter vantare una certa costanza in ciò che faccio. Non sono un professionista ma voglio riuscire a comportarmi come tale, dando all'attività la precedenza sulle altre cose. Non mi costa grossi sacrifici e preferisco di gran lunga godermi un allenamento nel pieno delle mie potenzialità piuttosto che penalizzarlo per godermi un vizio, non escludo i piaceri dalla mia vita ma preferisco privilegiare l'attività fisica. Ho scoperto di possedere una forte costanza negli allenamenti e difficilmente ne salto uno.”

Per ottenere qualcosa è necessario volerlo e crederci per potersi impegnare con costanza ottenendo soddisfazioni e successi.
La fase più difficile del combattimento?Per me è sempre stata più dura la seconda metà dell’incontro, specialmente l’ultima ripresa. Ti senti le gambe indebolite e le braccia pesanti, sai che manca poco, ed è importante concentrarsi a non abbassare la guardia, anche se sembra di essere arrivati ormai alla fine. Il corpo viene messo a dura prova, e forse li, più che mai entra in gioco la resistenza psicologica”. 
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? Durante una gara c'è di mezzo l'adrenalina e durante gli allenamenti c'è lo stimolo della gara imminente e quello che in una situazione può essere visto come un limite, in un ambito diverso tale barriera potrebbe esser rotta con vigore.”

Se veramente si è motivati e intenzionati, si riesce ad andare oltre ogni limite, si sperimenta uno stato di trance, il cosiddetto flow e tutto diventa più fluido e facile, si ottengono cose straordinarie credendoci.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti decisivi?’I am the greatest. I said that even before I knew I was’ - Muhammad Alì”.

Lo sport diventa uno stile di vita e un’opportunità per conoscersi, sperimentarsi e mettersi in gioco.
Quale è stata la tua gara più difficile?Un incontro di pugilato che ho disputato anni fa. Il primo incontro nella mia carriera da pugile che io sia riuscito a vincere. Dopo una sconfitta ed un pareggio, ero determinato più che mai a portare a casa una vittoria. L'avversario era visibilmente più alto di me, e fin da subito si è dimostrato preparato, ma seguendo bene le istruzioni del mio allenatore all'angolo, e credendo nella vittoria sino all'ultimo istante, ho tenuto duro. Non ho mollato, nonostante la stanchezza ho cercato di tener testa all'avversario cercando di tenere la guardia alta e dimostrando quel tanto che serviva di aggressività per accumulare i punti. Al momento del verdetto l'arbitro ha alzato il mio braccio.

Interessante descrizione di una performance vittoriosa dove l’atleta ci crede e rimane focalizzato contro l’avversario con l’obiettivo di fare del proprio meglio supportato dal suo allenatore e il braccio alzato dell’arbitro è il succo che rimane dell’incontro che aiuta a ricordare questa performance e le sensazioni sperimentate.
Hai più paura di farti male o di far male?Beh, sicuramente ho sempre avuto più paura di farmi male”. 
Di cosa avresti bisogno in gara?Concentrazione e lucidità, saper eludere le demotivazioni che derivano dalla fatica e dai colpi subiti. Più in generale credo che la capacità mentale sia fondamentale e credo che sia indispensabile allenarla tanto quanto quella fisica”.

Più è alta la posta e più è importante non solo l’allenamento fisico ma anche la preparazione mentale che possa far centrare l’atleta su ciò che sta facendo proprio in quel momento senza distrazioni e tenendo a bada eventuali sabotatori interni quali pensieri negativi, dubbi, incertezze.
Quali sono i pensieri che aiutano o che ostacolano?Aiuta molto credere in sé stessi, e credo sia altrettanto fondamentale confidare in chi crede in noi, sapere che abbiamo l’appoggio di chi ci è vicino. Ad ostacolarci ci sono i pensieri negativi, lo stress e la paura di non farcela”.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?A indurmi a mollare in passato c'è stata sicuramente la perdita di motivazione. In realtà più che mollare ho semplicemente cambiato campo, cercando ciò che mi ispirava maggiormente. Quando però c'è poco feeling con i compagni, quando la disciplina non è concorde con lo stile di vita, bisogna mettere sulla bilancia le cose e valutare quali sono le priorità.

