Matteo SIMONE
Chi
sceglie di essere ultramaratoneta e di partecipare a gare estreme sembra che
non abbia limiti, vuole andare avanti, vuole cercare competizioni sempre più
dure, difficili, e solo l’infortunio, l’incidente, un malessere può fermarli.
Ecco le risposte alla domanda:
“Hai mai pensato di smettere di essere
ultramaratoneta?”,:
Angelo
Fiorini: “Non ho mai pensato di smettere
ma nel momento di massino entusiasmo e di ottima forma fisica, ho dovuto
fermarmi a causa di gravi problemi fisici dovuti alla gara più estrema alla
quale ho partecipato, la Sparta Atene di 245 km, nell’ottobre del 2011. Dopo
172 km, sono stato costretto a fermarmi e lo sono fino a tutt’oggi!”
Vincenzo Luciani: “Fosse stato per me,
non avrei smesso mai. Però ho smesso di correre le ultramaratone nel 2007,
perché ormai la componente di sofferenza era diventata superiore alla gioia e
alla soddisfazione della corsa. Per me è stato sempre importante, essendo un
amatore, nel vero senso della parola, divertirmi e quando la corsa non è stata
soprattutto divertimento ho deciso a malincuore di smettere.
Conservo però la
mentalità dell’ultramaratoneta e sono capace in qualsiasi momento, anche a
corto di allenamento di percorrere lunghe distanze perché sono corazzato
mentalmente a sopportare la grande fatica, nella corsa e nella vita (in media
lavoro dalle 12 alle 16 ore al giorno).”
Marco Dori: “Dopo l’ultima ultra
corsa a ottobre ho preso un periodo di riposo – dovuto anche a motivi
lavorativi – e adesso che sto riprendendo ad allenarmi con qualche difficoltà sono in una certa misura intimorito dal pensare di
ricorrere quelle distanze. Ma so anche che tornando a mettere km sulle gambe ce
la farò e mi piacerà.”
Mauro Firmani: “No, ora le maratone
sono in funzione di allenamento per le gare più lunghe. Fino a quando ce la
farò continuerò ad essere un ultramaratoneta.”
Ciro di Palma: “Mai !”
Claudio Leoncini: “Ho smesso nel 2012
quando ho capito che era troppo difficile mantenere un certo standard nei
risultati.”
Laura Ravani: “Ho pensato di smettere
di correre (per me non
c'è differenza fra correre e fare le ultra). Raramente successivamente a un
infortunio serio, o ad un periodo di estrema stanchezza. Ma è un pensiero che
dura poco. Due giorni al massimo.”
Marco D’Innocenti: “Si. Lo scorso anno. Da
allora non ho più corso ultramaratone. Ma sto pensando di tornare a correre il
Passatore.”
Paolo Zongolo: “No mai, non si smette
di esserlo o si è o non si è.”
Enrico Vedilei: “Fin ora no, di sicuro
non mi alleno più come una volta ma la voglia di far fatica è ancora dentro il
mio corpo.”
Ivan Cudin: “Quando correre
ultramaratone diventerà sofferenza pura, quando ragioni familiari o lavorative
me lo impediranno o se per ragioni fisiche non sarò più adeguato a questi forzi
estremi rinuncerò serenamente, consapevole che è passato il tempo per questa
attività che amo.”
Giuseppe Mangione: “Non ci penso proprio a
smettere a meno che non ci sia un serio infortunio.”
Aurelia
Vaiclu: “Non penso mai di smettere e
prego sempre anche quando corro di avere la forza di continuare questa grande
passione.”
Federico Borlenghi: “Forse solo una volta
ma ero agli inizi avevo problemi ad un ginocchio dopo i 60 km e mi
toccava rallentare bruscamente nella seconda metà di gara poi ho risolto il
problema e da lì non mi sono più fermato.”
Maria Chiara Parigi: “Vorrei correre ancora per tanto tempo quindi devo
imparare a gestire le risorse rimaste!”
Paolo Barnes: “Nel 2009 sono stato
molto male, ero in sovrallenamento e per la pubalgia sono stato fermo più di un
anno, a quel punto non trovavo senso di correre perché non mi divertivo più, ma
poi la voglia e tornata.”
