Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
William Henry Rodgers, detto Bill (classe 1947), ex maratoneta statunitense, vinse 4 maratone di Boston (1975, 1978-80) e 4 volte consecutive la maratona di New York (1976-79), quindi per due anni consecutivi fece doppietta Boston e New York, 1976 e 1979.
Track & Field News classificò Rodgers in testa al ranking mondiale di maratona nel 1975, 1977 e 1979. A Boston per due volte ha battuto il record statunitense con 2h09'55" nel 1975 e 2h09'27" nel 1979.
Nel 1978 stabilì il nuovo record mondiale dei 10 km su strada vincendo la Falmouth Road Race in 28'36".
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Bill attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ciao Matteo, sono diventato corridore di campestre e atleta di pista all'età di 15 anni a Newington, Connecticut, nel 1963. Fu il primo anno in cui il cross country si tenne alla Newington High School. Il nostro allenatore nazionale, Frank O'Rourke era un ottimo leader e ha rafforzato il nostro umore. Mio fratello Charlie e il nostro migliore amico Jason correvano.
William Henry Rodgers (nato il 23 dicembre 1947) frequentò la Newington High School e nel 1963 decise di correre su pista e cross country sotto la guida dell'allenatore Frank O'Rourke, Rodgers.
Quando ti sei sentito un campione nello sport? Mi sono sentito un ‘campione’ quando vinsi la medaglia di bronzo ai Campionati mondiali di cross country del 1975 a Rabat, in Marocco.
Il 16 marzo 1975 Bill Rodgers ha conquistato la medaglia di bronzo al III° Campionato mondiale di corsa campestre a Rabat (in Marocco), eguagliando il risultato ottenuto da Tracy Smith nel 1966, come miglior risultato ottenuto da un atleta statunitense nel cross.
Il titolo maschile è stato vinto dallo scozzese Ian Stewart 35'20", precedendo di un solo secondo lo spagnolo Mariano Haro 35'21", terzo Bill 35’28”, al sesto posto l’italiano Franco Fava 35'47".
Tra le donne vinse la statunitense Julie Brown 13'42", precedendo la polacca Bronisława Ludwichowska 13'47", la spagnola Carmen Valero 13'48", Gabriella Dorio 13'51", al nono posto Margherita Gargano 14'12".
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Penso che un allenatore o uno psicologo siano la chiave per il successo di un atleta.
La tua situazione sportiva più difficile? Il boicottaggio olimpico del 1980 fu una grande sconfitta per me e per molti americani che speravano di provare a far parte della nostra squadra olimpica.
In seguito all’invasione da parte dei sovietici dell’Afghanistan, iniziata il 25 dicembre del 1979, il presidente statunitense Jimmy Carter, Il 20 gennaio del 1980, impose un ultimatum al governo sovietico, dicendo che se entro un mese non avesse ritirato le proprie truppe dall’Afghanistan, gli Stati Uniti avrebbero boicottato le Olimpiadi di Mosca.
Carter chiese anche al Comitato Olimpico Internazionale di cancellare le Olimpiadi o di spostarle in un altro paese, nel caso in cui i sovietici non avessero accolto le sue richieste.
Il 21 marzo del 1980, in mancanza del ritiro da parte dell’Unione Sovietica dall’Afghanistan, Carter annunciò di fronte a una delegazione di atleti presenti alla Casa Bianca che gli Stati Uniti non avrebbero partecipato ai Giochi Olimpici in programma dal 19 luglio al 3 agosto a Mosca, in Unione Sovietica.
Nonostante l’annuncio di Carter, però, la decisione di partecipare o meno alle Olimpiadi non spettava al governo, bensì al Comitato Olimpico statunitense (USOC), che inizialmente aveva sostenuto l’idea che partecipare e battere i sovietici nelle gare fosse una soluzione migliore al boicottaggio. Era un’idea frutto anche della recente storica vittoria della squadra di hockey degli Stati Uniti contro i sovietici ai Giochi olimpici invernali di Lake Placid, una partita anche conosciuta come “Miracolo sul ghiaccio”.
