lunedì 9 novembre 2020

Alessandro Carapella, calcio: Lo sport è in grado di regalare vere soddisfazioni

 Sono stato ripagato dai miei sacrifici e dalla mia costanza 


Per ottenere qualcosa di importante nello sport e nella vita bisogna soffrire, fare sacrifici, essere costanti, crederci e prima o poi si riescono ad ottenere risultanti importanti e trasformare sogni in realtà.
 

Di seguito Alessandro racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 

Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Dopo aver frequentato corsi di acquaticità e tre anni di Judo durante le scuole elementari, è nata in me la passione per il calcio che ho praticato ininterrottamente dall’età di 11 anni arrivando a giocare, lo scorso anno, nel campionato di Promozione”. 


Prima o poi si trova uno sport che fa appassionare, che spinge le persone ad allenarsi, a far parte di un gruppo o squadra per raggiungere obiettivi individuali o collettivi, superando problemi e crisi. 

Nello sport cosa e chi hanno contribuito al benessere e/o performance? Analizzando la mia situazione, posso dire che il calcio ha rivestito un ruolo fondamentale nella crescita personale. Mi ritengo una persona priva di aggressività, forse anche perché ho avuto la fortuna di vivere in un contesto familiare molto sereno, per cui, sul campo di calcio ho dovuto obbligatoriamente sviluppare quel sano spirito di competizione, che spinge ogni atleta a migliorarsi per vincere l’avversario. 


Lo sport a volte diventa un campo di allenamento alla vita, una modalità per esprimere potenzialità e proprie risorse personali per migliorare se stesso e confrontarsi con altri per apprendere e cercare di essere migliori nello sport e nella vita. 

Quale esperienza ti da la convinzione che ce la puoi fare? “Avendo iniziato a giocare a calcio in ritardo rispetto agli altri miei coetanei, all’inizio ho pagato per la scarsa esperienza e per la mia ‘lentezza’ a causa della statura fisica un po’ sopra la media, per cui all’inizio ho dovuto spesso subire la mortificazione della panchina… Però il mio costante impegno nel tempo ha saputo regalarmi delle soddisfazioni, raggiungendo il campionato di Promozione prima dei miei compagni di squadra”.  

 

La pazienza e la fiducia alla lunga ripagano sempre per l’impegno e per la determinazione nel riuscire in qualcosa sia nello sport che nella vita. 

Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I miei genitori, non essendo amanti del calcio, non mi hanno mai incitato, ma hanno sempre rispettato ed appoggiato la mia scelta, Mio padre è intervenuto solo nel momento in cui volevo lasciare il calcio perché non mi riconoscevo più nella squadra dove giocavo. Così mi ha convinto a giocare nella squadra antagonista, dove sono riuscito a ritrovare nuovi stimoli in uno spogliatoio decisamente diverso”. 


E’ importante avere sempre stimoli nuovi e diversi per continuare la pratica di un’attività, di un lavoro, uno sport, una relazione. 

Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? Di episodi degni di nota ce ne sono stati tanti, ma quello che ricordo con più soddisfazione, è il goal decisivo che ho segnato durante il derby contro la mia vecchia squadra”.  

  

Un goal decisivo è un’esperienza di successo da ricordare, una risorsa personale e importante da memorizzare nel corpo e nella mente, soprattutto in partite decisive come un derby per mostrare che si vale, che si è ingamba, che si è non testardi ma resilienti. 

Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nella pratica del tuo sport? “Anche se non sono un calciatore dalle elevate doti tecniche, le persone che mi hanno osservato mi hanno definito ‘altruista con una buona visione di gioco”.  


Nella vita e nello sport bisogna saper essere osservatori di se stessi, degli altri, del contesto in cui si vive, si lavora, si pratica uno sport per capire cosa si può fare individualmente e insieme a un gruppo o squadra. 

Che significa per te praticare attività fisica? “Ritengo che l’attività fisica sia fondamentale, ma poiché praticare attività fisica comporta sacrificio, è importante scegliere lo sport giusto. Ritengo che sia un’ottima terapia per scaricare lo stress mentale accumulato, anche se non sempre è in grado di regalare soddisfazioni nell’immediato”. 

 

Concordo con Alessandro se non si ha fretta e si è fiduciosi e motivati, prima o poi si hanno tanti benefici nella pratica di uno sport, con il tempo si migliora, si è più bravi e le soddisfazioni iniziano ad arrivare. 

Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare? “La voglia di migliorarmi ogni giorno di più mi spinge ad allenarmi con costanza. Ho attraversato in passato un periodo in cui volevo lasciare il calcio, ma non lo sport”. 

Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Nonostante giocare a calcio sia faticoso e impegnativo, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista mentale, sono soddisfatto quando esco dal campo distrutto perché so che la sofferenza e il sacrificio mi fanno crescere”. 

