giovedì 9 aprile 2015

L’essenza della vita è sperimentare le proprie capacità personali

Da interviste ad ultramaratoneti emerge la scoperta di potenzialità insospettabile, infatti alla domanda: “Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?”, ho ricevuto le seguenti risposte:
“Della mia esperienza ultra decennale da maratoneta e poi da ultramaratoneta, ho scoperto un lato del mio carattere che nella vita di tutti i giorni invece non è proprio cosi: quello di avere una fermezza decisionale e una sicurezza caratteriale prima e durante le gare che sono quelle che ti fanno arrivare al traguardo!”
Non credevo di esserne capace, fino al 2004 pesavo 105kg e non facevo sport.”
Sicurezza, ho vinto la mia timidezza, la mia forza, non pensavo di avere tutta questa volontà mentale.”
“Di avere un carattere che non si abbatte mai e che sa trovare in se stesso la forza per superare gli ostacoli con tenacia che a volte sfiora l’ostinazione. Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili quanto non sollecitati a dovere. Ho scoperto anche di avere delle buone qualità di leader e di saper condurre anche gli altri al traguardo, sapendo suscitare in loro le giuste motivazioni e dando sempre l’esempio.”
 “Ho scoperto di avere una mente forte, in grado di non pensare a niente se non a correre per tantissime ore, in grado di focalizzarsi su un impegno senza lasciarsi distrarre da pensieri, soprattutto negativi.”

mercoledì 8 aprile 2015

Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili

Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work, spiega l’importanza di superare la tendenza al dubbio e allo scetticismo nella prefazione del libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport: “La nostra mente ha dei poteri immensi di intervenire sul corpo e una via per poter accedere a questa misteriosa e sconosciuta forza è quella di superare la tendenza al dubbio e allo scetticismo che è presente nella nostra mente inconscia. Rilassamento, immaginazione, meditazione e capacità di adattamento sono vie estremamente efficaci per migliorare la propria condizione. Noi viviamo in una società che predilige principalmente le funzioni logiche dell'emisfero sinistro mentre  rifiuta in larga misura  quelle proprie dell'emisfero destro ed è proprio a causa di ciò i nostri poteri dell'immaginazione, della visualizzazione e della fantasia vanno sempre più atrofizzandosi.
L’utilizzo di questo potere, anche definito resilienza, di cui in realtà non si conoscono ancora i confini, sembra stare nella nostra capacità di governare questo nostro ologramma corporeo, ovvero i nostri costrutti personali modellati dalle nostre convinzioni pre-costituite che determinano la nostra visione. Le immagini mentali tendono a suscitare le emozioni, e a produrre le condizioni fisiche e gli atti ad esse corrispondenti. Pertanto maggiore sarà la nostra consapevolezza e maggiori saranno le opportunità di superare i nostri limiti. L’atteggiamento da aversi nell’esplorazione della nostra dimensione interiore, qualunque ne sia il fine, sia esso di natura corporea, psicologica o spirituale, dovrà essere quello del testimone imparziale, ovvero coltivando ciò che il filosofo fenomenologo Husserl chiama epoché che è l’atteggiamento del sospensione il giudizio applicando la posizione della mente che semplicemente contempla il proprio territorio interno. E’ infatti ben dimostrato che l’attività di giudizio inibisce il fluire spontaneo della manifestazione interna, è come se il fiume della consapevolezza venisse interrotto da una diga, appunto quella del giudizio, che è la resistenza principale nell’osservazione di sé.”
Da interviste ad ultramaratoneti emerge la scoperta di potenzialità insospettabile, infatti alla domanda: “Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?”, ho ricevuto le seguenti risposte:

Gli ultra-camminatori eco-spirituali del Team Frizzi e Lazzi


Nella città di Manfredonia si può riscontrare un incremento delle persone che praticano attività fisica con diverse modalità. Ci sono i camminatori del Lungomare, i corridori di diversi team, tra i quali Gargano ONLUS, la neonata Manfredonia Corre, gli ultra-camminatori eco-spirituali del Team Frizzi e Lazzi che si cimentano sia in distanze brevi e facili aperte a tutti, sia in distanze più lunghe e percorsi impegnativi a cui si arriva gradualmente.
Tra gli atleti di spicco ci sono Dario Santoro, un atleta a livello nazionale allenato dal mitico Domenico Ricatti, Campionissimo Barlettano del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare ed, inoltre, l’atleta FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilità Intellettiva e Relazionale) Alessandro Tomaiuolo che parteciperà ai Campionati Mondiali di Mezza Maratona km 21,095 INAS in Portogallo (Douro Valley) il prossimo 17 maggio, rappresentando l’unico atleta italiano ad indossare la maglia "azzurra".
Tra i prossimi impegni per il Team Frizzi e Lazzi vi è sabato mattina 11 aprile e domenica 12 aprile la prima 100km nel Gargano, con partenza da Vico del Gargano, attraversamento della Foresta Umbra, Vieste (arrivo della maratona) Peschici, Rodi del Gargano e arrivo a Cagnano Varano.

giovedì 26 febbraio 2015

CONVEGNO “Psicologia e sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva”

Matteo SIMONE 

Il 25 febbraio 2015, presso il Palazzo Ducale di Camerino ha avuto luogo l’evento “Psicologia e Sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva, organizzato dall'associazione Acrusd-Camerino in Corsa e promosso in collaborazione con Unicam, Cus e Liceo Sportivo di Camerino.

