domenica 21 febbraio 2016

Angela Gargano, Guinness World Record, 100 maratone in un anno

Matteo SIMONE

Una donna straordinaria, la si incontra a tante maratone, a tante ultramaratone, alle gare più impensabili e difficili quali la 202,4km Nove Colli Running, a gare di 24 ore di corsa, 6 giorni di corsa e perfino 10 giorni di corsa, una vita a correre. 

Solare e amichevole sempre con il sorriso e pronta ad aiutarti.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Ho vinto qualche maratona ed ultra, nel 2002 ho corso 100 maratone in un anno solare ed inscritta nel Guinness World Record, ad Antibes ho stabilito la migliore prestazione femminile italiana della 6 giorni (564,220 km) e ad Atene la migliore prestazione femminile italiana della 10 giorni (826,00 km), ma non mi sono mai sentita una campionessa. Però, una sola volta mi sono sentita tale, e non per aver vinto, semplicemente per aver tagliato il traguardo della Nove Colli (202 km).

giovedì 18 febbraio 2016

Marinella Satta: La maratona di Rimini con 2 palloni da basket


Gabriele Rusin, Presidente dell'ASD "Rimini Marathon", allenatore di minibasket ed ex giocatore di basket di serie A, si è reso disponibile a ospitare Marinella Satta alla maratona di Rimini per un'impresa da Guinness dei primati: correre la maratona con 2 palloni di basket, coinvolgendo anche tutte le squadre di minibasket di Rimini, Sant'Argangelo e Bellaria, circa 300-400 bambini, che hanno corso a staffetta, la maratona con Marinella.  

Di seguito Marinella racconta della sua impresa e risponde ad alcune mie domande sulla sua vita di atleta: Non posso deludere i bambini, cercherò di fare del mio meglio e cercherò di fare la maratona con 2 palloni. Ho già iniziato gli allenamenti con 2 palloni. 

mercoledì 17 febbraio 2016

Salvo Campanella, handbiker: Tutta la vita è una gara

Matteo SIMONE 

Ex maratoneta, Salvo Campanella il 2 luglio del 2012 è precipitato da sette metri di altezza, nel cantiere dove lavorava. 

Racconta nell’intervista pubblicata su SuperAbile INAIL, Il magazine per la disabilità, (Agosto Settembre 2014): “Cosa ho provato dopo l’incidente? Mi sono fatto una risata. Intanto sono rimasto vivo, e poi poteva andare peggio”.
Sempre sulla rivista è riportato che nel tragitto in ambulanza verso l’ospedale Salvo chiama la moglie e le dice: “Ho avuto un incidente sul lavoro, mi sono fatto male alla schiena, non mi funzionano le gambe, la maratona di New York me la vado a fare in handbike”.

18 giorni dopo l’incidente Salvo viene trasferito all’Unità spinale di Palermo e, alla fine del mese, comincia la riabilitazione a “Villa delle ginestre”. 

Daniel Fontana: La gara della vita quando ho vinto il mio primo Ironman

Ho realizzato sogni che non immaginavo neanche come andare alle olimpiadi
Matteo SIMONE

L’Ironman consiste in una competizione di triathlon considerata estrema, la frazione di nuoto è di 3,8 km, si pedala per 180km e si conclude correndo la maratona di 42,195km. 

In settembre 2015 ho portato a termine l’Ironman dell’Isola d’Elba impiegando 16h16’ ed arrivando nel tempo massimo di 17 ore e quasi ultimo degli arrivati, ma la considero la gara più bella della mia vita.
Anche per Daniel la gara della vita forse è stata un Ironman, ma lui l’Ironman l’ha vinto, ed allora, attraverso le risposte ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance, abbiamo l’opportunità di conoscere il punto di vista di un campione riguardo gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Ho vissuto enormi soddisfazioni nello sport, ma anche frustrazioni infinite, tutte le volte che mi sono sentito un campione è arrivato qualcuno e mi ha messo i piedi per terra da sportivo comune.”

La prossima maratona di Roma corri per Sport Senza Frontiere Onlus!!


Attraverso il Progetto “FOR GOOD”, l’associazione onlus Sport Senza Frontiere ha scelto di aderire al Charity Program della Maratona di Roma al fine di reperire su Roma i fondi necessari a garantire a 15 bambini svantaggiati un percorso sportivo di un anno integrato da uno screening e monitoraggio sanitario.
Sport Senza Frontiere da anni si batte per l’integrazione sociale attraverso lo sport.
Per questo motivo, sotto la guida di operatori qualificati e in collaborazione con una rete solidale di partner e associazioni sportive, organizza percorsi sportivi gratuiti per bambini e adolescenti che si trovano in una situazione di grave disagio sociale.
I fondi raccolti fino ad oggi hanno consentito a Sport Senza Frontiere di ampliare il proprio raggio d’azione e, grazie al progetto “FOR GOOD”, l’associazione opera a Milano, Roma, Napoli e Buenos Aires con l’obiettivo ambizioso di seguire 700 bambini e adolescenti svantaggiati provenienti da quartieri a rischio e particolarmente disagiati.
Lo sport ha lo straordinario potere di incidere profondamente sulle persone e quindi di influire sul cambiamento di tutta la società.
Per questa ragione è importante permettere a tutti di praticarlo, anche ai bambini più svantaggiati, importante è anche contribuire ad elevare lo sport a veicolo di educazione, inclusione sociale e benessere di tutta la Comunità.
Per questo motivo ho deciso di correre i 42 km della prossima Maratona di Roma per i bambini seguiti da Sport Senza Frontiere

martedì 16 febbraio 2016

La forza della passione e della determinazione

Matteo SIMONE

Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica, in base agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.

Quindi, la cosa importante è decidere le priorità, gli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento, da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più sono le pretese, più è alto l’impegno, il costo in termini di soldi, di investimento di tempo.
Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.

Sviluppare la resilienza per prevenire il doping

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 

Gli atleti resilienti sono meno propensi a fare uso di sostanze dopanti, ma di fronte a sconfitte e frustrazioni si mettono sotto con l’impegno, la tenacia, la forte motivazione e fanno in modo di riuscire nel loro intento o, comunque, se non riescono a tornare ai vertici possono considerare e valutare i propri limiti senza cercare di barare per superarli ed ottenere vittorie o prestazioni truccate.

La resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo” (mentre mi piego mi preparo), sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza. 

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