venerdì 27 dicembre 2024

David Colgan: Preferisco identificarmi come un appassionato di endurance

 Dott. Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta 
 

La pratica di sport di endurance mette a dura prova gli atleti fisicamente e mentalmente ma si traggono validi insegnamenti e un grande piacere nel riuscire a portare a termine sfide difficili ma non impossibili. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Davi Colgan (Atl. Castenaso Celtic Druid / Bushido Triathlon) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Come ti definisci atleticamente? Più atleta o più allenatore? Più triatleta o più ultramaratoneta? "Mi considero, prima di tutto, un grande appassionato di sport, con una predilezione sempre più marcata per le gare di lunga distanza. Ritengo di essere ancora un atleta competitivo, ma con la consapevolezza che il tempo passa e che la passione per la metodologia di allenamento e l'esperienza acquisita lungo il percorso mi stanno regalando soddisfazioni altrettanto appaganti. Mi piace pensare alla mia carriera come a una bilancia in equilibrio: se da un lato rimane viva la voglia di competere, dall'altro cresce il desiderio di allenare e condividere la mia esperienza con gli altri, una tendenza che, col tempo, vedo destinata a rafforzarsi.  
Più che definirmi triatleta o ultramaratoneta, preferisco identificarmi come un appassionato di endurance. Oggi, la multidisciplinarità non è più un'esclusiva del triathlon, ma sta diventando parte integrante della preparazione anche per atleti di spicco in discipline specifiche. Basti pensare a figure come Kilian Jornet, che include la bicicletta nella sua preparazione, o ai ciclisti professionisti che, fino a pochi anni fa, si limitavano a pedalare e ora affrontano mezze maratone in inverno come parte della loro programmazione atletica. Questa contaminazione tra discipline è, a mio avviso, uno degli aspetti più stimolanti del panorama sportivo moderno.
" 

Molto interessante la testimonianza di David dalla quale evince una ricchissima esperienza in campo sportivo, soprattutto dell’endurance e soprattutto a livello professionistico con la ricerca di migliorassi sempre attraverso metodi e strumenti e spaziando tra più discipline, delle quali nuoto, bici e corsa che l’hanno portato a essere fortissimo ciclista, Ironman e ultramaratoneta, sia come atleta che come preparatore, grazie alla tantissima esperienza maturata in campi di allenamento e gare. 
La gara dove hai vissuto le emozioni più belle? Il Campionato del Mondo di Ironman alle Hawaii e la 100 km del Passatore occupano un posto speciale. Pur essendo competizioni molto diverse tra loro, entrambe incarnano un profondo senso di determinazione e sacrificio. Ognuna ha rappresentato un percorso condiviso, fatto di preparazione, fatica e dedizione, che mi ha regalato emozioni indelebili e ricordi che porterò sempre con me. 

Un Campionato del
Mondo è una grandissima opportunità di mettersi in gioco con atleti di diverse parti del mondo con i loro metodi, culture, approcci e ci si arriva gradualmente con preparazione mirata e adeguata e anche attraverso gare stimolanti e performanti.
 
Un Ironman che consiste in 3,8km di nuoto, 180km di bici e una maratona di 42,195km precede davvero una disciplina sportiva seria e dedicata con impegno, costanza, determinazione. 
Colgan si è qualificato e ha partecipato a due Campionati del mondo Ironman a Kona, Hawaii, USA, nel 2022 concludendo con il crono di Finisher 9h52'57" e nel 2024 migliorandosi in 9h49’23”.
Sabato 26 ottobre 2024 a Kona, Hawaii, si sono svolti i Campionati del mondo di Ironman e il tedesco Patrick Lange ha vinto per la terza volta stabilendo il record sul percorso di maratona 2h37’34” e dell’intera gara con il crono di 7h3553 (nuoto 3,8km 47’09”, bici 180km 4h06’22”, maratona 42,195km 2h37’34”), precedendo il danese Magnus Ditlev 7h43’39” (48’18”, 4h02’52”, 2h46’10”) e lo statunitense Rudy Von Berg 7h46’ (47’18”, 4h05’49”, 2h48’11”. A seguire, il francese Leon Chevalier 7h46’54” (50’43”, 4h01’38”, 2h49’56”), l’olandese Menno Koolhaas 7h47’22” (47’02”, 4h05’02”, 2h50’02”), l’italiano Gregory Barnaby 7h4822 (47’12”, 4h06’08”, 2h50’33”). 
La 100km del Passatore risulta essere una classica gara di 100km
italiana che diventa sempre più internazionale con circa 3500 partecipanti di cui alcuni provenienti da altri paesi del mondo attirati da questa particolare gara con partenza da Firenze e arrivo a Faenza attraversando il Passo della Colla con altitudine di più di 900 metri.
 
