venerdì 5 giugno 2015

Ultramaratoneta significa non solo coprire lunghe distanze ma uno stile di vita

Matteo Simone 

Psicologo, psicoterapeuta 

Alla domanda “Cosa significa per te essere Ultramaratoneta?” una parte degli atleti ha evidenziato semplicemente il percorrere una distanza superiore alla maratona mentre un’altra parte ha evidenziato aspetti inerenti le capacità mentali di perseguire uno sforzo prolungato nel tempo oltre quello previsto per la percorrenza della distanza di una maratona e le conseguenze relative, tipo la capacità di saper soffrire, di saper autoregolare le proprie energie, lo sperimentare nuove emozioni.

Riporto di seguito le risposte ricevute:

giovedì 4 giugno 2015

Disabilincorsa lo sport per tutti

Un gruppo di amici con problemi visivi vorrebbero  partecipare a diverse attività agonistiche ed amatoriali, ma necessitano di essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone, che nel loro caso, siano disponibili ad indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a farli evitare buche ed ostacoli.
Diventa sempre più difficile, sin dalla fase di preparazione atletica, reperire persone disponibili a stare al loro fianco, questo sia per mancanza di tempo, orari differenti, ritmi non uguali ed impegni famigliari.
Disabilincorsa è un sito web che raccoglie sportivi o chi lo vuole diventare, accompagnatori e tecnici, affinché si possa e riesca a creare un “archivio” di volontari, guide e tecnici invitando quindi, chiunque fosse interessato, a dare la propria disponibilità.
 Nel sito si trovano informazioni utili come l’elenco delle guide sportive, gli atleti, lo scopo della lista, la mailing list, le ultime notizie, informazioni alimentari, diete, ricette, F.A.Q., bellissime storie  e molto altro.
Ecco di seguito una breve presentazione degli ideatori del sito:

mercoledì 3 giugno 2015

Lisa Borzani e la squadra Italia sul podio Mondiale Ultratrail 2015

Nel panorama dello sport nazionale ed Internazionale il trail ed a maggior ragione l’ultratrail sono discipline sportive poche conosciute per diversi motivi. 

Trattasi di uno sport di corsa a piedi ma non in piste di atletiche e nemmeno su strade, bensì per sentieri di montagna e con dislivelli di altimetria.
In particolare l’ultratrail prevede distanze lunghissime e quindi un tempo di gara che può superare anche le dieci ore e quindi si compete anche in orari notturni e quindi le condizioni di gara sono impegnative non solo dal punto di vista del chilometraggio, del percorso fatto di sassi, fiumi, montagne, radici ed altro ma anche in condizioni atmosferiche avverse che vanno dal freddo o gelo che si può sperimentare in altitudini di montagna o anche tanto caldo dovuto alla temperatura elevata e dal dispendio di energia durante la prestazione sportiva.
Ora è giunto il momento di parlarvi di una ragazza semplice ma determinata nelle cose che porta avanti, nei suoi progetti di vita ma soprattutto nel suo sport che pratica, riuscendo ad ottenere successi personali e di squadra notevoli ed a livello internazionale.
Voglio presentarvi Lisa Borzani, forse è sconosciuta ai tanti non appassionati del Trail, io personalmente l’ho conosciuta al raduno Nazionale premondiale presso Badia Prataglia in aprile 2015, in quell’occasione la Nazionale Italiana maschile e femminile si è radunata per conoscersi prima di tutto, per far squadra, per capire cosa volevano e potevano fare in occasione dei Mondiali Ultratrail. In particolare è stata anche un occasione per presentarsi agli Italiani e soprattutto ai ragazzi del posto, infatti si è organizzato un’attività rivolta per tutti i ragazzi per avvicinarli al mondo trail spiegando il significato di questo sport dove ci sii sporca, si sente il freddo, la fame, la stanchezza.

