sabato 30 maggio 2020

Intervista doppia ai gemelli runner Vito e Giuseppe Cafaro

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Nella mente di un ultramaratoneta ci sono tante mete e obiettivi, tanti dubbi e convinzioni, tanti pensieri. 

Di seguito Vito e Giuseppe raccontano le loro impressioni, sensazioni ed emozioni rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
Vito: “Ho preso un paio di scarpe da ginnastica che avevo, dovevo perdere un po' di peso, e ho iniziato a correre.”
Giuseppe: “Ho iniziato a correre perché volevo modellare il mio corpo. Pian piano la corsa mi ha appassionato e ho trovato degli amici nuovi che mi hanno spinto, stimolato, sorretto, aiutato e incitato.”

venerdì 29 maggio 2020

Alessandra Ciuffa: Ho sempre creduto di poter ricominciare a tornare a correre

Sai che dopo la sofferenza c’è uno stato di grazia che niente al mondo può regalarti
Matteo SIMONE 

Si è sempre in tempo per volersi bene e occuparsi di sé stessi anche con lo sport che è un ottimo strumento per sperimentare benessere e per apprendere lezioni importanti. 

Di seguito Alessandra racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?A 14 anni ero praticamente obesa, pesavo 84 kg, grazie all’aiuto di un dietologo endocrinologo sono riuscita nel giro di un anno a tornare ad essere una persona normopeso, da lì è iniziato il mio avvicinamento allo sport. Per vari anni ho fatto solo lezioni di fitness ma poi ho scelto il nuoto, e per molti anni è stato il mio unico sport. Un giorno (avevo circa 40 anni), una mia amica ciclista mi convince ad uscire in bici con il suo gruppo e da lì ho iniziato a praticare ciclismo, non è durato molto perché le uscite erano lunghe e troppo faticose per me, sempre con lei ho iniziato a correre, qualche gara così per divertirci e da lì ho scoperto di avere una passione per la corsa, cosa che non avrei mai immaginato. 

martedì 26 maggio 2020

Giulia Tardivello, atletica: Sono molto competitiva e severa con me stessa

Matteo SIMONE 

Nello sport non bisogna solo vincere ma anche stare bene, è importante sperimentare benessere prima di tutto e poi se si riesce anche performance. 

Di seguito Giulia racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune domande di un po’ di tempo fa, prima della pandemia.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, quando ho vinto il titolo regionale, ma non solo, mi è capitato anche quando ho raggiunto i miei obiettivi stando bene.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?Ho iniziato a correre nel 2016 per gioco.”

C’è sempre un momento, un’occasione, un’opportunità per provare a praticare sport soprattutto per gioco inizialmente e poi lo sport diventa una pratica costante quasi giornaliera per alcuni anche bigiornaliera. 

lunedì 25 maggio 2020

Mirko Ganz Caravita, ciclista: Pedalare è un gesto che fa parte della mia quotidianità

Ci vuole passione, convinzione nei propri mezzi e determinazione

A volte, andare in bici diventa uno stile di vita salutare e raccomandabile per sperimentare sensazioni piacevoli e contribuire alla salvaguardia del pianeta con minor inquinamento rispetto ad andare con altri mezzi inquinanti come le moto o auto. Di seguito Mirko racconta la sua esperienza in bici rispondendo ad alcune mie domande.

Come è cambiato nel tempo il tuo approccio allo sport? Il mio approccio con lo sport è cambiato in modo abbastanza radicale. Dagli anni del ciclismo agonistico, ho corso nelle categorie giovanili, dalla categoria giovanissimi fino alla categoria juniores, poi dopo una ‘pausa’ ho ripreso seriamente a pedalare una decina di anni dopo. Bike to work (nel 2012 ho venduto l'auto), cicloturismo poi nel 2018 un cicloviaggio di oltre 10.000 chilometri. La bicicletta da mezzo per fare agonismo è diventata un mezzo di trasporto, poi di viaggio. Attività fisica costante ma senza forzare cercando di migliorare i propri limiti come quando facevo agonismo, ma per mantenersi in salute e trarne benefici per il corpo e per la mente”.

Massimiliano Giattini, ex pugile: Non darsi mai per vinti e tenere duro

La gara della vita? La prima vittoria sul ring di pugilato

Fondamentali nello sport sembrano essere le figure genitoriali e gli insegnati o istruttori che indirizzano la persona allo sport e lo supportano consigliandolo e condividendo gioie, dolori e successi. Di seguito Massimiliano racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.

Ti sei sentito campione nello sport?Non posso reputarmi con certezza un vero campione, ma posso affermare di aver avuto le mie soddisfazioni. Alcune persone mi hanno confessato di sentirsi ispirate da ciò che faccio e secondo me, ciò va sopra al vincere una gara. Come io traggo ispirazione dai ‘pezzi grossi’, sapere che altre persone traggono ispirazione da me è forse il più gran traguardo che io possa raggiungere e credo che questa sia la vera aspirazione di un campione.

domenica 10 maggio 2020

Il Paese ricomincia a pedalare dopo la quarantena con attenzione


Passa tutto se siamo fiduciosi, collaborativi, pazienti, se siamo comunque in contatto a distanza, se siamo sensibili, tolleranti. Passa tutto e si affronta tutto come i muri di tante maratone. Possiamo e dobbiamo farcela sviluppando resilienza per cercare di uscire più forti e determinati per ritornare anche a correre e pedalare sempre con il sorriso.

A volte qualcosa di più grande di noi ci mette in ginocchio, ci fa cascare, ci abbatte, mette alla prova noi stessi e si ha bisogno di accettare da una parte e reagire dall’altra attraverso diversi processi che comprendono prima di tutto la consapevolezza della propria situazione e poi con l’aiuto di qualcuno che sostiene e supporta e con l’aiuto di se stessi bisogna continuare ad avanzare nel tempo con le risorse residue del momento per cercare di rimodulare propri obiettivi e proprie direzioni, cercando il meglio per sé e i propri cari.

venerdì 8 maggio 2020

Dal 27 aprile è operativo il numero verde di supporto psicologico 800.833.833

Psicologo, Psicoterapeuta

Siamo una comunità che cerca di risollevare le sorti della propria nazione a iniziare da sé stessi, dai propri familiari, amici, colleghi, vicini. Stiamo vivendo un periodo lungo di calamità prolungata che comporta per ognuno difficoltà a focalizzarsi su sé stesso, sui propri cari, sul momento presente, su una minima progettualità futura. Tutto ciò che avevamo costruito ora è traballante, ci sembra che ci è cascato addosso un grande macigno e non riusciamo a sollevarlo.

In questi casi molti reagiscono in diversi modi, c’è chi aiuta, chi si dispera, chi si rassegna, chi accetta, ognuno ha le proprie modalità di reagire, aiutare o chiedere aiuto. In questi casi ci si può documentare su cosa è meglio fare per evitare il peggio, per acquistare più fiducia in sé stessi e negli altri, per essere più speranzosi, per spostare obiettivi e sogni più in là, per capire come sopravvivere. Importante è comunque parlarne con qualcuno di fiducia, esprimere dubbi, dolore, sofferenza a qualcuno che può comprendere, consigliare, aiutare, elaborare, indirizzare.

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