Chiamateli
pure masochisti o incoscienti ma in realtà a spingere a fare sport di endurance
come Ultramaratone, faticando anche nelle salite è il benessere che si
sperimenta, un benessere particolare che agisce sulla testa e si diffonde per
tutto il corpo e rimane ancorato nella propria anima come un'arma da utilizzare
nelle situazioni più difficili emotivamente.
In
effetti è risaputo e sperimentato che lo sport rende felici, incrementa
consapevolezza, sviluppa autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di
poter far qualcosa, di riuscire in qualcosa, inoltre lo sport incrementa la
Resilienza, si affrontano e si superano meglio i problemi, le crisi, le
difficoltà, si è più attenti e gentili.
Sto continuando ad approfondire e sperimentare
il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni, di programmi, di
obiettivi, di percorsi, di viaggi interiori.
Resilienza
ed autoefficacia per non arrendersi mai e per raggiungere i propri obiettivi. Gli
atleti sperimentano sicurezza nel riuscire a portare a termine tali
competizioni estenuanti, sentono di valere, di avere forza mentale, di saper
prendere decisione, di sentirsi leader, aumenta autoefficacia nell’ambito
sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, si scopre di possedere capacità
insospettate.
Di
seguito alcune testimonianze, per esempio Alberto Ceriani, atleta non vedente
capace di portare a termine un Ironman ecco come risponde alla domanda Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
“La soddisfazione di vedere che nonostante i miei
impedimenti fisici posso farcela.”
Si
riconoscono i limiti mentali, e quindi la possibilità di andare avanti
superando i blocchi mentali, e percorsi non solo lungo strade e sentieri ma
anche dentro se stessi, una ricerca interiore attraverso la lunga corsa, le
lunghe distanze.
Marco
Dori, ultrarunner e Ironman, racconta le sue impressioni: “Significa
misurarmi con i miei limiti soprattutto mentali. Non ho una corporatura da
maratoneta; sono alto 1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già
la maratona per me era una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna
di esse è stato un percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine,
contatto con la natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto
so che vivrò un’esperienza irripetibile e unica.”
Gli
atleti sperimentano di saper soffrire, di riuscire, di superare momenti
difficili, per esempio il veterano Vincenzo Luciani dichiara: “Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità
da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie
energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata
della prestazione sportiva; una capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e
saper resistere ad uno sforzo prolungato.”
Si
impara a superare qualsiasi ostacolo, per ogni problema c’è almeno una
soluzione. Di fronte a sconfitte traggono insegnamenti.
Matteo
Nocera vince la prima 6 ore all’esordio, vince la seconda 6 ore, ma alla sua
terza 6 ore è costretto a fermarsi ma ne trae un grande insegnamento
complimentandosi con il vincitore, di seguito le sue parole: “E’ stata la mia gara più importante...! Adesso posso iniziare a correre
sicuramente in modo più completo. Se per assurdo avessi vinto anche questa ...
di sicuro sarei rimasto indietro poi! P.S. L'equilibrio e la serenità in
effetti le impari dopo le tempeste...! Concentrato sul Passatore! A presto
Matteo Simone. “
Con
la forte passione e giusta motivazione si può avere la capacità di gestire momento
per momento eventuali imprevisti o crisi ed andare avanti nello sport e nella
vita. La passione è un motore potente lo spiega Simona Morbelli rispondendo
alla domanda Quali i meccanismi psicologici ritieni ti
aiutano a partecipare a gare estreme? “La motivazione
credo sia la componente principale. Fare qualcosa che ti piace e farlo con
degli obiettivi porta ognuno di noi a migliorarsi e non mollare. Forza,
determinazione, costanza, resilienza, nel momento stesso in cui sei realmente
motivato il tuo corpo aiutato dalla tua mente ti può portare ovunque.”
Essere
resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio,
affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali e relazionali.
La pratica dell’ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse
interne che in situazioni ordinarie sono insospettabili.
Tenacia,
determinazione, resilienza accrescono la forza mentale per andare avanti, per
raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro
percorso. Il non fermarsi davanti a imprevisti, il non mollare, il “piegarsi ma
non spezzarsi”, l’essere resilienti permette di rialzarsi più forti e
determinati di prima permette di ricominciare con più entusiasmo di prima, con
più coraggio, con più esperienza, con più sicurezza.
L’essenza
della vita è sperimentare le proprie capacità personali misurarsi con
l’impossibile, l’incerto, sfide continue, un viaggio interiore alla ricerca di
se stessi, conoscere se stessi, rialzarsi quando si casca, ci si infortuna.
Gli
atleti sono disposti a mettersi alla prova, a misurarsi con le difficoltà, di
seguito alcune testimonianze, per esempio Susanna Forchino così risponde alla
daomanda Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i
limiti fisici? “Il fatto di potermi
misurare con i miei limiti, di constatare ogni volta che ‘volere é potere’ e di
provare ogni volta una felicità immensa nel portare a termine un’impresa.”
Mentre
per Iolanda Cremisi è una continua ricerca, una continua scoperta di risorse
interne, le più nascoste: “La forza che ho trovato in
me stessa, capire che, se si vuole, qualsiasi obiettivo può diventare
raggiungibile, aver scoperto risorse interiori finora inesplorate, entrare in
contatto con me stessa.”
