La passione e la pratica dell’ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne che in situazioni ordinarie sono insospettabili.
L’adattamento graduale a
situazioni di estremo stress psicofisico permettono di esprimere delle
caratteristiche che hanno a che fare con la tenacia, la determinazione, la
resilienza, che accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere
un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro percorso.
Ecco
perché queste persone non si fermano mai, più corrono e più sperimentano, più
sperimentano più si emozionano, più si emozionano e più si sentono vivi,
sentono che la loro vita ha un senso per loro anche se gli altri li giudicano
matti da legare, o suicidi o masochisti, ma per loro l’essenza della vita è
sperimentare le proprie capacità personali, misurarsi con l’impossibile, l’incerto,
sfide continue per conoscere se stessi, per entrare dentro se stessi e fare un
viaggio interiore alla ricerca di se stessi e delle proprie possibilità, capacità
di affrontare e ritornare sempre a rialzarsi quando si casca, ci si infortuna.
Di seguito le
risposte ricevute alla domanda: Cosa hai scoperto del
tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
Angelo
Fiorini: “Della mia esperienza ultra decennale da
maratoneta e poi da ultramaratoneta, ho scoperto un lato del mio carattere che
nella vita di tutti i giorni invece non è proprio cosi: quello di avere una
fermezza decisionale e una sicurezza caratteriale prima e durante le gare che
sono quelle che ti fanno arrivare al traguardo!”
Marco Stravato: “Sicurezza, ho vinto la
mia timidezza, la mia forza, non pensavo di avere tutta questa volontà
mentale.”
Vincenzo Luciani: “Di
avere un carattere che non si abbatte mai e che sa trovare in se stesso la
forza per superare gli ostacoli con tenacia che a volte sfiora l’ostinazione.
Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili quanto non sollecitati
a dovere. Ho scoperto anche di avere delle buone qualità di leader e di saper
condurre anche gli altri al traguardo, sapendo suscitare in loro le giuste
motivazioni e dando sempre l’esempio.”
Marco Dori: “Ho
scoperto di avere una mente forte, in grado di non pensare a niente se non a
correre per tantissime ore, in grado di focalizzarsi su un impegno senza
lasciarsi distrarre da pensieri, soprattutto negativi.”
Franco
Draicchio: “Di
essere più forte di quanto pensassi, affronto meglio le difficoltà della vita
di tutti i giorni.”
Ciro Di Palma: “Ho
solo avuto conferme. Se voglio, posso fare tutto.”
Monica Casiraghi:
“Del mio carattere le ultra mi hanno insegnato a essere sicura e determinata e
a superare le paure della vita.”
Laura Ravani:
“Che posso smettere di avere paura inutilmente. Che se rimango concentrata
sulla realtà e su quello che sto vivendo in genere riesco a capire come devo
comportarmi.”
Marco D’Innocenti:
“Nulla di particolare. Forse la capacità di capire il momento in cui è
opportuno sapersi fermare e rispettare il proprio organismo.”
Enrico Vedilei: “Sembrerà
strano ma ho scoperto di essere molto socievole e stare bene in mezzo alla
gente, cosa che da piccolo non mi riusciva bene.”
Ivan Cudin: “Niente
di particolare, ho semplicemente imparato a credere di più in me stesso.”
Aurelia Rocchi: “In
ogni ultra che faccio scopro una cosa nuova di me, è come se forse dentro di me
c’è un’altra personalità che è ancora da scoprire che conosco poco di lei.”
Francesca Canepa: “Più
che scoperte, direi che ho avuto conferme. Se
una cosa mi piace, se ci credo, nulla può impedirmi di portarla a termine. Se
invece per qualsiasi motivo non provo più nessun piacere nel farla,
semplicemente smetto di farla, qualunque sia la posta in gioco. Non mi arrendo
se ne vale la pena, ma non riesco a considerare obiettivi imposti o caldeggiati
dall’esterno. L’aggettivo 'Ultra' amplifica anche la ribellione.”
Lisa Borzani: “Che
a volte (non sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso trovare dentro
me delle risorse fisiche e mentali che non immaginavo lontanamente di
possedere.”
Federico Borlenghi: “Penso
di essere più sicuro di me ho vinto qualche paura che prima avevo.”
Maria Chiara Parigi: “Del mio carattere ho scoperto di essere
una romantica, che la natura è parte di me e che combatto per ciò che voglio
fino allo stremo delle forze!”
Paolo Barnes: “Ho
scoperto che anche nei momenti di stanchezza
estrema posso continuare
ad andare avanti.”
Stefano Ruzza: “Di
aver risorse mentali molto grandi. Ho ancora molti limiti e a volte mollo
facilmente, ma la reazione arriva sempre prima o poi.”
Salvatore Musone: “Sono
diventato più socievole ed ilare, l’esperienza più bella e gratificante è che
mi hanno spesso chiamato a fare il pace maker alle gare, e quando vedo che non
ce la fanno, distraggo molto i podisti tanto che dopo il 21° km racconto
barzellette così da non fargli pesare i km.”
