Matteo Simone
Questa è la storia di un ragazzo resiliente con tanta voglia di vivere e di rialzarsi, ci accomuna la passione per lo sport ed in particolare per il triathlon.
Tanti problemi, ma
mai arreso, sempre ripartito con ambizioni alte, per poco non si è qualificato
ai mondiali, ma ora questo è l’obiettivo numero uno e ci sta lavorando.
Ecco
come si racconta Andrea Pisanu.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o
sempre un comune sportivo? “Ogni volta che taglio il traguardo, e soddisfatto
di ciò che ho fatto, so di aver vinto. Tante volte ho tagliato il traguardo per
primo, e tante per secondo o terzo, ma la mia più grande soddisfazione non è
tanto la posizione, ma sapere di aver dato il massimo in quell'esatto momento.
In quel momento, si mi sento un campione.”
Andrea si è sentito più volte non solo campione nello sport ma anche
nella vita per aver sempre superato i momenti bui con tanta voglia di
continuare ad esistere, ed ora non esistono ostacoli per i suoi obiettivi.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Lo sport è
vita, è benessere, ma anche grande condivisione."
Quali fattori che hanno contribuito al tuo benessere o performance? "Le mie performance. Ci sono
arrivato per gradi, voglia di fare, voglia di migliorarmi, voglia di sentirmi
soddisfatto.”
Lo sport contempla tanti aspetti e tanti valori, tra i quali il
riuscire nei propri obiettivi, l’impegnarsi per ottenere un risultato cercato,
la condivisione delle esperienze sportive.
Come hai scelto il tuo sport? “Amo il nuoto, il ciclismo, la corsa. Sono
un Triatleta.”
Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Infortuni,
stress, overtraining. Un incubo per un atleta di endurance.”
Lo sport ti
mette alla prova e diventa una palestra di vita, ogni volta devi capire
come affrontare e superare eventuali ostacoli o problemi che si presentano
durante il tuo periodo di preparazione per l’obiettivo ambizioso ed ogni volta
si cresce, si diventa sempre più competenti, più resilienti.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Sono
ipoglicemico da sempre, quindi seguito da un nutrizionista sportivo. Mangio
tanto, spesso, ma nei dovuti modi. Utilizzo integratori.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno
indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Non
faccio tante gare, le preparo con metodo e logica, difficilmente non concludo
una gara. Ho terrore del freddo, delle temperature troppo basse.”
Importante è avere le idee chiare, puntare e dedicarsi ad una cosa alla
volta, ad una gara per volta e conoscersi bene, comprendere quali possono
essere le proprie risorse e anche i propri limiti, quello che si può fare e
quello che si deve evitare.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Finché
sarò in salute continuerò a fare sport, mi fa sentire vivo, amo la
competizione, e poi è la mia rivincita, ho passato parte della mia vita
all'interno degli ospedali, ho avuto un brutto incidente da bambino, e ho
subito 33 interventi di chirurgia, affrontando pure un coma. Mi ripeto, ma lo
sport mi fa sentire vivo, mi fa sentire forte.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? "La mia voglia di fare, la mia voglia di mettermi alla prova. Capire dove posso
arrivare".
La gara della tua vita, dove hai dato il
meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “IronMan 70.3
Barcellona mese Maggio anno 2015. A inizio Febbraio mi son fratturato un piede,
mi son fatto in quattro per riuscire a partecipare a questa gara. Era la gara
della mia vita, la gara che ho sognato, desiderato, e che vivevo ancor prima di
parteciparvi. Ho pianto, ho vomitato, son crollato e mi son rialzato mille
volte. Alla fine ero lì. Il 17 Maggio ero li.
