venerdì 5 giugno 2015

“La voglia di capire fin dove posso spingermi” motiva gli ultramaratoneti

Alcuni atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive e di benessere sperimentate ed alla ricerca della sfida, di vedere quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel tempo. La domanda: “Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?” ha avuto le seguenti risposte:
“Oltre la passione e la fatica, la determinazione di arrivare sempre alla meta con grande soddisfazione.”
“La motivazione principale che mi ha spinto ad iniziare tale percorso, è stata la mia caparbietà e tenacia nel cercare il prossimo risultato dopo averlo ottenuto, sfidando la fatica fisica, grazie ad un’ottima tenuta mentale che in questo tipo di attività estrema, è fondamentale perché le gambe possono essere in forma ma se la testa dice no non vai da nessuna parte!!!”
“Vedere fin dove posso e riesco ad arrivare, mi ha dato sempre fastidio “non riuscire a vedere cosa c’è dietro una curva” perché dovevo girare per tornare indietro.”
“Ogni singola sensazione che si respira.”
“Soprattutto la voglia di sfidare me stesso, di mettermi alla prova e di tentare l’avventura, di compiere un’azione straordinaria. E poi ho considerato la corsa come un esercizio allenante anche per la vita di tutti i giorni, perché si impara a resistere, a saper disciplinare se stessi, a mantenere la barra dritta anche nelle avversità della vita. Naturalmente la corsa presenta anche molti aspetti gioiosi: un senso di libertà, la possibilità di incontrare amici validi e di conoscere bene la multiforme fauna umana dei podisti.”
“La ricerca dei miei limiti nell’endurance.”
“Correre in una dimensione che va oltre quelle ritengo essere le mie possibilità. Ogni volta è una sorpresa. E poi soprattutto allenare la mente durante la corsa stessa.”
“Nella mia personalissima visione dello sport, l'unica vera gara è l'Ironman, tutte le altre sono solo frazioni della vera gara, e come tali hanno senso in quanto allenamenti per la vera gara.”
“LA SODDISFAZIONE DEL TRAGUARDO.”
“Riuscire a staccare la spina dalla routine quotidiana, incontrare amici, conoscere posti nuovi.”
“La ricerca di se, l’esperienza, l’avventura, l’incontro con l’altro.”
“Il piacere che provo nel fare gare lunghe e la soddisfazione che provo una volta raggiunto l’obiettivo.”
“Lo scoprire nuovi ed abbattere i miei limiti.”
“La ricerca dei propri limiti senza però andare eccessivamente ‘oltre’.”
“La motivazione che mi spinge ad essere un ultramaratoneta è il fatto di cercare sempre di spostare un pò più in là il mio limite...”
“Correre mi fa star bene, mi sento in equilibrio con me stessa.”
“La passione per la corsa di lunga distanza. Il piacere della sfida con se stessi su prove così impegnative, tanto per il fisico, quanto per la mente.”
“Penso la voglia di rimanere da solo immerso nei pensieri e nella natura per molte ore.”
“La voglia di raggiungere un obbiettivo che si materializza nel traguardo di una gara.”
“La scoperta del mondo da un punto di vista privilegiato.”
“Sono entrato nell’ottica di paragonare l’ultramaratona alla vita con tutte le sue difficolta momenti piacevoli e momenti brutti andare avanti e affrontare i vari problemi e cercare di pensare sempre positivo poi mi piace anche un po di sano agonismo.”
“La grande passione che ho per la corsa e la mia grande volontà per correre.”
“Mi piace l’endurance, spostare i confini di ciò che si ritiene di poter fare, provare a correre sempre più forte anche dopo molte ore. Adoro la sensazione di fatica appena finita la gara e vederla trasformarsi in recupero già nel giorno seguente. Io recupero subito.”
“La voglia di pormi degli obiettivi anche ‘importanti’ come distanza o dislivello (nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per raggiungerli,”
“La gioia di correre di conoscere persone nuove e di sfidare sempre me stesso.”
“La possibilità di vestire la maglia della Nazionale.”
“Amo pensare di poter fare di più anche se a volte il fisico ti dà segnali di cedimento e li sono le volte in cui penso di ridimensionarmi!”
“Inseguire i sogni, esplorare il mondo.”
“Mi piacciono le lunghe distanze.”
“Sicuramente la sensazione che si prova sapendo che si sta compiendo una grande impresa personale e sportiva.”
“Scoprire tanti posti meravigliosi, sentire il mio corpo in forma e in grado di stare in giro tante ore senza troppa fatica. E a livello competitivo, gareggiare mi è sempre piaciuto.”
“La voglia di competere contro me stesso.”
“IL FASCINO, LA BELLEZZA E SOPRATTUTTO ‘LA FATICA’.”
“Mi considero un Homo erectus anche grazie alla mia genetica dove si andava a caccia col solo bastone e si cercava di sfinire la preda per poi catturarla.”
“Mi piace, è la mia passione che mi motiva!”
