Indossare la maglia azzurra in un Campionato Mondiale da una parte è un
orgoglio da parte di chi la indossa, è un onore, trattasi di persone prescelte
per le loro capacità personali e sportive di far squadra e di eccellere nella
prestazione sportiva, dall’altra parte è una responsabilità elevata, bisogna
far bene, non devi dar conto solo a te stesso ma anche alla squadra, alla
Nazione Italia, quindi è importante mettere in gioco tutte le risorse, le
energie disponibili per contribuire al successo personale e della squadra, ecco
alcune testimonianze di atleti della Nazionale Ultratrail che domenica 31
maggio sono stati protagonisti ai Mondiali Ultratrail permettendo alla squadra
Italia Femminile di salire sul podio, forse inaspettato.
Un grazie alle atlete che indossavano la maglia azzura ma soprattutto
grazie a Lisa
Borzani arrivata 11^ donna al mondo e alle
altre due atlete che la seguivano, Sonia Glarey e Virginia
Oliveri che ha indossato la maglia
azzurra per la settima volta dichiara: “Sono
contenta ma molto dispiaciuta per la mia prestazione. È stata una giornata no e
come dice Pablo ho ottenuto il massimo che potevo in una giornata così. Sono
riuscita a finirla grazie alla mia testa che c'era e a quella medaglia che
quando mi hanno detto che c'era la minima possibilità non ci poteva sfuggire”.
Ma ritornando alla campionissima Lisa
Borzani: “Sono davvero
contentissima di questa esperienza e anche del bel risultato raggiunto con la
squadra soprattutto perché abbiamo dato tutto ciò che potevamo!
Le mie sensazioni pre gara
non erano buone...anzi oserei dire che fino al mercoledì erano pessime! Ma
questo l'avevo confidato solo a Paolo! Poi, quando sono salita sul pullman che
ha portato noi italiani ad Annecy la tensione ha cominciato a sciogliersi
complice anche il fatto che ero assieme ai miei compagni di squadra che sono
proprio simpatici!
In gara fortunatamente
sono stata sempre bene e questo mi ha sicuramente avvantaggiato moltissimo
perché se il fisico reagisce bene anche la testa ne trae giovamento. Poi
c'erano Paolo e mio papà a farmi il tifo ad goni ristoro perciò anche l'umore
era dei migliori...diciamo che è stata proprio una giornata fortunata perché
avevo delle belle sensazioni.
Ora sono contentissima
perché le mie compagne di squadra ed io abbiamo ottenuto una medaglia ASSIEME,
con il contributo di tutte.”
In effetti quello che conta, in fin dei conti, è l’esperienza fatta con
la maglia della nazionale e con la squadra della nazionale, molto formativa
individualmente e per la squadra, si scopre il proprio carattere, il saper
stare da soli e con la squadra, il saper far da soli e con gli altri atleti
della squadra, il saper fare per se stessi ma anche per il risultato
dell’intera squadra unita.
Nel complesso le atlete hanno sperimentato un esperienza importante in
Nazionale e comunque il podio come ottimo risultato, ora c’è solamente da
recuperare e puntare a nuovi obiettivi.
Ma anche gli uomini hanno fatto la loro esperienza individuale e di
squadra indossanto la maglia azzurra dellla nazionale, molto preziosa e
gradita, infatti dichiara Franco
Collè sui social network: “Fin da
piccolo guardavo con ammirazione quella maglia azzurra indossata dagli atleti e
mai avrei pensato di poterla indossare, tntomeno in un Campionato Mondiale.
Quando mi è arrivata la convocazione mi sembrava un sogno! Ho cercato di fare
del mio meglio anche se la gara non era nelle mie caratteristiche e soprattutto
non era in un periodo favorevole alla mia stagione agonistica.
Ho avuto la
fortuna di conoscere meglio e condividere del tempo con i miei compagni di
nazionale, tutte ottime persone che con grande impegno e umiltà hanno cercato
di dare il loro massimo per l’onore di quella maglia che forse sognavano da una
vita. Abbiamo creato un bel gruppo e insieme abbiamo siuperato tutte le varie
difficoltà organizzative. Un grazie particolare alle persone che nei ristori ci
hanno dato un supporto essenziale. Un pensiero particolare al ‘Geronazzo Fans
club’ pronto ad incitarci in ogni angolo e a tutti gli italiani presenti. Lungo
il percorso siete riusciti a darmi la carica per cercare di spingere sempre di
più e ritrovarmi così nell’ultima parte a correre al fianco di campioni che
avevo visto solamente sui giornali. Permettetemi di ringraziare infine la mia
famiglia che è sempre presente e che mi da un gran supporto nel riuscire a fare
tutto ciò. Adesso però è ora di ruipartire verso nuove avventure consapevoli
del fatto che bisogna ancora lavorare per avvicinarsi ai veri campioni.”
In effetti l’indossare la maglia azzura della nazionale è una
responsabilità, richiede il fare tutto il possibile per far figurare al meglio
la nazione Italia nel Mondo. Ed in particolare emerge che tutti fanno del
proprio meglio, e cìè tanto sostegno da parte dello staff della squadra Italia
ma anche dalle famiglie dei diversi atleti che li seguono e li supportano.
Anche Marco
Zanchi sui social network parla della sua terza
partecipazione ad un mondiale con la maglia azzurra: “Archivio
questo Mondiale di Trailrunning 2015 con questa immagine, la mia divisa
Italiana con tutte le firme dei mie compagni di avventura. Nazionale Italiana
‘fai da te’ torna a casa a testa alta con le grandi ragazze medaglia di bronzo
e noi ometti quinti. Tante emozioni vissute con belle persone, conosciute in
questi anni tra i sentieri italiani correndo, che in questi tre giorni ci ha
riunito in una grande ‘famiglia’. Grazie ragazzi e ragazze Nazionale Italiana
2015 e grazie a tutti i supporter che ci hanno accompagnato in questa
avventura!”
Quello che resta sono le emozioni positive sperimentate con gente che ha
la stessa passione, e la sensazione di essere una grande famiglia, una grande
squadra supportata anche da simpatizzanti e sostenitori.
Il saggio Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico (dal benessere
alla prestazione ottimale) offre uno
spunto di riflessione su aspetti quali la salute e lo sport.
Ne
sono argomentazioni a riguardo, il raggiungimento della prestazione ottimale
(peak performance), es. i record dei campioni, lo sperimentare il Flow,
considerato come uno stato alterato di coscienza dove tutto funziona alla
perfezione ed anche l’IZOF, una zona di funzionamento ottimale che porta
l’atleta a raggiungere la sua
peak-performance.
Inoltre sono trattate
le difficoltà, i disagi dell’atleta, che possono essere di natura emotiva, di
attivazione ottimale, di bassa autostima, di affollamento a livello mentale di
pensieri disturbanti, e, per finire di natura relazionale, cioè relativi ad una
figura professionale che gravita attorno al mondo dell’atleta.
Matteo Simone
3804337230- 21163@tiscali.it
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