Matteo SIMONE
Racconti di gare estreme, dove si arriva al punto di rischiare di morire o
comunque dove si sperimentano condizioni estreme di fatica fisica o
atmosferica, oppure si rischia di perdersi o precipitare.
Difficili sono
considerate anche le gare dove si ripete un breve circuito per tantissime ore.
Ma tutto ciò non basta per limitare il rischio, si arriva al punto di chiedere
di essere incatenati.
Emerge una dipendenza dal
ricercare il limite,
quasi una inconsapevolezza e perdita di controllo, infatti in qualche modo si
cerca aiuto a famigliari di intervenire per farsi legare e non osare troppo.
Di
seguito le risposte ricevute alla domanda: Quale è stata la tua gara
più estrema o più difficile?:
Marco Stravato: “La TDS del Monte
Bianco, 29 ore con dislivelli durissimi, discese durissime, dove bisognava
reggersi alla corda, stare attenti a non scivolare giù nei burroni.”
Stefano La Cara: “L’Ironman Frankfurt, quando dopo 10 ore di gara arriva la crisi
fisica, e soprattutto mentale, proseguire è dura.”
Vincenzo Luciani: “La mia gara più
estrema è stata la Maratona del Ventasso, di 42 km, ma mi ha impegnato molto
duramente con salite e discese proibitive. E poi l’ultima Pistoia Abetone,
quella del 2007, dove ho capito che dovevo farla finita con le ultramaratone e
ho detto ai miei di incatenarmi nel caso avessi voluto rifarla.”
Marco Dori: “La 100 km delle Alpi è
stata la più difficile. Ho camminato per quasi 40 km, 10 dei quali scalzo sui
talloni, di notte e in salita.”
Franco Draicchio: “La 12 ore di
Carapelle, un circuito di 355m ripetuto per 200 volte, dopo 10h30’ non ne
potevo più e sono andato a casa.”
Ciro Di Palma: “Di gare ne ho corse
tante e tra le più dure al mondo: Spartathlon, Badwater, Ultrabalaton, Nove
Colli Running, Brazil135... La gara estrema più dura? La prossima, il passato è
passato ed è vivo nei ricordi in un cassetto del mio cuore.”
Monica Casiraghi: “Le 24h in pista una cosa per me inconcepibile, ma l’ho corsa!”
Laura Ravani: “Quelle che non ho
finito. Il che vale anche per un 1500 m in pista in cui mi ritirai
completamente devastata all'età di 14 anni.”
Enrico Vedilei: “La mia gara più
estrema credo sia stata la 50km dentro le grotte di Stiffe (AQ) dove l’umidità
era al 100% e ho dovuto affrontare 17.000 scalini. Mentre la gara più dura è
stata il Cammino Inca in Perù dove abbiamo superato 2 passi sopra i 4000mt slm
e non avevo fiato per respirare.”
Ivan Cudin: “Quelle che ho
affrontato senza consapevolezza o senza coscienza delle mie possibilità.”
Francesca Canepa: “Una gara in Spagna di
100km con 8000m di dislivello in cui mi sono persa nella nebbia. Angoscia allo
stato puro, potrei dire terrore.”
Lisa Borzani: “Il Tor des Geants…ma è stata anche
l’esperienza più
bella che abbia mai sperimentato!”
Federico Borlenghi: “Penso che la gara più
difficile sia la 24h sia fisicamente che psicologicamente.”
Paolo Chersogno: “Tutte le 24h
effettuate con la Nazionale (finora 4).”
Maria Chiara Parigi: “La più difficile è
stata la UTLO (Ultra Trail del Lago d'Orta)! Fatta senza un minimo di
preparazione e portata a casa comunque!”
Filippo Canetta: “Quella in cui ho avuto
(mi capita spesso) problemi di stomaco.”