Hanno portato i loro saluti il prorettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari, il presidente del Cus Camerino Stefano Belardinelli, il Dirigente Scolastico dei Licei di Camerino, il docente del Liceo Sportivo di Camerino Alberto Montecchia, il rappresentante dell'Acrusd Giacomo Nalli e la coordinatrice del corso di laurea Unicam in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute Rosita Gabbianelli. Al convegno, cui hanno partecipato le prime due classi del Liceo Sportivo, sono intervenuti il dott. Matteo Simone, autore del libro “Psicologia dello sport e non solo”, che ha illustrato come incrementare autoefficacia e resilienza per gestire lo stress e raggiungere obiettivi. A seguire Luigi Del Buono, Campione Europeo Master 2014 sui 3000 siepi, ha trattato l'aspetto mentale nella disciplina della Maratona presentando il libro "Maratona! my friend". 
Nel corso del Convegno “Psicologia e sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva” organizzato dall’associazione "A.C.R.U.S.D. Camerino in corsa", in collaborazione con l’Università degli Studi di Camerino, ho invitato un alunno della 1^ e 2^ classe del Liceo Sportivo di Camerino a leggere un brano della Prefazione di Sergio Mazzei (Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work di Cagliari) al libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport:
A mio avviso, l’essere campioni non significa necessariamente ed esclusivamente primeggiare nelle pratiche sportive ma soprattutto riuscire a realizzare ciò che serve attraverso un processo irto di difficoltà. E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari. E’ un campione lo studente che supera gli esami del suo corso di studi o il timido e imbranato ragazzo che riesce a dichiararsi alla ragazza sognata nonostante la paura del rifiuto. Altrettanto è un campione colui che perseverando attraversa tutti gli ostacoli che si presentano nel suo cammino verso la realizzazione dei suoi obiettivi. Anche dal punto di vista della pratica psicoterapeutica è un campione il paziente che ha il coraggio di osservare se stesso e la propria vita e che impara a usare propria consapevolezza. 
In fondo il campione è colui che spinto dalla propria autoregolazione organismica, che è la funzione che permette agli esseri viventi di raggiungere la salute e la libertà, è capace di assecondarla e favorirla tollerando sofferenza e frustrazione allo scopo di realizzare il proprio obiettivo: esprimere se stesso. Erving Polster, uno dei più autorevoli gestaltisti viventi ha scritto un libro dal titolo “Ogni vita merita un romanzo” che evidentemente sottolinea come il valore delle azioni vada ritrovato nella difficoltà relativa di ogni individuo che affronta la propria vita. Ben lungi quindi dal mito della prestazione fisica, del riuscire a realizzare il primato o l’eccellenza in qualche riuscito risultato sportivo, il valore dell’individuo andrebbe visto in relazione al vissuto soggettivo e quindi a quanto è difficile per qualcuno compiere una qualche azione
.”

Inoltre ho invitato Luigi Del Buono, Campione Europeo Master 2014 sui 3000 siepi ed autore del libro “Maratona! My friend”, a leggere un brano del libro “Psicologia dello sport e non solo” relativo l’affrontare al meglio una maratona:
Una maratona oltre ad essere una competizione atletica è un esercizio fisico prolungato nel tempo che supera le 2 ore e che può protrarsi anche per 6-8 ore, pertanto affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una preparazione fisica e mentale, direi una preparazione totale dell’essere umano che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2 ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle ambizioni dell’atleta.
Pertanto, a pochi giorni dalla partenza della maratona, l’atleta non può far altro che fare il punto delle sue condizioni in base ai test di allenamento e alle sue percezioni di benessere fisico/mentale.
L’atleta conoscendo il suo modo di affrontare questo tipo di competizione potrebbe essere già a conoscenza dei suoi errori durante la stessa competizione e potrebbe non far niente per evitarli avendo la presunzione che questa volta non cadrà negli stessi errori, un consiglio è pensare che questa è la volta buona per non fare errori, per esempio:
- non partire troppo veloce rispetto alle proprie potenzialità di prestazione ed evitare la solita crisi del dopo 30/35 km, in questo caso il suggerimento è di immaginare di percorrere una competizione di 37 km e 197 metri, considerando altri 5 iniziali di riscaldamento ad una andatura di una decina di secondi al km più lenti del ritmo gara in modo da evitare di correre i primi km ad una velocità troppo sostenuta rispetto al ritmo prefissato, perché il sentirsi freschi e l’adrenalina in circolo invitano a strafare. Si sa che la partenza ad una velocità superiore a quella prefissata brucia subito le riserve di zucchero e dopo di che diventa il grasso il carburante ma non è altrettanto redditizio.
- Un altro errore frequente è arrivare alla disidratazione, a causa della mancanza di sete durante la prima parte di gara e il non voler sforzarsi a bere per non perdere secondi ritenuti preziosi o per evitare di inciampare nei pressi dei tavolini del ristoro o nel non rischiare di perdere il gruppo di amici che hanno lo stesso ritmo di corsa. Un consiglio potrebbe essere nell’allearsi dall’inizio con un altro atleta che ha più o meno la stessa andatura di gara e decidere di alternarsi nel recuperare bevande ai ristori.
- Altro errore che in genere potrebbe incorrere il maratoneta è un ritmo non costante, perché può capitare che si viene superati e allora si cerca di seguire l’altro ad una velocità che anche se è leggermente superiore, alla lunga fa pagare le conseguenze.
- Altro errore è di partecipare alla competizione anche se non ci si sente preparati, e questo perché si e già organizzato il viaggio, si sono presi degli impegni, ecc., il rischio è di farsi del male, pertanto si fa sempre in tempo a rinunciare rimettendoci anche qualche soldo ma, in compenso, si preserva la propria salute nonché la propria forma fisica in modo da potersi preparare per una successiva competizione. Se non si è pronti si può anche valutare di optare per un test di distanza minore ma importante per una successiva maratona, tale distanza potrebbe essere tra i 21km 97 metri e i 25/35 km, in considerazione anche del fatto che ci sono poche gare di distanze intermedia tra mezza e maratona.”

