Matteo
SIMONE
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Nella vita si fanno delle scelte, molti preferiscono poltrire o restare in una zona di estremo confort per non rischiare un giudizio, una brutta figura, altri per sentirsi vivi devono sentire il proprio corpo, le proprie sensazioni corporee, il cuore che palpita, il respiro affannoso, il sudore colare da proprio corpo, il senso di fame, sete, freddo, caldo, c’è tanto bisogno di sentire.
Dalle risposte alla domanda “Cosa significa per te
essere Ultramaratoneta?” una parte degli atleti ha evidenziato
semplicemente il percorrere una distanza superiore alla maratona mentre
un’altra parte ha evidenziato aspetti inerenti le capacità mentali di
perseguire uno sforzo prolungato nel tempo oltre quello previsto per la
percorrenza della distanza di una maratona e le conseguenze relative, tipo la
capacità di saper soffrire, di saper autoregolare le proprie energie, lo
sperimentare nuove emozioni, ecc..
Ma emerge anche l’importanza dello sperimentare, del far parte di una
categoria privilegiata che sa che se vogliono possono fare tutto nello sport e
nella vita.
Vito Rubino: “Fare gare che durano
almeno un giorno intero (12-24h). Significa correre dall’alba al tramonto senza
fermarmi; significa non dormire per correre tutta la notte, e scoprire un nuovo
giorno mentre continuo a correre.”
Nicola Ciuffreda: “Accettare
una nuova sfida della lunga distanza, una scommessa con te stesso che
nonostante tutto quello che succede intorno a te nel mondo reale di tutti i
giorni e nella vita sei pronto a reagire e metterti in discussione a nuove
emozioni e sensazioni che ti accompagnano lungo le strade di una gara.”
Vincenzo Luciani: “Un motivo di orgoglio
e di autostima; l’acquisizione di una mentalità da ultramaratoneta nel senso di
capacità di autoregolazione delle proprie energie fisiche e di autocontrollo
psichico sperimentato sulla lunga durata della prestazione sportiva; una
capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e saper
resistere ad uno sforzo prolungato.”
Marco
Dori: “Significa misurarmi con i miei
limiti soprattutto mentali. Non ho una corporatura da maratoneta; sono alto
1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già la maratona per me era
una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna di esse è stato un
percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine, contatto con la
natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto so che vivrò
un’esperienza irripetibile e unica.”
Giuseppe
Meffe: “E’ una modalità importante per
conoscersi dal punto di vista fisico e mentale.”
Claudio Leoncini: “Non aver imbarazzo e
paura di se stessi; nelle ultramaratone si passano ore e ore in compagnia solo
dei propri pensieri.”
Paolo Zongolo: “Avere appunto una
filosofia differente dal semplice runner, cercare sempre di spingersi ad
affrontare sfide diverse e sempre più dure, ma non per dimostrare qualcosa a
qualcuno, al contrario, l’ultramaratoneta a mio parere cerca di sorprendere e
migliorare se stesso per fortificare mente e corpo.”
Ivan Cudin: “Letteralmente un
podista che pratica corse più lunghe della maratona. Secondo la mia accezione,
significa aver trovato un attività sportiva che mi faccia star bene e mi regali
sensazioni irripetibili, che mi faccia vivere emozioni molto forti e mi ha
aiutato a trovare dentro di me la giusta forza di volontà e convinzione per
superare i momenti di difficoltà.”
Daniele Baranzini: “Significa perforare il
mondo interiore ed esteriore.”
Giuseppe Mangione: “Per me essere ultramaratoneta significa in primis aver trovato un ottimo
equilibrio psicofisico.”
Francesca Canepa: “Significa semplicemente
ritenere possibile correre QUALSIASI distanza. Senza limiti. Significa che il
mio cervello non vede confini, il mio corpo neanche.”
Lisa Borzani: “Nel senso stretto del
termine significa percorrere distanze superiori ai classici 42 k in senso più ampio
per me significa amare correre su strada o per sentieri per un periodo di tempo
abbastanza lungo da far entrare in gioco variabili diverse oltre a quelle della
classica ‘gara di corsa’ variabili che riguardano l’ambiente esterno ma anche
il proprio intimo modo di vivere la lunga distanza.”
Roldano Marzorati: “Libertà di correre con
meno tensioni interne ed esterne.”
Roberto D’Uffizi: “Significa avere la
possibilità di effettuare un meraviglioso viaggio dentro noi stessi dove mente
e fisico, in sinergia, cercano di portarti oltre lo stremo.”
Valentina Spano: “Far parte di un gruppo di privilegiati. Sono una
persona che ama correre alla follia, l'ultramaratona è solo il mezzo per
raggiungere la felicità. L'ultramaratoneta secondo me dimentica l'orologio, non
pensa più i km uno ad uno. L'ultramaratona È un modo per prolungare la gioia
della corsa.”
Gianluca Di Meo: “Ultramaratoneta non
significa per me oltre i 42 km, ultramaratoneta è uno stato mentale aldilà dei km. È un
avventuriero del limite.”
Dante Sanson: “Avere disciplina di
vita forza di volontà e Benessere mentale e fisico.”
Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici e
mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio
pensiero dicendo che è il limite che tende all'infinito. Non ci sono ostacoli,
barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua
ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato
collocato. Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un
peregrinare senza meta ,un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un
punto di origine ne di arrivo.”
Matteo Pigoni: “Il concetto di
ultramaratoneta mi porta la mente alla strada, mentre ultra trailer mi fa
viaggiare nella libertà delle montagne.”
Marco Connor: “Significa non
solo coprire lunghe distanze ma uno stile di vita.”
Luca Pirosu: “Sfiorare la
sofferenza con una delle cose che ti piace di più, sembrerà arrogante, ma ti
senti invincibile!”
Susanna Forchino: “Essere una
persona che ha la possibilità di vedere il mondo sotto occhi diversi.”
Alina Losurdo: “Essere Ultramaratoneta
non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42 ma testa, spostare
quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando dopo tante
ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti chiede di
fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e morire un
milione di volte ma ti porta al traguardo. “
Andrea Accorsi: “Ecco, il punto
focale è questo. La mia personale interpretazione dell’essere ‘ultramaratoneta’
spazia oltre alla canonica catalogazione numerica di una distanza. Certamente
non si può prescindere da quella, ma credo che ultramaratoneta sia anche uno
stile di vita una visuale del ‘resto’ più profonda. Restare a lungo con se
stessi, con i propri pensieri, con la fatica attaccata alla pelle crea una
membrana visiva nuova, un punto di vista differente. Questo è l’aspetto che mi
ha sempre affascinato e che mi ha indirizzato naturalmente a percorrere
distanze sempre maggiori.”
Emma Delfine: “E’ stato provare
un nuovo gioco.”
Tutto è relativo, tutto è soggettivo, tutto è personale, è quello che succede per tanti ultramaratoneti, o ultrarunner, o ultratrailer che vedono il mondo in modo diverso dai normali runner o dalle persone comuni che praticano una qualsiasi attività sportiva o che seguono lo sport in TV o sui mass media.
E’ quello che emerge da interviste ad ultramaratoneti per la redazione di
un testo rivolto a loro ma anche a coloro che non conoscono questo mondo
particolare per capire le loro motivazioni, passioni, stranezze, conoscere
aneddoti, modalità di superare crisi, difficoltà, aspetti psicologici che
utilizzano per raggiungere i loro obiettivi.
Psicologo, Psicoterapeuta,
Terapeuta EMDR
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