La mia prima 12 ore ed è stata FANTASTICA
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta
A Provaglio d'Iseo (BS) si è svolta la IV^ edizione della 12 ore di Franciacorta valevole per il titolo italiano Iuta.
Enrico Maggiola è il vincitore totalizzando
154,419km che è la nuova miglior prestazione italiana e precedendo Matteo
Ceroni e Nicolas De Las Heras Monforte SM55. Tra le donne la vincitrice è Milena
Grabska-Grzegorczyk che si classifica al 4° posto assoluto e precede Eleonora
Corradini 6° posto assoluto e Maria Ilaria Fossati. All'esordio Federica Rossetti che di seguito racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie
domande.
Ciao, che sapore ti ha lasciato questa gara? “È stata la mia prima 12 ore ed è stata 'Fantastica'. Sono partita incerta
senza sapere cosa aspettarmi e forse ancora stanca dalla BiUltra 24ore fatta
due settimane prima ma oramai ero iscritta e ci tenevo a farla perché mi ha
lasciato delle ottime sensazioni e più sicurezza in me stessa.”
Appare molto determinata e convinta Federica, quando prende una decisione si impegna per portare a termine il suo impegno sportivo.
Appare molto determinata e convinta Federica, quando prende una decisione si impegna per portare a termine il suo impegno sportivo.
Avuto problemi, criticità? “Nelle gare a circuito il problema è che si gira sempre nello stesso senso e quindi a lungo andare viene fuori qualche dolore ma riesco abbastanza a gestirli.”
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara? “Nelle gare a circuito ho imparato a portarmi dietro il parmigiano e il pane a fette con olio d'oliva e sale, preparo dei piccoli pezzetti che mi danno energia senza nausearmi poi ho sempre del tè caldo e per i primi 40/50 km assumo i gel.”
Si
impara a gestire e affrontare tutto, si tratta di gare lunghissime dove bisogna
organizzarsi in anticipo soprattutto per l’integrazione alimentare da provare
in allenamento e in precedenti gare per testarsi e capire cosa si può assumere
in gara mentre si corre.
Come ti prendi cura di te
ora dopo una gara di 12 ore di corsa? “Dopo una
gara di 12 ore se posso riposo un po' a livello di allenamenti ma dopo qualche
giorno se sto bene ricomincio in maniera graduale ad allenarmi. Quello a cui
non rinuncio mai sono gli esercizi di stretching è un modo per coccolarmi e
ascoltarmi meglio.”
In
gare lunghissime della durata di 12 ore di corsa a piedi si mette sotto stress
il fisico e la mente e c’è bisogno di un periodo adeguato di recupero, riposo e
opportune coccole.
Cosa hai raccontato a
casa, al lavoro, agli amici dopo la gara? “Quando corro
in qualche modo cerco di tenere informati chi è a casa per farli stare
tranquilli e loro sono entusiasti di me e di quello che faccio, racconto a
chiunque mi chiede le mie sensazioni con l'entusiasmo e la carica che mi può
lasciare una gara come questa, a volte mi sembra di essere troppo apprezzata e
ho paura o meglio non vorrei mai sembrare troppo su un piedistallo perché non
sarei io.”
Si
tratta di prove durissime dove c’è bisogno di attenzione al proprio corpo e
alle proprie sensazioni per carpire cosa si può aver bisogno ogni momento e ciò
può procurare apprensione per chi è al di fuori e teme un malessere o
infortunio ma alla fine della prova ritorna l’entusiasmo per avercela fatta e
per avere la consapevolezza che si può fare tutto con opportuna preparazione e
attenzione.
In quali circostanze hai dimostrato
l’importanza del potere della mente? “La mente è
fondamentale dall'inizio alla fine, in una gara di 12 ore a circuito rischi di
partire troppo forte perché sei carico, rischi di fermarti troppo perché il
ristoro è sempre lì (io mi fermo al ristoro ogni 5/6 km dal decimo in poi) e
rischi di saltare se vedi che a metà non sei ai km che pensavi. Io mi metto dei
traguardi: la mezza, la Maratona, i 50 km, i 60,70 fino a quando ho creduto che
i 90 km potevano essere miei e così è stato 91,515 km raggiunti con tanta testa.”
Gare
dure e lunghissime richiedono una gestione del tempo e delle energie e una
pazienza nel saper aspettare fino alla fine, diluire le energie ora per ora,
chilometro per chilometro fino alla fine arrivando non freschi ma nemmeno
stanchi morti.
Quali sono i benefici nel praticare lo sport
di lunghe distanze? “Lo sport di lunghe
distanze è il mio modo per mantenere un equilibrio nella vita, è un modo per
risolvere i problemi di tutti i giorni perché ti schiarisci la mente,
alleggerisci il cuore e la vita è diversa. Amo fare tanti km e tante ore anche
se c'è stanchezza fatica e a volte dolore ma mi sento viva, mi sento io.”
Bella
testimonianza, dalle parole di Federica e di altri ultrarunner emerge che lo
sport di lunga distanza diventa una palestra per affrontare la vita quotidiana,
si raggiungo obiettivi molto difficili con la cura del particolare,
documentandosi e confrontandosi con gli altri, facendo esperienza diretta
graduale. Tutto ciò aiuta a sentirsi se stessi, sentire forti sensazioni ed
emozioni che danno la prova di essere vivi realmente, senza dolore non si
apprezza la vita, ma si tratta di un dolore lieve e redditizio che permette di
arrivare al traguardo con il sorriso e leggeri dentro.
Quali risorse hai scoperto di avere praticando sport? “Una grande risorsa che ho scoperto di avere è la resistenza fisica al
sonno e ai dolori, alle avversità climatiche e anche la pazienza perché se vuoi
raggiungere un obbiettivo bisogna lavorare e crederci sempre.”
Lo
sport di endurance incrementa fiducia in sé e fa andare sempre avanti alla
ricerca di nuove direzioni per arrivare a nuove mete sfidanti da soli o in
compagnia.
Prossimi programmi
sportivi, obiettivi, sogni da realizzare? “La prossima
gara che per me ha un valore affettivo inestimabile è il Passatore per me è
stata la prima ultra fatta nel 2016 quando è iniziato tutto e quindi il mio
prossimo obbiettivo è il Passatore sperando di migliorare di nuovo la mia
prestazione anche se vuol dire fare durare meno un viaggio bellissimo, come
sogno ne ho uno ma è troppo grande per me e ne sono cosciente ma i sogni sono
belli proprio perché sono grandi è la nazionale quando ci penso mi sembra di
tornare ragazzina quando hai dei grandi sogni e mi da un grosso stimolo a fare
sempre meglio e poi sognare non costa nulla.”
Sempre
alla ricerca di mete, obiettivi e sogni che non costano ma fanno mobilitare
energie per prepararsi e continuare a praticare uno sport che prima di tutto è
un sano stile di vita e poi ci può essere anche la performance.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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