sabato 14 novembre 2020

Marta Pagnini, ex ginnasta: Mel mio sport è richiesta una grandissima forza mentale

 Ho capito che con la testa si può arrivare laddove il fisico non arriva 
Matteo SIMONE 

 

Marta Pagnini, nel 2011 vince l'oro iridato nel concorso a squadre ai Mondiali di Montpellier e due argenti, sempre a squadre. 

Alle Olimpiadi di Londra 2012 ha vinto la medaglia di bronzo con la nazionale italiana e per tale motivo l'11 aprile 2014 le è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica italiana. 
Nel 2013 diventa capitano della nuova squadra formata da Andreea Stefanescu, Camilla Patriarca, Camilla Bini, Chiara Ianni e Valeria Schiavi, salendo per ben due volte, sul secondo gradino del podio ai XXXII Campionati mondiali di ginnastica ritmica 2013 a KievSempre nel 2013 viene premiata agli Oscar della Ginnastica. 
Ai Campionati europei di ginnastica ritmica 2014 a Baku, conquista con la squadra la medaglia d'argento. Si riconferma vice campionessa del mondo ai XXXIII Campionati mondiali di ginnastica ritmica 2014 a Izmir.
Grazie alle ottime prestazioni nelle finali di specialità ai cerchi e clavette, durante tutte le tappe del circuito di Coppa del mondo di ginnastica ritmica 2015, vince l'iridata classifica generale di questa specialità. Viene premiata con secondo posto, dietro la Juventus, nel concorso “Gazzetta Sport Awards categoria 'Squadra dell'anno'. 

Prende parte ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro con le compagne Alessia Maurelli, Camilla Patriarca, Sofia Lodi e Martina Centofanti. Qualificate in finale con il quarto punteggio generale, confermano la stessa posizione anche nella finale. Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marta attraverso risposte ad alcune mie domande prima del suo ritiro annunciato a settembre.  
Ti sei sentita campionessa nello sport? “Si mi è capitato più volte, non necessariamente dopo una competizione.”  
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? Mi ha formata fisicamente e caratterialmente, mi ha dato i valori più importanti, mi ha insegnato l'etica giusta nell'attività come nella vita.” 

 

Lo sport diventa un’importante scuola pratica di vita accanto al percorso scolastico, si apprendere a relazionarsi con gli altri, a far parte di una squadra, a conoscere sempre più se stessi, proprie specificità e aspetti da migliorare e potenziare.  
Come hai scelto il tuo sport? L'ho scelto per caso, ho iniziato con la danza poi mi sono appassionata alla ginnastica passando prima per l’artistica per poi arrivare dopo poco alla ritmica.”  

Le scelte fatte da ragazzi a volte fanno scoprire di essere portati per uno sport e l’atleta riesce a farsi dei progetti sfidanti e credibili allenandosi duramente e costantemente per raggiungere performance e successo. 
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Quali abilità bisogna allenare? “Nel mio sport è richiesta una grandissima forza mentale: di concentrazione, di sopportazione dei lunghi allenamenti e delle tante ripetizioni, di reazione allo stress e alla pressione. Oltre a questo è indispensabile la cura del fisico, dell'alimentazione, delle articolazioni e dei muscoli sollecitati per molte ore ogni giorno.” 

La peak performance richiede un impegno costante e il supporto di figure professionali che curano diversi aspetti fondamentali per far sì che tutto vada bene soprattutto il giorno della gara, si incastri tutto e l’atleta possa esprimersi al meglio e dimostrare a sé stesso e agli altri quanto vale e cosa è capaci di fare.  
Cosa mangi prima, durante e dopo una gara? Prima della gara o allenamento tendo a consumare carboidrati per avere la giusta energia, durante consumo i miei integratori: perlopiù sali minerali e proteine, e dopo la performance per il recupero scelgo sempre della frutta secca e molta acqua.” 

L’atleta, attraverso una lunga esperienza sportiva, si conosce molto bene, sa cosa ha bisogno di assumere prima, durante e dopo la gara, si è testato nel tempo, si è documento, si è confrontato, si è avvalso di professionisti dedicati acquisendo la capacità di sapersi alimentare in modo sano e ottimale per ogni fase dell’allenamento e gara, reintegrando sempre a sufficienza le energie spese per un dato impegno. 
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “La prestazione non ottimale può dipendere da uno scarso livello di concentrazione, spesso dovuto alla stanchezza o alle tante ore in palestra prima della gara stessa.” 

La sorpresa è sempre dietro l’angolo, la performance è sempre un equilibrio, è dovuta all’incontro di azioni e intenzioni di atleta e allenatore, un mix di sensazioni e di attività atta a trovare la forma nel momento giusto. 
Cosa ti fa continuare a fare sport? “La motivazione per non mollare sono i miei sogni e i valori che ho imparato a rispettare e che ho fatto miei in tanti anni di duro lavoro.”  
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “L'aiuto delle persone a me care è fondamentale per andare avanti. La mia famiglia, il mio fidanzato e le mie amiche più strette mi hanno dato una grandissima mano per non mollare nei momenti più difficili.” 

