Secondo William Fry, psichiatra alla Stanford University in California, ridere di cuore provoca effetti simili a quelli dell’esercizio fisico (e sappiamo che l’esercizio fisico è un ottima misura contro lo stress); egli ha infatti osservato che fare almeno dieci risate al giorno equivale a circa dieci minuti di vogatore, aumenta la produzione di beta-endorfine, ed è una ginnastica vigorosa dei muscoli facciali, delle spalle, del diaframma e dell’addome. Terminato l’accesso di riso, inizia un breve periodo di rilassamento.
Che lo si debba
all’attivazione dovuta al ridere, al rilassamento che ne segue o a
entrambi, secondo Fry una buona dose di risate quotidiane può
comunque ridurre il rischio di un infarto cardiaco, di uno stato
depressivo e di altre conseguenze negative dello stress. Ovviamente,
le persone che ridono più frequentemente sono quelle dotate di
maggior senso di umorismo e quelle che, d’abitudine, si affidano a esso per venire a capo delle situazioni difficili. (Farnè M., Guarir da ridere La psico-biologia della battuta di spirito, Bollati boringhieri, Torino, 1995, PP. 18-19).
Sentimenti come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto, unitamente a qualche bella risata e a momenti calorosi trascorsi con gli amici, rafforzano le capacità mentali essenziali alla soluzione dei problemi.
Sentimenti come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto, unitamente a qualche bella risata e a momenti calorosi trascorsi con gli amici, rafforzano le capacità mentali essenziali alla soluzione dei problemi.
Prendersi il tempo
per ridere, apprezzare i momenti piacevoli e godere delle piccole
cose sono atteggiamenti che influiscono sul cervello e sul sistema
nervoso potenziando le abilità di problem solving e questo, a sua
volta, rafforza la resilienza.
Tra i fattori
individuali che promuovono la resilienza vi sono: avere relazioni
sociali intime, flessibilità/adattabilità (essere cooperativi,
amabili e tolleranti e inclini al cambiamento), essere assertivi e
saper chiedere aiuto, sensibilità interpersonale, autoefficacia,
locus of control interno, capacità di porsi degli obiettivi e di
trovare strategie adeguate per conseguirli, progettualità futura,
ottimismo, senso dell’umorismo, rete sociale di supporto informale.
(Sielbert A., Il vantaggio della resilienza, come uscire più forti dalle difficoltà della vita. Edizioni AMRITA, Torino, 2008).
Per illustrare una
modalità di far fronte alle proprie disgrazie con l’umorismo,
riporto un brano di un testo di Angeles Mastretta, Donne dagli occhi
grandi: “A volte le
dolevano l’aria e il suolo che calpestava, il sole dell’alba, le
orbite degli occhi. Le dolevano come una vertigine il ricordo e, come
la peggior minaccia, il futuro. Si svegliava nel cuore della notte
con la certezza che si sarebbe spezzata in due, sicura che il dolore
se la sarebbe mangiata in un sol boccone. Ma appena faceva giorno si
alzava dal letto, si metteva sul volto il sorriso, si aggiustava lo
splendore sulle ciglia e usciva incontro al prossimo come se i
dispiaceri la facessero galleggiare nell’aria.
Nessuno osò mai
compatirla. Era tanto stravagante la sua forza, che la gente cominciò
a cercarla per chiederle aiuto. Qual era il suo segreto? Chi
proteggeva le sue afflizioni? Dove trovava il talento per non
piegarsi davanti alle peggiori disgrazie?
‘Ci
sono molti modi di suddividere gli esseri umani’, le disse. ‘Io
li divido tra quelli con le rughe all’insù e quelli con le rughe
all’ingiù, e io voglio far parte della prima categoria. Voglio che
la mia faccia da vecchia non sia triste, voglio avere le rughe che
vengono dal riso, e portarle con me all’altro mondo. Chissà che
cosa dovremo affrontare laggiù’.”
(Mastretta A., Donne dagli occhi grandi, Giunti, Milano, 2008, pp.140-141).
Ex
maratoneta, Salvo Campanella 40 anni, una moglie, due figli, è vivo
per miracolo. Il 2 luglio del 2012 è precipitato da sette metri di
altezza, nel cantiere dove lavorava. Racconta
in un intervista riportata sulla rivista SuperAbile
INAIL (SuperAbile INAIL, Il magazine per la disabilità, Roma, Agosto Settembre 2014, Numero 8-9, pp. 48- 49): «Cosa ho provato dopo l’incidente? Mi
sono fatto una risata. Intanto sono rimasto vivo, e poi poteva andare
peggio».
Questa sua
dichiarazione dimostra l’importanza della resilienza, infatti gli
individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un
processo resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma
risanano le ferite assumendosi il controllo della propria esistenza e
riorganizzando la propria vita.
Nel
testo Il
libro della corsa James
Fixx riporta una testimonianza della pratica dell’esercizio fisico
contro lo stress, a cura del dottor Ronald M. Lawrence, fondatore
dell’Associazione dei medici corridori nonché insegnante alla
Scuola americana di medicina sportiva: “Si smette di fumare per
tentare le distanze maggiori. Per lo stesso motivo si riduce il
consumo d’alcool. Ci si diverte molto di più se non si è
ralllentati dall’alcool e dal fumo. Bisogna modificare le abitudini
alimentari, perché una buona nutrizione è parte integrante degli
esercizi aerobici. Così la salute generale migliora. Si dorme
meglio, ma non c’è più bisogno di dormire a lungo. La vita
sessuale ci guadagna. Le ansie pesano di meno e in generale ci si
trova più agguerriti contro lo stress. Anche la produttività sul
lavoro migliora. Si guarda un po’ meno la televisione e ci si
scopre intorno un mondo nuovo”. (Fixx
J.F., Il
libro della corsa, Casa
editrice sonzogno, 1980, p. 33).
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230
- 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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