Prima dello start ho iniziato a
piangere come un bambino, non ci credevo ancora, ero lì, il mio sogno si stava
per realizzare. Ho iniziato a fare un buon riscaldamento in acqua, le
sensazioni erano buone. Ero concentrato, mi sentivo forte, ero pronto. Affronto
la prima frazione con una grande progressione, (sono un buon nuotatore) inizio
a staccare tutti gli Age Group, riprendo le donne Pro, poi inizio a riprendere
gli uomini Pro, esco dall'acqua con i professionisti, primo degli Age group, il
pubblico fa il tifo per me, io magro come un chiodo, menomato alla mano dx, con
un braccio più corto dell'altro di 8 cm. Io ero primo degli Age group. Ero in
estasi. Entro in zona cambio come una furia, felice e entusiasta parto in bici,
iniziano le prime salite e cerco di restare concentrato, abbasso il ritmo, e in
tanti mi sorpassano. Penso che la gara è ancora lunga, devo tenere duro, anche
perché poi dovevo gestire una mezza maratona con un piede non in ottime
condizioni. Arrivo in zona cambio ancora abbastanza fresco, inizio a correre, i
primi km li ho fatti a 3'50" x km, poi il fegato è saltato in aria, ho rallentato
per poter respirare meglio, sono andato avanti per tutta la gara a 4'30" x km. Ma
al 18 esimo mi salta un unghia del piede, tengo duro, sto male ho nausea, perdo
tanto sangue, ma ormai era fatta arrivo al 20esimo e inizio a piangere
nuovamente. Ero arrivato, il tunnel all'arrivo era li, lo speaker mi incitava,
inizio a camminare e taglio il traguardo. Ecco, questa è la gara della mia
vita, (piccolo rammarico, ho perso la slot per i mondiali per 3 miseri minuti)
ma va bene lo stesso, ero felice, e questo mi bastava.”
Il 17 maggio 2015, Andrea ha portato a termine l’Ironman 70.3 (1,9km nuoto – 90km bici – 21,097km corsa) a Barcellona in 4h53’47” (27’01” nuoto, 2h46’08” bici, 1h36’47” corsa). La gara è stata vinta dal tedesco Frodeno Jan 4h03’28”, precedendo il connazionale Clavel Maurice 4h05’42” e il belga Van Lierde Frederik 4h07’48”. Tra le donne ha vinto la danese Pedersen Camilla 4h33’34”, precedendo le due britanniche Gossage Lucy 4h38’07” e Edwards Parys 4h38’41”.
"Va bene lo
stesso", dice Andrea perché sa che il meglio deve ancora venire, questa è
la storia di un atleta resiliente, si rialza sempre e va avanti come un treno,
più dura è la lotta e più glorioso sarà il trionfo.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita? "Son
caduto, mi son rialzato mille volte, la testa comanda, il corpo esegue gli
ordini. Ti manca qualcosa? E' un opportunità, trasformati e dai il meglio con
ciò che hai a disposizione.”
Per Andrea si tratta di una crescita post traumatica,
se c’è un problema ne esce più forte e trova sempre la possibilità per
risolverlo ed andare avanti con passione e determinazione.
Quali capacità, risorse, caratteristiche,
qualità hai dimostrato di possedere? “Ho voglia di fare, ho voglia di dare, ho
voglia di amare, ho voglia di condividere, ho voglia di vivere.”
Andrea è una bomba di vitalità.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Non lo so! Amo lo sport!”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “E' meglio che non lo dico!”
Posso immaginare che potrebbero essere un po' apprensivi e desiderare una
vita più ordinaria.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che
non esiste una fine. Esiste un nuovo inizio, ma mai una fine.”
Andrea ne ha sperimentate già diverse vite, forse quattro e quindi ancora
ce ne ha di cose da fare.
Quali sono le tue
sensazioni pre-gara, in gara, post-gara? “Le tipiche: ansia da prestazione, paura
di non riuscire; in gara: cattiveria e concentrazione; post gara; analisi del
risultato, spesso non felice del risultato finale.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a
causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Ho sempre cercato di tenere un
piede in due staffe, solitamente mi veniva bene.”
Che consiglio daresti a coloro
che devono fare scelte importanti nello sport? “Provateci sempre, non
vivete con il rimpianto di non averci mai provato. Non abbandonate mai ciò che
amate. Vivete per ciò che amate.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?
“No mai, ma in prossimità di una gara ero sotto cura con il cortisone per via
di un infiammazione alle vie respiratorie, e questo mi ha creato angoscia. Mi
sentivo sporco.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Dai il meglio di te
stesso, il giorno che inizierai a pensare di doparti, vuol dire che hai già
perso.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Non esiste vita senza lo
sport.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Tenacia, pianti,
voglia di vivere. Lavora duro, lavora bene.”
Ritieni utile lo
psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi dell’attività
sportiva? "Sicuramente si. Ti aiuta a conoscere meglio te stesso, ti aiuta ad
esorcizzare i tuoi demoni, ti rende consapevole del tuo reale potenziale.”
Un tuo messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno? “Iniziate a divertirvi, a socializzare con i vostri compagni di
vita e di sport, rispettatevi per quello che fate e ponetevi degli obbiettivi.
La vita vi ripagherà.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Voglio
qualificarmi per i mondiali 70.3! E poi Kona! Dopo questo, posso anche
morire.”
Unitevi a noi correndo o donando, insieme è molto meglio.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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