lunedì 15 giugno 2015

Guardare all’handicap con naturalezza e senza pregiudizi

Sul quotidiano Leggo (1), Donatella Aragozzini intervista GiusyVersace, trentottenne atleta paralimpica calabrese, che sembra una donna molto resiliente, va sempre avanti nella sua vita nonostante abbia perso le gambe. Giusy continua ad avere sogni ed ad impegnarsi per raggiungerli, infatti afferma: “Ho perso le gambe, ma non la volontà”.
Ora da conduttrice di un programma televisivo gira l’Italia raccontando storie di persone come lei che avendo avuto momenti difficili non si sono arresi ma hanno continuando ad andare avanti con tanta forza di vivere e di continuare a sorridere: “E’ una scommessa, mi piace molto l’idea di girare l’Italia raccontando storie di forza di volontà, di persone che come me hanno passato momentii difficili ma non hanno mai perso la voglia di sorridere. Io a mia volta cerco di raccontare quanto è bella la vita, soprattutto a chi si scoraggia per delle banalità”.
Giusy spiega che per andare avanti bisogna conosiderare l’importanza della testa e del cuore, infatti è importante avere la testa per affrontare certe situazioni, per non mollare nei momenti di difficoltà, di crisi, di sconforto ed otre la testa è importante avere la passione nel fare le cose, fare le cose con il cuore che sia il portare avanti una relazione, un’attività lavorativa, loo sport, se ci metti la testa ed io cuore, anche il corpo ti segue, non si arrende agli imprevisti, ecco come la pensa Giusy: “Io nel 2005 ho perso tutte e due le gambe, ma non mi sono mai scoraggiata, ho scritto anche un libro dal titolo Con la testa e con il cuore si va avanti, in cui racconto tutte le cose belle che ho fatto dopo l’incidente”.
Giusy ora ha una nuova vita, ha i suooi interessi, il suo lavoro e fa le cose con il cuore, ci mette tanta passione, è un esempio per tanti, soprattutto i giovani, ed ecco il messaggio che vuol trasmettere: “Mi ributto a capofitto negli allenamenti: ora ci sono i campoionati italiani, a fine ottobvre i mondiali, fino all’appuntamento più importante il prossimo anno, le paralimpiadi.
Un progetto deve appassionarmi e deve essere coerente con quello che faccio, altrimenti non mi interessa.
Sono arrivata al cuore di tanti ragazzi, che ora mi scrivono e mi considerano un esempio: loro sono il futuro e io sono veramente felice se riescono a guardare all’handicap con naturalezza e senza pregiudizi”.

(    1)   Leggo, 11.06.20015 p.9.

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