Tra gli ultrarunner che hanno risposto al mio questionario per la stesura
del libro Ultramaratoneti e gare estreme, vi sono due personaggi Italiani titolati nelle
ultramaratone e cioè il mitico Giorgio Calcaterra che fa parlare di lui dalla fine degli anni ‘90 in quanto era sempre
presente nelle gare di maratona a distanza ravvicinata e con tempi strepitosi, il
Re Giorgio è stato sempre interessato ad essere presente semplicemente come
atleta alle manifestazioni podistiche nelle varie città di Italia con umiltà e
modestia.
Wikipedia riporta notizie su Giorgio:
“Nel 1990, a 18 anni, partecipa alla Maratona di Roma completandola in 3:29.
Nel 2000 oltre a stabilire il suo personale sulla distanza (2:13:15),
stabilisce il Record Mondiale di Maratone corse in un anno sotto le 2:20:00
(16).
Nel 2006 Calcaterra
partecipa per la prima volta alla 100 km
del Passatore Firenze
- Faenza vincendo in 06:45 conquistando il titolo italiano di 100 km.
Nello stesso anno entra nel giro della Nazionale di Ultramaratona con la quale
partecipa ai Campionati Mondiali ed Europei del 2006, 2007,2008 e 2009. L'8
novembre del 2008 vince la terza edizione dell'Ultramaratona degli Etruschi a
Tarquinia e si laurea Campione del Mondo e d'Europa sui 100 km.
Il 10 settembre 2011,
in Olanda, conquista il suo secondo titolo mondiale ed europeo vincendo la
100 km di Winschoten con il tempo di 6:27:32.
Nel 2015 vince per la
decima volta consecutiva la 100 km del Passatore, conseguendo anche il
primato di maggior numero di vittorie consecutive al mondo in una competizione
di ultramaratona.”
Un altro super runner al quale ho sottoposto il questionario sulle
ultramaratone e gare estreme è Ivan Cudin che ha dimostrato di essere
titolato sulle distanze doppie rispetto a quelle di Giorgio Calcaterra, infatti mentre Giorgio ha vinto per la decima volta consecutiva la gara
di 100km con partenza da Firenze ed arrivo a Faenza, Ivan Cudin è lo
specialista della 24 ore conseguendo il record italiano di circa 266km ed è
stato più volte vincitore di una delle gare più dure al mondo la Spartathlon
della distanza di circa 247km.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?
Ivan: Letteralmente un podista che pratica corse più lunghe della maratona.
Secondo la mia accezione, significa aver trovato un attività sportiva che mi
faccia star bene e mi regali sensazioni irripetibili, che mi faccia vivere
emozioni molto forti e mi ha aiutato a trovare dentro di me la giusta forza di
volontà e convinzione per superare i momenti di difficoltà.
Giorgio: Per me l'ultramaratoneta è chi
ha voglia di superare la classica distanza dei 42 km, e visto che corro anche
per 100km mi sento ultramaratoneta a tutti gli effetti!
Qual è stato il tuo percorso per
diventare un ultramaratoneta?
Ivan: Ho iniziato per caso, quando un settantenne di disse che avrebbe
partecipato ad una 100km, io non avevo fatto alcuna gara ufficiale fino allora,
ma dissi tra me:- se la termina lui perché non posso farlo io. Dopo qualche hanno
ho cercato di arrivare più preparato a queste gare e ho iniziato a soffrirle un
po’ meno.
Giorgio: Sono diventato ultramaratoneta
con molta gradualità, quindi non me ne sono quasi accorto, dopo aver corso
decine di maratone è stato per me normale e
semplice superare la distanza.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?
Ivan: Quando correre ultramaratone diventerà sofferenza pura, quando ragioni
familiari o lavorative me lo impediranno o se per ragioni fisiche non sarò più
adeguato a questi forzi estremi rinuncerò serenamente consapevole che è passato
il tempo per questa attività che amo.
Giorgio: No, posso pensare di smetterlo
per un periodo, magari per recuperare quando sono stanco, ma a smettere di
essere un ultra maratoneta per sempre non ci ho mai pensato.
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere
ultramaratoneta?
Ivan: Lo ho temuto un paio di volte. Ci sono volute lunghi periodi di
fisioterapia e riposo prima di riprovare a correre.
Giorgio: Si, infortuni ne ho avuti, e
la sicurezza di riprendere non ce l'hai mai.
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
Ivan: Le emozioni che mi regalano queste manifestazioni.
Giorgio: Niente, è una cosa che mi va
di fare e che faccio, ma non mi spinge niente se non la passione.
Dalle risposte a quest’ultima domanda emerge una motivazione interna a
continuare a fare questo sport che comporta tante ore di allenamento, di
fatica, il motore sono le emozioni e la semplice passione.
Ti va di raccontare un aneddoto?
Ivan: Negli anni in cui ho vinto la Spartathlon un’anziana signora sul
percorso mi ha donato un beneaugurante rametto di basilico. Se ci torno spero
di ritrovare la signora. Prima di iniziare a correre un medico mi disse che, a
seguito di serio un incidente,
Giorgio: Ho corso una 100km con a
fianco la mia compagna in bicicletta, ho dosato bene le energie, mi preoccupavo
per lei, mi preoccupavo che non si stancasse e alla fine ho vinto la gara
facendo il mio personale, ho chiuso gli ultimi km molto velocemente e ho capito
che la mente fa tanto, il pensare a lei mi ha distratto e non ho sentito la
fatica più di tanto.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
Ivan: Niente di particolare, ho semplicemente imparato a credere di più in me
stesso.
Giorgio: Conoscevo già il mio carattere
e che a volte sono un po' testardo non l'ho scoperto facendo l'ultramaratoneta,
ma sicuramente l'essere ultramaratoneta me lo ha confermato.
Hai un sogno nel cassetto?
Ivan: Portare a termine la Badwater Ultramarathon.
Giorgio: Correre a 100 anni una 100km
sotto le 10 ore non sarebbe male!!
Considerato che Ivan ha imparato a credere di più in se stesso e che
Giorgio ha avuto la conferma di essere testardo possiamo aspettarci di veder
realizzato il sogno di Ivan, mentre per quanto riguarda quello di Giorgio non
tutti potranno verificare se tra quasi 60 anni Giorgio riuscirà a correre a 100 anni una 100km sotto le 10 ore.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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