Certo
non solo la performance ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi
in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale; la voglia
di fidarsi e affidarsi a qualcuno che ti fa compagnia, che ti porge una
bevanda, che ti aspetta; una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e
corpo per provare a stare nel gruppo che contiene e sostiene, per non mollare,
per occuparsi di se stessi e degli altri, per raccontarsi, per far parte di un
gruppo, una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati
insieme, per condividere momenti di pregara fatti di viaggi e incontri, per
superarsi, questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza,
autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. Chiamateli pure
masochisti o incoscienti, ma in realtà quello che emerge dalle varie storie e
testimonianze è che si tratta di un mondo fantastico e sorprendente,
affascinante e protettivo. E a casa si porta sempre qualcosa.
E’
importante lavorare su obiettivi, sul superare errori e sconfitte, si impara da
tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come
squadra conoscendosi meglio.
Testimonianze di tanti ultrarunner sono riportati nel libro "Ultramaratoneti e gare estreme" 36 nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestrehttp://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
Si
impara sempre dall'esperienza, importante è mettersi in gioco, uscire dalla
zona di comfort, si può scegliere di restare seduti dietro le quinte, comodi,
ma solo mettendosi in gioco e facendo esperienza ci possono essere i
presupposti per far meglio e conoscersi meglio, la prossima volta si potrà fare
diversamente e meglio.
I famigliari inizialmente non
approvano la passione di
un ultramaratoneta che percorre tanti chilometri su strade o sentieri in
condizioni atmosferiche difficili, a volte ai limiti della sopravvivenza, ma
con il tempo comprendono che l’atleta si dedica ad una passione che lo
coinvogle e che gli permette di sperimentare benessere.
Ecco la testimonianza di Romualdo Pisano: “Dopo la mia ultra di ieri
ho conosciuto una parte di me che probabilmete ancora non conoscevo, freddo
ghiaccio e neve..una persona normale non farebbe mai una cosa del genere ma
chissà perché noi ‘matti’ ultramaratoneti siamo spinti chissà da cosa..ieri
personalmente avevo in mente di finire la mia gara in maniera diversa ed in
meno tempo ma date le avverse condizioni meteo solo oggi dico a me stesso di
essere più forte di ieri.. dopo ieri la motivazione e la resilienza hanno
aumentato in me la voglia di continuare a mettermi in gioco.”
Gli amici inizialmente considerano l’atleta fuori di
se, ai limiti della pazzia, ma con il tempo apprezzano gli aspetti del
carattere che gli permettono di sostenere allenamenti e competizioni di
lunghissima durata e di difficoltà elevatissima, diventando quasi fieri di
essere amici e raccontando in giro le gesta, così a volte sono considerate, dei
propri amici atleti, quasi a vantarsi di conoscere gente che fa l’impossibile,
extraterrestri.
Di seguito l’esperienza di Marco
Stravato:
“Molti amici pensano che io sia matto, forse che
voglio dimostrare loro che sono più bravo, più forte, altri mi ammirano, in
pochi vogliono vivere queste esperienze con me, mia moglie mi sopporta, dice
sempre che non può impedirmi di correre, ma lo farebbe volentieri, a lei
piacerebbe che corressi di meno, magari 2, 3 volte a settimana per massimo un
ora, i miei figli sentono che spesso manco a casa, già lavoro tanto, poi quando
potrei stare con loro vado a correre, hanno ragione, forse dovrei lasciare le
ultra? Le maratone? Correre solo per star bene fisicamente? Forse dovrebbe
essere così, ma non lo è.”
Ecco la testimoniazna della
vincitrice del Tor Des Geants del 2016 Lisa Borzani: “Paolo, il mio compagno, condivide tutto con me: allenamento, gare,
preparazione e questo oltre ad essere stupendo per me è anche una bellissima
fonte di forza. Mia mamma dice il rosario tutte le sere affinche’ il Signore mi
convinca a smettere perché teme che io, abbastanza minuta, possa consumarmi del
tutto!! Mio papà però è mio segreto complice! I miei amici che praticano anche
loro le ultra mi capiscono benissimo…gli altri un po’ meno ma mi supportano ed
incoraggiano lo stesso.”
A volte si è compresi e fortunati perchè il
partner condivide la stessa passione, ne è un esempio Vito Rubino: “Sono molto fortunato perché anche
mia moglie è una ultramaratoneta e partecipa con me alle gare ultra. Quando non
partecipa fa parte della mia squadra di supporto. Questo ci dà la possibilità
di condividere momenti importanti, di superare momenti difficili insieme e
attraverso questo percorso di rafforzare la nostra unione di coppia. Mia madre
invece è un tipo pauroso, quindi le dico piuttosto cha vado a fare delle
‘passeggiate’ all’aperto. I miei amici si sono abituati e quasi non si
sorprendono più quando racconto quello che faccio.”
Anche Iolanda Cremisi pare essere fortunata grazie alla
passione condivisa delle ultramaratone da parte del suo partner Gian
Paolo Sobrino, ecco cosa
dice a tale proposito: “Anche il mio compagno è un ultramaratoneta, quindi massima complicità e
condivisione. E' una parte importante
della nostra vita che ha contribuito a ravvivare il nostro rapporto. I nostri figli si rendono conto di avere dei
genitori "diversi" dagli altri e spesso fanno finta di ignorare le
nostre stranezze, talvolta addirittura si dimostrano avversi, ma poi sono
orgogliosi di noi e spesso scopro che non perdono occasione per raccontare agli
altri le nostre avventure e i nostri km.”
Testimonianze di tanti ultrarunner sono riportati nel libro "Ultramaratoneti e gare estreme" 36 nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestrehttp://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Un grazie all’ultrarunner Roldano Marzorati per il commento seguente al
mio libro:
“Un libro per capire e conoscere gli
ultramaratoneti. Un racconto fatto di storie e donne non professionisti che han
scelto di vivere la dimensione dell’ultramaratona. Matteo Simone ci introduce
in questo mondo raccogliendo pensieri di questi inconsueti atleti che non
avranno mai le cronache da prima pagina ma che hanno molto da trasmettere
perché per molti di loro è una filosofia di vita.”
Per approfondimenti sugli ultrarunner
segnalo
Ultramaratoneti e gare estreme, Matteo Simone
Per approfondimenti sugli ultrarunner
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Ultramaratoneti e gare estreme, Matteo Simone
15° nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da
pista - Maratona e corsa campestre. Ordinabile in siti di vendita online e in
tutte le librerie d'Italia. Ad esempio su ibs
http://www.lafeltrinelli.it/libri/matteo-simone/ultramaratoneti-e-gare-estreme/9788874189441
(dove si può anche prenotare online e poi ritirare in libreria)
Inoltre è in uscita Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida di Matteo Simone (Autore). Classifica Bestseller di Amazon: n. 78 in Libri > Sport > Corsa e maratona
Matteo SIMONE
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www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
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