Paolo Barnes: “Nella maremontana (La
Maremontana Trail, a Loano, in Liguria è una competizione di 45 km con
2500 D+) di due anni fa ho pensato di morire per il freddo, arrivare al ristoro
e stato una impresa fatta più
che per una gara per sopravvivere.”
Stefano Ruzza: “Forse estrema come
difficoltà tecnica il Trofeo Kima, per via dei tratti esposti e con catene in
alta montagna. Per me che pochi anni fa soffrivo di vertigini a un metro da
terra è stata una vittoria. La più difficile a livello di resistenza, la Diagonale
de Fous (29 ore di gara).”
Michele Belnome: “La mia 1^ partecipazione alla 100 km del Passatore. Pioggia, vento, tuoni, temporali, 5°C di temperatura. 1°C al Passo della Colla (913 m). Tutto questo il 24 Maggio 2013..”
Roldano Marzorati: “Gran Raid des Pyrènèes, 160 km
con 10000 metri dislivello positivo.”
Marinella Satta: “Forse la 1 volta che
feci la Pistoia - Abetone nel 1997, non conoscevo il percorso e le difficoltà.
Mi dissi, se riesci a fare questa gara, sicuramente puoi fare tutte le gare che
vuoi.”
Valentina Spano: “La 24 ore di Torino, ma voglio farla ancora!”
Gianluca Di Meo: “La grande Corsa Bianca 160km
7000D+ trainando una slitta di 15kg sulla neve in autosufficienza.”
Vito Rubino: “La devo ancora fare…Finora
però un gara in bici da 830km non-stop con più di 10000 metri di dislivello
attraverso lo Utah, negli Stati Uniti. L’ho completata in meno di 44h. La
principale difficoltà è stata lottare con la mancanza di sonno. Durante la
seconda notte ho avuto allucinazioni: vedevo la strada prendere forme strane,
la striscia bianca attorcigliarsi come un serpente, e ho visto dei pirati
impiccati a degli alberi…meglio non continuare.”
Silvio Cabras: “Un'ultratrail di 100 km. In tre tappe!”
Dante Sanson: “Passatore 2013 (Pioggia e cattivo tempo qualche caso di
ipotermia al passo della colla) la gestione dell’equipaggiamento è stata per me
di enorme importanza e questa scelta alla fine mi ha dato molta soddisfazione
dopo molti dubbi e perplessità rendersi conto di aver preso le giuste decisioni
è molto appagante.”
Monica Testa: “La più difficile che ho fatto, trovarmi su un crinale
stresso in discesa, io che soffro le vertigini e il massimo, e per di più da
sola, comunque ce l'ho fatta ho superato quel punto critico senza farmi
prendere dal panico e respirando.”
Riccardo Borgialli: “Non
credo di aver fatto nulla di estremo, cioè conosco gare davvero super
impegnative a cui non ho ancora partecipato, quello a cui io ho partecipato è
qualcosa in cui pensavo di riuscire. D’accordo per chi non è del settore quello
che faccio è già estremo, ad esempio la Terra Acqua Cielo, 53km e 4000m di
dislivello positivo, ma forse qualcosa di più difficile è stato fare la ‘Sky del
Motty’ 23km e
2300D+ in meno di 3 ore, questo dal mio punto di vista è più difficile che fare
una 50km con calma.
Andrea Boni Sforza: “La Nove Colli Running, 202km, finita due volte entro il tempo limite (30h), in entrambi i casi ho dovuto trovare energie fisiche e mentali eccezionali.”
Stefania: “La Nove Colli Running
2015 non terminata a causa delle avverse condizioni metereologiche , mi sono
ritirata al 107 km.”
William De Roit: “La Nove Colli
Running 2015, pioggia battente per 13 ore e 202 km di salite e discese
sull'asfalto!”
Vito Todisco: “Finora la mia prima
ed unica 24 ore, il mio obiettivo era superare la distanza maggiore corsa fino
ad allora, 100 km, ogni km in più per me era una vittoria.”