L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età

L' Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le “Global recommendations on physical activity for health” (Raccomandazioni globali sull’attività fisica per la salute).
Questo documento indica i livelli di attività fisica raccomandati per la salute nelle fasce d'età 5-17 anni, 18-64 anni e over65. Le raccomandazioni sono orientate alla prevenzione primaria delle malattie cardiorespiratorie, metaboliche, muscolo-scheletriche, tumorali e dei disturbi depressivi.
L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età: nei bambini promuove uno sviluppo fisico armonico e favorisce la socializzazione, mentre negli adulti diminuisce il rischio di malattie croniche e migliora la salute mentale. Non è mai troppo tardi per iniziare con l’attività fisica. Per gli anziani, i benefici riguardano l’autonomia funzionale, la diminuzione del rischio di cadute e di fratture e la protezione dalle malattie correlate all’invecchiamento.
L’attività fisica tesa al benessere fisico e sociale, non solo quale sport per raggiungere prestazioni eccellenti, non solo sport come performance ma anche come promozione della salute, prevenzione ed aggregazione sociale.

Psicologia e sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva

Matteo SIMONE

La Psicologia dello Sport (PdS) è una disciplina che si è sviluppata a partire dalla seconda metà degli anni ’60.

Primo congresso mondiale di Psicologia dello Sport venne tenuto a Roma nel 1965.
In tale occasione venne fondata la prima Società Internazionale di Psicologia dello Sport, l’International Society of Sport Psychology (ISSP), e Ferruccio Antonelli ne fu eletto presidente.
American Psychological Association, Division of Exercise and Sport Psychology (APA Division 47)
La psicologia dello sport è un campo multidisciplinare che interseca la psicologia, le scienze dello sport e la medicina.

martedì 24 febbraio 2015

Per dire ancora una volta NO AL DOPING

Aumentano sempre di più i messaggi e le iniziative per combattere l’epidemia del DOPING che cerca di sconfiggere lo sport. Ma lo sport praticato in maniera corretta e con il rispetto delle regole fa tanto bene per la salute psicofisico e quindi è importante da parte di tutti, cittadini, associazioni ed istituzioni mobilitarsi per una corretta informazione e sensibilizzare alla pratica dello sport quale attività aggregativa e senza scorciatoie.
Nel libro “Mondo doping” sono riportate spontanee dichiarazioni che il 13 dicembre 2001 Barbi riportata ai Carabinieri dei NAS: “Sono un atleta della maratona già appartenente alla Società Cover di Verbania ed alla nazionale Italiana di atletica. Sono stato trovato positivo al test epo ai controlli antidoping agli scorsi mondiali tenutisi nell’agosto 2001 in Canada ad Edmington. In relazione a tale positività mi è stata inflitta, dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera e dalla Federazione Internazionale, una squalifica di 4 anni. Questo episodio ha cambiato la mia vita: al di là dell’allontanamento dallo sport che amo mi ha profondamento colpito anche per motivazioni di carattere morale: ho una bambina di nove anni che sta iniziando ora l’attività atletica, voglio quindi contribuire a farla crescere in un mondo sportivo pulito ed allo stesso tempo voglio riacquistare il più possibile la credibilità ed il rispetto dell’opinione pubblica. Per questo ho deciso di rivolgermi a qualcuno per raccontare il reale svolgimento dei fatti e tutto quello che è a mia conoscenza sulla piaga del doping, con la speranza di contribuire a migliorare le cose. Ho fatto uso di eritropoietina per migliorare i miei risultati sin dal giugno 1998, prima della maratona di New York nella quale mi qualificai 6°.”

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