Matteo Simone
A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Responsabile Nazionale Sezione Sport Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (CISOM). Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Triatleta di Podistica Solidarietà. 21163@tiscali.it - 3804337230
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domenica 10 luglio 2016
venerdì 1 luglio 2016
Manuel Pozzerle, snowboard: se non ci sei con la testa non vai da nessuna parte
Manuel Pozzerle
diventa campione nazionale di snowboard nel 2014, si classifica terzo in Coppa
del Mondo di Snowboard nella stagione 2014-15, vince il suo primo titolo
mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del Mondo 2015.
Molto disponibile Manuel
nel rispondere ad un mio questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance per conoscere gli aspetti che incidono
sul benessere e quali sulla performance. Di seguito si presenta e racconta la
sua esperienza.
Ti sei sentito campione nello sport
almeno un giorno della tua vita? “Per fortuna si, quando ho vinto la Coppa Europa
in Olanda circa 3 anni fa, la prima volta non si scorda mai.”
Qual è stato il tuo percorso per
diventare un Atleta? “Una serie di
coincidenze, non ci pensavo affatto. E’ stata un amica a propormi la cosa, io
mi divertivo a fare snowboard a nient’altro. Poi ho provato a fare una gara e
l’adrenalina che ho sentito quella volta è diventata una droga. Da lì mi sono
buttato a capofitto e non ho ancora mollato.”
Hai
dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Fortunatamente
no. La cosa difficile è far coincidere gli allenamenti e gare con il lavoro e
la famiglia.”
Gabriele Lilli: importante scollegare la testa dal corpo negli sport di endurance
Matteo
SIMONE
Dico sempre che lo sport avvicina
persone, culture, popoli e mondi, ed infatti lo sport mi ha avvicinato a tante
persone ed uno di questi è Gabriele Lilli durante una corsa a piedi della
lunghezza di 50km dove c’erano lunghissime salite e bisognava fare attenzione
al percorso per non rischiare di sbagliare
strada, bisognava idratarsi perché era tanto caldo. Di
seguito Gabriele ci spiega il suo approccio allo sport.
Ti sei
sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione no,
però ho avuto stadi estatici importanti. Sbalorditivi, una sorta di sensazione
di onnipotenza. Sia nella pesistica che in bici, in piscina o tanto più nella
corsa, sia brevi/veloci che lunghe/lente. I campioni vanno a podio, a me non è
mai capitato, ma non è un problema, perché pratico sport per battere i miei
limiti, chiaramente rispettandomi.”
In che
modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Attraverso la fatica. Quando si
fatica, la tua mente forgia nuove alternative, nuove possibilità, per cui anche
nuove forme di benessere e quindi di felicità.”
Lo
sport di endurance permette di conoscersi, di sperimentare la fatica insieme,
accomuna, c’è condivisione nella fatica e nella soddisfazione a riuscire nel
portare a termine la gara, considerata un’impresa, un obiettivo da raggiungere.
Come hai scelto il tuo sport? “Ho solo seguito l’istinto e
ascoltato ciò che avevo nel cuore.”
Intervista ad Annalisa Gabriele dopo la staffetta 12xmezz’ora – 4 Giugno 2016
A cura di STEFANO SEVERONI
Sabato 4 Giugno 2016 presso l’impianto sportivo Nando Martellini in Roma
c’è stata la Staffetta 12xmezzora dalle
ore 16 alle 22.00. 54 squadre hanno partecipato alla
manifestazione, un evento non solo sportivo, bensì una manifestazione culturale
della durata di tre giorni (3/5 giugno) il cui obiettivo è coniugare in sé sia
lo sport, sia l’attività di promozione sociale e culturale dedicata agli
sportivi e a tutta
la cittadinanza. Per
la cronaca agonistica, in campo maschile ha vinto Podistica Solidarietà 1 (94˙226 m) davanti a Ozimo Team (91˙377 m) e Atletica
La Sbarra Team Black (89˙538 m) e
in campo femminile Atletica La Sbarra
Team Purple (76˙037 m).
Abbiamo intervistato Annalisa Gabriele dopo la gara, al fine di cogliere
cosa rappresenta partecipare a una manifestazione, che ha visto tanti
protagonisti, dagli atleti, agli organizzatori, allo speaker, ai Giudici di Gara, agli espositori nei numerosi stand, che hanno coinvolto tante persone.
L’atleta tesserata per ASD Amatori Villa
Pamphili ha gareggiato alle ore 20.00 con Ozimo Team, coprendo la distanza di 7˙953 m = 3’46” al km = 15˙897
km/h.
Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di
una manifestazione culturali Sport
Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. È il secondo anno che partecipo a questa splendida manifestazione e
la trovo davvero stupenda. Quasi sempre si corre per il proprio piacere, per raggiungere
un obiettivo personale. Ma sabato sera questo traguardo si amplia. La nostra
corsa può assumere un significato più importante. E diventa il pretesto per
portare avanti i diritti e le problematiche di chi non a voce.
