Grandissima donna resiliente, con attenzione si può fare tutto, si possono scavalcare muri e montagne, si può arrivare dove vogliamo, dove riusciamo a vedere il nostro traguardo.
Valentina
di seguito racconta le sue esperienze da atleta rispondendo a un mio questionario.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Campione, si quest'anno dopo aver finito la Maratona di Roma, non l'avevo
preparata e ho sentito che quella medaglia era una vittoria.”
Roma
è Roma, terminare una maratona è sempre una vittoria, una grande e lunga gara
che comporta tante energie da spendere, fisiche e mentali e anche superare il
famoso muro dei 35 circa chilometri.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “I miei mi hanno buttato in acqua a 4
anni ed ho iniziato a correre con papà a 5, ho sempre fatto sport, ho provato
tante cose, ho fatto scienze motorie poi mi sono ammalata ed ho ricominciato a
correre solo 2 anni e mezzo fa.”
Bisogna
sempre provare e capire cosa ci accende la passione e quando cala la passione
si fa sempre in tempo a cambiare sport o passione.
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a
causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No ho scelto di non lavorare nello
sport solo perché purtroppo non si guadagna abbastanza.”
A seguito delle tue esperienze che consiglio daresti a
coloro che devono fare scelte importanti nello sport? “Di seguire il cuore, qualsiasi lavoro
tu faccia, e anche con la famiglia il tempo per se stessi è la necessità che
aiuta a vivere.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e/o alla tua performance? “Ammetto di aver sfruttato il mio
fisico senza il dovuto controllo quando ero adolescente, oggi corro per star
bene con me stessa!”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “A oggi no.”
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori?
“Cerco di evitare qualsiasi tipo di integrazione non naturale, sono seguita da
un nutrizionista, ma credo che in alcuni casi l'integrazione sia necessaria.”
Nello sport, chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “All'inizio mio padre, che mi ha sempre
portato alle garette domenicali fin da piccola e che mi ha trasmesso l'amore
per lo sport in generale, oggi ringrazio la corsa per il mio benessere."
La gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “Ancora deve arrivare, ogni gara sarà
sempre più bella della precedente!”
Una tua esperienza che ti può dare la sicurezza di potercela fare nello sport o nella vita? “L'ultima maratona di Roma, ho la
sclerosi multipla e i miei allenamenti sono diventati sempre meno impegnativi, quindi
essendomi stata sconsigliata una distanza così lunga, non l'avevo neppure
preparata eppure sono arrivata … fatti 42 posso farne 50 e forse anche 100.”
Cosa pensano i tuoi familiari della tua attività sportiva? “A casa abbiamo ristabilito un ordine
alle cose, ognuno segue le sue passioni sportive e questo ci fa bene nello
stare meglio insieme!”Curare
se stessi per stare bene insieme, a volte è importante prendersi cura di sé per
star bene con gli altri in famiglia o al lavoro, diventa importante trovare un
buon equilibrio famigliare, lavorativo, individuale, trovare interessi comuni
quando si può, attività da dedicarsi insieme o da soli.
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“L'impagabile faccia del mio presidente quando gli ho mostrato la medaglia
della maratona di Roma, dopo che ha scoperto che non sono tornata indietro al
13º km come concordato.”
Quando
una persona si mette in testa una cosa è capace di andare avanti nei suoi
propostivi fino alla meta, fino all’obiettivo ambito e desiderato, ci può
pensare su ma poi testa, cuore e corpo prendono il sopravvento e ti trascinano
dove vogliono.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta? “Mi sento molto più sicura di me
stessa, anche se non potrò più ambire ai tempi del passato, l'importante è il
viaggio che porta al traguardo non il traguardo in se.”
Si
diventa sempre più maturi con l’esperienza, si ascoltano racconti di familiari
e amici, si leggono libri, si fa esperienza diretta e si superano tanti momenti
e situazioni difficili, ci si accorge che si guarda sempre avanti, si affronta
sempre tutto accogliendo nuove consapevolezze e orientandosi verso nuove mete e
nuovi obiettivi, cavalcando sempre
prontamente l’onda del cambiamento.
Che significa per te partecipare a una gara? Hai sperimentato
l’esperienza del limite? “Le gare sono come grandi feste, ci si
trova con gli amici cari si condividono paure iniziale e soddisfazioni dopo, a
volte delusioni … non ho ancora spinto le mie gare al limite, ma so che lo
farò.”
Vero,
le gare diventano grandi opportunità di incontrarsi, scambiarsi baci e abbracci,
tanti selfie, sorrisi, sguardi, pacche sulle spalle.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara)? “In allenamento c'è un gran lavoro
introspettivo che aiuta anche nel quotidiano, in gara c'è l'emozione, la gioia
di stare insieme e condividere, dopo bisogna recuperare fisicamente e
mentalmente.”