Un bell’esordio nella 100km per Colgan il 25 maggio 2024 in occasione della 49^ edizione della 100km del Passatore classificato inizialmente 3° con il crono di 7h26’26”, preceduto da Massimo Giacopuzzi 7h18’21” e Federico Furiani 7h10’58”, quest’ultimo poi squalificato per doping. 
Qual è il tuo vissuto prima, durante e dopo una maratona? Nella settimana che precede una maratona le sensazioni sono un misto di emozione e tensione. La preparazione fisica è ormai conclusa, ma la parte mentale è ancora in pieno movimento; personalmente piace pensare che non sia come molti lo descrivono uno stato d'ansia, ma che sia piuttosto uno stato di attivazione' in cui mi sento più attivato. Durante la gara cerco sempre di concentrarmi solo su 3 cose: sensazioni, passo, e strategia nutrizionale, mentre per il resto stacco volendo vivere il momento (d'altronde il nostro cervello è l'organo che consuma di più di tutto il nostro corpo…). Il dopo è celebrazione; a prescindere dal risultato ho sviluppato un mio piccolo rituale che mi permette di evitare di cadere nella solita trappola del pensare subito alla prossima sfida, alla prossima gara, ma di vivere il momento, di assaporare le sensazioni ricordandomi giorno dopo giorno quelle che sono state le emozioni vissute in gara; questo rituale è semplicemente quello di lasciare la medaglia della gara sulla mia scrivania, fino a quando io ne sento il bisogno, fino a quando non la appendo che vuol dire che mi sento pronto per una nuova sfida 

Interessante la testimonianza di
Colgan, e soprattutto importantissimo vivere il momento presente e rispettare fasi e cicli. È importante vivere il momento presente e non fuggire verso altro, assaporando l’esperienza che sia positiva a o negativa, per prendere il meglio, capire, riflettere, imparare e poi valutare prossime mete, sfide, sogni da voler realizzare, sempre con impegno, fatica, fiducia.
 
La tua gara più dura? Quella che devo ancora fare, è forse proprio per questo che continuo a trovare stimolo nel migliorarmi. 
Pensi che lo psicologo sia utile nello sport? Assolutamente , se il corpo corre, è la mente che lo guida! Puoi essere al massimo della forma fisica, ma senza una mente forte, determinata e resiliente, rischi di crollare alla prima difficoltà. Lo psicologo aiuta a gestire la pressione, a trasformare l’ansia in concentrazione e a superare quei momenti di crisi che nella vita, nell'allenamento o in gara... arrivano inevitabilmente.  
Sogni realizzati, lasciati incompiuti, da realizzare? Tra i sogni realizzati, senza dubbio c’è l’esperienza di aver gareggiato a livello agonistico come ciclista, raggiungendo un buon livello nella categoria élite-under 23. È stata una vera scuola di vita, dove ho imparato il valore della disciplina, del sacrificio e della capacità di rialzarmi dopo ogni caduta, in tutti i sensi. Quelle esperienze mi hanno formato non solo come atleta, ma anche come persona.  
I sogni lasciati incompiuti? Sicuramente c’è quello di partecipare a un grande giro a tappe, come il Tour de France. Quel sogno, purtroppo, non è più raggiungibile, ma non lo vedo con rimpianto. Lo considero una parte di me, una tappa del percorso che mi ha portato fin qui. Forse c’è anche qualche sogno più recente che potrei definire incompiuto, ma preferisco dire che è solo in pausa. Non tutto deve essere realizzato subito, a volte serve pazienza e il momento giusto per riprendere il cammino. 
E i sogni da realizzare? Ce ne sono tanti. Alcuni li tengo per me, perché credo che certi sogni abbiano bisogno di silenzio per crescere. Non tutto deve essere raccontato o condiviso subito. Mi piace pensarli come piccoli semi piantati nel terreno: cresceranno al momento giusto, con il giusto impegno e la giusta cura. 