O.R.A. Obiettivi Risorse Autoefficacia e DOPING

Il Moderatore Giuseppe Meffe illustra un paio di libri di Matteo SIMONE:
In questi lavori editoriali di Matteo si evince una vera ed autentica apertura della sua anima al pubblico lettore, secondo le sue caratteristiche di autenticità individuale. Matteo sente il bisogno, in qualità di persona matura, di prendersi carico delle responsabilità della società in cui vive, prendersi un carico, sviluppando quell’abilità strategica nel dare risposte ai tanti problemi dalla capacità di competere nello sport e nella vita agli gli effetti di un mondo ‘malato di protagonismo’ tale da mettere a repentaglio anche la stessa vita.
Il punto di partenza è sicuramente ‘La persona’ che è al centro di tutto, le persone, le relazioni sia quelle maggiormente significative che meno, comprendere capire sapere approfondire per organizzarle in maniera ragionevole. Un piano fatto da piccoli ma importanti obiettivi raggiungibili, considerando le proprie risorse interne che possediamo ma che spesso non agiamo. Andare a scandagliare potenzialità ancora nascoste che se ben indirizzate possono essere artefici di un cambiamento. 
Immerso nel proprio ambiente che osserva attentamente non lasciandosi scappare nulla, lo sport ma la vita in genere, la loro e quella degli altri, destrutturando e concettualizzando la realtà circostante che vive sulla sua pelle per sentirla, viverla dentro per poi raccontarla con soave abilità letteraria.

giovedì 28 maggio 2015

Angelo Fiorini, Villa De Sanctis: Ho trovato un gruppo di veri “matti” per la corsa

Essere ultramaratoneta significa correre oltre i 42 km che sono quelli di una maratona, quindi tutte le gare che superano i 42 km si definiscono ultramaratone.

Trattasi di uno sport che non ha molta eco e che soprattutto dovrebbe avere più prescrizioni per poterlo praticare in sicurezza, afferma Angelo Fiorini, un corridore che praticava il calcio come sport preferito ma poi quasi per caso pian pianino si è avvicinato alla corsa che l’ha coinvolto ed assorbito al punto da sperimentare una sorta di dipendenza dai chilometri sempre più numerosi fino a farsi del male per non aver preso sane e giuste decisioni.
Ecco come racconta il suo percorso per diventare un ultramaratoneta convinto: “Il mio percorso per diventare ultramaratoneta, è stato molto graduale. Ho iniziato oltre 15 anni fa, spronato da un amico, a corricchiare nel parco per passare il tempo mentre i nostri figli si allenavano alla scuola calcio. Con poco entusiasmo gli ho dato retta, perché ero un amante praticante del pallone. Infatti, fin da ragazzo ho giocato con molta passione partecipando a campionati regionali con molto successo, ma che ho dovuto lasciare quando a diciannove anni ho iniziato a lavorare e non potevo più allenarmi per poter giocare la domenica. E cosi ho continuato ma solo nel fare le partite con gli amici e colleghi di lavoro. 

