sabato 8 agosto 2020

Roberto Mastrotto, ultrarunner: La fatica è più bella se affrontata con il sorriso

 Cerco di sorridere sempre, anche nei momenti di crisi 
Matteo Simone 

Lo sport è una grande bella passione da coltivare cercando di raggiungere risultati prestigiosi allenandosi con costanza e credendoci sempre. 

Di seguito Roberto Mastrotto della Vicenza Marathon e del Team La Sportiva International racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 

martedì 4 agosto 2020

Luca Parisi, runner: Delle volte mi meraviglio di me stesso

3000m: Ci metto tutto me stesso e chiudo con il nuovo personale 8’36’’
Matteo SIMONE

Luca Parisi da qualche anno una sorpresa dal punto di vista della performance dell'atletica leggera italiana. Lui che è uno che non evita la fatica ma nemmeno evita il vivere bene divertendosi faticando e facendo bene con il suo allenatore ottenendo sempre primati personali e ottime prestazioni, stimolando la curiosità di atleti, tecnici, psicologi, fan.

Direi un caso umano per approfondire uno studio sulla consapevolezza corporea, mentale, amorevole e ludica. Di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso alcune mie domande a seguito del suo ennesimo primato, questa volta sui 3.000 metri.
Prima di un allenamento importante o gara quali sono le sensazioni corporee? "Prima di un allenamento mi interessa sì stare in una buona condizione soprattutto sé si tratta ad esempio di un’impegnativa sessione in pista o strada, ma ciò non è un requisito fondamentale che deve essere sempre presente. In un periodo di allenamento in cui ad esempio sto caricando, anche se a livello mentale, piuttosto che fisico, non sono al massimo lo metto in conto, perché allenarsi significa anche tollerare situazioni psicofisiche di disagio, ma il più delle volte anche grazie ai corretti piani di allenamento che sviluppo insieme a Massimo Fucili, sono sempre in condizione di affrontare la seduta in buona condizione sia essa fisica che mentale. 

venerdì 24 luglio 2020

Michael Zagato: Sono solo un amatore che ama l'atletica!

Mi piacerebbe tanto scendere sotto il muro delle 2h30 in maratona  
Matteo SIMONE  

Per amare la fatica bisogna avere tanta passione e aver sperimentato situazioni e momenti ricchi di soddisfazione, entusiasmo, gioia, competenza. 

Questo può succedere praticando uno sport come l’atletica dove si fatica da soli o in compagnia ma poi si raccolgono risultati e frutti preziosi.
Di seguito Michael racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Come hai gestito il periodo del covid? Il periodo Covid-19 è stato difficile credo un po' per tutti, ho lavorato fino a quando si è potuto poi sono rimasto a casa dal lavoro anche io, ho approfittato per dedicarmi meglio ai miei allenamenti, sfruttando il riposo che lavorando purtroppo non ho, o meglio ne ho poco! Non ho mai smesso di allenarmi, ho variato un po' i programmi di allenamento ma ogni giorno ero in strada a fare km sempre nel rispetto dei decreti! Avevo iniziato la stagione bene con due personali uno sui 10Km e uno sulla mezza, volevo continuare a svolgere bene il lavoro!”. 

martedì 21 luglio 2020

Claire Teuwissen: Mi sono dedicata al trail a 44 anni, dopo due protesi alle anche

Non ho mai mollato l’attività fisica perché è solo gioia per me e adoro la montagna
Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta

Non c’è un momento migliore per dedicarsi a uno sport, non c’è un’età per dedicarsi al trail, non c’è una condizione migliore per partecipare a gare di ultra trail.  
Non c’è un momento migliore per dedicarsi a uno sport, non c’è un’età per dedicarsi al trail, non c’è una condizione migliore per partecipare a gare di ultra trail. 
Si è sempre in tempo a mettersi in gioco con passione e volontà, con proprie modalità e tempi di percorrenza. 
Di seguito Claire del team “Born To Run”, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? Si, quando ho finito il mio primo trail di 38 km”.

lunedì 20 luglio 2020

Vincenzo Luciani: Per correre le ultramaratone deve funzionare bene il cervello

Matteo SIMONE 

Forse Vincenzo è uno dei primi ultramaratoneti che ho conosciuto tantissimissimi anni fa, quando ancora era temuta la maratona e le ultramaratone sembravano qualcosa di inavvicinabili. 

La sua società sportiva 'Atletica del Parco', di cui Vincenzo era presidente, era la prima squadra di ultramaratoneti che io conoscevo. Atleti che mi parlavano del Passatore, del caldo, delle flebo, dei piatti, dei cibi, della 50km di Romagna, insomma altri tempi.
Poi la squadra, vicina di zona, Villa de Sanctis si è potenziata con gli atleti che in massa si dedicavano alle ultramaratone. 
Vincenzo ha portato con lui tanti atleti a sperimentarsi nelle lunghe distanze e ora si racconta rispondendo ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Così si presenta rispondendo a un mio questionario: “Una premessa è doverosa. Sono stato ultramaratoneta fino al 2007, anno in cui ho corso il Giro del Lago Trasimeno, la 50 km di Romagna e la Pistoia-Abetone. Da allora mi sono limitato a fare delle maratone di 42 km. Perciò le mie risposte saranno rivolte al passato.

Eleonora Mella: Per me la corsa è vita, senza mi sento un po' spenta

La corsa mi ha aiutata anche nella vita privata e nel lavoro, mi ha resa migliore
Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta

Lo sport cambia le persone, le rende più consapevoli, più in contatto con i propri bisogni ed esigenze, più felici e resilienti, più sani, forti, fiduciosi e meno paurosi.

Di seguito Eleonora racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?Ho fatto sport da bambina (ginnastica artistica) ma solo dai 6 ai 9 anni. Poi più nulla fino ai 38 anni quando ho smesso di fumare ed ho cominciato a ‘corricchiare’ a Villa Borghese”.
Che significa per te praticare attività fisica?Per me la corsa è vita, senza mi sento un po' spenta, la corsa mi ha aiutata anche nella vita privata e nel lavoro, mi ha resa migliore”.

martedì 14 luglio 2020

Nella vita prima o poi lo trovi uno sport che fa appassionare


Nella vita prima o poi lo trovi uno sport che fa appassionare, fa mettere in gioco, fa sperimentare benessere e performance. Lo sport permette di far parte di una squadra che segue obiettivi condivisi, fa condividere allenamenti e gare, trasferte e viaggi.

Non c’è un’età per iniziare o per cambiare uno sport, importante è quello che si sperimenta e a volte le sensazioni e le emozioni sono ricche e intense. Lo sport è una palestra di vita, una modalità per sperimentarsi e mettersi alla prova, un’opportunità per apprendere dall’esperienza e portare a casa sempre insegnamenti.

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