 

La sofferenza e il sacrificio sono come tunnel che bisogna attraversare per raggiungere mete, obiettivi, successi sperati. 

Quali condizioni ti ostacolano nella pratica dello sport? “Abitando in Piemonte, durante l’inverno può capitare che allenamenti e partite vengano rinviati”. 

A cosa devi prestare attenzione nel tuo sport? Quali sono le difficoltà e i rischi? “In Promozione, i ritmi di gioco sono molto alti e il tempo a disposizione per decidere cosa fare in campo è minimo. Devo fare attenzione a possibili eventi traumatici a livello muscolare e articolare, soprattutto negli arti inferiori”. 


La pratica dello sport di squadra prevede capacità di scaltrezza e visone di gioco per capire dove stare e cosa fare senza ostacolare amici di squadra e senza farsi male. 

Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Ai livelli in cui ho giocato, il budget permetteva a stento la presenza del massaggiatore oltre a quella dell’allenatore, che, insieme al presidente cercavano di fare del loro meglio per motivare il singolo e la squadra. Personalmente, ritengo che la figura dello psicologo nel calcio possa rivestire un ruolo importante in situazioni di gravi infortuni per i giocatori o in momenti particolarmente difficili dal punto di vista del rendimento per la squadra”.  


In un contesto di gruppo può essere utile una figura professionale che aiuti nella comunicazione interpersonale, nel tenere sempre elevata la motivazione individuale e di squadra nonostante periodi di crisi o difficoltà, che aiuti a valutare e apprendere dalle sconfitte per desensibilizzare momenti negativi e dalle vittorie per cercare di replicare buone prassi o performance.  

L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Quando l’allenatore mi ha convocato agli allenamenti e alla partita con la prima squadra a 16 anni. Ero il più giovane”. 


Quando si viene convocati in una squadra o evento importante significa che si viene notati, che si sta facendo bene, che il meglio deve ancora venire.  

La tua situazione sportiva più difficile? “Nel mese di novembre dello scorso anno 2019, quando ho dovuto lasciare la squadra di Promozione e scendere in un campionato amatoriale, perché non riuscivo più a coniugare gli impegni scolastici con i tre/quattro allenamenti settimanali più la partita. Sono stato obbligato a scegliere e ho privilegiato la scuola anche perché, ai miei livelli, il calcio non sarebbe stato in grado di darmi da vivere”. 


Purtroppo nella vita ci sono priorità e bisogna fare sempre scelte in base alla fase in cui ci si trova, bisogna valutare cosa fare per costruirsi un futuro stabile e solido per vivere autonomamente e a volte lo sport passa in secondo piano per lasciare il posto prima allo studio e poi al lavoro. Poi si fa sempre in tempo a riprendere lo sport come svago.  

Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Ho maturato la consapevolezza che l’impegno e la costanza possono fare la differenza”. 

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ho cercato sempre di rialzarmi e ho continuato a tenere duro e, nonostante i risultati non fossero incoraggianti fino a 3 anni fa poi ho avuto grandi soddisfazioni e sono stato ripagato dai miei sacrifici e dalla mia costanza”.  

 

Bisogna insistere e tener duro per ottenere risultati anche se insperati, ma se si è pazienti e fiduciosi con l’impegno e la costanza si riesce ad ottenere qualcosa di importante. 

Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Non ho un messaggio spot da promuovere, ma posso dire con certezza che, oltre ad accrescere l’autostima, lo sport occupa una buona parte del tempo che i ragazzi di ogni età trascorrerebbero annoiandosi o vivendo una vita virtuale sui social. Lo sport, invece, è in grado di regalare vere soddisfazioni”. 


Lo sport fa sentire davvero vivi e autentici, meglio soprattutto che restare in zona confort con relazioni a volte falsate che avvengono spesso attraverso social. 

Hai un riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Nessuno in particolare, ma a tutti coloro che fanno bene e che mi stimolano a crescere e a migliorare. E’ scontato ammirare e puntare a diventare come i grandi campioni, ma, per arrivare a certi livelli, non bastano solo l’impegno e la passione. A questi va riconosciuta la capacità di aver saputo coltivare con grandi sacrifici il loro talento per arrivare ad alti livelli. Ma il talento, o ce l’hai o non ce l’hai”. 

 

Per diventare campioni bisogna avere talento ma non solo, è importante poi essere motivati, avere passione, essere umili e onesti con se stessi e con gli altri cercando di raggiungere sogni lealmente senza barare.  

C'è una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “No pain no gain”. 

Come ti vedi a 50 anni? “Invecchiato, ma in forma”. 

Quanto credi in te stesso? “Sono determinato”. 

 

Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it 

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

Nessun commento:

Translate