David Colgan, ha iniziato nella Ciclistica San Lazzaro restandoci anche da esordiente. Da allievo e junior ha vestito i colori giallo-rosso-blu della Calderara Stm Riduttori. Passato dilettante under 23 è andato alla Ravonese di Bologna e successivamente nella padovana Filmop Arcasa, con la quale si è cimentato in diverse corse a tappe, come il giro d'Ungheria, dove ha indossato la maglia di miglior giovane. Correva per la Filmop anche nel settembre del 2002, quando si classificò terzo nel prestigioso Trofeo Pizzoli, tagliando il tra­guardo con lo stesso tempo del vincitore, l'Élite Alex Gualandi. Gli ultimi anni da dilettante li ha trascorsi nella romagnola Reda con la quale ha partecipato al Giro d'Italia.  
Chi ti ispira?
Mi ispirano i campioni del passato, sia quelli più noti che quelli meno conosciuti, ma con storie capaci di lasciare un segno. Sono un grande fan delle leggende dello sport, perché credo che ci sia molto da imparare dalle loro vite, sia dentro che fuori dalla gara. Nel triathlon, trovo ispirazione in atleti straordinari come Mark Allen, Dave Scott e Craig Alexander. Ognuno di loro ha incarnato un approccio unico alla competizione e alla preparazione mentale. Nel podismo, invece, sono legato alle storie che mi raccontava il compianto Vito Melito, per me non erano solo aneddoti di gare o risultati, ma spunti su cui lavorare. 

Mark Allen è un sei-volte campione del mondo di Ironman. L'ultima arrivò nel 1995 a 37 anni, rendendolo il più anziano campione di sempre. È stato imbattuto per dieci volte ai Campionati mondiali di triathlon long distance di Nizza. È stato nominato "Triatleta dell'anno" per sei volte dai magazine di triathlon, e nel 1997 definito come l'uomo più in forma al mondo". Allen è stato inserito nella Hall of Fame dell'Ironman Triathlon nel 1997. 
Dave Scott è il primo sei volte vincitore del campionato mondiale Ironman
(1980, 1982, 1983, 1984, 1986 e 1987). Scott è stato il primo ad essere inserito nella Ironman Hall of Fame. È conosciuto con il soprannome "The Man" per i suoi intensi regimi di allenamento e le sue instancabili prestazioni in gara. Nel 1994, all'età di 40 anni, arrivò secondo all'Ironman World Championship delle Hawaii, sfiorando la vittoria per la settima volta. Nel 1996, all'età di 42 anni, arrivò 5° correndo la maratona in 2h45. 
Craig Alexander ha vinto per due volte consecutive e in totale 3 volte l'Ironman Hawaii. È stato il detentore del record nella gara dei campionati del mondo di Ironman alle Hawaii con un tempo di 8h03’56”. Si è laureato due volte campione del mondo Ironman 70.3. 
Vito Melito vinse quattro volte la 100 km del Passatore, tre delle quali consecutive tra il 1976 ed il 1978, oltre a un secondo posto nel 1979. Il 22 marzo 1980 con il tempo di 2h59'47" stabilì il primato italiano dei 50 km su pista.  
Cosa dicono familiari, amici, colleghi, fan? I familiari supportano da sempre questa mia grande passione, mi seguivano alle gare domenicali sin da quando ero piccolo e ora quando possono sono al traguardo delle gare più importanti con la mia compagna. Con gli amici il rapporto è sempre molto sincero, con gli appassionati sportivi ci si vede molto di frequente in quanto abbiamo un po' lo stesso stile di vita mentre per gli amici che non praticano questo sport ci si vede sicuramente meno ma il rapporto non cambia.  
Cosa ti
lo sport e cosa ti toglie?
Penso che lo sport mi abbia davvero formato; l'agonismo giovanile è stato per me scuola di vita in quanto ha sviluppato grande responsabilità, capacità di organizzazione, disciplina, sacrificio.  