STEFANO SEVERONI dopo la Staffetta 12xmezzora 4 GIUGNO 2016
a cura di STEFANO
SEVERONI
La Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturali Sport Against Violence. Ho corso dalle ore 20 alle 20.30, con condizioni meteorologiche
favorevoli, non mettendo neanche il cappellino e gli occhiali come sono
abituato in altre occasioni. Ho apprezzato la presenza dei numerosi stand all’interno del campo e le varie
attività, partecipando a una seduta di yoga.
Mi sono venute in mente le edizioni della Staffetta
24x1ora, a cui già partecipai negli anni Ottanta, qui alle Terme, poi alla
Farnesina, allo Stadio delle Aquile (ora Paolo Rosi) e a Ostia. Allora alcuni
campi erano addirittura in terra battuta.
Ero reduce dalla Maratona di
Sicilia di due giorni prima. Il giorno precedente avevo corso un’oretta più
dieci allunghi: l’obiettivo era ora di correre a sensazione senza assilli
cronometrici.
Una volta a settimana corro le ripetute in pista. In passato ho
corso una decina di staffette e una decina di gare di mezzofondo prolungato.
Per la mia tecnica di corsa sono più adatto alla strada. Ma una volta ogni
tanto non mi è sgradito cimentarmi nelle gare in pista all’aperto. L’unico
luogo mai frequentato è la pista indoor.
Bellissimi i trail, ma pericolosi. Essendo stato investito nel 2010 da un’auto
sulle strisce pedonali e riportato la frattura del femore destro, cerco di
evitare situazioni non agevoli quali appunto i trail.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di
un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di
atleti appartenenti a un team a una
prova di corsa di resistenza.
Francesco Bona: essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare allo sci
Francesco Bona vanta quattro belle prestazioni che considera le gare della sua vita:
mezza maratona di Belgrado,
terzo posto alle Universiadi,
titolo italiano di mezza di Cremona,
titolo
italiano allievi sui m. 2000 siepi. Di seguito si racconta.
Qual è stato il
tuo percorso per diventare atleta? “Ho praticamente sempre fatto atletica fin
da bambino 6 anni. Facendo una attività ad alto
livello ho dovuto rinunciare ad altri sport che da giovane praticavo come hobby
ad esempio lo sci che mi piacerebbe ripraticare.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a
causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No, o meglio essendo l'atletica
il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare ad esempio allo sci.”
giovedì 30 giugno 2016
INTERVISTA A TIZIANA BINI DOPO LA STAFFETTA 12XMEZZORA – 4 GIUGNO 2016
STEFANO SEVERONI
Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di
una manifestazione culturale Sport
Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. Le gare di questo tipo sono sempre una bella sfida.
Io sono “di resistenza”, adoro le maratone e le ultra, ma non sono velocissima e non faccio allenamenti in tal
senso, per cui mettermi alla prova e dire “hai 30 minuti per dare tutto” è
un’esperienza ogni volta nuova.
Cosa hai pensato durante
la gara? Hai prestato attenzione al tuo corpo, al ritmo di corsa, all’ambiente
o agli altri? Ascolto
sempre me stessa quando corro. Corro perché mi piace la sensazione che mi
trasmette il corpo quando corro. Ha dato un po’ fastidio il caldo (ho corso al
turno delle 16:00) e sono stata ben attenta a mantenere la testa fresca.
Correre in pista per
mezz’ora in un anello di 400 m e in senso rigidamente antiorario. Ti risulta
più difficoltoso che correre su strada o in un parco? Decisamente si, anche se svolgo molti allenamenti
sulla monotonia del tapis roulant, ma
in pista c’è l’aggravante delle curve sempre nella stessa direzione che
stressano le articolazioni.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di
un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di
atleti appartenenti a un team a una
prova di corsa di resistenza. Hai percepito lo spirito di squadra? Si, la regola si sapeva e sapevo di dover far bene
per mia soddisfazione, ma anche soprattutto per le colleghe dei turni
successivi.
Alla gara hanno
partecipato anche atleti con alcune forme di disabilità. Hai apprezzato la loro
presenza e il loro supporto? Lo sport è di tutti e tutti ne hanno
diritto. Questo messaggio dovrebbe passare ad ogni manifestazione.
Lungo il percorso
c’erano ristori con acqua. Ma purtroppo anche nel mondo dell’atletica leggera
c’è chi non si accontenta di ciò che offre la natura, ma assume sostanze
dopanti, un fenomeno da debellare. Cosa ne pensi? Condanna assoluta. Lo sport dev’essere pulito, al di sopra di ogni sospetto di illecito.
Non è un obbligo praticarlo, non è un dovere vincere. Mezzi propri. Tolleranza
zero per chi bara, in qualsiasi modo lo faccia.
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