Lo
sport non è solo fatica fisica, prestanza fisica, forza e resistenza, ma anche
tante emozioni, tanta introspezione, alla ricerca del vero sé, del profondo di
noi stessi, della conoscenza vera di noi stessi, di come ci comportiamo con
atleti amici e avversari come ci comportiamo in gara alla partenza e all’arrivo,
come sperimentiamo appagamento, gioia e soddisfazione e come si riprende la
quotidianità famigliare e lavorativa.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? “Da quando ho ricominciato a correre
focalizzare il momento dell'arrivo mi aiuta durante il "viaggio" poi
in gara difficilmente si sta da soli, conosci gente nuova, incontri amici … certo a meno che non ritorni a correre sotto i 4'/km!”
Se
vai forte, se pensi alla gara, al risultato non guardi in faccia a nessuno,
parti e arrivi veloce in partenza e veloce all’arrivo, se cali i ritmi, hai il
tempo per condividere gioie e fatiche con più persone, con il pubblico, con ciò
che ti circonda.
La tua gara più estrema o più difficile? Una gara
che ritieni non poter mai riuscire a portare a termine? “Le gare sono difficili, prima di
affrontarle, può spaventare anche una 10km se vissuta in particolari
condizioni, quando proverò a preparare il Passatore allora penserò se posso
farcela o meno, per il momento mi cullo nella beata incoscienza e penso di
farcela.”
E’
una questione di approccio e di mentalità, se corri per sperimentare, per
goderti l’esperienza e il viaggio, non ti spaventa niente, si può preparare e
affrontare tutto, se corri per il tempo di gara c’è ansia di allenarsi bene, di
non saltare lavori e ripetute importanti, di mangiare sano e di controllare il
peso.
Nella tua disciplina, quali sono le difficoltà e i rischi? A a cosa devi fare attenzione ?
“Per quanto mi riguarda l'obbiettivo è arrivare viva e magari intera, cerco di
tenere d'occhio le pulsazioni e crampi che purtroppo con la mia patologia sono
le cose meno gestibili insieme alla stanchezza improvvisa.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? Come hai
superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Hai mai pensato di smettere di
essere atleta?
“Qualche mese fa ho mollato a metà una 10km per la prima volta in vita mia,
faceva troppo caldo e i crampi già al 3ºkm ma la delusione mi ha fatto talmente
male dal ripetermi che non lo mollerò mai più una gara, nonostante i pareri
contrastanti dei medici non rallenterò più negli allenamenti a meno che non sia
il mio corpo a chiedermelo, non riesco a immaginare la mia vita senza correre,
tanto quanto non riesco ad immaginarla senza mia figlia.”
A
volte lo sport diventa essenziale, occupa un posto importante nella nostra
vita, ci fa sentire vivi e come fare a farne a meno, si cerca sempre di
ritardare il fine sport, continuare sempre con attenzione.
Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso? Come sei riuscita a continuare dritto? “Quando ho scoperto di avere la
sclerosi multipla, ma è stato un attimo ancor prima che il medico mi congedasse,
io nella mia mente pensavo alla mia prossima maratona.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno sport di fatica e impegno? “Ai ragazzi devi dare l'esempio, devi
far vedere, gli devi far vivere l'esperienza affinché possano apprezzarla.”
Brava
vai avanti tu senza chiedere e vedrai che ti seguono, importante è
sensibilizzarli senza convincerli, farli appassionare da soli così dureranno
nel tempo e saranno convinti da soli.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“Purtroppo sì, da adolescente c'era meno controllo e ti affidavi agli
allenatori che non sempre pensavano solo al tuo bene, oggi siamo tutti più
consapevoli.”
Importante
sviluppare consapevolezza in quello che si fa, fidarsi e affidarsi sì ma prima
capire con chi si ha a che fare, per non rischiare salute e altro.
Un messaggio per sconsigliare il doping? “Droghiamoci di sport, facciamocelo
bastare.”
In
effetti già la droga diventa una droga, una dipendenza, ma ben venga se ti fa
stare in piedi, se ti fa curare spirito, corpo e mente, ben venga se ti fa
stare con la gente, se ti fa vedere sempre avanti, se ti fa avere tante strade
aperte davanti da poter scegliere, da potersi sperimentare.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali
aspetti e in quali fasi dell’attività sportiva? “Assolutamente si, per me fondamentale
negli adolescenti, ma anche con chi come abituato a competere di punto in
bianco si trova a non poter avere più certezze … un peggiorando di 2h in maratona
non è facile da mandar giù.”
Per
affrontare certe situazioni diventa importante essere affiancato da una persona
che ti possa aiutare ad aiutarti, ti possa aiutare a lavorare sulla
consapevolezza, sviluppare resilienza, superare momenti e situazioni facendoti
attingere risorse profonde e interne, risorse di rete, basta poco.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Non smetterei di fare sport,
nonostante i problemi di salute.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Ho realizzato sogni che non pensavo di
avere, ogni medaglia è un sogno … nel cassetto due gare: l'ultramaratona del Gran sasso e il Passatore.”
Le conosco entrambe, belle gare, dure prove
ma ti resta tanto e porti a casa momenti preziosi.
Questa intervista risale ad alcuni anni fa e Valentina ha corso la 100km del Passatore e ha anche corso l'ultramaratona del Gran Sasso.
Un’intervista a Valentina è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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