Anche
per Federico Crotti si tratta di scopriere, si misurarsi, di sfidare se stesso:
“Scoprire i miei limiti. Dove può arrivare la forza
di volontà. Inoltre sto imparando a conoscere veramente il mio corpo, le mie
risorse fisiche”
E’
importante essere consapevoli nel “qui e ora” di quello che si fa, momento per
momento, facendo ogni cosa con la massima attenzione e concentrazione, non
lasciando niente al caso, curando i minimi particolari, senza distrazioni.
Ecco
cosa hanno scoperto molti ultramaratoneti del loro carattere.
Franco
Draicchio:
“Di essere più forte di quanto pensassi, affronto
meglio le difficoltà della vita di tutti i giorni.” Ciro Di Palma: “Ho solo avuto conferme. Se
voglio, posso fare tutto.” Monica Casiraghi:
“Del mio carattere le ultra mi hanno insegnato a
essere sicura e determinata e a superare le paure della vita.” Laura Ravani: “Che posso smettere di
avere paura inutilmente. Che se rimango concentrata sulla realtà e su quello
che sto vivendo in genere riesco a capire come devo comportarmi.”
Alcuni
atleti introducono tecniche e metodi di allenamento mentale come la stessa
psichiatra Laura Ravani ecco cosa risponde alla domanda Quali i
meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?
“La capacità di andare facilmente in auto ipnosi e
il meccanismo di autoefficacia. Poi il preparare una gara mentalmente durante
le settimane prima, attraverso visualizzazioni. Sono talmente abituata che se
non lo faccio mi trovo impreparata e faccio flop.”
Per
alcuni c’è un riscoprirsi diversi, più socievoli per esempio, è il caso di Enrico
Vedilei: “Sembrerà strano ma ho scoperto di essere molto
socievole e stare bene in mezzo alla gente, cosa che da piccolo non mi riusciva
bene.” E’ anche il caso di Silvio Cabras: “Avendo un
carattere molto timido e introverso, socializzando mi ha dato la possibilità di
aprirmi!”
Si
scopre di possedere capacità insospettabili, e questo serve da insegnamento
anche nella vita oltre che nello sport, si impara a superare qualsiasi
ostacolo. Per ogni problema c’è almeno una soluzione, è possibile trovare tale
soluzione che ti porterà al traguardo finale, a superare gli imprevisti, le
sofferenze che comunque diventano passeggere.
Tutto
quello che si apprende nelle gare di endurance poi viene trasferito nella
quotidianità, ecco cosa ha scoperto Marco Zanchi: “La capacità
di affrontare i problemi e difficoltà in gara ti possono essere d’aiuto anche
nella vita quotidiana!” Simile scoperta l’ha fatta anche Matteo
Colombo: “Ho imparato a gestire e a controllare le mie
emozioni e miei stati d’animo soprattutto nei momenti di difficoltà e
debolezza… per me correre significa anche migliorarmi in qualità di persona nel
mio quotidiano e nella mia vita privata, lavorativa, sociale, famigliare ecc.”
Si
diventa più forti, questa è una scoperta di Giuliano Cavallo: “Diventare più forte caratterialmente ed essere sempre ottimista.”
Simile scoperta l’ha fatta anche Iolanda Cremisi: “Ho trovato
in me stessa una forza incredibile, e anche nella vita di tutti i giorni ho
imparato ad avere pazienza e riuscire sopportare situazioni difficili.”
Insomma
si cambia in meglio, una sorta di autoterapia, di seguito l’esperienza di Maria
Moramarco: “Ho scoperto di avere tanta pazienza e
determinazione. CORRERE è un po’ come fare terapia, scopri te stesso e
riconosci debolezze, pregi e difetti, hai una visione di vita diversa da quella
che hai vissuto prima.”
Gli
atleti sperimentano più sicurezza nel riuscire a portare a termine tali
competizioni estenuanti, inoltre sentono di valere, di avere forza mentale, di
saper prendere decisione, di sentirsi leader. In sostanza aumenta
l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli
altri ma prima di tutto da se stessi.
L’ultracorsa
diventa l’attività che ti permette di andare avanti anche nella vita, più vai
avanti nelle distanze e nelle difficoltà delle ultracorse e più sei in grado di
andare avanti nelle difficoltà della vita quotidiana, lavorative, famigliari.
Sto
continuando l'approfondimento sia in modo diretto, partecipando ad alcune gare,
sia attraverso interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di
queste discipline di sport di endurance e di ricerca personale.
Ciò
mi ha permesso di scrivere un libro con il recordman Daniele Baranzini dal
titolo “Ultramaratoneta: analisi interminabile” e un mio libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare
estreme", Prospettiva Editrice.
Ordinabile in siti di vendita online e in tutte le librerie d'Italia. Ad esempio su ibs
Ordinabile in siti di vendita online e in tutte le librerie d'Italia. Ad esempio su ibs
http://www.lafeltrinelli.it/libri/matteo-simone/ultramaratoneti-e-gare-estreme/9788874189441
(dove si può anche prenotare online e poi ritirare in libreria)
Inoltre è in uscita Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida di Matteo Simone (Autore). Corsa e maratona
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