Matteo Simone
Venerdì 12 febbraio 2016 alle 20.30 ad Arco, Palazzo Panni, con il patrocinio del Comune di Arco, Assessorato allo Sport si è svolto il seguente evento: "Ultramaratone ed ultratrail, esperienze ed emozioni raccontate da Sonia Lutterotti e Roldano Marzorati, Ospite della serata Matteo Simone, Psicoterapetuta e Psicologo dello sport.
Lo
sport di resistenza come metodo per affrontare le fatiche di tutti i giorni. Raccontare
per immagini e filmati l’essere ultramaratoneti calati nel contesto sociale
fatto di lavoro, allenamenti e vita quotidiana.
Sonia
Lutterotti e Roldano Marzorati hanno fatto di questo sport una passione
di vita ed hanno scoperto una sorta di elisir che fa restare sempre giovani in
compagnia di belle persone che partecipano e frequentano questo mondo
fantastico delle lunghe distanze.
Sonia: “Oltre ai risultati in gara mi piace la
lunga fase di preparazione alla gara, gli step per tentare di raggiungere
l’obiettivo ed anche il post gara quando, con il mio compagno e con altri
atleti/amici si chiacchera per una settimana ed oltre valutando tutti gli
aspetti della competizione a cui si è preso parte.”
Sonia si dedica alle ultra come se fosse un suo giardino da curare per ottenere il meglio, i fiori più belli profumati, e così si dedica a questo sport nelle varie fasi, dalla preparazione alla gara, al post gara, per avere benefici più ottimali e performanti.
Per Sonia non è importante solo la gara, solo il
tempo trascorso in gara, ma è importante la fase di preparazione, il tempo
vissuto precedentemente la gara, ed altrettanto importante è il post gara, una
sorta di rilassamento e non solo, i racconti e le condivisioni con gli amici,
con il partner che ha la stessa passione, Roldano che come Sonia ha scoperto
questa sorta di elisir di benessere.
Roldano: “Uscire fuori dal gregge mi motiva, partecipare a gare che non
sempre si è sicuri di potere portare a termine mi motiva, fare nuove conoscenze
con un variegato mondo di persone non comuni, mi motiva la preparazione
(allenamento), mi motiva tutto il percorso che porterà alla gara.”
E’ una
risposta che ho raccolto anche da altri ultramaratoneti, la voglia dell’andare
fuori dall’ordinario, di uscire fuori dalla zona di confort.
Sonia e Roldano sono riusciti a trovare la loro dimensione, la loro libertà, ad assaporare il meglio che la vita quotidiana può
offrire con il sentire le proprie sensazioni corporee ed osservare quello che
ti circonda mentre corri: persone, natura, animali, albe e tramonti.
Cosa ti spinge a continuare a essere
ultramaratoneta?
Sonia: “L’attività sportiva riveste un ruolo rilevante nel mio quotidiano, le
soddisfazioni, l’appagamento, le amicizie, tanto arriva dall’ultramaratona.”
Roldano: “Piacere, puro piacere, sfide non stop fra
me e la montagna, la strada.”
Quello che ti permettere di continuare in questo
sport non sono solo le endorfine che vanno in circolo, ma il puro piacere del
gesto sportivo, dei paesaggi, delle sfide, degli incontri con altri che
condividono la tua passione, che ti comprendono che sono sulla tua stessa
lunghezza d’onda.
Nell’ultramaratona avviene una sorta di scambio, si
fatica, si soffre, ma l’ultramaratona in cambio ti dà tanto in termini di
soddisfazioni, appagamento personale, condivisioni.
In questo sport di lunga durata, lunghe distanze,
bisogna essere pazienti, avere un approccio meditativo e considerare che le
crisi, come gli infortuni, come arrivano così se ne vanno, quindi bisogna
essere cauti e sereni.
Lo
sport prolungato prevede delle strategie mentali che ti permettano di non
abbandonare la gara anzitempo, riesci a mettere in atto dei meccanismi mentali
che ti riportano al qui e ora e al momento presente a correre, a stare sveglio
o a distrarti per avanzare con i metri e i chilometri e a trascorrere tanto
tempo in piedi facendo sport osservando, facendo attenzione, alimentandoti ed
avendo comunque un approccio medidativo.
Partecipare a una gara diventa un progetto, uno studio del territorio,
della difficoltà, delle risorse personali possedute che ti possano permettere
di portare a termine la gara.
Sonia e Roldano hanno tanta esperienza e hanno imparato ad addomesticare
la fatica, a trattare la crisi, a rimodulare gli obiettivi in caso di difficoltà,
a trovare comunque le loro motivazioni nel portare a termine le gare,
nell’andare avanti con fiducia e determinazione.
Si diventa avventurieri del limite, alla ricerca di
sensazioni forti, di emozioni nello sperimentarsi in competizioni ardue e
difficili.
In questa modalità di fare sport, l’avversario a
volte non è l’altro atleta ma la gara stessa, a volte non si affronta un altro
avversario ma la gara stessa per portarla a termine, per non farsi intimidire.
Con la pratica delle Ultramaratone e dell’Ultratrail
si sviluppa resilienza e autoefficacia, concetti importanti nella psicologia dello
sport, ma anche nella vita in generale, per non arrendersi mai e per
raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
Interviste a Sonia e Roldano sono
riportate nei miei seguenti libri:
"Ultramaratoneti e gare estreme
edito” edito da Prospettiva Editrice
“Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti
psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.
Roldano è menzionato nel mio libro
“Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che influiscono sul
benessere e performance dell’atleta" edito da Prospettiva Editrice.
Un’intervista a Sonia è riportata nel
mio libro “Lo sport delle donne, sempre più determinate, competitive e
resilienti, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2018.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed
EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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