Sembra che Silvia sia una forte amante
delle sfide, se viene stimolata, riesce a fare delle cose straordinarie e
sorprendenti, se gli dici che corre con le gambe storte, lei si applica e ti
dimostra che se vuole con le sue gambe ci corre ad alti livelli sia in pista
che su strada e soprattutto in montagna, infatti nella sua carriera sportiva si
è cimentata su distanze che vanno dai 400 metri fino alla mezza maratona, ma
anche in gare in montagna dove trova la sua massima libertà di espressione
atletica arrivando su vette fatte di montagne e podi prestigiosi.
Approfondiamo la conoscenza di Silvia attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Sì, quando sono arrivata terza alla coppa del mondo.”
Nel 2012 Silvia Serafini conquista la
medaglia di bronzo nella classifica generale della Skyrunner World Series, la Coppa del Mondo di Skyrunning.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Ho iniziato perché a pallamano dicevano che correvo storta.”
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere o alla tua performance?
“L’essere tranquilla, senza stress da lavoro o famiglia e la consapevolezza di
essere in forma.”
Nello
sport chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
“Al momento mi alleno da sola, ma ho sempre avuto allenatori.”
La gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o hai
sperimentato le emozioni più belle? “Il Giir Di Mont 2013
a Premana. Ho vinto riuscendo a battere per la prima volta una ragazza che di
solito arrivava molto prima di me.”
La mia impressione è che se qualche
avversaria la stimola, ci si mette di impegno e dimostra a se stessa e agli
altri che se vuole può impegnarsi, crederci di più e serenamente aumentare il
ritmo di corsa fino a giungere prima al traguardo di atlete fortissime. Quindi
un messaggio che mi sento di dare ai familiari, amici, fan e soprattutto
allenatori è di stimolarla senza troppo offenderla nel dirle che non ha fatto
niente di straordinario, ci sono ancora atlete più forte di lei e anche atleti che
la battono, così potrebbe incattivirsi e arrivare anche prima degli uomini in
alcune gare. Quello che l’aiuta forse è la sua serenità, la sua forte passione
per lo sport, montagna e sfide, il suo benessere che ne consegue oltre alla
performance.
La tua gara più difficile? “Ho dovuto ritirarmi
in parecchie gare per infortuni. Direi che le gare più dure sono state quelle
affrontate nel 2014 e 2015 perché ero in overtraining.”
In effetti Silvia è giovanissima
rispetto alle sue prestazioni da Super Woman, in questi anni ha avuto
l’occasione di sperimentarsi e a volte è potuto succedere che si sia lasciata
prendere troppo dalla voglia di osare troppo soprattutto negli allenamenti non
rispettando il corretto ciclo riposo attivazione che sarebbe auspicabile per
persone normali che lavorano e fanno attività famigliare che contempla anche un
riposso notturno e cure appropriate, quindi soprattutto lei che corre e salta
tra i monti arrampicandosi in altitudine, sarebbe opportuno coltivare periodi
di coccole e recuperi appropriati per non esaurire motivazioni e tutto ciò che
ha a che fare con la parte prettamente fisica come muscoli e articolazioni.
Quale esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?
“Il fatto che nel 2014 e 2015, nonostante mi sentissi male, riuscivo a portare
a termine lo stesso le gare.”
Questo dimostra che il talento c’è,
motivazione e passione anche, si tratta solamente dii sapersi gestire momento
per momento e comprendere le giuste direzioni per ottenere soddisfazioni e
successo.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“La mia prima mezza maratona è stata la mezza di Padova nel 2010. I miei non
sapevano che mi ero iscritta. Al tempo non erano favorevoli che corressi lunghe
distanze. E’ successo che ho vinto e un collega runner di mia mamma nel pomeriggio ha chiamato casa mia per
congratularsi e i miei sono 'cascati dal pero'. Mi hanno subito chiamato per
sentire se mi sentissi bene.”
Questo è il mondo sorprendente e
bizzarro dei runner e ultrarunner.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport?
“Credo libertà prima di tutto. E’ un buon anti stress e mi ricarica di energie
per affrontare la settimana.”
Quali
sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Devo
fare attenzione a non gareggiare troppo e a programmare accuratamente
allenamenti e impegni agonistici, per evitare di incorrere nuovamente nell’overtraining.”
In effetti Silvia deve imparare a
diventare manager di se stessa, per gestirsi al meglio e contattare veramente
se stessa per comprendere al meglio come muoversi con lo sport ma continuando
ancora a fare errori per migliorarsi sempre di più ma allo stesso tempo
affinando le capacità di esprimersi al meglio a livello internazionale, libera
di sfidare e competere con i più forti atleti in circolazione.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono a fare una prestazione
non ottimale? “Devo essermi allenata adeguatamente,
alimentata correttamente e riposata. Non devo sentirmi stressata e devo essere
convinta di stare bene.”
Cosa
ti fa continuare a fare sport? “Credo che ormai sia
parte della mia routine.”
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Facendo molto affidamento sulla mia famiglia, su amici, allenatori. Cercando
di ascoltare i loro consigli. Per un periodo ho anche cambiato sport
(triathlon) per cercare nuovi stimoli.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
“Fare ciò che piace e non viverlo come un imposizione.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?
“Lo sport è un gioco. Se vinci barando non c’è gusto.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?
“Ora lo accettano e hanno iniziato a praticarlo. Ma ci sono voluti 10 anni.”
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?
“Che sono molto testarda, che posso affrontare e risolvere i problemi, che ho
la capacità di reagire alle difficoltà".
Riesci
a immaginare una vita senza sport? “No, non riuscirei.”
Hai
mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?
“Sì, l’ultimo anno di università. Alla fine, dopo una pausa, sono riuscita
lentamente a riprendere, ma non agli stessi livelli di prima.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali
fasi? “A dir la verità non ho mai parlato con uno
psicologo dello sport, ma credo mi sarebbe stato utile, soprattutto per
affrontare il periodo dell’overtraining.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
“Vorrei trovare il tempo e la volontà di tornare ad allenarmi in pista un po’
più seriamente, e preparare una maratona su strada.”
Importante cavalcare l’onda del
cambiamento e valutare quello che c’è al momento presente in termini di volontà
e possibilità, quindi nuove consapevolezze, nuovi stimoli e nuove direzioni.
Per
approfondimenti:
Ultramaratoneti e gare
estreme
Chi sono
gli ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi psicologici
consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a spostare sempre
più in avanti i limiti fisici?
Maratoneti e
ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, edizioni-psiconline.
http://ilsentieroalternativo.blogspot.it/p/chi-siamo.html
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