La corsa mi regala tranquillità
Dott. Matteo Simone
3804337230-
21163@tiscali.it
Gare che tanti definiscono estreme e impossibili sono viaggi, esperienze di attraversamento di luoghi incantevoli sperimentando sensazioni ed emozioni uniche e irripetibili.
Si decide di prepararsi e iscriversi a tali gare da soli o con amici, si sperimenta l’attesa dell’avventura, la preparazione meticolosa relativamente all’abbigliamento tecnico da indossare e tutto l’occorrenza che può servire durante le tantissime ore di sport, di corsa in montagna, compresi integratori personalizzati.
Di
seguito Matteo Papini racconta il suo percorso di atleta e le sue impressioni
rispondendo a un mio questionario.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “No, assolutamente. Corro solo per divertimento, i
campioni sono fatti diversamente.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a correre nel
2011 per dimagrire cosi come tanti miei colleghi runner. Poi, però, è scoccata
una scintilla e la distanza ha iniziato ad aumentare. Siamo così passati dalla
mia prima mezza maratona, corsa nel 2013, al Tor de Chateaux di 170km, corso a maggio 2017 in Valle d’Aosta.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Sono due le gare corse fino a oggi che mi hanno dato molta soddisfazione: nel 2016 la ‘50 Km di Romagna’, corsa come allenamento e chiusa appena sopra le 4 ore, un crono veramente inaspettato; invece, la gara che mi ha regalato più emozioni è stato il Tor de Chateaux corsa insieme all’amico Roberto, un ‘viaggio’ di 170 km attraversando 34 castelli della Valle d’Aosta.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “Senza ombra di dubbio il Tor de Chateaux, due notti passate senza fermarsi. È stata una gara durissima dal punto di vista mentale. Sono riuscito a prepararla bene dal punto di vista fisico ma ho sofferto tantissimo le tante ore passate “sulle gambe”. Sicuramente un'ottima esperienza per il futuro.”
È un attimo, quando la corsa chiama è difficile resistere soprattutto quando oltre alla corsa sono le montagne a chiamare, ci si perde tra le montagne, boschi e prati, ci si dimentica di avere una vita ordinaria e si rischia di perdersi e non tornare più alla quotidianità, perché quello che si sperimenta è immenso, è difficile da descrivere, è più che terapeutico.
Il 25 aprile 2016 Matteo Papini ha corso la 50 km di Romagna in 4h02’34”. La gara è stata vinta dal marocchino Youssef Sbaai 2h51’12”, precedendo i connazionali Yassine Kabbouri 2h51’12” e Mohamed Hajjy 2h54’05”. Tra le donne vinse la croata Marjia Vrajic Trosic 3h45’52”, precedendo la giapponese Majidae Sohn 3h49’32” e Samantha Graffiedi 3h58’36”.
Tra il 12 e il 14 maggio 2017 Matteo Papini ha corso il Tor des Chateaux 170 km in 35h17’46”. La gara è stata vinta da Oliviero Bosatelli 17h28’21”, precedendo Mikael Mongiovetto 18h15’28” ed Enzo Benvenuto 19h15’25”. Tra le donne ha vinto Marina Plavan 25h34’01” (12^ assoluta) precedendo Ana Maria Bustamante Velez 26h40’45” e Stefania Albanese 27h38’07”.
Eh sì, gare durissime ma stimolanti, due notti fuori in montagna si sarebbe disposti a pagare grosse cifre per fare queste esperienze ma non è da tutti, ci vuole coraggio e impegno, tanta fiducia in se stessi, tanta capacità di andare avanti senza temere crisi o animali notturni, tanta voglia di continuare a vivere rischiando di perdersi in montagna, ma con la speranza e la sicurezza che ci si riesce sempre a cavarsela per raccontare a se stessi esperienze ricchissime dense e intense.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere o performance? “Quando corro stacco la mente e mi rilasso.”
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o performance? “Non ho nessun allenatore e nessun preparatore. Sono
autodidatta ed infatti i limiti si vedono. Però corro per divertirmi e per
adesso voglio che la corsa rimanga tale. Nel futuro probabilmente mi appoggerò
ad un allenatore per effettuare allenamenti mirati.”
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che
ce la puoi fare? “La mia prima maratona. Corsa nel 2014 con poca
consapevolezza di cosa voleva dire affrontare 42 km.”
Quello
che emerge approfondendo la conoscenza di atleti e soprattutto ultramaratoneti di strada e di trail è che i primi sono più meticolosi, più scientifici, più
calcolatori mentre gli atleti di trail osano di più, sono più impulsivi, se la rischiano, vanno incontro al vuoto, al buio, piace fare esperienze e
apprendere dalle esperienze dopo l’esperienza riescono poi a organizzarsi e far
molto meglio successivamente con l’attenzione al minimo dettaglio.