Tutto passa, tutto cambia, è importante cavalcare l’onda del cambiamento con nuovi stimoli e rimodulando mete e obiettivi da raggiungere seguendo nuovi percorsi e sentieri alternativi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Per fortuna non ho mai avuto grandi difficoltà sotto questo punto di vista, ma normalmente nei casi più drammatici credo che la medicina migliore sia dare tempo a sé stessi: rallentare un po' il ritmo per qualche settimana può giovare a non vedere lo sport come un obbligo, non bisogna mai dimenticarsi infatti che lo si pratica per passione. Personalmente almeno un mese o due ogni anno mi prendo la libertà di rallentare, senza fermarmi del tutto ma limitandomi a godermi qualche allenamento puramente ricreativo, dimenticando orologi, cronometri, distanze e tempi, dimenticando le performance e mirando solo al puro divertimento e alla passione.

Ogni tanto è importante fermarsi, rallentare, recuperare, riposarsi e prendersi cura di sé e del proprio corpo per ristabilire equilibri ricaricandosi energeticamente e mentalmente.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Provate, provate e riprovate! Appassionatevi, lo sport non è solo quello che si vede in TV o vicino casa, ma ci sono migliaia di discipline in cui potreste ritrovare voi stessi. Fa bene, al corpo e soprattutto alla mente, lo sport è uno stimolo alla vita stessa. Non bisogna eccellere per forza, per essere campioni non sono indispensabili trofei e medaglie, ciò che conta è la fiducia in sé stessi, la costanza e la passione. Siate appassionati, non smettete mai di cercare finché non siete certi di aver trovato voi stessi in ciò che fate.”

Nella vita ci sono tanti test e prove da fare, tanti esami e valutazioni da superare, bisogna sempre provare e riprovare in modo diverso con il sorriso.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? Non c'è mai stato nella mia vita il rischio di doping. Non ho mai trovato stimolo nel cercare una performance con l'ausilio di sostanze che alterano la mia prestazione. Consiglio a tutti gli atleti di starvi lontano. Lo sport rispecchia l'anima dell'atleta e se si ricorre ad una prestazione compromessa, è evidente che anche l'anima lo è. Dovremmo praticare la nostra passione per quello che è, accettando i nostri limiti e cercando di migliorare in modo pulito. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Non credo di aver mai pensato ad una visita dallo psicologo in ambito sportivo, ma non mi sento di sconsigliarla. La fase più critica per un atleta credo che sia il sovrallenamento, motivo per il quale si potrebbe essere tentati di mollare, o peggio di ricorrere al doping. Lo psicologo potrebbe essere un elemento essenziale per richiamare l'attenzione dell'atleta negli elementi essenziali della sua stessa persona, distaccandolo dalla corsa alla performance.”

Concordo, inquinare la prestazione con sostanze e metodi dopanti significa inquinare sé stessi.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Non credo di aver rimpianti nella mia carriera sportiva. Se tornassi indietro riproverei tutte le discipline che ho provato sino ad ora. Ho avuto in passato dei periodi di fermo, che forse dedicherei a sport che non ho ancora avuto l'opportunità di provare, come la ginnastica artistica. Da sempre ho un debole anche per questo sport.”

Segnalo di seguito un mio libro pubblicati da Prospettiva Editrice.
Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta. Attraverso questionari ho raccolto il punto di vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance. È fondamentale conoscere il loro punto di vista a completamento delle teorie relative agli aspetti che incidono sul benessere e la performance dell’atleta e della squadra. Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, i tecnici, i dirigenti.

Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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