Matteo Simone
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Pratico
sport da sempre, poiché per me lo sport è compagno indispensabile di vita. Giocavo
a calcio e, nei giorni in cui non avevo le partite, mio babbo mi portava in
bici, la sua passione. Non sempre allo sport ho
associato la parte competitiva, anzi… Mi è capitati in età giovanile, quando
giocavo a calcio, ed ultimamente, quando ho iniziato a fare il podista (2014).”
Che significato ha per te lo sport? “Lo considero un
modo per tenermi in forma, per mantener la salute, per stare a contatto con la
natura, per imparare a stare in gruppo e a vivere la vita di gruppo, per
scaricare lo stress, per condividere emozioni con gli amici, per dare un
esempio di comportamento corretto di vita ai miei figli, per fare beneficenza
(diverse volte mi son fatto promotore di eventi sportivi per fare raccolta
fondi). Insomma, per sentirmi bene!”
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “Recentemente quando ho tagliato il traguardo della
mia prima maratona: Roma 2016.”
Quali sono i fattori che contribuiscono al tuo benessere o
alla tua performance? “Sudare è la cosa che più mi gratifica. Dico sempre
“mi cavo la ruggine”. Poi certamente “coltivare la fatica”: mi piacciono gli
sport di resistenza e quando mi alleno per una maratona, o quando la corro
adoro quel limite fra fatica e sforzo, che puoi raggiungere solo ascoltando il
tuo corpo mentre corri.”
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o performance? “Prevalentemente la mia forza di volontà, la mia
esigenza di fare sport… negli ultimi anni, anche gli amici podisti.”
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai
sperimentato le emozioni più belle? “Maratona di Venezia, corsa
come atleta guida di Loris Cappanna (atleta non vedente) e altri amici della
squadra.”
Il 23 ottobre 2016, Stefano ha corso la maratona di Venezia quale guida dell’atleta non vedente Loris Cappanna in 3h40’43”.
La tua gara più difficile? “Colle Marathon 2017: l’avevo
preparata con l’ambizione di aiutare un’amica a migliorare il suo personale ma
a 20 giorni dalla gara, un amico mi ha proposto di correre la Rimini Marathon
(a distanza di una settimana dalla Colle Marathon) come spingitore di un
ragazzo in carrozzina… Non ho saputo resistere e alla Colle Marathon dal 25° km
è stata pura sofferenza fino al traguardo. Ho conosciuto e assaporato la
fatica… Ho camminato gli ultimi km, ma sono arrivato al traguardo con le mie
gambe e senza conseguenze di salute, altrimenti mi sarei fermato prima.”
Il 7 maggio 2017, Stefano ha corso la maratona di Barchi in 4h18’53”.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione
di potercela fare? Ce la posso fare se lavoro sodo e non accampo
scuse. Le esperienze sono costanti: ora che sto vivendo questa fase competitiva
della podistica, se mi alleno sodo, i risultati arrivano. Non esistono altre
spiegazioni. Son partito che facevo 4 km, ora ne faccio anche oltre 50, e nelle
diverse distanze miglioro i miei personali. Questo atteggiamento, si riflette
anche nella vita quotidiana ovviamente, poiché diventa un modo di pensare e
vivere!”
Un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “Nella Rimini Marathon, dove spingevamo Vittorio in
carrozzina, ho notato che ogni volta che passava una bella donna Vittorio si
esaltava… Capito questo, per tutta la maratona, ogni volta che ci superava un
bel fondoschiena, preallertavo Vittorio, il quale si gasava… Tutto il gruppo
degli spingitori esultava con Vittorio al passaggio della ragazza di turno, la quale
spesso e volentieri apprezzava il gioco e salutava Vittorio prima di proseguire
per la sua strada.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare
attenzione nel tuo sport? “Quando pratico sport come windsurf devo sempre rispettare la natura, fonte di tante emozioni ma anche di rischi. Nella corsa
in particolare, avendo un’ernia del disco, devo centellinare certi percorsi
collinari, che adoro, e allenamenti pesanti impostati sulla velocità.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono
a fare una prestazione non ottimale? “La stanchezza
fisica certamente, ma soprattutto lo stato mentale. Se sono Esaltato all’inizio
di una performance, riesco sempre a centrare l’obiettivo prefissato… e
solitamente mi sento bello carico se mi presento alla partenza consapevole di
aver lavorato sodo in allenamento.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Rispettando il
mio fisico… non mi sono perso d’animo, ho lavorato sodo seguendo i consigli dei
professionisti ai quali mi sono rivolto e soprattutto accettando i tempi di
recupero che il mio fisico mi imponeva.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarli allo sport? “Lo sport può essere uno dei migliori compagni e
insegnanti della vostra vita. Amatelo e Ascoltatelo… vi restituirà salute e
benessere psico-fisico.”