Alla fine, però, il 12 aprile anche il Comitato Olimpico statunitense approvò la decisione del presidente Carter, ufficializzando il boicottaggio. Non fu facile convincere altri paesi ad aderire al boicottaggio, e nel caso di quelli africani gli Stati Uniti chiesero all’ex pugile Muhammad Ali di visitare Tanzania, Nigeria, Senegal e Kenya per parlare con i leader locali, in virtù della sua enorme popolarità nel continente. Ali riuscì a convincere solo il Kenya.
La decisione degli Stati Uniti venne seguita da 64 paesi tra cui Canada, Germania Ovest, Norvegia, Giappone, Corea del Sud, Cile, Argentina, Israele e Cina. Boicottò le Olimpiadi di Mosca anche il blocco delle nazioni arabe, in seguito alla condanna dell’invasione sovietica da parte dell’Organizzazione della cooperazione islamica e delle Nazioni Unite.
Si aggiunse all’ultimo anche un 65esimo paese, la Liberia, che decise per il boicottaggio solo dopo aver partecipato alla cerimonia di apertura.
I Comitati Olimpici di 15 paesi decisero invece di partecipare, ma per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan lo fecero sotto la bandiera olimpica: furono Andorra, Australia, Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Porto Rico, San Marino, Spagna e Svizzera.
In tutto quindi parteciparono alle Olimpiadi di Mosca 80 paesi, il numero più basso dalle Olimpiadi di Melbourne del 1956.
Gli Stati Uniti organizzarono dei giochi olimpici alternativi, chiamati “Liberty Bell Classic”, a cui parteciparono i paesi che boicottarono Mosca e alcuni di quelli che parteciparono sotto la bandiera olimpica. Il “Liberty Bell Classic” si svolse tra il 16 e il 17 luglio 1980 presso l’università della Pennsylvania, negli Stati Uniti: si tennero però solo gare di atletica.
Alle Olimpiadi di Mosca, gli atleti sovietici ottennero il maggior numero di medaglie – 195 in totale, di cui 80 d’oro – in mancanza di gran parte degli atleti più forti del resto dei paesi. L’Italia, anche se sotto la bandiera olimpica e con la forzata assenza degli atleti militari, ottenne il quinto posto nel medagliere, e fu la prima tra i paesi del blocco occidentale. Tra i migliori risultati degli atleti italiani si ricorda la vittoria nei 200 metri di Pietro Mennea, e quella nel salto in alto di Sara Simeoni.
Alla cerimonia di chiusura – quando di solito si issa la bandiera della nazione che ospita le successive Olimpiadi – al posto di quella statunitense fu issata quella di Los Angeles, città dove si sarebbero svolti i giochi nel 1984 e che l’Unione Sovietica e 13 paesi alleati decisero successivamente di boicottare in risposta al boicottaggio statunitense.
Quale allenamento mentale hai utilizzato? Il mio allenamento mentale si basava principalmente sul modo in cui sviluppavo la mia corsa nel tempo e miglioravo costantemente, anche se ho avuto molte sconfitte; in particolare un infortunio al piede che ha danneggiato la mia gara alla maratona olimpica del ‘76.
L’autoefficacia, il sapere di saper fare, la fiducia in sé, aiuta a essere più sicuri e fiduciosi e ad alzare sempre più l’asticella alla ricerca di obiettivi sempre più sfidanti, difficili ma ritenuti non impossibili.
Bill ha partecipato ai Giochi olimpici di Montréal 1976, giungendo 40º.
Quali sono gli ingredienti del successo? Il supporto è tutto per fare bene nello Sport.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
What was your path in sport? Hello Matteo, I became a country runner, and Track athlete at age 15 in Newington, Ct. in 963. It was the 1st year X country was held at newington HS. our x country coach, Frank O'Rourke was afine leader and boosted our spirits. my brother, charlie and our best friend Jason ran.
When did you feel like a champion in sport? I felt like a 'champion' when i won bronze medal at the 1975World X country championships in Rabat, Morroco.
Do you consider the psychologist useful in your sport? I think coach or a psychologist would be Key to an athletes success.
Your most difficult sporting situation? The 1980 olympic boycott was very defeating for me and many Americans who hoped to try for our Olympic team.
What mental training did you use? My mental traing was mainly how i developed my running over time and steadily improved;though i had many losses as well! especially afoot injury hurting my Race at the 76 Olympic marathon..
What are the ingredients of success? Support is every thing to do well in Sport.
Matteo SIMONE
380-4337230 – 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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