Giorgio Calcaterra: “Conoscevo
già il mio carattere e che a volte sono un po' testardo, non l'ho scoperto facendo
l'ultramaratoneta, ma sicuramente l'essere ultramaratoneta me lo ha
confermato.”
Roldano Marzorati: “Grande
resilienza, aumento della autostima, a volte però quando esagero con gli
allenamenti sono anche facilmente irritabile.”
Roberto
D’Uffizi: “Ho scoperto che riesco
a trasformare gli aspetti negativi in positivi, o al limite, a ragionare
costruttivamente per la risoluzione di un problema. Quando hai un filo di forza
e ti devi ingegnare per arrivare al traguardo, puoi tranquillamente avere la
resilienza necessaria per affrontare altre problematiche quando sei in
condizioni di relativo equilibrio psicologico e fisico.”
Lorena:
“Che posso farcela da sola e in qualsiasi situazione.”
Marco
Zanchi: “La capacità di affrontare i problemi e difficoltà
in gara ti possono essere d’aiuto anche nella vita quotidiana!”
Mena
Ievoli: “Che sono tenace, e che non mi fermo tanto
facilmente, e che mi diverto, e sopporto bene la fatica.”
Valentina Spano: “Che la mente umana non ha limiti. Che se mi concentro bene posso affrontare
alla grande le gare più dure, non sento neanche più il caldo o il freddo. So
gestire bene le energie e la resistenza mentale è sicuramente la mia migliore
amica.”
Vito Rubino: “Di essere determinato e paziente nel
raggiungere gli obiettivi.”
Silvio Cabras: “Avendo un carattere molto timido e introverso, socializzando mi ha dato
la possibilità di aprirmi!”
Armando
Quadrani:
“Fondamentalmente non molto di quanto non sapessi già. Sicuramente ho migliorato la mia tenacia e la voglia di pensare in maniera meno
negativa di quanto facessi prima.”
Riccardo Borgialli: “Che ho una forza d’animo incredibile, non pensavo
di essere così riluttante all’idea di gettare la spugna. La tenacia è
sicuramente il lato di me ho più piacevolmente scoperto.”
Vito Todisco:
“Ho scoperto di essere forte, anche se a volte sento la necessità di rimettermi
in gioco per ricordarmi chi sono.”
Mario: “Beh che dire
mi sono rinforzato nella vita quotidiana.”
Giuliano Cavallo:
“Diventare più
forte caratterialmente ed essere sempre ottimista.”
Giorgio Piras:
“Che riesco a stare con me stesso per tante ore, pensare e ragionare di tutto e
di più, con la consapevolezza che l’esser lì, indipendentemente dalle possibilità
economiche, è veramente una gran fortuna, fattore importantissimo spesso e
volentieri scontato, viene preso in considerazione solamente quando per cause varie si è
impediti.”
Giuliano Ruocco:
“Che il passato va cancellato, che il presente
va vissuto, che il futuro é un'incognita.”
Efisio Contu: “La calma che non sapevo di avere, sino a prima di
iniziare questo sport ero sempre in tensione tutto e subito ,ora invece con
calma e serenità tutto è possibile.”
Susanna Forchino:
“Intanto ho scoperto di saper sopportare il dolore e la fatica e di avere una
discreta determinazione, cosa che non avevo affatto chiara. Un collega mi ha
chiesto ‘come ci si allena per fare 100 km?’
Gli ho risposto che é determinante che
la testa sia ‘allenata’, le
gambe lavorano di conseguenza. Lui pesa più di 100 chili, non credo di averlo
convinto!”
Iolanda Cremisi:
“Ho trovato in me stessa una forza incredibile, e anche nella vita di tutti i
giorni ho imparato ad avere pazienza e riuscire sopportare situazioni
difficili.”
Alina Losurdo:
“Un carattere molto forte e determinato.”
Andrea Accorsi:
“La mia immensa fragilità, di essere umano e di atleta. Ho vinto pochissime
volte, ma tutte le altre ho imparato sempre qualcosa.”
Stefano:
“Forse solo qualche conferma sulla mia caparbietà, sulla volontà di provarle sempre tutte, sul non arrendersi facilmente o quasi mai".
Marco Gurioli:
“Che i limiti sono mobili.”
Gli ultramaratoneti sperimentano di possedere
risorse insospettabili, superando le diverse crisi e situazioni lungo il loro
percorso. Per quanto riguarda le ultramaratone gli atleti sperimentano più
sicurezza nel riuscire a portare a termine tali competizioni estenuanti,
inoltre sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisione,
di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito
sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri ma prima di tutto da se stessi,
si scopre di possedere capacità insospettate, e questo serve da insegnamento
anche nella vita oltre che dallo sport, si impara a superare qualsiasi
ostacolo, a comprendere che per ogni problema c’è almeno una soluzione e che è
possibile trovare tale soluzione che ti porterà al traguardo finale a superare
gli imprevisti le sofferenze che comunque diventano passeggere.
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