Lo sport è solo benessere? “In passato ho
avuto occasione di seguire da vicino alcuni amici che praticavano sport a
livello agonistico e certamente ho apprezzato tante cose belle, quali la
determinazione, lo spirito di sacrificio, la serietà, la maturità degli atleti.
Ma ciò che non mi è piaciuto, e che spesso vedo anche nel comportamento di chi
pratica sport competitivo a livello amatoriale, è la mancanza di rispetto verso
se stessi: calpestare il proprio fisico in nome di un obiettivo che
difficilmente si potrà mai raggiungere… non sto parlando solo di doping, ma di
allenamenti o comportamenti di gara massacranti che hanno portato a infortuni
gravi fino a ricoveri in ospedale.
Questo va oltre la mia comprensione, considero
la determinazione un valore, che però ha un limite che si chiama Ostinazione.
Quando sul Web vedo filmati di gente trascinata al traguardo di una maratona,
io sono tra quelli che dice Perché? Perché per forza deve tagliare quel traguardo
e non accettare quella sconfitta? Fa parte della vita anche quella e aiuta a
crescere. Si accetta, si ascolta il suo insegnamento e si riparte. Ce ne saranno
altre di maratone nella vita.”
Lo
sport a volte dà e a volte toglie, non sono sempre rose e fiori, lo sport fa
sperimentare benessere, autoefficacia, resilienza, ma a volte si va oltre il
limite fisico, nello sport si può osare con attenzione ma diventa importante
non strafare e aver cura di se.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del
doping? “Se ti dopi, menti a te stesso… Sei un bluff, nello
sport così come nella vita.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Beh, come al
solito c’è chi approva e chi critica. Ascolto le critiche dei familiari, quando
mi lascio coinvolgere un po’ troppo dal momento e sottraggo tempo ai miei bimbi
(e mi correggo), per il resto ignoro.”
E’
vero a volte ci si fa prendere dall’entusiasmo, dal periodo di buona forma o
buona compagnia, dalle tante gare allettanti, si viene travolti dallo sport, si
rischia di perdere di vista la propria realtà familiare o lavorativa, diventa
importante trovare un sano equilibrio, comprender bene le proprie priorità e
riuscire a conciliare le fette della propria vita.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività
fisica? “Che sono una persona molto determinata.”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere
atleta? “No. Sarò atleta anche nella vecchiaia, sicuramente!”
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per
quali aspetti e in quali fasi? “Sì, perché
comunque lo sport sollecita tantissimo l’aspetto emozionale. Dal mio punto di
vista lo sport amplifica tantissimo i sentimenti e incide enormemente sulla
performance. Quindi lavorare sugli aspetti emozionali con un professionista,
può solo che essere di grande aiuto. Inoltre poiché credo che lo sport abbia
una forte valenza anche sulla socializzazione degli individui, ritengo sia
molto utile anche in questo ambito… specialmente in fase educativa, sui
bambini, e come complemento di allenamento per atleti professionisti.”
Vero
lo sport o comunque l’attività fisica va prescritta da medici e istituzioni, lo
sport incide sul benessere e sul sano stile di vita, lo sport va preso a giuste
doti e con criterio, gli aspetti che entrano in gioco nello sport sono tanti e
includono le emozioni, senso di rivalsa, rabbia, gestione di vittorie,
sconfitte e infortuni, blocchi mentali, allenamento mentale, a volte diventa
importante anche per un solo periodo una figura professionale a sostegno
dell’atleta o di una squadra.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da
realizzare? “Vorrei migliorare i miei personal best, e cercherò di
farlo il prossimo autunno. Poi Loris Cappanna mi ha gentilmente concesso di
fargli da guida nel triathlon, e quindi certamente con lui cercheremo di fare
una gara ufficiale entro l’autunno. Già gli ho fatto vivere l’esperienza della
bici… dice che lo rassicuro molto e abbiamo già buon feeling. La fase delicata
sarà accompagnarlo a conoscere il mare aperto in questa sua nuova dimensione
(non vedente) e dovrò essere convincente e rassicurante… Sarà un’esperienza da
brividi… Quando taglieremo quel traguardo, altro che lacrime.”
Sempre
più atleti con disabilità si dedicano allo sport, sperimentano un nuovo modo di
essere al mondo, si rimettono in carreggiata con altre modalità, e sempre più
persone si rendono disponibili a sostenere tali atleti, a porgergli una mano,
un aiuto, questo è lo sport che vogliamo, fidarsi e affidarsi, sperimentare lo
sport insieme.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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