domenica 14 febbraio 2016

L’ultracorsa diventa una palestra di vita

Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta

Ad Arco si è svolto un evento interessante presso il Palazzo Panni, con il patrocinio del Comune di Arco, Assessorato allo Sport. Ultramaratone ed ultratrail, esperienze ed emozioni raccontate da Sonia Lutterotti e Roldano Marzorati, Ospite della serata Matteo Simone, psicoterapetuta e psicologo dello sport. 

Lo sport di resistenza come metodo per affrontare le fatiche di tutti i giorni. Raccontare per immagini e filmati l’essere ultramaratoneti calati nel contesto sociale fatto di lavoro, allenamenti e vita quotidiana.
Sonia Lutterotti e Roldano Marzorati hanno fatto di questo sport una passione di vita ed hanno scoperto una sorta di elisir che fa restare sempre giovani in compagnia di belle persone che partecipano e frequentano questo mondo fantastico delle lunghe distanze.
Sonia si dedica alle ultra come se fosse un suo giardino da curare per ottenere il meglio, i fiori più belli profumati, e così si dedica a questo sport nelle varie fasi, dalla preparazione alla gara, al post gara, per avere benefici più ottimali e performanti.
Per Sonia non è importante solo la gara, solo il tempo trascorso in gara, ma è importante la fase di preparazione, il tempo vissuto precedentemente la gara, ed altrettanto importante è il post gara, una sorta di rilassamento e non solo, i racconti e le condivisioni con gli amici, con il partner che ha la stessa passione, Roldano che come Sonia ha scoperto questa sorta di elisir di benessere.
Sonia e Roldano sono riusciti a trovare la loroa dimensione, la loro libertà, ad assaporare il meglio che la vita quotidiana può offrire con il sentire le proprie sensazioni corporee ed osservare quello che ti circonda mentre corri: persone, natura, animali, albe e tramonti.
Quello che ti permettere di continuare in questo sport non sono solo le endorfine che vanno in circolo, ma il puro piacere del gesto sportivo, dei paesaggi, delle sfide, degli incontri con altri che condividono la tua passione, che ti comprendono che sono sulla tua stessa lunghezza d’onda.
Nell’ultramaratona avviene una sorta di scambio, si fatica, si soffre, ma l’ultramaratona in cambio ti dà tanto in termini di soddisfazioni, appagamento personale, condivisioni.
In questo sport di lunga durata, lunghe distanze, bisogna essere pazienti, avere un approccio meditativo e considerare che le crisi, come gli infortuni, come arrivano così se ne vanno, quindi bisogna essere cauti e sereni.
Lo sport prolungato prevede delle strategie mentali che ti permettano di non abbandonare la gara anzitempo, riesci a mettere in atto dei meccanismi mentali che ti riportano al qui e ora e al momento presente a correre, a stare sveglio o a distrarti per avanzare con i metri e i chilometri e a trascorrere tanto tempo in piedi facendo sport osservando, facendo attenzione, alimentandoti ed avendo comunque un approccio meditativo.
Partecipare a una gara diventa un progetto, uno studio del territorio, della difficoltà, delle risorse personali possedute che ti possano permettere di portare a termine la gara.
Sonia e Roldano hanno tanta esperienza ed hanno imparato ad addomesticare la fatica, a trattare la crisi, a rimodulare gli obiettivi in caso di difficoltà, a trovare comunque le loro motivazioni nel portare a termine le gare, nell’andare avanti con fiducia e determinazione.
Si diventa avventurieri del limite, alla ricerca di sensazioni forti, di emozioni nello sperimentarsi in competizioni ardue e difficili.
In questa modalità di fare sport, l’avversario a volte non è l’altro atleta ma la gara stessa, a volte non si affronta un altro avversario ma la gara stessa per portarla a termine, per non farsi intimidire.
Con la pratica delle Ultramaratone e dell’Ultratrail si sviluppa Resilienza ed autoefficacia, concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per non arrendersi mai e per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
Importante un elevata autoconsapevolezza delle proprie risorse personali e dei propri limiti nella pratica degli sport di resistenza che diventano un ottimo insegnamento di vita per affrontare le fatiche di tutti i giorni.
Le persone mettono in atto un’ampia variabilità delle risposte individuali di fronte a crisi, infortuni, sconfitte: alcuni soccombono, alcuni appaiono resilienti, altri (pochi) appaiono addirittura rafforzati dall’aver affrontato con successo stress e avversità.
Così come avviene negli sport di endurance, resistere ed andare avanti, lottare con il tempo cronologico ed atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni, a volte sei combattuto e indeciso, tentato a fermarti, a recuperare a riposare, a rinunciare. Importante è amare sempre se stessi, la vita, ed avere una elevata passione e forte motivazione in quello che si fa.
Gli atleti sperimentano sicurezza nel riuscire a portare a termine tali competizioni estenuanti, sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisione, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, si scopre di possedere capacità insospettate. L’ultracorsa diventa una palestra di vita.
Si impara a superare qualsiasi ostacolo, a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze che comunque diventano passeggere.
L’essenza della vita è sperimentare le proprie capacità personali, misurarsi l’incerto, sfide continue per entrare dentro se stessi e fare un viaggio interiore alla ricerca di se stessi, per conoscere se stessi e le proprie possibilità e capacità di affrontare e sempre rialzarsi quando si casca, ci si infortuna.
La passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione. Con la forte passione e giusta motivazione si può avere la capacità di gestire momento per momento eventuali imprevisti o crisi ed andare avanti nello sport e nella vita.
Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e contestuali. La pratica dell’ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne che in situazioni ordinarie sono insospettabili.
Le persone dotate di alta resilienza sono flessibili, sanno adattarsi con prontezza a nuove situazioni.
L’adattamento graduale a situazioni di estremo stress psicofisico permettono di esprimere delle caratteristiche che hanno a che fare con la tenacia, la determinazione, la resilienza, che accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro percorso.
Il non fermarsi davanti a imprevisti, il non mollare, il “piegarsi ma non spezzarsi”, l’essere resilienti permette di rialzarsi più forti e determinati di prima, permette di ricominciare con più entusiasmo di prima, con più coraggio, con più esperienza, con più sicurezza.
E’ importante essere consapevoli nel “qui e ora” di quello che si fa, momento per momento, facendo ogni cosa con la massima attenzione e concentrazione, non lasciando niente al caso, curando i minimi particolari, senza distrazioni.
Insomma correre per lunghe distanze con se stessi e con gli altri affrontando diverse situazioni e superandole se non alla prima volta nelle volte successive fortificandosi sempre di più diventa una autoterapia. 

Simone M.Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno Edizioni, Genova, 2013.
- O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Edizioni ARAS, Fano, 2013.
- Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. MJM, Meda (MI), 2014.

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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