Il Moderatore Giuseppe Meffe illustra un
paio di libri di Matteo SIMONE:
In questi lavori editoriali di Matteo si
evince una vera ed autentica apertura della sua anima al pubblico lettore, secondo
le sue caratteristiche di autenticità individuale. Matteo sente il bisogno, in
qualità di persona matura, di prendersi carico delle responsabilità della
società in cui vive, prendersi un carico, sviluppando quell’abilità strategica
nel dare risposte ai tanti problemi dalla capacità di competere nello sport e
nella vita agli gli effetti di un mondo ‘malato di protagonismo’ tale da
mettere a repentaglio anche la stessa vita.
Il punto di partenza è sicuramente ‘La
persona’ che è al centro di tutto, le persone, le relazioni sia quelle
maggiormente significative che meno, comprendere capire sapere approfondire per
organizzarle in maniera ragionevole. Un piano fatto da piccoli ma importanti obiettivi
raggiungibili, considerando le proprie risorse interne che possediamo ma che
spesso non agiamo. Andare a scandagliare potenzialità ancora nascoste che se
ben indirizzate possono essere artefici di un cambiamento.
Immerso nel proprio ambiente che osserva
attentamente non lasciandosi scappare nulla, lo sport ma la vita in genere, la
loro e quella degli altri, destrutturando e concettualizzando la realtà
circostante che vive sulla sua pelle per sentirla, viverla dentro per poi raccontarla
con soave abilità letteraria.
Riguardo al libro: O.R.A.
Obbiettivi Risorse Autoefficacia Matteo SIMONE, l’autore, ama semplificare
senza tralasciare l’approfondimento sulle questioni, definisce con un acronimo
un modello facile da utilizzare, andare alla sostanza delle cose, far
utilizzare, rendere facile l’approccio alle dimensioni delle proprie risorse,
sempre in considerazione sia per uno sportivo che non, utili linee guida per la
vita di tutti i giorni, qualcosa di concreto di tangibile. L’idea che tutti noi
possiamo definire degli obiettivi, comprendere quali sono le risorse possedute
e quelle da governare per misurare il livello di efficienza-efficacia più
precisamente di auto efficienza-efficacia.
All’interno di questo volume si possono
rintracciare consigli utili per fortificare e strutturare meglio gli obiettivi
nella vita utilizzando al meglio quello che è nascosto dentro di noi e che
possiamo sviluppare nel quotidiano.
Il pensiero principale dell’autore è
quello di rendere l’approccio a sé, il più semplice possibile e l’aspetto
metodologico aiuta ad intraprendere la giusta strada, è visto come un impegno
civico importante quello di garantire a tutti un benessere psicofisico adeguato
su concetti chiave della Gestalt.
Relativamente al libro: DOPING il cancro
dello sport, non c’è
omertà in questo lavoro ma voglia di svelare per mettere a nudo tutto quello
che, da sportivo quale si considera l’autore, ama denunciare forte. Offre con
questo lavoro un insegnamento e visione lungimirante, lo fa con la rabbia che
gli viene dentro, condannando apertamente e ponendo degli ‘alert’ su quanto
ancora potrebbe accadere. E’ come se, volesse mettersi al riparo, volesse far
sapere agli esperti e a i non esperti che questo fenomeno è molto ben nascosto
dentro la nostra società e va combattuto.
Il fenomeno del doping attanaglia e
discredita lo sport degradando così la fatica del lavoro onesto di tanti. Una
classificazione ben articolata che semplifica e va al fondo dagli anni 20-40
con le anfetamine nel ciclismo e football americano all’ eritropoietina
dello scandalo Alex Schwazer.
La faccenda di Alex Schwazer (Vipiteno, 26
dicembre 1984) è un atleta italiano specializzato nella marcia, campione
olimpico della 50 km a Pechino 2008. Il 6 agosto 2012 viene annunciato che
l'atleta è stato trovato positivo all'eritropoietina
ricombinante in un controllo antidoping a sorpresa effettuato dall'Agenzia mondiale antidoping il 30 luglio e
viene escluso dal CONI
dalla squadra della 50 km di marcia dei Giochi olimpici del successivo 11 agosto,
mentre il giorno seguente sempre il CONI sospende l'atleta su richiesta del Tribunale Nazionale Antidoping.
Al di là delle
sostanze proibite confessate dallo stesso Schwazer alla vigilia
delle Olimpiadi di Londra del 2012, gli inquirenti hanno infatti voluto andare
oltre, sospettando che l’altoatesino sia ricorso a sistemi poco leciti fin dal
2008, cioè dai Giochi di Pechino nei quali conquistò lo storico oro nella 50
chilometri.
Il lavoro di sintesi e di completezza che
ha avviato nel libro vuole essere uno strumento utile che tutti ‘gli atleti e
non’ possono tenere nella propria libreria per dare risposta a questo fatto di
cronaca che esige da parte nostra un argomentazione una posizione che non sia
frutto di un pregiudizio o di uno stereotipo ma di un approfondimento che il
libro offre.
Giuseppe Meffe e Matteo SIMONE
http://lavitaeingioco.wordpress.com
http://www.edizioniferrarisinibaldi.com/store/Products/256-doping.aspx
Nessun commento:
Posta un commento