Gian Paolo Sobrino: “Non so dirlo; la
difficoltà cambia in base alla percezione; io trovo molto difficile i trail di
montagna con passaggi tecnici difficili, quindi potrei dire la 100Km di
Valdigne oppure la ultratrail Serra di Celano; non trovo difficoltà particolare
nelle gare su asfalto; le condizioni meteo possono fare la differenza molto
spesso. Ho sofferto nella ecotrail le Vie di San Francesco (174Km) solo perché
era molto caldo e non mi ero idratato sufficientemente.”
Matteo Pigoni: “La più estrema il
mezzalama, gara di scialpinismo che si svolge da gressoney a cervinia passando
per il Liskam e il Castore, chi conosce questi posti sa cosa vuol dire….la più
difficile il Tor Des Geants, gara che non sono riuscito a finire ma che mi ha
aperto la mente ad altre sofferenze.”
Giorgio Piras: “Non faccio gare
estreme, e quindi la più impegnativa penso sia sempre e comunque il Passatore,
mi piacerebbe fare gare tipo la 100 km del Sahara, o simili, ma i costi per la partecipazione
sono alti e per me insostenibili.”
Enrico Togni: “Fino ad oggi più che
un ultramaratona è stato un ultratrai: i Monti Simbruini.”
Efisio Contu: “Il Passatore come
distanza; come durezza il trail dei cervi
in sardegna 47 km in montagna con pendenze importanti .”
Luca Pirosu: “Finire la Maratona
di Treviso 2015 con un’ernia e dei dolori lancinanti.”
Alberto
Ceriani: “Iroman kona (hawai).”
Susanna Forchino: “La sante Etienne
Lyon nel 2013: c’erano parecchi gradi
sotto lo zero e il terreno era in gran parte ghiacciato, si faceva fatica a
stare in equilibrio e non ci si poteva distrarre. La frontale, dopo qualche
ora, ha iniziato a darmi quasi una senza sensazione di nausea e, solo quando è
arrivata l’alba, ho ritrovato il piacere delle corsa.“
Iolanda Cremisi: “Penso di poter dire che
sia stata Valdigne 2012 perché alta montagna e la Abbots Way 2012 per le
condizioni meteo davvero avverse, ma ero alle prime esperienze e quindi la mia
percezione oggi potrebbe essere diversa.”
Alina Losurdo: “Estrema no ma dura si. Arrivare
al quinto colle della 9 colli running. Un sogno. “
Andrea Accorsi: “Sicuramente la 6 giorni. Più che una gara la definirei uno spaccato di
vita. 144 ore con le tue paure, le tue emozioni, le tue solitudini spalmate su
un km di strada fanno di te un viaggiatore. Ed ogni viaggio è sempre qualcosa
di estremo quando hai come compagno te stesso.”
Nicolangelo D’Avanzo: "La mia gara più difficile è stata senza dubbio la Spartathlon, non solo per il percorso o il chilometraggio, ma perché ho saltato l'ultimo mese di allenamento per motivi di salute. Ma la forza di volontà era tanta e l'ho voluta chiudere a tutti i costi.”
Alcuni atleti sono abbastanza resistenti alle gare
estreme superano tutte le difficoltà e i rischi e si proiettano su nuove sfide
da affrontare serenamente con sicurezza. Estreme e difficili sono considerate
anche quelle dove non vi è motivazione, si corre con svogliatezza, quindi è
importante credere in quello che si fa ed avere la passione che ti sostiene.
Gli ultramaratoneti raccontano
episodi di sofferenza dove hanno continuato ad andare avanti per portare a
termine la competizione es. “Ho camminato per quasi 40 km, 10 dei quali scalzo
sui talloni, di notte e in salita.”, ma alcuni riportano di essersi fermati ed
aver deciso di rinunciare nella loro impresa troppo ardua, es. “Un circuito di
355m ripetuto per 200 volte, dopo 10h30’ non ne potevo più e sono andato a
casa.”
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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