Un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “La cosa più divertente sono le espressioni in volto
delle persone a cui racconto di aver corso per 170 km.”
Questo
è il bello dello sport di endurance, racconti a familiari e amici o fan,
raccontare cose incredibili, deliri e allucinazioni, resistenza a sonno e percorsi ostici e
impervi, temperature estreme.
Poi nella vita tutto diventa semplice anche le
code agli uffici postali non ti impensieriscono più, si acquisisce un’approccio
più meditativo, tutto passa, tutto scorre, non fa paura una salita ripida, non
fa paura un temporale così come non fa paura la coda all’ufficio postale, questo è valido per tanti ultrarunner non per tutti.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “La corsa mi
regala tranquillità.”
La
corsa diventa un mondo parallelo, dove ritrovi te stesso, dove rimetti le cose
a posto, dove fai orine della tua vita, dove elabori e desensibilizzi problemi.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare
attenzione? “Nel correre ultra maratone bisogna stare attenti a
non andare in sovra allenamento, se la stanchezza prende piede è ora di
fermarsi e riposarsi. Io cerco di ascoltare il mio corpo.”
Questo
è importante, bisogna conoscersi bene, sviluppare elevata consapevolezza nei
propri limite e nelle proprie capacità per non rischiare collassi e confusione
mentale per mancanza di elettroliti per esempio, rispettare un’adeguata integrazione alimentare, ristabilire i serbatoi che si svuotano man mano che si
consuma energia.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono
a fare una prestazione non ottimale? “Sicuramente il
gran caldo e la stanchezza non aiutano.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “La voglia di
mettermi alla prova, superare quel limite che il più delle volte è solo un
blocco mentale. E poi la soddisfazione quando tagli il traguardo di un ultra
maratona è una sensazione impagabile, una scossa di adrenalina che ti ripaga di
tutti gli sforzi fatti.”
Ti
da sempre più sicurezza, puoi alzare sempre un po’ l’asticella, sai che sarà
difficilissimo, ma che ce la farai, ti ritroverai al di là della linea del
traguardo, soddisfatto e appagato.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Le crisi sono sempre
possibili nelle ultra maratone, bisogna stare calmi e reagire. Le sconfitte
servono per migliorarsi. Di infortuni ne ho avuto solo uno e mi è servito per
allenarmi in maniera diversa.”
Si
impara sempre, si porta a casa sempre qualcosa di utile per far meglio la
prossima volta.
Un messaggio per sconsigliare il doping? “Per divertirsi
non serve il doping.”
Rispondo
io a questa, da una parte lamentano l’assenza dell’atleta, il suo pensiero
fisso per gli allenamenti e le gare da organizzare e da partecipare, dall’altra
parte sono contenti che si occupi della sua salute, che si fortifica come
persona così riesce a risolvere anche problemi di casa o familiari, e anche
loro sotto sotto fanno il tifo e raccontano in giro le sue pazzie di sport
estremo.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività
fisica? “Ho scoperto un nuovo Matteo.”
E’
vero lo sport ti rimette al mondo, ti fa scoprire nuovi mondi, nuove capacità,
nuovi orizzonti, da un senso a una vita nuova ricca di sensazioni e mozioni
attraverso lo sport, colori, sudore, fatica.
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Molte volte ci
penso e spero che rimanga un pensiero per i prossimi anni.”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere
atleta? “Ho avuto un infortunio a Settembre del 2016 ma mi è
servito come stimolo ad allenarmi più seriamente, spero che il giorno in cui
dovrò appendere le scarpe al chiodo sia il più tardi possibile.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per
quali aspetti e in quali fasi? “Nel mondo delle
ultra maratone la tranquillità psicologica è fondamentale per affrontare gare
e allenamenti lunghi. Penso che la figura diventerà di valido supporto.”
Prossimi obiettivi? Sogni da
realizzare? “Ho in programma ancora tante gare per quest’anno ma
la 'gara vera' la teniamo per il 2018 in cui correrò per la prima volta la Nove
Colli. Nel 2018 mi piacerebbe anche correre una 100km sotto le 9 ore. Il sogno
nel cassetto di ogni ultra maratoneta è sicuramente la Spartathlon, vedremo nei
prossimi anni.”
Questa intervista risale al 2017, successivamente, il 19 maggio 2018, Matteo Papini ha corso la Nove Colli Running 202,4km in 26h45'02".
Bella
storia, bei progetti e direzioni nuove per il futuro, chissà se ci
incontreremo.
Un’intervista a Matteo Papini è riportata nei libri:
Cosa spinge le persone a fare sport?
"Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni", Progetto Cultura, 2022
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR








Nessun commento:
Posta un commento