Dalle risposte alla domanda “Quale è stata la tua gara più estrema o più
difficile?” emerge da un lato una sorta di dipendenza
dal ricercare il limite, quasi una sorta di inconsapevolezza e di perdita di
controllo, infatti in qualche modo si cerca aiuto a famigliari di intervenire
per farsi legare e non osare troppo.
Racconti di gare estreme, dove si arriva al punto di
rischiare di morire o comunque dove si sperimentano condizioni estreme di
fatica fisica o atmosferica, oppure si rischia di perdersi o precipitare.
Difficili sono considerate anche le gare dove si ripete un breve circuito per
tantissime ore. Ma tutto ciò non basta per limitare il rischio, si arriva al
punto di chiedere di essere incatenati. Alcuni atleti sono abbastanza
resistenti alle gare estreme superano tutte le difficoltà e i rischi e si
proiettano su nuove sfide da affrontare serenamente con sicurezza. Estreme e
difficili sono considerate anche quelle dove non vi è motivazione, si corre con
svogliatezza, quindi è importante credere in quello che si fa ed avere la
passione che ti sostiene.
Angelo: “La
gara più estrema e difficile per me, si è capito, è stata proprio la Sparta
Atene, ed è quella che sicuramente non porterò mai a termine proprio perché
essendo fermo già da tre anni, e mai decidessi di riprendere un percorso di
gare, sarà quasi impossibile ritornare ad avere la preparazione per tornare a
pensare a rifarla!”
Pasquale: “La
100km del Passatore ed il Gargano Raid di 77km e 3000mt D+, corso per metà in
solitario.”