Nel panorama dello sport nazionale ed Internazionale il trail ed a maggior ragione l’ultratrail sono discipline sportive poche conosciute per diversi motivi.
Trattasi di uno sport di corsa a piedi ma non in piste di
atletiche e nemmeno su strade, bensì per sentieri di montagna e con dislivelli
di altimetria.
In
particolare l’ultratrail prevede distanze lunghissime e quindi un tempo di gara che può superare anche le dieci ore e quindi
si compete anche in orari notturni e quindi le condizioni di gara sono
impegnative non solo dal punto di vista del chilometraggio, del percorso fatto
di sassi, fiumi, montagne, radici ed altro ma anche in condizioni atmosferiche
avverse che vanno dal freddo o gelo che si può sperimentare in altitudini di
montagna o anche tanto caldo dovuto alla temperatura elevata e dal dispendio di
energia durante la prestazione sportiva.
Ora è giunto il momento di parlarvi di una ragazza semplice ma
determinata nelle cose che porta avanti, nei suoi progetti di vita ma
soprattutto nel suo sport che pratica, riuscendo ad ottenere successi personali
e di squadra notevoli ed a livello internazionale.
Voglio
presentarvi Lisa Borzani, forse è sconosciuta ai tanti
non appassionati del Trail, io personalmente l’ho conosciuta al raduno
Nazionale premondiale presso Badia Prataglia in aprile 2015, in quell’occasione
la Nazionale Italiana maschile e femminile si è radunata per conoscersi prima
di tutto, per far squadra, per capire cosa volevano e potevano fare in
occasione dei Mondiali Ultratrail. In particolare è stata anche un occasione
per presentarsi agli Italiani e soprattutto ai ragazzi del posto, infatti si è
organizzato un’attività rivolta per tutti i ragazzi per avvicinarli al mondo
trail spiegando il significato di questo sport dove ci sii sporca, si sente il freddo,
la fame, la stanchezza.
Lisa Borzani in quell’occasione, in particolare, si è mostrata molto
sensibile al mondo dei ragazzi trasmettendo le minime nozioni del trail ai
ragazzi che erano molto interessati e facevano molte domande, loro stessi non
vedevano l’ora di provare un percorso nature, infatti in quell’occasione si era
deciso di organizzare un minitrail per i ragazzi ed un trail per i più adulti
con gli atleti della Nazionale Italiana.
Insomma ho conosciuto Lisa, una ragazza determinata, con passone,
sensibile e che ci metteva il cuore nelle cose che faceva per se stessa e per
gli altri.
Ho
pensato di fare alcune domande a Lisa per far in modo che quello che ha fatto fosse enfatizzato per lei stessa
in modo da incrementare l’autoefficacia personale, infatti una fonte
dell’autoefficacia fa leva su precedenti esperienze di successo, ma le domande
servono anche per sviluppare l’autoconsapevolezza, per riflettere su quello che
si è fatto, inoltre il mio intento è far conoscere il suo vissuto, il suo
messaggio, ecco di seguito una breve intervista.
Lisa mi piacerebbe farti alcune
domande, hai fatto una bella esperienza Internazionale, classificandoti 11^
donna in un campionato Mondiale, 1^ delle Italiane e riuscendo con la squadra
femminile Italia a ottenere un bronzo.
Quale può essere un tuo
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica,
impegno, sudore, sofferenze?
Sono davvero contentissima di
questa esperienza e anche del bel risultato raggiunto con la squadra
soprattutto perché abbiamo dato tutto ciò che potevamo! Un messaggio che secondo me è bene
passare ai ragazzi è che in questo sport, come nella vita, è importante mettere
passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa perché la cosa
importante non è vincere (anche se ciò può far piacere ovviamente!) ma sentire
di "aver dato tutto" quando si taglia il traguardo. Credo che sia
importante passare questo messaggio perché, appunto, la società di oggi è
quella che esalta solo chi appare vincente a scapito di chi invece mette
impegno, fatica e cuore in quello che fa.
Cosa vuoi dire al tuo compagno Paolo, tua madre, tuo padre, alle
donne del mondo?
Al mio compagno Paolo
posso solo dire "Grazie" racchiudendo in quella parola tutto quello
che qualsiasi frase non sarebbe capace di esprimere in maniera sufficiente ed
adeguata come, invece, può fare solo il mio cuore.
