Matteo SIMONE
Una donna straordinaria, la si incontra a tante maratone, a tante ultramaratone, alle gare più impensabili e difficili quali la 202,4km Nove Colli Running, a gare di 24 ore di corsa, 6 giorni di corsa e perfino 10 giorni di corsa, una vita a correre.
Solare e amichevole
sempre con il sorriso e pronta ad aiutarti.
Ti sei sentita campionessa nello sport
almeno un giorno della tua vita? “Ho vinto qualche
maratona ed ultra, nel 2002 ho corso 100 maratone in un anno solare ed
inscritta nel Guinness World Record, ad Antibes ho stabilito la migliore
prestazione femminile italiana della 6 giorni (564,220 km) e ad Atene la
migliore prestazione femminile italiana della 10 giorni (826,00 km), ma non mi
sono mai sentita una campionessa. Però, una sola volta mi sono sentita tale, e
non per aver vinto, semplicemente per aver tagliato il traguardo della Nove
Colli (202 km).”
Come ha contribuito lo sport al tuo
benessere e quali fattori che hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? “E’ risaputo che lo sport faccia bene. Quando corro mi sento
libera, mi piace allenarmi lungo il mare per respirare ossigeno iodato,
conoscere nuova gente e località interessanti. Tutto questo ha contribuito al
mio benessere e, conseguentemente, a migliorare la prestazione.”
Più c’è benessere e più c’è performance,
è quello che dovrebbe accadere anche negli ambienti di lavoro, più il personale
sperimenta benessere negli ambienti di lavoro e più è produttivo e performante.
Come hai scelto il tuo sport? “Non
l’ho proprio scelto, mi si è presentato dopo il matrimonio, e l’ho adottato. La
domenica, mio marito, dopo che avevamo lavorato insieme tutta la settimana,
usciva per una corsetta, mentre io rimanevo in casa a pulirla e a preparare da
mangiare. Ciò che ha scatenato la mia voglia di correre è stato il vederlo rientrare
sudato, stanco, rilassato e felice. ‘Bene!’, dissi fra di me ‘farò altrettanto,
lo seguirò!’.”
Importanti sono i modelli di
riferimento, vedere altri che stanno bene facendo sport spinge a provare.
Nella tua disciplina quali difficoltà si
incontrano? “All’inizio gli allenamenti sono stati duri. Per me che cominciavo
da zero e molto impegnata in un lavoro libero-professionale, è stato faticoso. In
tutti i modi, dopo due mesi ero già schierata sulla linea di partenza della
Roma-Ostia. Ma era la maratona il mio obiettivo primario, che ho realizzato
poco dopo. Entrata nel mondo dei maratoneti, mi sono lasciata trascinare dalla
loro filosofia di vita. Portata a termine la prima 42 km, le altre e le
ultramaratone sono venute come le ciliegie tanto da averne completate 707 a
tutt’oggi.”
707 maratone, un numero notevole,
trattasi di una super donna.
Quale alimentazione segui prima, durante
e dopo una gara? “Personalmente, adoro la pasta e i dolci.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “Non ho mai pensato di mollare. Con l’età qualche
dolorino comincia a presentarsi, ma io vado avanti e voglio imparare a
convivere. Mi hanno insegnato ad ascoltare il mio cuore e la mia mente.”
Chi ha contribuito al tuo benessere
nello sport o alla tua performance? “Il matrimonio, che mi ha fatto conoscere
il mondo della corsa. Solitamente, gestisco io la mia gara, ma in gare
particolarmente difficili per una non buona organizzazione o nelle gare di
montagna che presentano qualche rischio, mio marito mi è vicino e mi infonde
sicurezza e benessere. Se poi voglio migliorare i miei tempi, devo
obbligatoriamente fare allenamenti con mio marito; quando esco da sola o con le
amiche corro a ritmi turistici.”
La gara della tua vita dove
hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “In
ogni gara mi impegno e cerco di dare sempre il massimo. L’emozione più grande
che conservo nel mio cuore e che rivivo ogni volta che ci penso, è quella
provata quando ho tagliato il traguardo della Nove Colli. Tutti gli amici
romani della Villa De Sanctis mi sono venuti incontro e mi hanno accompagnato
fino all’arrivo, dove c’era mio marito che mi ha abbracciato dicendomi: ‘Sei
stata fortissima!’.”
La Nove Colli, una gara di 202 km con
tantissimo dislivello diventa per Angela una fonte importantissima di
autoefficacia per essere riuscita a portare a termine un impresa e per il
riconoscimento ricevuto da parte di tutti. Diventa una risorsa per Angela e va
custodita sempre con se.
Una tua esperienza che ti possa
dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita?
“La corsa mi ha aiutato a superare tante difficoltà, è riuscita a farmi sentire
più forte, più sicura. Nel 1999 ho portato a termine la Marathon de Sables, 224
km in cinque giorni in autosufficienza idrica ed alimentare; pensavo che non
sarei stata in grado di arrivare in fondo, e invece ce l’ho fatta. Questa gara
mi forgiato il carattere e ha contribuito a rafforzare la fiducia nei miei
mezzi.”
Ha saputo costruire la sua autoefficacia
Angela, gara su gara, riuscendo ogni volta ad alzare un pochino l’asticella
delle difficoltà.
Quali capacità, risorse,
caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Umiltà, resistenza
fisica e mentale, tenacia.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “La
fatica non esiste. E’ un fatto psicologico. Basta non pensarci, e svanisce. In
gara, può essere tanta, ma appena da lontano intravedo lo striscione d’arrivo
mi sento fresca come una rosa, e felice taglio il traguardo.”