martedì 26 maggio 2015

Entrare un po' alla volta nel mondo degli ultramaratoneti

Gli ultramaratoneti non sono solamente i campioni che vincono gare estreme di lunga durata ma sono anche persone semplici che si avvicinano alla corsa o alla camminata e scoprono un mondo nuovo fatto di persone, di percorsi, di fatica, di traguardi ecco per esempio la testimonianza di un uomo semplice coinvolto nelle lunghe distanze un po per volta ed appassionato ormai ad i lunghii cammini eco spirituali.
Nicola Ciuffreda ha ha cominciato un po' alla volta ad affacciarsi nel mondo degli ultramaratoneti: ”Il pensiero di esserci mi rafforza sempre quando c'è una buona occasione per fare una lunga distanza.”
Nicola è di Manfredonia, una cittadina della provincia di Foggia situata alle porte del Gargano. In questa caratteristica città spalmata per lo più lungo la costa e dove l’attività prevalente è ancora la pesca, ci sono gli ultra-camminatori eco-spirituali del Team Frizzi e Lazzi che si cimentano sia in distanze brevi e facili aperte a tutti, sia in distanze più lunghe e percorsi impegnativi a cui ci si arriva gradualmente.
Per Nicola essere ultramaratoneta significa: “Accettare una nuova sfida della lunga distanza, una scommessa con te stesso che nonostante tutto quello che succede intorno a te nel mondo reale di tutti i giorni e nella vita sei pronto a reagire e metterti in discussione a nuove emozioni e sensazioni che ti accompagnano lungo le strade di una gara.”
Tra i prossimi impegni vi sono per il Team Frizzi e Lazzi la partecipazione alla mitica gara di 100 km con partenza a Firenze ed arrivo a Faenza.
Tale competizione è stata disputata diverse volte dall'uomo delle lunghe distanze Sipontino, Michele Spagnuolo, ideatore del Team Frizzi e Lazzi che riesce a coinvolgere tante persone da accompagnare sia in semplici uscite sia gradualmente alla partecipazione di gare cosiddette estreme quali la 100km, per non parlare della sua impresa che vorrebbe compiere partecipando ad una gara di 48 ore.
Lui stesso si definisce il Bruce Chatwin della corsa e può condurvi in un’uscita a contatto con la natura raggiungendo l'Abbazia di Santa Maria di Pulsano o la Grotta di San Michele Arcangelo sita in Monte Sant’Angelo.
Il segreto per allenarsi a gare così impegnative è partire per mete particolari, allettanti, distraenti, interessanti, a contatto della natura e il territorio del Gargano è ricco, per esempio sono diventate tappe fisse il raggiungimento dell'Abbazia di Santa Maria di Pulsano attraverso percorsi misti comprendenti asfalto, sterrato, tratturi, roccia, prato e la Grotta di San Michele Arcangelo sita in Monte Sant’Angelo.
Quando raggiunge queste località per Michele è sempre una scoperta di nuove emozioni, coloro che porta con lui restano sorpresi di quello che sono riusciti a fare e restano incantati dalle bellezze naturali del territorio e dalle viste panoramiche del Golfo di Manfredonia e lo ringraziano per averli condotti in questi posti, questi luoghi mete di pellegrinaggi.
I suoi obiettivi generali sono portare sempre più persone a camminare a contatto con la natura ed in particolare a farli fare le maratone e le ultra maratone.
Le sue risorse sono la forza mentale, la tranquillità, la serenità, il coraggio.
Il suo negozio è diventato un ritrovo, è situato al centro della cittadina di Manfredonia, tra la villa comunale, il campo sportivo, ha una vista sul mare, sempre baciato dal sole, gli amici e altre persone passano dal suo negozio per conoscere gli appuntamenti delle prossime eco-escursioni, eco-pellegrinaggi, eco-camminate, per salutarlo, per ascoltare le sue ultime imprese o quelle che dovrà affrontare, vengono a vedere le sue medalgie, attestati, fotografie e chiedono consigli sulle scarpe da usare che vende.

Essere una squadra e credere nelle proprie capacità

Valerio Bianchini soprannominato “il Vate” negli ambienti sportivi, unico allenatore ad aver vinto tre scudetti con tre squadre diverse (Cantù, Pesaro e Roma), due Coppe dei Campioni (Cantù e Roma), una Coppa delle Coppe, una Coppa intercontinentale e una Coppa Italia, allenatore della Nazionale Maggiore ai Mondiali di Madrid nel 1986 e agli Europei di Atene nel 1987, rivolgendosi direttamente ai ragazzi, ha dichiarato: «Siete fortunati perché giocate a basket, il primo sport giocato al coperto, in cui non vi sono variabili esterne per l'andamento della partita, ma ci si basa solo sul talento e sul lavoro di gruppo; uno sport in cui si usano le mani che sono arti vicini al cervello e al cuore, entrambi essenziali per essere dei buoni giocatori, le mani fragili e potenti nello stesso tempo. Siete fortunati perché avete degli allenatori che si prendono cura della vostra preparazione e perché praticate uno sport in cui le fragilità personali si trasformano in forza e i compagni di squadra diventano fondamentali per vincere e raggiungere, insieme, traguardi. Ecco, vi auguro di essere una squadra che crede nelle proprie capacità, che segue gli allenatori e in cui tutti perseguono con tenacia il medesimo obiettivo».

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