È importante seguire passioni con fiducia e impegnandosi con costanza e determinazione.
Di seguito Michelle racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? A breve, migliorare il mio tempo nella mezza maratona e nella maratona. A medio, 2 triathlon Ironman 70.3. A lungo, partecipare a un Ironman completo e a una gara di trail in montagna. Completare le mezze maratone del circuito SuperHalfs e le maratone della Abbott World Marathon Majors! Il tutto creando community e raccogliendo fondi per le onlus. Essere l’apostrofo che trasforma ‘Impossible’ in ‘I’m Possible!’.
Lo sport permette di fissare obiettivi difficili, sfidanti ma non impossibili, seguendo percorsi e piani di allenamento, incrementando fiducia e sviluppando resilienza.
Ti ispiri a qualcuno? I miei nonni e anche svariati shokunin o maestri. Mi ispiro a me stessa e a donne come Sally McRae, Courtney Dewaulter e Rebecca Rusch, che dimostrano che non c’è limite a ciò che possiamo fare e che ogni percorso è una scoperta di sé. Anche la comunità #WeArePossible mi motiva ogni giorno.
È importante mettersi in gioco facendo esperienza e decidendo percorsi per arrivare a mete e target da trasformare in realtà.
Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan? Dicono che brillo, che ho cuore, che sono determinata e che non mi arrendo mai. Mi vedono come una fonte di ispirazione, ma anche come qualcuno che è sempre pronta ad ascoltare e a supportare gli altri.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Lo sport è vita. Lo sport dà energia, forza e una profonda connessione con me stessa e con gli altri. Lo sport è una raccolta di storie meravigliose degli atleti. A volte, lo sport sembra che dilati il tempo, che richiede sacrifici e struttura. Il risultato è sempre positivo.
In effetti la pratica di uno sport permette di conoscere sempre meglio se stessi e gli altri nella condivisione di esperienze di fatica e di gioia, risultati e soddisfazioni.
Che significato ha per te un personal best o una sconfitta? Un personal best è la prova che sono migliorata e che il lavoro paga. Una sconfitta, invece, è un'opportunità per imparare e crescere, una parte inevitabile e preziosa del percorso.
In genere il lavoro paga sempre ottenendo risultati sempre più prestigiosi ed eventuali sconfitte aiutano a conoscersi meglio e potenziare eventuali criticità emerse.
Quali sono gli ingredienti del successo? E.L.I.S.I.R. by #MichellePossible = Energia. La Curiosità. Ispirazione. Successo. Irremovibilità. Resilienza. I Valori di #MichellePossible e la community #WeArePossible. Oltre che, perseveranza, fiducia in sé stessi, e una buona dose di umiltà. Aggiungi il supporto di una comunità e una guida esperta, e hai la ricetta perfetta.
ELISIR risulta essere un bello e significativo acronimo che sintetizza aspetti importanti nell’ottener il successo personale. Vero è che bisogna essere fiduciosi e consapevoli, resilienti sempre affrontando, gestendo, superando situazioni difficili e avverse.
Segui un piano di allenamento, programmi gli allenamenti? Sì, i miei allenamenti sono programmati con i coach per assicurarmi di bilanciare carichi e recupero. Il piano, il riposo, il massaggio, l’osteopata, esercizi di potenziamento, il nuoto, la bici, la corsa, la nutrizione e l’idratazione sono fondamentali per evitare infortuni e progredire in modo sostenibile.
Gli allenamenti più importanti? Tutte per me sono importanti. Si costruisce con l’insieme. Le lunghe sessioni di endurance fisico e quelle specifiche per costruire forza mentale. È lì che capisco quanto posso spingermi oltre.
Ogni lavoro e ogni recupero risulta esser importante per la performance, lavorare duro quando si può e recuperare a sufficienza per poter affrontare il prossimo lavoro.
Cosa ti spinge a fare sport? La curiosità di cosa è capace l’essere umano. La voglia di essere la versione migliore di me stessa e di ispirare gli altri a credere che tutto è possibile.
Cosa diresti a te stessa di 10 anni fa? Credi in te stessa. Ce la fai. Credi nel processo. Prendi il tuo spazio e il tuo posto. Non importa se il percorso sembra incerto, ogni passo ti porterà verso qualcosa di straordinario. Le piccole azioni eseguite ogni giorno portano molto lontano. Ricordati di sorridere e di fare tutto con il cuore.
Ogni successo prevede un percorso, ogni percorso è una somma di passi, quindi è importante iniziare con il primo passo e poi proseguire un po’ per volta fino al conseguimento dell’obiettivo prefissato.
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? ‘I’m Possible’. È uno dei mantra che mi ricorda che nulla è davvero impossibile se ci credo e ci lavoro. Altri? ‘I can, I will, I must, it’s done!’ e ‘Every day in every way, I get stronger and stronger!’.
C’è qualcuno che ti incoraggia o scoraggia nelle tue imprese sportive? Sono circondata da persone che mi incoraggiano, dalla mia famiglia agli amici, ai coach, alla comunità #WeArePossible. Anche i piccoli gesti di supporto fanno la differenza. Seguimi sui social #MichellePossible.
