Matteo Simone
Foto di Paola Falcier |
Il 26 ottobre 2024 ha preso il via la terza edizione della backyard l'Immortale di Monselice e il vincitore è stato Giancarlo Racca che è riuscito a restare in gara fino alla 35^ ora percorrendo 234,710 km.
A seguire Roldano Marzorati 34h – 228,004 km, Davide Giribaldi 33 ore – 221,298 km e la prima donna Elsie Cargniel Bergamasco 32h – 214,592 km. Completano il podio femminile Alisia Calderone 27h – 181,062 km e la russa Anastasiia Salnikova 25h – 167,650 km.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Elsie (ASD Maratonina Udinese) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Hai vinto la Bakyard con record, te l'aspettavi? Ho partecipato alla Backyard di Monselice, giunta alla sua terza edizione, presa dalla curiosità di sperimentare una lunga distanza con dei vincoli di tempo e chilometri, scanditi ora per ora, quindi eterodeterminati. Un tanto proprio per sforzarmi a seguire un metodo, astrattamente applicabile a gare di lunghissima distanza, che consenta di parametrare lo sforzo nel lungo periodo. Proprio in quanto esperimento non nutrivo alcuna aspettativa in merito, anzi al contrario mi sarei aspettata di incorrere in qualche ‘pasticcio’ stante il mio carattere, refrattario a seguire le indicazioni!
Foto di Paola Falcier |
Cosa cambia ora? Grazie a questa esperienza ho avuto l’ulteriore conferma che la corsa possa essere superamento dell’individualismo (tipico delle gare di breve distanza o comunque di velocità), per giungere a una condivisione di un viaggio/esperienza con altri, animati dalla stessa passione per la corsa.
In effetti questa modalità di gara diventa una condivisione di un’esperienza collettiva, dove ognuno decide quale strategia utilizzare, come alimentarsi, quale abbigliamento utilizzare e ognuno apprende sia dalla propria che dall’altrui esperienza.
Come ti sei organizzata? Nella Backyard di Monselice l’organizzazione ha curato ogni dettaglio, consentendo agli atleti il massimo confort logistico e organizzativo. Anche dal punto di vista alimentare sono stati forniti costantemente prodotti genuini e adatti alla tipologia di sforzo. Pertanto, da parte mia, non vi è stato alcuno sforzo organizzativo in quanto mi sono potuta affidare pienamente a quanto messo a disposizione dall’organizzazione. Fondamentali, nelle gare di resistenza, sono l’idratazione e la possibilità di alimentarsi con cibi poco conditi, per quel che mi riguarda.
In genere gli organizzatori di gare di ultramaratona, ritenute a volte anche estreme, sono molto attenti agli atleti, sanno che hanno bisogno di alimenti diversificati, sia dolci che salati, ed è importante per gli atleti affidarsi a loro per avere la mente libera e pensare solo allo sforzo fisico senza preoccupazioni ulteriori.
Sei riuscita a dormire qualche minuto? Dovendo percorrere 7 km ogni ora, per tutta la durata della gara, per sua caratteristica indeterminata dal punto di vista temporale, essendo a eliminazione, le prime ore consentono a quasi tutti i partecipanti di avere un margine di minuti sull’ora da poter utilizzare per mangiare, cambiarsi ed eventualmente fare dei micro-sonni. Personalmente non ho avuto necessità di fare micro-sonni, fondamentale però è stato avere dei minuti per stare seduta tra una partenza dell’ora e l’altra.
È importante trovare u giusto equilibrio tra il non stancarsi troppo andando a un’andatura lenta e il cercare di ricavarsi dei minuti a disposizione per riposarsi, rilassarsi e fare le cose con comodo, una tipologia di gara difficile da comprendere per i non addetti ai lavori e abituati a un certo numero di chilometri da percorrere possibilmente a un'andatura costante.
Come ti sei allenata per questa gara? Essendo neofita e non seguita da allenatore, ho fatto una sperimentazione senza criterio scientifico, aumentando i lunghi lenti nei mesi antecedenti a questo evento.
La dedichi a qualcuno? La dedico a mio nonno, e per me anche papà, uomo di grande spessore umano, mancato quest’anno. Con lui, grande camminatore/escursionista, sin da piccola ho fatto delle bellissime e impegnative escursioni in montagna, luogo che tutt’ora mi consente di ricordarlo costantemente.
Il mettersi in gioco in gare considerate di fatica che prevedono un chilometraggio lunghissimo e tantissime ore di gare della durata anche di più giorni permettono di stare con se stessi, riflettere, elaborare, progettare, avere pensieri anche per i propri cari.
Cosa e chi sono stati determinanti? Determinante è stata la pazienza di mia mamma, che (talvolta più o meno convinta) mi ha accompagnato in due avventure significative di quest’anno. Fondamentale anche mia nonna, ormai molto grande d'età, che - per quanto non si capaciti rispetto a cosa ci possa derivare da un certo tipo di sforzi🤣- pazientemente attende il rientro da questi eventi con relativo dettagliato racconto 😁.
Progetti entro fine anno e per il 2025? Evito di fare progetti ritenendo che la corsa sia per me una forma di espressione priva di condizionamento e libertà, preferisco vivere intensamente il presente senza aspettative. Le progettualità le riservo per la vita lavorativa, che è scandita da impegni talvolta fitti, e per cui la disciplina della corsa può fornire, oltre che necessario scarico anche spunto per un metodo, applicabile in via trasversale anche nella vita ordinaria.
Ringrazio Elsie per la disponibilità e il tempo dedicato e ringrazio Paola Falcier per le foto, definita da Elsie: "Nostra cara Super fotografa delle Ultra! Che coglie sempre l'Essenza di queste manifestazioni”.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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