Ci vuole tanta convinzione e passione nel portare avanti la pratica del proprio sport, soprattutto se si tratta di sport ad alo livello e remunerativo che comporta tante ore al giorno di preparazione e tanto tempo per curare altri aspetti importanti nella vita dell’atleta.  
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? La gara più bella della mia vita, anche se ricordo benissimo anche quelli di Montpellier e le olimpiadi di Londra, sono stati i mondiali di Kiev, le emozioni più belle provate soprattutto perché c'era molta intesa tra le compagne di squadra.”  
Un’esperienza che ti possa dare la convinzione di potercela fare? La consapevolezza di aver vinto una medaglia olimpica mi ricorda che tutto è possibile, soprattutto perché non avrei mai creduto di arrivare la quando ero piccola.” 

La vita riserva sorprese sia negative che positive, ma sta anche a noi capire cosa vogliamo e come possiamo andare a prendercelo credendoci e impegnandoci senza scoraggiarsi.  
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Il pensiero positivo è un'arma più che vincente, è fondamentale durante la preparazione così come al momento della gara.”  
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Tutti quelli che conosco rimangono colpiti dalla quantità di allenamento che la mia squadra svolge, è difficile trovare un'altra squadra con ritmi simili!” 

E’ importante essere positivi e pensare di poter fare qualsiasi cosa con allenamenti e insegnamenti, gradualmente e senza fretta. 
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Uno dei momenti più divertenti è stato quando, alla notizia del titolo mondiale appena conquistato coi 5 nastri a settembre 2015, mentre noi eravamo ancora al kiss&cry, il mio ragazzo ha saltato tutte le tribune arrivando fino al nostro divanetto per abbracciarci. Ovviamente lo hanno subito cacciato via, ma è stata una cosa unica.”  
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? 
Ho scoperto di essere una persona tenace, ho capito che con la testa si può arrivare laddove il fisico non arriva.” 

L’atleta e i propri cari vivono momenti intensi sia negativi che positivi nelle varie dello sport, e a volte vincite internazionali sono il risultato e il culmine di periodi di tensione, di fatica, di sacrifici che fanno sfociare in comportamenti anche fuori dal controllo. 
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “La sperimento più che altro in palestra, in gara essendo una squadra l'unico limite può essere l'errore proprio o delle compagne.”  
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)? Le sensazioni sono molte: l'adrenalina, la paura, la grinta, la tenacia, la voglia di conquistare un risultato, la gioia o la delusione, la rabbia.” 

Nello sport di gruppo bisogna saper incastrare lo stato di forma individuale con quello delle compagne di squadra, bisogna saper compensare una carenza o mancanza momentanea, si cerca di fare il possibile e dare il meglio di 
 per un risultato di squadra. 
La gara più difficile? “I giochi europei a Baku 2015.”  
Un messaggio per sconsigliarne l’uso del doping? “Il doping va contro l'etica dello sport, gareggiare dopati è come rubare, è sbagliato per gli altri e per se stessi.”  
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con l'aiuto dei miei cari e tenendo sempre a mente l'obiettivo. 

L’atleta ha ben chiaro quanto vale e quali obiettivi può conseguire, con l’aiuto anche di un valido e competente allenatore. E’ importante portare sempre avanti propri programmi, mete, direzioni e mollare tutto in base a test e/o nuove consapevolezze senza abbandonare del tutto i propri sogni. 
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Ho avuto molti problemi fisici e altrettanti momenti di crisi che mi hanno portata quasi all'abbandono dell'attività… Ho detto Quasi! Ma c'è sempre stata la speranza, per questo non ho mollato.” 

Dietro l’atleta non c’è solo un mondo di successi e di risultati positivi, ma anche tanta sofferenza fisica e mentale ed è difficile rimanere fermi sui propri intenti e obiettivi da perseguire. 
Potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Penso che sia una figura sottovalutata e indispensabile sempre, in allenamento e in gara.”  
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “E’ una disciplina meravigliosa in grado di forgiare il carattere sin da piccole. Può regalare emozioni uniche in gara come in allenamento. Contribuisce a creare un legame con le proprie compagne che è unico ed inimitabile.” 

L’atleta in competizioni internazionali a volte si sente sotto troppo stress e tensione, necessita di focalizzarsi e di non spendere energie importanti, a volte è importante un supporto che aiuti a trovare dentro sé stessi le risorse occorrenti a gestire tali situazioni utilizzando metodi e strumenti di attivazione ottimale, respiro, meditazione, centratura, immaginazioni annientando eventuali sabotatori mentali interni che possano remare contro la fiducia dell’atleta.   
Prossimi obiettivi? “Compiere i nostri esercizi alla perfezione, questo è già un obiettivo importante, lavoriamo per questo e il resto verrà da solo.” 

Un’intervista a Marta Pagnini è riportata nel libro "Sogni olimpici. Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà", di Matteo Simone. Editore: Aracne (Genzano di Roma). Data di Pubblicazione: gennaio 2022.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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