“Uscire fuori dal gregge mi motiva, partecipare a gare che non sempre si è sicuri di potere portare a termine mi motiva, fare nuove conoscenze con un variegato mondo di persone non comuni mi motiva, la preparazione (allenamento) mi motiva, tutto il percorso che porterà alla gara mi motiva.”
“Lo sforzo organico prolungato nel tempo e il dover in qualche modo farvi fronte anche per mezzo della mente, rappresentano un’ottima scuola di vita per affrontare positivamente e costruttivamente gli imprevisti che ci capitano davanti nella vita di tutti i giorni: le mie motivazioni sono quindi anche indipendenti dall’aspetto sportivo.”
“La voglia di correre e migliorarmi.”
“La passione per la montagna e il visitare nuovi luoghi, mi sento un po esploratore durante queste avventure.”
“Niente in particolare, forse condividere la gara con tanti altri appassionati come me.”
“Riuscire a percorrere un lunga distanza.”
“Alla base della decisione di andare oltre la maratona c'è comunque stata una spinta psicologica forte. Volevo portare la medaglia ad una persona che non poteva camminare più.mio suocero è stato in coma vegetativo per 14 mesi. Dalla sua malattia ho cambiato la mia corsa. È come se volessi fare tutti i km che lui non può fare più.”
“La ricerca nel andare al limite lavventura infinita, mi piacciono i viaggi che non finiscono subito.”
Vito Rubino: “Correre mi ha permesso di esplorare percorsi piu’ lunghi rispetto al trekking. In un certo modo la corsa e’ per me un trekking accelerato, per chi va di fretta. Ma c’è anche qualcos’altro che si innesca correndo. Respirare più forte, sentire gli odori della natura piu’ intensamente, sentire il cuore andare su di giri e spingere i miei limiti, in una parola vivere quei momenti piuùintensamente. Correre ha anche effetti di benessere a lungo termine.”
Silvio Cabras: “Mi motiva avere sempre nuovi obbiettivi da raggiungere, non sapendo ancora quali siano i miei limiti, e poi mi dà la possibilità di esplorare nuovi posti che senza la corsa non avrei visitato!”
Dante Sanson: “La consapevolezza di poter “riuscire a farcela”, e la creazione di un circolo virtuoso nel quale un ambizioso obiettivo mi dà la forza per affrontare una ambiziosa preparazione psicofisica e viceversa. Sarebbe psicologicamente quasi impossibile sacrificarsi per lunghi allenamenti fine a se stessi, sarebbe altrettanto impossibile, sciocco ed anche pericoloso, affrontare una ultramaratona senza la giusta preparazione (si potrebbe anche azzardare una gara senza la giusta preparazione ed arrendersi a meta ma per me sarebbe molto frustrante).”
Monica Testa: “Mi motiva, so che è sbagliato, ma poter essere considerata da un marito che ammira sportivamente un'altra donna normalissima e poter non essere come lei ci mancherebbe, ma riuscire anche io nel mio piccolo mi carica.
Armando Quadrani: “La carenza di motivazioni e stimoli che la maratona mi dava, mi ha ‘costretto’ ad andare oltre, a cercare qualcosa di diverso. Una nuova scarica di adrenalina , lo spirito di avventura, la paura, l'incognita che si prova ogni volta nel percorrer un viaggio.”
Riccardo Borgialli: “Indubbiamente le emozioni che si provano prima, dopo e durante una corsa. Portarti allo sfruttamento di tutte le energie che si hanno in corpo mentre si è in paesaggi stupendi è qualcosa che nessun altro sport ti può dare.”
Andrea Boni sforza: “L’IDEA DI VIVERE E LEGGERE UNA CORSA COME UN’AVVENTURA, AL DI LA’ DEL SOLITO RISULTATO CRONOMETRICO.”
William De Roit: “La voglia di capire fin dove posso spingermi!”
Simone Cataldi: “Raggiungere nuovi limiti.”
Vito Todisco: “Le motivazioni sono tante, una delle tante è sicuramente l'ambiente amichevole che trovi in queste gare.”
Gian Paolo Sobrino: “Vivere esperienze diverse; essere consapevole che il mio fisico non prova fatica.”
Matteo Pigon: “Tutte le gare a qui partecipo mi riempiono di adrenalina, a differenza della strada, il TRAIL ha mille incognite che ti fanno vivere gli allenamenti e le gare molto intensamente.”
Mario Connor: “Scoprire me stesso e i miei limiti.”

Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che non basta solamente l’allenamento fisico ma è opportuno sviluppare anche aspetti mentali quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi aspetti poi saranno utili anche per la vita quotidiana, infatti permetteranno di saper gestire ed affrontare determinate situazioni considerate difficili.
Questo è il sorprendente, bizzarro, straordinario mondo degli ultrarunner, incontri, saluti, abbracci, condivisione dell’esperienza. Per approfondimenti è possibile consultare il libro "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva Editrice. Collana:  Sport & Benessere. Anno edizione: 2016. Pagine: 298 p. , Brossura. EAN: 9788874189441.
4° nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestre
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Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
CONTATTI: 380.4337230 - 21163@tiscali.it
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