Manuel Pozzerle
diventa campione nazionale di snowboard nel 2014, si classifica terzo in Coppa
del Mondo di Snowboard nella stagione 2014-15, vince il suo primo titolo
mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del Mondo 2015.
Molto disponibile Manuel
nel rispondere ad un mio questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance per conoscere gli aspetti che incidono
sul benessere e quali sulla performance. Di seguito si presenta e racconta la
sua esperienza.
Ti sei sentito campione nello sport
almeno un giorno della tua vita? “Per fortuna si, quando ho vinto la Coppa Europa
in Olanda circa 3 anni fa, la prima volta non si scorda mai.”
Qual è stato il tuo percorso per
diventare un Atleta? “Una serie di
coincidenze, non ci pensavo affatto. E’ stata un amica a propormi la cosa, io
mi divertivo a fare snowboard a nient’altro. Poi ho provato a fare una gara e
l’adrenalina che ho sentito quella volta è diventata una droga. Da lì mi sono
buttato a capofitto e non ho ancora mollato.”
Hai
dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Fortunatamente
no. La cosa difficile è far coincidere gli allenamenti e gare con il lavoro e
la famiglia.”
Quali sono i fattori che hanno
contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Sicuramente il lavoro
fisico aiuta, molto allenamento sulle piste è d’obbligo ma serve anche lavorare
sull’aspetto psicologico: se non ci sei con la testa non vai da nessuna parte.”
Incontrare lo sport è benefico, si
sperimentano sensazioni piacevoli e poi si può scoprire di essere un talento,
di saper far bene ed allora bisogna incastrare lavoro, famiglia ed allenamenti
e curare gli aspetti importanti che ti portano alla performance, non solo
allenamenti impegnativi con costanza e determinazione ma anche curare l’aspetto
mentale che sorregga il fisico nel percorso verso l’eccellenza.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? “Principalmente
carboidrati 3-4 ore prima della gara, cioccolato durante e cibi per esser
felici poi, quelli che mi piacciono. Nessun farmaco ma qualche integratore se
mi sento stanco.”
Anche
il nutrimento non solo per il fisico ma anche per la mente, quindi benzina per
i muscoli ma anche per sperimentare piacere.
Nello sport chi ha contribuito al
tuo benessere o alla tua performance? “Tutto il team della squadra, ognuno nel
suo settore: dallo psicologo al fisioterapista al coach. Includo pure gli
atleti perché serve un buon clima per stare bene e dare il massimo.”
Le componenti del benessere e della
perfomance nello sport sono diverse bisogna solo saperne approfittare e non
farsi mancare niente.
Qual è
stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “Penso sia contro l’americano Mike Minnor
in Francia, che è anche la più recente. Ci siamo scambiati le posizioni più
volte, ogni curva era una botta di adrenalina. Nel rettilineo finale lo stavo
prendendo perché ero più veloce ma ho saltato troppo alto nell’ultimo salto e
mi sono mangiato la finale. Ma non importa, è stata tra le run più belle che
abbia mai fatto.”
La
descrizione di Manuel ci fa immaginare le sensazioni che si possono
sperimentare in una gara di snowboard, la bellezza della competitività sana, il
cercare di superare l’altro con tutte le risorse e strategie possibili e
disponibili, e se non si riesce va bene uguale, l’esperienza è quella che
conta, se l’altro è più forte pazienza per ora ma diventa uno stimolo per far
meglio per capire come si può migliorare e cercare la prossima volta di
batterlo, di sorprenderlo.
Qual è
una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “Gli
allenamenti. Sto crescendo e lo sento, apprendo nuove tecniche e riesco a
sfruttarle quando mi servono. Non posso definire un’esperienza unica, sarebbe
troppo restrittivo e insignificante.”
Non si
finisce mai di imparare dagli allenamenti, dalle gare, dagli avversari, dagli
allenatori, dalla propria immaginazione che supera sempre la realtà ma è vicino
e si può osare un pochetto per cercare di far meglio.
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “I miei
famigliari ne sono orgogliosi, dei miei amici invece mi chiedono consigli su
tavole o gesti tecnici.”
Si
riesce nello sport, si diventa esperti, si iniziano ad avere i primi fan tra i
famigliari e gli amici, iniziano a prenderti come riferimento a chiederti
consigli e questo fa star bene, diventa importante essere riconosciuti non solo
da se stessi ma anche dagli altri.
Cosa hai
scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Che sono testardo, quando non
mi riesce una cosa mi impunto finchè non riesco a farla nel modo corretto.”
Quali
sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di
possedere? “Sono calmo, non mi agito più di tanto prima delle gare, so
aspettare il momento giusto per superare l’avversario decidendolo prima mentre
studio la pista.”