E’ quello che emerge dalle interviste a
tanti ultramaratoneti, la fatica non esiste, c’è la voglia di misurarsi con se
stessi, con gli altri, con le difficoltà, ma la stanchezza e le crisi come
vengono così se ne vanno nella maggior parte dei casi.
Cosa pensano familiari e amici
della tua attività sportiva tesa al benessere e/o performance? “A parte mio
marito che crede in me e mi stimola, tutti gli altri parenti pensano che io non
sia del tutto normale, specialmente quando mi hanno visto correre sotto la
pioggia gelida. Sono convinti che io esageri, o per lo meno che mi sottoponga a
stress che non danno nessun ritorno benefico, anzi che vada in cerca di guai!"
Un episodio curioso
o divertente della tua attività sportiva? “Correvamo la 100 km di Sicilia da
Trapani a Palermo, e come al solito mio marito era molto avanti a me. Lo
raggiunsi intorno al 50° km, notando che era claudicante e in evidente
difficoltà. Mi aveva aiutato tante volte ed era mio dovere fermarmi per rendermi
conto personalmente delle condizioni della caviglia che si teneva tra le mani.
Gli chiesi come stesse, e mi rispose di star bene e di non aver bisogno di
aiuto. Mi accorsi che mentiva per non farmi preoccupare, ma era la risposta più
conveniente per me. Mi ero informata sul suo stato di salute e mi aveva
rassicurato, avevo la coscienza a posto! Neppure un attimo per fermarmi, e
ripartii come un razzo. L’occasione era troppo ghiotta per me. Per la prima volta
nella mia vita potevo giungere prima di lui al traguardo. Fui prima assoluta, e
detti un’ora di distacco a mio marito.”
Finalmente Angela ha superato anche il
suo Maestro marito, bella soddisfazione anche questa, vincente e performante
nello sport e nella vita familiare.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
praticare attività fisica? “Pensavo di essere timida, e certamente lo sono, ma
ho capito che quando c’è da soffrire sono capace di tirar fuori un coraggio che
non sapevo di possedere.”
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante e impegnativa? “Non
ha stravolto le mie abitudini condividendo con mio marito la stessa passione.
E’ diventata certamente meno monotona, anzi decisamente più eccitante ed
intensa.”
Quali sono le tue sensazioni
pre-gara, in gara, post-gara? “Prima della gara, sono sempre un po’ tesa; in gara,
la tensione passa e imposto l’andatura in sintonia con le sensazioni che
provengono dal mio corpo; tagliato il traguardo, anche ad essere stanca morta,
la felicità invade il mio corpo e la mia anima.”
Che
consiglio daresti a coloro che devono fare scelte
importanti nello sport? “Non andare mai oltre i propri limiti. Mantenere in
gara un comportamento leale e mai barare.”
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping nella tua carriera sportiva? “Mai! Non uso ristori personali, né
faccio ricorso ad integratori o a farmaci analgesico-antinfiammatori. Alla 24
ore di Ciserano, sono stata sottoposta all’antidoping, ovviamente con esito
negativo.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere e/o performance? “Il doping può farti migliorare qualche performance, ma a lungo
andare ti distrugge sia psicologicamente che fisicamente, quindi bisogna stare
lontani da quelle persone che ti promettono falsi successi.”
Riesci ad immaginare una vita senza sport? “No! Per me lo sport è vita, però, se un giorno la condizione fisica non
dovesse essere ottimale, mi adatterò
alla nuova situazione.”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “La crisi, durante una gara lunga, prima o poi arriva. Bisogna
camminare per qualche tratto e capire cosa sta succedendo. Di solito, così come
è arrivata se ne va. Se poi è dovuta a qualcosa di più grave, bisogna avere il
coraggio di fermarsi.”
E’ vero mai dire non mi fermerò mai, è
importante conoscersi bene e capire se è il momento di fermarsi per evitare
ulteriori danni al proprio organismo che a volte potrebbero essere
significativi ed anche irreparabili.
Ritieni utile lo psicologo
dello sport? “Non
saprei. Per quanto mi riguarda, lo psicologo
è dentro me.”
Un tuo messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno? “Lo sport fa bene, ti fa sentire più forte, ti dà
sicurezza, ti fa pensare positivo. E’ una palestra che ti prepara ad affrontare
le difficoltà della vita.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Tantissimi sogni ho realizzato. Quando nel 1999 ho
corso 27 maratone in un anno, sembrava che avessi fatto qualcosa di
eccezionale, tanto che Giuliano Orlando, giornalista di Correre, mi dedicò tre
pagine sulla rivista; ero su tantissimi settimanali, Gente, Donna Moderna e tanti
altri, parlavano di una donna sempre in corsa, una stakanovista della maratona;
fui invitata anche alla trasmissione televisiva La Ruota della Fortuna,
condotta da Mike Buongiorno. La corsa mi ha fatto conoscere molte belle persone
e mi ha fatto visitare molti luoghi. Ho corso nel deserto, al circolo polare
artico, sull’Himalaya, in grandi città e in località sperdute che mai mi sarei
sognato di visitare. Ho al mio attivo anche qualche buona performance come ho
già riferito. Ma sogno ancora, come prima e più di prima. E’ arida una vita
senza sogni. Quello più ricorrente è tagliare
il traguardo di Atene-Sparta.”
Nel libro “Lo sport delle donne” riporto un’intervista ad Angela.
Angela è menzionata nei seguenti libri
“Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell'atleta” di Matteo Simone. Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2017.
“Sogni olimpici. Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Autore: Matteo SIMONE. Presentazione di: Isabel FERNANDEZ. Prefazione di: Sonia DE LEONARDIS. Data di pubblicazione: 31 dicembre 2021.https://www.aracneeditrice.eu/it//pubblicazioni/sogni-olimpici-matteo-simone-9791259943088.html
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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