A Omer&Mansu (i miei
genitori) dovrei fare un monumento per l'assistenza in loco e da casa fatta di
spostamenti in auto lungo il percorso di gare, di sonno patito (dato che la
gara partiva alle 3 e 30 di notte!), di energie fisiche e mentali spese e fatta
anche di accurate preparazioni di riso in bianco, torte light, panini con
l'uva, caffè di moka, bottigliette di mezza acqua e mezza coca cola...insomma:
una vera "banda" di assistenza professionale!
Alle donne del mondo beh.. mi
verrebbe da invogliarle a correre in libertà magari per sentieri ma immagino
che magari a molte di loro possa non piacere questo sport...però , in generale,
potrei dire loro di coltivare le loro passioni siano esse legate allo sport o
ad altro in modo da poter esprimere il
loro modo di essere ed il loro sentire senza dover per forza passare per gli
stereotipi della società di oggi che vuole donne "standard"
assolutamente vincenti, attraenti ed efficienti.
Quali sono state le tue sensazioni pre-gara, in gara, post-gara e ora cosa senti?
Le mie sensazioni pre-gara non erano buone...anzi oserei dire che fino al mercoledì erano pessime! Ma
questo l'avevo confidato solo a Paolo! Poi, quando sono salita sul pullman che
ha portato noi italiani ad Annecy la tensione ha cominciato a sciogliersi
complice anche il fatto che ero assieme ai miei compagni di squadra che sono
proprio simpatici!
In gara fortunatamente
sono stata sempre bene e questo mi ha sicuramente avvantaggiato moltissimo
perché se il fisico reagisce bene anche la testa ne trae giovamento. Poi
c'erano Paolo e mio papà a farmi il tifo ad goni ristoro perciò anche l'umore
era dei migliori...diciamo che è stata proprio una giornata fortunata perché
avevo delle belle sensazioni.
Ora sono contentissima
perché le mie compagne di squadra ed io abbiamo ottenuto una medaglia assieme,
con il contributo di tutte.”
Cosa cambia ora nella tuia vita, nei tuoi obiettivi?
Nella mia vita non cambia
sostanzialmente niente. Certo che questa esperienza positiva è carburante puro
che regala ancor più motivazione.
I miei obiettivi per
quest'anno rimangono quelli che avevo già fissato ad inizio anno cercando di
divertirmi sempre e di avere sempre passione per la mia corsa, proprio come è
successo ad Annecy!
Quindi un atleta mette in gioco non solo le capacità fisiche ed atletiche
ma soprattutto capacità mentali di gestione di momenti preparatori alla gara,
contestuali alla gara, infatti ora per ora bisogna monitorarsi e capire come ci
si sente, come si sta andando, se l’andatura è quella giusta o è il caso di
rallentare un pochetto per riservarsi energie importanti per concludere la gara
con buone sensazioni. Inoltre c’è da considerare l’importanza dell’aspetto
alimentare, come nutrirsi prima durante e dopo la gara, cosa portarsi a seguito
bevande, gel, integratori, se sono previsti eventuali ristori durante il
percorso.
Insomma è uno sport non semplice ma lo ritengo interessante per mettersi
alla prova come esperienza di vita e come metafora di affrontare la vita giorno
per giorno come si affronta chilometro per chilometro con la convinzione di
avere la passione e la gioia così come si può avere la passione e la gioia di
correre tra la natura superando qualsiasi avversità ed apprezzando il bello
dell’esperienza e quello che si apprende ogni volta se si è aperti al nuovo.
Per
concludere non posso che augurare a tutti gli atleti e gli organizzatori di
continuare a promuovere un sano esercizio fisico per tutte le età e con
qualsiasi modalità e sviluppare sempre nuovi percorsi naturali e consultare
libri sulla psicologia dello sport e del benessere.
Un'intervista a Lisa è riportata nel mio libro "Lo sport delle donne"
Lisa è menzionata nei miei libri “Ultramaraotneti e gare estreme”, “Sport, benessere e performance”, "Maratoneti e ultrarunner", "Cosa spinge le persone a fare sport?"
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Contatti: 380.4337230 - 21163@tiscali.it
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