In effetti la pratica di uno sport risulta essere una grande scuola di vita, soprattutto lo sport praticato ad alti livelli dove bisogna aver chiara la motivazione, chiari gli obiettivi, lavorare duramente e responsabilmente, seguire piani e programmi, fidarsi di persone, amici, team che consigliano, allenano, supportano, affrontare ogni situazione che sia di successo o di sconfitta o infortunio, avere fiducia, pazienza e resilienza. 
Cosa hai scoperto di te praticando sport? Ho scoperto molte cose di me che non avrei mai immaginato. Lo sport è uno specchio: riflette i tuoi punti di forza, ma anche le tue debolezze, e ti costringe a esserne consapevole e ad affrontarle. Ho scoperto di essere anche molto più forte di quanto pensassi.  
Cosa significato per te una vittoria, un record personale o una sconfitta? Rappresentano un pezzo fondamentale del percorso. Ognuno di questi momenti, che sia una vittoria o una sconfitta, ha un significato diverso, ma tutti mi insegnano qualcosa che mi permette in qualche modo di scoprire qualcosa in più su me stesso.  

Trattasi
di uno percorso sportivo ma anche di vita, che costruisce carattere, personalità, successi giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, esperienza dopo esperienza, gara dopo gara. Apprendendo sempre da ogni cosa, da ogni persona ma soprattutto da se stessi, mettendosi in gioco con coraggio e la consapevolezza di essere in grado, di aver lavorato bene, di potercela fare anche questa volta come le volte precedenti.
 
Quali sono gli ingredienti del successo? La passione (molte volte è un'ossessione) e la disciplina sono sicuramente gli ingredienti principali, ma senza curiosità penso che la ricetta sia incompleta.   

Per impegnarsi duramente con disciplina, metodo, sacrifici bisogna avere elevata passione e motivazione ma anche sapersi divertirsi ed essere curiosi e avventurosi nello scoprire se stessi in diverse situazioni più o meno difficili. 
Ti alleni da solo o con altri atleti? Per la maggioranza degli allenamenti infrasettimanali da solo mentre per il weekend il lungo bici lo faccio spesso con un gruppo di amici  
Come è composto il tuo team? Il team è composto da professionisti che col tempo sono diventati anche amici; il nutrizionista strategico / i fisioterapisti-osteopati / uno specialista sul recupero (e HRV). 

Più alte sono le pretese in termini di
performance e più si ha bisogno di professionisti che aiutano e danno consigli. Insieme è molto meglio nel decidere, stabilire piani e programmi, testarsi, riprendersi, prevenire.
 
Quali sono stati gli allenamenti più importanti? I lunghissimi nel caso delle ultra e i combinati estensivi per quanto riguarda il triathlon, in entrambi i casi la componente aggiuntiva è sicuramente quella di tenuta mentale oltre che fisica.  

Più si simulano condizioni di fatica in allenamento e più si arriva preparati in gara e fiduciosi di potercela fare nonostante qualsiasi fatica enorme o difficoltà estreme. 
Chi ti ha incoraggiato o scoraggiato? Sono sempre stato incoraggiato da tutte le persone che mi circondano. Se devo ricordare persone negative da un punto di vista di passione sportiva penso sempre ai professori delle scuole Medie che molto spesso disincentivano il ragazzino nel focalizzarsi troppo sullo sport a discapito dello studio. Questo sarebbe un tema che andrebbe discusso molto di più, ci sarebbero molti meno problemi di scarsa autostima.
Qualche consiglio per vincere una maratona, ultramaratona, triathlon? La vittoria è sicuramente intesa come il raggiungimento del proprio obiettivo, che sia di tempo come un Personal Best o di classifica assoluta. In entrambi i casi il mio consiglio rimane sempre quello di essere pazienti, di avere una costanza granitica e soprattutto arrivati al giorno della gara di crederci, di credere fortemente di potercela fare. 

In effetti bisogna lavorare duramente, crederci tantissimo ed essere pazienti, se una volta non va bene, la prossima, dopo averci lavorato, potrebbe andare molto meglio.
 
Qualche consiglio per chi corre la sua prima gara di maratona, ultramaratona, Ironman? La prima esperienza sulla distanza va vissuta come prova, come avventura, senza troppe aspettative di tempo. Successivamente consiglio di non improvvisare, di prepararsi nel dettaglio affidandosi a un professionista che possa tirar fuori il meglio. 
Ci pensi alla maglia azzurra? E alla vittoria al Passatore? Si, ci penso spesso anche perché inseguirli dà enorme significato a ciò che faccio tutti i giorni. 

Sogni, mete, obiettivi sfidanti, difficili ma non impossibili son grandi stimoli per continuare ad allenarsi e seguire un sano stile di vita considerato prezioso tantissimo soprattutto per se stessi. 

Dott. Matteo Simone  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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