venerdì 20 novembre 2015

E’ ripartita la macchina organizzativa della Corsa di Miguel

E’ ripartita la macchina organizzativa della Corsa di Miguel. Ecco le novità dell'edizione 2016, in calendario per domenica 31 gennaio. La Corsa di Miguel non è solo una corsa podistica ma molto di più, è una manifestazione organizzata dal Club Atletico Centrale con l’Unione Italiana Sport per Tutti intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino desaparecido, uno delle migliaia dii desaparecidos uccisi dal governo argentino per fini politici. Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Affrettarsi ad iscriversi alla gara competitiva entro il 15 Dicembre 2015 per partecipare a un'estrazione di cento premi che sarà effettuata il giorno 18 (bici, tute, zainetti, felpe, libro sulla storia delle Olimpiadi) e per avere il pettorale personalizzato con la storia dell’atletica, con inciso un numero associato ad un campione che ha segnato la storia dell’atletica leggera.
Sulle scuole si punta come sempre moltissimo. Era la notte tra l’8 e il 9 gennaio 1978 a Buenos Aires quando uno squadrone paramilitare al servizio della dittatura militare che dal 1976 al 1983 ha terrorizzato il paese sudamericano, fece irruzione in casa Sanchez e portò via Miguel, 25 anni, senza ragione. Come accadde ad altre trentamila persone circa, i tristemente famosi desaparecidos di cui nessuno ha più avuto notizie.

giovedì 19 novembre 2015

Chi è resiliente non si lascia abbattere da una sconfitta

“Ciò che non mi uccide mi rende più forte” (Friedrich Nietzsche)
La resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, infatti, non si lascia abbattere da una sconfitta ma ne esce rafforzato, analizza i suoi errori e trova le giuste soluzioni per tornare a vincere. È grazie a questa dote del carattere che si diventa campioni: alcuni ci nascono altrimenti la si può sempre coltivare.
Il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più forti, con un valore aggiunto. Gli individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un processo resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma risanano le ferite assumendosi il controllo della propria esistenza e riorganizzando la propria vita.
Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e contestuali. Le persone dotate di alta resilienza sono flessibili, sanno adattarsi con prontezza a nuove situazioni.
Si definisce resilienza la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in generale alle difficoltà della vita. La resilienza permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta. La persona resiliente possiede propensione a ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà. Essere resilienti significa essere duttili e flessibili, accettando di sbagliare, sapendo di poter rivedere e correggere le proprie azioni.

Nuove sfide per gli atleti paralimpici del Ministero della Difesa

“Ciò che non mi uccide mi rende più forte” (Friedrich Nietzsche)
Il CIP ha assunto il ruolo di Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimipiche (sport per persone disabili), sia a livello centrale che territoriale, alla stregua del CONI per lo sport olimpico (sport per persone normodotate), mantenendo il compito di riconoscere qualunque organizzazione sportiva per disabili sul territorio nazionale e di garantire la massima diffusione dell’idea paralimpica ed il più proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone disabili, in stretta collaborazione con il CONI stesso.
Il movimento paralimpico italiano ha mosso i primi passi negli anni che precedono i primi Giochi Paralimpici Esitivi di Roma 1960, quando presso il Centro Paraplegici di Ostia dell’INAIL, il prof. Antonio Maglio diede i natali alla sport-terapia in Italia, alla stregua di quanto fatto dal prof. Guttman in Gran Bretagna con i reduci della II Guerra Mondiale. Maglio introdusse le attività fisiche attraverso numerose discipline sportive, utilizzando lo spirito agonistico quale stimolo a reagire e ritrovare le proprie abilità. (3)
Storicamente, i primi giochi per disabili si tennero nel 1948 in Gran Bretagna, nell’ospedale di Stoke Mandeville, non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Le competizioni, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle forze armate britanniche, ebbero molto successo e medici e tecnici di tutto il mondo visitarono il centro per apprendere tali metodologie riabilitative.
Nel 1952 per la prima volta i giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma, edizione da cui si comincia a parlare di vere e proprie Paraolimpiadi. (1)

martedì 10 novembre 2015

Imparare l’arte del perdere, considerare la sconfitta come un’opportunità

Matteo Simone


Se un atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi con se stesso per quello che è riuscito a fare, complimentandosi con l’avversario per la bravura dimostrata in quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte o che riesce a batterti.

In questo caso un aspetto importante del vero campione è la resilienza, il cui significato, derivante dalla metallurgia, è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza.

lunedì 9 novembre 2015

Dario Santoro, atleta di Manfredonia, Campione Italiano di Maratona 2015

Dario Santoro (Atl. Potenza Picena), 25enne atleta di Manfredonia allenato da Matteo Palumbo, si aggiudica il titolo di Campione Italiano di Maratona nella bellissima città di Ravenna con un crono di 2h.24’25”, precedendo Massimiliano Strappato dell'Atletica Osimo (2:25:32) e Massimiliano Brigo della Bovisio Masciago (2:25:46“).

Dario dimostra di confermare la sua progressione verso obiettivi sempre più prestigiosi e l’ottima forma già dimostrata con il suo primato personale sulla mezza maratona con il tempo di 1h05’39” nella Mezza Maratona di Telese Terme, gara valevole come Campionato Italiano. Nel corso degli ultimi anni si è dimostrato molto resiliente continuando a fare sport con impegno, convinzione e determinazione centrando un nuovo prestigioso obiettivo.

Giuseppe Mangione, ultrarunner: La vita è cambiata in meglio

Matteo SIMONE 

Tra i tanti ultramaratoneti che si esprimono sulle lunghe distanze tanti risiedono nella Puglia, soprattutto iscritti con l'Asd Barletta Sportiva il cui Presidente è Enzo Cascella.

Tra di essi ho avuto modo di conoscere Giuseppe Mangione, molto presente nelle gare di lunga distanza, ben voluto da tutti, per la sua serenità, eleganza nel correre e rispetto per le persone e per quello che fa.
Giuseppe Mangione lo scorso 4 luglio è diventato campione nazionale Master 24 ore nella categoria SM50 in località Pantano, Basilicata.

venerdì 6 novembre 2015

Combattere inattività fisica e cattiva alimentazione

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2009 ha pubblicato il rapporto “Interventions on diet and physical activity: what works” (in breve “What works”). Il lavoro presentava, in diversi documenti, i risultati di un’indagine fatta sulla base di 395 pubblicazioni scientifiche selezionate dagli autori per la loro correttezza scientifica tra oltre 1700 studi esaminati (937 studi sull’alimentazione e 776 sull’attività fisica). Questa pubblicazione, nata sotto il cappello strategico della Global Styrategy on Diet, Physical Activity and Health (Dpas) adottata nel 2004 dall’Assemblea mondiale della sanità, ne fa proprie le linee guida e il mandato: combattere inattività fisica e cattiva alimentazione (principali cause di gran parte delle malattie non trasmissibili che affliggono la popolazione) e seguire obiettivi e strategie comuni.
L’Istituto Superiore di Sanità prende parte alla Joint Action on Nutrition and Physical Activity - JANPA, il cui obiettivo principale è fermare, entro il 2020, la crescente diffusione di sovrappeso e obesità tra i bambini e gli adolescenti, mettendo a fuoco specifici risultati che possano contribuire in modo efficace alle politiche nutrizionali e relative all’attività fisica dedicate.

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