Matteo
SIMONE
Birch e Veroff (1966) hanno individuato sette sistemi di incentivi/motivi che regolano il comportamento degli esseri umani:
1 affiliazione: opportunità di
stabilire relazioni interpersonali significative e di essere confermati nella
propria capacità di stare in gruppo e di fare e mantenere amicizie;
2 potere: opportunità di influenzare e
controllare gli altri;
3 indipendenza:
opportunità di fare cose senza l'aiuto di altri;
4 stress: opportunità di svolgere attività eccitanti;
5 eccellenza: opportunità di acquisire
abilità sportive per il proprio interesse: primeggiare su un altro;
6 successo: opportunità di acquisire
prestigio, approvazione sociale, status e altri rinforzi estrinseci;
7 aggressività: opportunità di dominare
gli altri.
Alderman
e Wood (1) fanno riferimento al precedente modello di Birch e Veroff, da questa
ricerca, che ha coinvolto circa 3.000 ragazzi dagli 11 ai 18 anni, è emerso che,
indipendentemente dall’età, dal genere e dallo sport praticato, i motivi che si
trovano alla base della scelta di praticare una disciplina sportiva sono il
bisogno di fare amicizia (l’affiliazione), di esprimere le proprie abilità
sportive (l’eccellenza), di affrontare situazioni eccitanti per tentare di
superarle (lo stress).
La
ricerca successiva, realizzata da Sapp e Haubenstricker (2), svolta su 2.000
atleti e con l’obiettivo di studiare anche le ragioni dell’abbandono
dell’attività sportiva, ha dimostrato che, oltre all’acquisizione di competenza
e all’affiliazione, è emersa, come motivazione rilevante, anche la variabile
che si riferisce al desiderio di mantenere una buona forma fisica.
Si compie un’azione perché motivati dal
piacere che procura l’attività in cui si è impegnati. Spinta interiore che
sostiene il desiderio di fare bene e l’impegno in un’attività dalla quale si
trae soddisfazione per ciò che si fa e per come lo si fa.
Lo sport in questo caso può essere visto
come il modo per sentirsi realizzato raggiungendo una meta importante per se
stessi ponendosi continuamente nuovi limiti e superandoli per arrivare al più
alto grado di eccellenza.
La forza di
questo tipo di motivazione è tale che si può ipotizzare una maggiore facilità
di gestione delle difficoltà, di eventuali infortuni ed incomprensioni con
l’allenatore o compagni.
La motivazione
intrinseca ti aiuta a superare le zone asciutte nella tua carriera e mantiene
l'accento sul divertimento.
Atleti motivati estrinsecamente
In questo caso il comportamento
sembrerebbe maggiormente mosso dal bisogno di raggiungere una approvazione
esterna piuttosto che verso la soddisfazione di un bisogno individuale.
In questo caso
l’individuo ha bisogno di continui rinforzi, positivi o negativi, da parte di
altre persone per portare avanti la sua attività.
La motivazione
può venire dal di fuori, come la motivazione per vincere medaglie, ricevere
ricompense finanziarie, e attirare l'attenzione dei media.
Questi rinforzi
possono essere di natura materiale o psicologica e sono chiamati appunto
ricompense estrinseche.
E’ molto più
importante avere un’alta motivazione intrinseca che un alto contenuto di
motivazione estrinseca. La motivazione estrinseca è efficace solo quando la
motivazione intrinseca è elevata.
Essere
determinati esclusivamente da motivazioni estrinseche non è psicologicamente
sano, perché la mancanza di ricompense intrinseche può portare a smettere.
Gli atleti che
sono prevalentemente intrinsecamente motivati spesso non hanno la spinta
competitiva per diventare campioni. Essi
tendono a godere di padroneggiare i compiti che compongono la loro disciplina
scelta, ma non hanno una forte vena competitiva nella loro personalità.
Gli atleti che
sono prevalentemente estrinsecamente motivati tendono a scoraggiarsi quando
sperimentano un calo di forma.
Gli atleti che
hanno i migliori risultati per il successo presentano un equilibrio tra
motivazione intrinseca ed estrinseca, tendono ad essere sia estrinsecamente ed
intrinsecamente motivato.
Gli allenatori
devono essere consapevoli che la promozione delle motivazioni intrinseche
realizza i migliori risultati psicologici per i bambini.
Allenatori e
genitori devono lavorare insieme per creare un clima positivo motivazionale per
i giovani atleti.
(1)
Alderman R.B., Wood N.L., An analysis of incentive motivation in young
Canadian athletes, Canadian Journal of Applied Sport Sciences, 1976, 1(2) pp. 169-175.
(2)
Sapp M., Haubenstricker J., Motivation for joining and reasons for not
continuing in youth sports programs in Michigan, Relazione presentata al
congresso dell’American Alliance for Health, Physical Education and Recreation
(AAHPER), Kansas City, Missouri,1978.
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Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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