“Ciò
che non mi uccide mi rende più forte” (Friedrich
Nietzsche)
Il CIP ha assunto il ruolo di Confederazione
delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimipiche (sport per persone
disabili), sia a livello centrale che territoriale, alla stregua del CONI per
lo sport olimpico (sport per persone normodotate), mantenendo il compito di
riconoscere qualunque organizzazione sportiva per disabili sul territorio
nazionale e di garantire la massima diffusione dell’idea paralimpica ed il più
proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone disabili, in stretta
collaborazione con il CONI stesso.
Il movimento paralimpico italiano ha mosso i primi
passi negli anni che precedono i primi Giochi Paralimpici Esitivi di Roma 1960,
quando presso il Centro Paraplegici di Ostia dell’INAIL, il prof. Antonio
Maglio diede i natali alla sport-terapia in Italia, alla stregua di quanto
fatto dal prof. Guttman in Gran Bretagna con i reduci della II Guerra Mondiale.
Maglio introdusse le attività fisiche attraverso numerose discipline sportive,
utilizzando lo spirito agonistico quale stimolo a reagire e ritrovare le
proprie abilità. (3)
Storicamente,
i primi giochi per disabili si tennero nel 1948 in Gran Bretagna, nell’ospedale
di Stoke Mandeville, non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di
Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore di quel centro di riabilitazione
motoria. Le competizioni, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri
delle forze armate britanniche, ebbero molto successo e medici e tecnici di
tutto il mondo visitarono il centro per apprendere tali metodologie
riabilitative.
Nel 1952 per
la prima volta i giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali, e nel
1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma, edizione da cui si
comincia a parlare di vere e proprie Paraolimpiadi. (1)
Armando Iannuzzi a seguito di un tragico incidente di volo ad alta quota che gli provocò una lesione spinale lombare, ora è
coordinatore delle attività degli atleti paralimpici del ministero della
Difesa. Sulla rivista SuperAbile INAIL di Novembre
2015 (3)
Iannuzzi racconta di se e degli atleti paralimpici del
Ministero della Difesa: «Quando abbiamo cominciato eravamo in undici, ora gli atleti
impegnati in varie discipline sportive sono 35, di cui due donne».
Iannuzzi racconta il suo percorso di riabilitazione
che ha comportato impegno, determinazione e dimostrando di essere tanto
resiliente e di non abbattersi dopo l’incidente ma di reagire e di reinventarsi
la propria vita: “Dopo due anni e mezzo di fisioterapia per sette-otto ore al
giorno (compresa quella in acqua), sono riuscito a camminare con stampelle e
tutori.”
Iannuzzi ha avuto il sostegno della famiglia gli è
stata vicino nei momenti difficili, e con forza e determinazione ha iniziato a
praticare lo sport ed a essere sempre più competitivo raggiungendo i suoi
obiettivi e vincendo anche titoli Italiani: “Ho scoperto il nuoto come sport
agonistico, con nuovi stimoli e obiettivi: iniziando nel 2002 a gareggiare per
gioco, in sette anni ho vinto otto titoli italiani; se prima dell’incidente
facevo 50 metri in 35 secondi, da disabile ce ne ho messi 29,9, cinque in meno.
È stato decisivo anche rientrare in servizio, l’ho chiesto con forza e
convinzione nonostante la difficoltà: le opportunità sono quelli che ti poni.”
Agli Invictus Games, competizione militare internazionale
paraolimpica organizzata dal Royal Foundation del Principe Hanry e dal
Ministero della Difesa britannico, hanno preso parte oltre 400 atleti
militari diversamente abili, provenienti da 14 Paesi. Il medagliere Italiano
arriva a quota cinque: due ori, due argenti ed un bronzo.
Le Medaglie d’oro conquistate da Domenico Russo per i 100 metri
mentre Fabio
Tomasulo conquista l’oro con il
tiro con l'arco. Le medaglie
d'argento sono conquistate per il nuoto 50 metri stile libero, da Marco Iannuzzi,, e per il rowing
indoor (canottaggio al coperto), nello sprint di un minuto, da Loreto di Loreto. La
medaglia di bronzo è conquistata da Pasquale Barriera, per il nuoto 50 metri stile libero
della propria categoria.
Ora si pensa ai prossimi obiettivi e cioè nuove sfide
per gli atleti paralimpici del Ministero della Difesa: “Alle Paralimpiadi di
Rio 2016 avremo una convocata per l’atletica, un altro nella Nazionale di tiro
a segno. Abbiamo anche un arciere con ottime premesse. Nel frattempo stiamo
provando a fare sport di squadra: sitting volley e wheelchair rugby.”
Ci
sorprendiamo ad apprendere che anche i disabili praticano sport, abbiamo
difficoltà ad immaginare come possano fare a superare le proprie disabilità per
praticare un determinato sport, eppure il disabile riesce ad eccellere nello
sport, ed è anche determinato nei suoi obiettivi, riesce ad ottenere i successi
prefissati grazie alla sua capacità, alla sua determinazione, alla sua voglia
di emergere, di stare con gli altri, di dimostrare il suo valore, di
riscattarsi.
(1) SuperAbile Magazine, Anno III
- numero cinque, maggio 2014, pp. 26-27.
(2) REGIONE
TOSCANA, Il 2004 dello sport,
Firenze, febbraio 2005, p. 75.
(3) SuperAbile
INAIL del 16 Novembre 2015, pp. 16-17.
380-4337230
- 21163@tiscali.it
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