Stefano Ruzza: “Di smettere totalmente
forse no, ma diminuire l'impegno, senza quindi ambizioni competitive, spesso,
soprattutto dopo delusioni e dopo tanto impegno e investimenti in allenamenti.”
Michele Belnome: “Spesso quando sei in gara pensi : 'ma chi te lo fa fare', ma quando giungi al traguardo tutte le negatività svaniscono. Quindi posso dire che non smetterò.”
Salvatore Musone: “Non posso rispondere,
o lo sei o non lo sei ultramaratoneta, con un po' di logica penso che con il
trascorrere degli anni a furia di macinare tantissimi chilometri l’organismo
paga le conseguenza, sarebbe troppo bello non smettere.”
Giorgio Calcaterra: “No, posso pensare di smetterlo per un periodo, magari per recuperare
quando sono stanco, ma a smettere di essere un ultra maratoneta per sempre non
ci ho mai pensato.”
Roldano Marzorati: “Essere un ultramaratoneta per me è un abito mentale fa parte della mia
giornata. È parte della mia vita.”
Roberto D’Uffizi: “No, sarà sicuramente una costante, ma per motivi ortopedici non potrò
permettermi di partecipare a molte ultramaratone.”
Lorena: “Forse di essere ultramaratoneta qualche volta si, ma di correre non ho
mai pensato di smettere.”
Marco
Zanchi: “Per ora mai, ogni tanto torno
anche alle gare con distanze brevi skyrace più per allenamento e rivedere tanti
amici.”
Silvio
Cabras: “Spero di no, finché riesco a
correre o camminare e la salute mi assiste, continuo.”
Dante Sanson: “Si dopo la prima
volta, ma rivivendo le sensazioni della gara mi è ritornato un desiderio irresistibile,
ho pensato comunque di fare lunghi periodi pausa al fine di poter pianificare
correttamente le modalità di raggiungimento degli obiettivi.”
Monica
Testa: “Pensato di smettere tante
volte quando cominciavo a correre quando non avevo voglia, con il freddo, con
la pioggia ma poi fatti i primi metri passato tutto.”
Riccardo
Borgialli:
“Onestamente per il momento no, finché continuo a star bene sia fisicamente che
mentalmente credo che non smetterò.”
Gian Palo
Sobrino: “Quando non potrò più esserlo perché il fisico non mi
sorreggerà più.”
Matteo Pigoni: “Purtroppo si, dopo
che sono entrato in società nell azienda dove lavoravo, il tempo è sempre meno,
in più i figli crescono e hanno bisogno di più attenzioni, quindi la mia strada
si sta rimpicciolendo sempre di più.”
Giorgio Piras: “In effetti con l’età che avanza,
impegni di famiglia e lavoro, diventa sempre più pesante potersi allenare per le lunghe distanze, al
limite se ne faranno in numero minore, ma smettere per adesso no.”
Enrico Togni: “No, anche perché ho molto ma
molto da imparare da ultramaratoneti seri.”
Luca Pirosu: “Ho appena cominciato…qualche
momento di rabbia quando parte qualche dolorino, è inevitabile.”
Alberto
Ceriani: “Per
adesso non faccio gare estreme per impegni famigliari ma riprenderò.”
Susanna Forchino: “No, anzi vorrei continuare e aumentare,
anche se devo fare i conti con qualche problema
ai tendini.”
Alina Losurdo: “No, mai neanche quando tutto mi rema contro.”
Andrea Accorsi: “In continuazione. Io
sono agonista di natura. Se da un lato amo l’aspetto interiore di questo sport,
dall’altro necessito di sfide quotidiane. Soprattutto con me stesso. E questo
da un certo verso logora. Amore e odio.”
Stefano: “Sto iniziando, quindi questa idea non esiste, vorrei continuare senza però arrivare ad affrontare lunghissime distanze.”
Quindi si smette per motivi di
salute, per logorio, impossibilitati a continuare. Si smette a malincuore, si
vorrebbe essere invincibili, imbattibili, supereroi, infiniti, quasi immortali.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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