L’ultramaratoneta Marinella Satta, capace di portare a
termine la maratona palleggiando con due palloni da basket, illustra la gara di
6 ore di Pianezza (TO) rispondendo ad alcune mie domande.
Come hai deciso di
organizzare la prima gara? “Innanzitutto per
passione, visto che amo le ultramaratone, ho chiesto al mio presidente di
società pod. Tranese, Renzo Fallarini, se era disponibile ad aiutarmi, lui,
essendo un ottimo organizzatore e un grande appassionato ha accettato.”
Quale strategie
utilizzi per invogliare gli atleti a partecipare alle tue gare? “Cerco
di invitarli personalmente, visto che conosco tanti ultramaratoneti, cerco
anche di accoglierli al meglio, mi rendo disponibile, nel limite del possibile,
di andarli a prendere o accompagnarli alla metro, qualche volta ho ospitato qualche
ragazza. Per esempio l'anno scorso avevo trovato la palestra che ospitava gli
atleti, però, giustamente si sono lamentati che faceva freddo, io non lo
sapevo, siccome avevo dato 2 notti di ospitalità, la sera della gara si
fermavano 8 persone, per non farle dormire in palestra, le ho portate a casa
mia, ci siamo arrangiati ed è andato ugualmente bene. Certo fossero state di
più avrei avuto più difficoltà, però avrei trovato un'altra soluzione. Quando
si dà parola, bisogna fare di tutto per mantenerla. I ragazzi hanno visto che
non era colpa mia, però si è risolto.”
Organizzare una ultramaratona diventa
sempre un giorno di festa che coinvolge gli atleti partecipanti, i parenti e
amici accompagnatori e il comitato organizzatore deputato a rendere il più
piacevole e ospitale possibile il periodo di permanenza degli atleti e dei loro
accompagnatori.
Quali sono le fasi più
importanti e quali quelle più delicate della gara che organizzi? “Credo la comunicazione e speri che vada
tutto per il verso giusto.”
Quali caratteristiche hai dovuto
sviluppare per essere un buon organizzatore di gara? “Non so se sono buona organizzatrice,
sarà il gradimento degli atleti a giudicare. Io ci metto la passione e
l'esperienza delle ultra, basta un niente per sentire lamentele.”
Quale
messaggio vuoi rivolgere agli atleti per farli avvicinare alla tua gara? “Di
provare a correre una ultra, tanto è vero che ho convinto tante donne di Torino
a provare a fare la 6 ore o la 24 ore, avevano una paura matta, seguendo i miei
consigli sono rimaste entusiaste. Alcune hanno fatto migliori prestazioni
italiane e mondiali, per esempio Franca Monastero f70, record italiano 6 ore,
Callegari Venerina f75 record italiano e mondiale 6 ore e record mondiale 24
ore, Montabone Mariagrazia f60 record italiano 24 ore. I vari professionisti
(per cosi dire) mettono paura alle persone che vogliono fare queste gare. Io, molte volte, do consigli in base alla mia
esperienza personale.”
Come sono i rapporti con le federazioni
sportive, istituzioni, associazioni, società, sponsor? “Abbastanza buone, non ho sponsor.”
Come invogliare anche atleti disabili e più giovani a partecipare?
“Conosco pochi disabili che fanno le ultra, dovessi conoscerne qualcuno,
sicuramente lo invoglierei a provare. Per un giovane, se promette bene in gare
corte, aspetterei a farli fare le ultra, almeno 30 anni, se invece è uno non
troppo veloce e ha resistenza, lo invoglierei a provare. Se non sei convinto
non vai da nessuna parte.”
Prevedi anche una non competitiva o eventi collaterali
culturali? “Prevedo la staffetta e
l'ora e la camminata, inoltre è anche certificata la maratona.”
Nella 6 ore di Pianezza ce n’è per tutti i
gusti, si può correre per tutte e 6 le ore oppure si possono dividere le 6 ore
tra i diversi atleti formando delle squadre, c’è anche possibilità di fare una
maratona, o semplice camminata.
Come e chi ti aiuta? Istituzioni locali? “Le istituzioni locali, mi chiudono il circuito e
contribuiscono ad alcune spese.”
Qualche anticipazione? Obiettivi particolari per questa tua
gara? “Speriamo che il tutto vada
per il verso giusto e che ci siano almeno 150 partecipanti, per recuperare le
spese. Per organizzare questo tipo di gara, ci sono troppe spese, fidal,
ambulanza, chip, pacco gara, ristori abbondanti, pasta party, medaglie, non
bastano 2000 euro e con le iscrizioni, se non sono tante, non recupero tutto.
Il mio obiettivo non è guadagnarci, ma neanche perderci, quindi, speriamo che
tutto fili liscio, sono positiva. La cosa principale è che tutti gli atleti
siano soddisfatti, non amo fallire, ci metto l'anima al che vada tutto bene.”
Se c’è passione si può fare tutto, ci si
impegna per coinvolgere amici e atleti a partecipare.
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