Vero è che ‘volere’ è ‘potere’ se ci si impegna con costanza e mettendosi in gioco da soli e meglio se sostenuti da professionisti, familiari, amici esperti.
In che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana? Lo sport mi insegna disciplina, resilienza e come affrontare le sfide con determinazione. Mi aiuta a trovare equilibrio e a gestire lo stress, trasformandomi in una persona più forte e consapevole. Lo sport è un insieme di azioni, e non solo la corsa, il nuoto o la bici. Lo sport è la giusta nutrizione e idratazione. Lo sport è dormire e recuperare bene. Lo sport è imparare e sperimentare cosa funziona e cosa no. Lo sport è uno dei percorsi della vita. Quello che scopro nello sport lo applico anche nella vita. Mi dà sempre più fiducia in me stessa e le mie capacità e le possibilità degli esseri umani. Insieme possiamo fare la differenza. Basta un apostrofo per trasformare ‘Impossible’ in ‘I’m Possible!’ Insieme trasformiamo ogni sfida in vittoria e ogni sogno in realtà!
La pratica di uno sport diventa una palestra di vita trasferendo nella vita quotidiana ogni apprendimento degli aspetti sportivi quali la pianificazione di obiettivi, gestione stress, autoefficacia, consapevolezza, flow.
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? Il mio primo Ironman 5i50 a Cervia e le mie 4 maratone in 19 mesi tra cui Roma, Ravenna e New York sono state esperienze uniche. Non erano solo gare, ma un viaggio personale in cui mi sono sentita parte di una comunità globale. Attraversare il traguardo ha rappresentato per me il simbolo che tutto è possibile quando ci crediamo davvero. Mi piacciono le sfide: A 40 anni mi ero sfidata di nuotare con i delfini e portare un elicottero = fatto! A 50 anni, tra le altre cose, partecipare alla All Women’s AirRace negli USA = fatto! A 60 anni andare da zero a maratona = fatto! Poi mi sono ulteriormente sfidata, perché aspettare 10 anni – creiamo sfide annuali. A 61 anni mi sono sfidata al triathlon mentre raccolgo fondi per le onlus = fatto! A 62 partecipare a 2 Ironman 70.3 raccogliendo fondi per le onlus e creando una community #WeArePossible. Lavori in corso!
Sogni realizzati e rimasti incompiuti? Tra i sogni realizzati c’è il completamento di maratone e triathlon importanti. Un sogno incompiuto? Vorrei partecipare a una ultramaratona un giorno e correre in luoghi che mi ispirano come il Monte Bianco, il safari, Cocodona, e pure il nord Europa! Percorsi che mi sfidano e che mi aiutano ancor di più a scoprire cosa siamo capaci di fare, e come il limite a volte è imposto e valicabile!
L’essere umano è nato per andare incontro a sfide sempre più ambiziose, si inizia a camminare, cadendo più volte; balbettare e parlare e poi si passa a correre, saltare, lanciare e superare ostacoli sempre più difficili, fino ad arrivare a correre maratone e ultramaratone e addirittura combinare più sport come il triathlon (nuoto, bici, corsa) fino ad arrivare all’Ironman dimostrando elevata resilienza.
La tua gara più estrema o più difficile? La mia prima maratona a Roma e il mio primo triathlon Ironman 5i50. La mia prima maratona di New York finendo in 5 ore e 5 minuti, personal best (dopo 19 mesi dalla mia prima maratona migliorando il tempo di 55 minuti). La Cortina-Dobbiaco. La Speata. La Jennesina. La Maga Circe. I miei primi duathlon e triathlon sprint. Solo per nominare alcune. Era una combinazione di sfida fisica e mentale che mi ha costretto a scavare in profondità dentro di me. Finire quelle gare sono state esperienze estremamente soddisfacenti e memorabili.
Cosa sperimenti prima, durante, dopo una gara? Prima, provo un mix di emozione, curiosità e stimolo, come una sorta di elettricità nell’aria. Durante, sono totalmente immersa, concentrata sul momento, e anche grata di poter muovermi e condividere l’esperienza con altri. Dopo, c’è un senso di gioia e di soddisfazione: ho dato tutto quello che avevo, e questo mi riempie di orgoglio, qualunque sia il risultato.
La gara è un momento di messa alla prova, un test per capire quanto si vale e in che condizione psicofisica si è. Si tratta di concentrarsi e focalizzarsi per il periodo di gara per focalizzare ogni energia muscolare e mentale per ottenere la performance e poi gioire per quello che si è riuscito a fare sia in quella gara che negli allenamenti precedenti mirati e pianificati.
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? Assolutamente sì. Ogni gara mi porta a un nuovo limite fisico o mentale. Ho imparato che i limiti sono punti di partenza, non muri invalicabili. Imparo ogni volta come parlarmi e come muovermi meglio. Sono in ammirazione delle capacità del corpo e dello spirito umano. Superare limiti è una forma di crescita.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Decisamente, anche il mind coach. Lo sport è tanto una questione di testa quanto di fisico. Avere un supporto psicologico può aiutare a sviluppare resilienza, a gestire le paure e a canalizzare l’energia mentale nel modo giusto.
Dott. Matteo Simone
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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Libri: http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
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