Manuel
si definisce testardo ma allo stesso tempo calmo, quindi se vuole una cosa, la
studia bene, sa aspettare, attua la tecnica dell’agguato, al momento opportuno
quando meno te l’aspetti, è capace di sorprenderti, di superarti, di andare sul
gradito più altro del podio, è da studiare da parte di avversari ed allenatori
per comprendere le chiavi che portano al successo.
Che
significa per te partecipare ad una gara sportiva? “E’ l’apice di tutti gli
sforzi che ho fatto per essere lì, il mettermi alla prova, dare il meglio di me
per superare tutti. Sentire anche il pericolo, la paura e schivarli, superarli.”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Del ‘non riuscire’ molte
volte, ‘del limite’ pochissime. Ma non sono così bravo da potermi analizzare
nelle prestazioni, bisognerebbe chiedere al coach!”
Molto
modesto Manuel e sa riconoscere i meriti degli altri che fanno parte del suo
team, questo è importante, l’alteta non è solo.
Quali sono o sono state le
sensazioni che sperimenti facendo
sport: pregara, in gara, post gara? “Eccitazione nel pre-gara ad esempio
ma bisogna vedere com’è andata la gara il giorno prima se no si è sempre un po’
mogi. Se si imbrocca la prima discesa poi è tutto più facile, si può passare
all’attacco. In gara cerco di eliminare tutte le emozioni, tengo solo la
rabbia, quella buona intendo.
Per il post-gara ovviamente va da
se di come è andata la giornata.”
Importante è un’elevata
autoconsapevolezza, sapere come si funziona, sapere quali sono le sensazioni
che si sperimentano e non preoccuparsi, perché si è in grado di gestirle con l’esperienza,
ognuno sa riconoscere la sua IZOF la miglior zona di confort. Hanin propone una teoria della relazione fra ansia e
prestazione denominata IZOF (Individual Zone of Optimal Functioning) ogni
atleta ha la sua zona ottimale di ‘ansia’ e attivazione emotiva in cui riesce a
realizzare prestazioni ottimali.
Quale è stata la gara più
estrema o più difficile? “Non ce né una in particolare, diciamo che se non mi
piace il tracciato è tutta una sfida, in particolare quelle tecniche dove io
sono abbastanza carente.”
Quali
sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Le difficoltà sono il freddo, la scarsa visibilità e il
dimenticarsi cosa c’è dietro ad un salto o farlo male. Il rischio è ovunque,
anche nel tuo avversario che ti segue ad un metro ai 70 km /h tra curve e
dislivelli vari. Devo fare attenzione a non perdere la concentrazione tra una
run e l’altra, le attese fanno più danni che non le gare in se. “
Quali sono le condizioni fisiche o
ambientali che più spesso ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?
“Fisicamente non ho avuto molte limitazioni, tranne che per alcuni casi ma
riguardanti di più l’aspetto psicologico. Mi fa più paura la scarsa
visibilità.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti
fa continuare a fare sport? “Indistintamente dal viaggiare e vedere un mondo
diverso da quello a cui sono abituato, continuo a farlo perché mi piace. Nè per
le medaglie, nè per i soldi, nè per la fama ma solo perché mi piace.”
Come hai
superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Parlando di crisi e sconfitte, solo con il tempo e cercando di capire
dove ho sbagliato e cosa si poteva fare. Si cresce molto e si capisce dove si
deve lavorare maggiormente.”
E’ successo che ti abbiano
consigliato di ridurre l’attività sportiva? “No mai, al contrario mi stimolano
a fare di più.”
Quale
può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Fare
sport vuol dire conoscere i propri limiti e superarli, aiuta a diventare
autonomi, a conoscere la sconfitta e la vittoria. In più fa bene al fisico come
alla mente.”
C’è
stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Mai,
voglio arrivarci con le mie forze, perché non avrei vinto io ma le droghe
usate.”
Quale
può essere un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Se usi il doping
stai barando per poter vincere. Vince il baro, non l’atleta.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi
dell’attività sportiva? “Assolutamente sì. All’inizio perché ti dà coraggio su
cose nuove che si devono imparare, ti toglie dallo sconforto. Nel poi perché
salgono le competizioni e quindi anche l’ansia da prestazione.”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Tutto come adesso solo
che inizierei prima a fare gare.”
Quali
sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Il primo che mi
ha fatto arrivare dove sono adesso, che era indossare la giacca azzurra
dell’Italia, prossimo obiettivo è ripetermi nei mondiali e salire ancora sul
gradino più alto. Guardando un po’ più in là punto alle para-olimpiadi del 2018.”
Grazie
Manuel, a presto.
Matteo SIMONE
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