martedì 1 agosto 2017

Cosa spinge a partecipare a ultra maratone, sudare, faticare?

Certo non solo la performance ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale; la voglia di fidarsi e affidarsi a qualcuno che ti fa compagnia, che ti porge una bevanda, che ti aspetta; una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a stare nel gruppo che contiene e sostiene, per non mollare, per occuparsi di se stessi e degli altri, per raccontarsi, per far parte di un gruppo, una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati insieme, per condividere momenti di pregara fatti di viaggi e incontri, per superarsi, questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. Chiamateli pure masochisti o incoscienti, ma in realtà quello che emerge dalle varie storie e testimonianze è che si tratta di un mondo fantastico e sorprendente, affascinante e protettivo. E a casa si porta sempre qualcosa.
E’ importante lavorare su obiettivi, sul superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio.

Si impara sempre dall'esperienza, importante è mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort, si può scegliere di restare seduti dietro le quinte, comodi, ma solo mettendosi in gioco e facendo esperienza ci possono essere i presupposti per far meglio e conoscersi meglio, la prossima volta si potrà fare diversamente e meglio.

I famigliari inizialmente non approvano la passione di un ultramaratoneta che percorre tanti chilometri su strade o sentieri in condizioni atmosferiche difficili, a volte ai limiti della sopravvivenza, ma con il tempo comprendono che l’atleta si dedica ad una passione che lo coinvogle e che gli permette di sperimentare benessere.

Ecco la testimonianza di Romualdo Pisano: “Dopo la mia ultra di ieri ho conosciuto una parte di me che probabilmete ancora non conoscevo, freddo ghiaccio e neve..una persona normale non farebbe mai una cosa del genere ma chissà perché noi ‘matti’ ultramaratoneti siamo spinti chissà da cosa..ieri personalmente avevo in mente di finire la mia gara in maniera diversa ed in meno tempo ma date le avverse condizioni meteo solo oggi dico a me stesso di essere più forte di ieri.. dopo ieri la motivazione e la resilienza hanno aumentato in me la voglia di continuare a mettermi in gioco.”

Gli amici inizialmente considerano l’atleta fuori di se, ai limiti della pazzia, ma con il tempo apprezzano gli aspetti del carattere che gli permettono di sostenere allenamenti e competizioni di lunghissima durata e di difficoltà elevatissima, diventando quasi fieri di essere amici e raccontando in giro le gesta, così a volte sono considerate, dei propri amici atleti, quasi a vantarsi di conoscere gente che fa l’impossibile, extraterrestri.

Di seguito l’esperienza di Marco Stravato:Molti amici pensano che io sia matto, forse che voglio dimostrare loro che sono più bravo, più forte, altri mi ammirano, in pochi vogliono vivere queste esperienze con me, mia moglie mi sopporta, dice sempre che non può impedirmi di correre, ma lo farebbe volentieri, a lei piacerebbe che corressi di meno, magari 2, 3 volte a settimana per massimo un ora, i miei figli sentono che spesso manco a casa, già lavoro tanto, poi quando potrei stare con loro vado a correre, hanno ragione, forse dovrei lasciare le ultra? Le maratone? Correre solo per star bene fisicamente? Forse dovrebbe essere così, ma non lo è.”

Ecco la testimoniazna della vincitrice del Tor Des Geants del 2016 Lisa Borzani: Paolo, il mio compagno, condivide tutto con me: allenamento, gare, preparazione e questo oltre ad essere stupendo per me è anche una bellissima fonte di forza. Mia mamma dice il rosario tutte le sere affinche’ il Signore mi convinca a smettere perché teme che io, abbastanza minuta, possa consumarmi del tutto!! Mio papà però è mio segreto complice! I miei amici che praticano anche loro le ultra mi capiscono benissimo…gli altri un po’ meno ma mi supportano ed incoraggiano lo stesso.”

A volte si è compresi e fortunati perchè il partner condivide la stessa passione, ne è un esempio Vito Rubino: “Sono molto fortunato perché anche mia moglie è una ultramaratoneta e partecipa con me alle gare ultra. Quando non partecipa fa parte della mia squadra di supporto. Questo ci dà la possibilità di condividere momenti importanti, di superare momenti difficili insieme e attraverso questo percorso di rafforzare la nostra unione di coppia. Mia madre invece è un tipo pauroso, quindi le dico piuttosto cha vado a fare delle ‘passeggiate’ all’aperto. I miei amici si sono abituati e quasi non si sorprendono più quando racconto quello che faccio.

Anche Iolanda Cremisi pare essere fortunata grazie alla passione condivisa delle ultramaratone da parte del suo partner Gian Paolo Sobrino, ecco cosa dice a tale proposito: “Anche il mio compagno è un ultramaratoneta, quindi massima complicità e condivisione.   E' una parte importante della nostra vita che ha contribuito a ravvivare  il nostro rapporto.  I nostri figli si rendono conto di avere dei genitori "diversi" dagli altri e spesso fanno finta di ignorare le nostre stranezze, talvolta addirittura si dimostrano avversi, ma poi sono orgogliosi di noi e spesso scopro che non perdono occasione per raccontare agli altri le nostre avventure e i nostri km.”

Testimonianze di tanti ultrarunner sono riportati nel libro "Ultramaratoneti e gare estreme"
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Un grazie all’ultrarunner Roldano Marzorati per il commento seguente al mio libro: “Un libro per capire e conoscere gli ultramaratoneti. Un racconto fatto di storie e donne non professionisti che han scelto di vivere la dimensione dell’ultramaratona. Matteo Simone ci introduce in questo mondo raccogliendo pensieri di questi inconsueti atleti che non avranno mai le cronache da prima pagina ma che hanno molto da trasmettere perché per molti di loro è una filosofia di vita.”

Per approfondimenti sugli ultrarunner segnalo Ultramaratoneti e gare estreme, Matteo Simone

15° nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestre. Ordinabile in siti di vendita online e in tutte le librerie d'Italia. Ad esempio su ibs
http://www.lafeltrinelli.it/libri/matteo-simone/ultramaratoneti-e-gare-estreme/9788874189441 (dove si può anche prenotare online e poi ritirare in libreria)
Inoltre è in uscita Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida di Matteo Simone (Autore). Classifica Bestseller di Amazon: n. 78 in Libri > Sport > Corsa e maratona


Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm

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