Stefano Severoni
SCHEDA ATLETA
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NOME Carlo COGNOME Ascoli DATA DI NASCITA 12/04/1979
CATEGORIA SM35
ALTEZZA MT 1.78 PESO KG 70 FREQ. CARD. A RIP 43 ALLENATORE
Ivan Cudin
SOCIETÀ Asd Villa de Sanctis e Podistica Casalotti SPECIALITÀ corsa su strada
MEDICO Del Vecchio TITOLO DI STUDIO diploma PROFESS. studente STATO CIVILE celibe
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RECORD PERSONALI
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DISTANZA
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TEMPO
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ANNO
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10˙000 m
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36’07’’
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2010
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21,097 km
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1h20’55’’
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2010
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42,195 km
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2h51’31’’
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2010
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100 km
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8h05’
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2012
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ATLETICA LEGGERA
Quando hai cominciato a praticare l’atletica leggera? Ho iniziato a correre al parco a 18 anni, con la Stracittadina
Roma 2003, prima gara ufficiale Corri
alla Garbatella 2003.
Quali
motivazioni ti hanno spinto a iniziare? Pesavo
100 kg.
L’allenamento che preferisci e perché. Il lungo perché mi piace tantissimo correre e questo è
l’allenamento che mi permette di farlo per più tempo.
Quante volti ti alleni a settimana? 6 volte, di solito mi riposo il sabato.
Quanti chilometri percorri a settimana? Dipende dalla preparazione delle gara dai 70 ai 160 km (se
capita nella settimana di un’ultramaratona).
Quante gare fai ogni anno?
Quando ho iniziato correvo praticamente tutte le domeniche, poi una trentina
l’anno, negli ultimi tre anni causa infortuni e problemi allergici poche, spero
di tornare a farne di più.
Esegui esercizi di stretching,
ginnastica, circuit training, yoga o altro e con quale frequenza? Faccio stretching,
esercizi di Core stability e da
qualche anno faccio esercizi di ginnastica propriocettiva tutti i giorni.
Hai un diario in cui annotare programmi, allenamenti, gare, test?
Sì, sia cartaceo che elettronico (excel).
Il successo che più ti ha gratificato. Forse i due terzi posti consecutivi alla 100 km delle Alpi 2012/2013. Il primo perché ho ottenuto il mio
personale sulla distanza, il secondo perché sono partito con una fortissima
dermatite sul dorso dei piedi e riuscire ad arrivare a podio è stato quasi un
miracolo.
Quante e quali scarpe possiedi per allenamento e gare? Di solito due, una per le gare brevi, un’altra per quelle
lunghe.
NUTRIZIONE E SALUTE
Come ti alimenti abitualmente?
Mangio di tutto.
Assumi integratori alimentari? Sideral oro (Ferro).
Le tue scelte dietetiche sono suggerite dal medico, dal dietologo,
da riviste, personali o altro? Medico e
personali.
Oltre alla tradizionale visita per certificato medico sportivo
agonistico, ti sottoponi ad altri indagini come esami del sangue periodici e
con quale frequenza? Circa due volte l’anno,
ma anche più spesso.
In genere i corridori, specialmente quelli di lunghe distanze,
incorrono nel problema dell’anemia. È anche il tuo caso o accusi altri
disturbi? Ho avuto sempre problemi di mancanza
di ferro, anche prima di correre.
In caso di problemi fisici a chi/che cosa ricorri? Medico di famiglia o centri specializzati per esami
diagnostici, altre volte lascio al corpo il tempo di recuperare.
Ti fai massaggiare abitualmente o solo in caso di infortuni? Ho fisioterapisti di fiducia, ma spesso ci vado quando il
problema persiste da 1/2 settimane.
Avverti qualcosa d’insolito nelle fasi pre-gara? Sai gestire
l’ansia? Non ho mai avuto grande
preoccupazione, forse negli ultimi due anni a causa di qualche infortunio sono
un pochino più pauroso.
Ti sei mai sottoposto a un esame baropodometrico? A una valutazione
posturale? Sì.
SPORT
Leggi libri e riviste di atletica leggera? Quali? Correre e Runner’s World.
Quale sito frequenti maggiormente? Tantissimi. Forse i tre principali www.maratoneta.it www.mariomoretti.it per vedere le gare a
Roma e www.iutaitalia.it per le ultramaratone.
Nella tua società sportiva ci sono atleti con disabilità? Purtroppo no. Dico purtroppo, perché mi piacerebbe condividere
con un atleta disabile la corsa.
Non ritieni che il settore disabilità andrebbe maggiormente
preso in considerazione anche nell’atletica leggera? Sicuramente sì. Un mio sogno nel cassetto è accompagnare una
persona con disabilità a una gara (ipovedente o carrozzina), ma purtroppo non
riesco mai a organizzarmi per riuscire a fare ciò.
Lo sportivo che preferisci e perché. Sono tanti gli sportivi che ammiro, ne dico due non tanto
perché sono fortissimi atleti (sarebbe banale dirlo), ma perché sono persone
splendide: Ivan Cudin e Giorgio Calcaterra.
Un giudizio sulla tua società sportiva e i motivi della scelta. Prima voglio ricordare anche la mia prima squadra: l’Arcobaleno che purtroppo ora non esiste
più. Sono un romantico da questo punto di vista, se mi metto una maglia addosso
è quasi impossibile togliermela. Ho due società perché ho due tesseramenti.
Sono riuscito a dividere il cuore a metà. L’ASD
Villa de Sanctis è soprattutto la
squadra delle ultramaratone mentre la Podistica
Casalotti rappresenta il quartiere dove vivo. Hanno casualmente lo stesso
motto: «Caput
imperare, non pedes».
«L’importante non è vincere, ma partecipare con il massimo
impegno e al limite delle proprie possibilità» (De Coubertin). Sei d’accordo
oppure? Sono d’accordo. In ogni gara c’è un
traguardo, non importa tagliarlo per primo o per ultimo, l’importante è
tagliarlo!!!
I tuoi obiettivi sportivi.
Nelle domande precedenti ho citato due atleti formidabili, ora ne cito un
altro, sconosciuto a tanti per rispondere a questa domanda. Il mio obiettivo
sportivo si chiama Ugo Marchionni, classe 1935, mio ex compagno di squadra all’Arcobaleno
e 22 volte finisher al Passatore (basti pensare che dal 2005 ha
saltato soltanto l’edizione 2010). Vorrei continuare a correre e gareggiare
come Ugo.
La tua famiglia condivide la tua passione sportiva? Sì, non avrei potuto correre senza l’aiuto di mia madre. La mia
ragazza mi supporta e spesso mi accompagna alle gare.
ESSERE ULTRAMARATONETA
Cosa ti ha spinto a
diventare “ultramaratoneta”? Il piacere di correre a lungo.
Qual è la gara estrema
che più ti affascina e perché? Non l’ho ancora fatta: l’Atene - Sparta. Rappresenta la storia del
podismo.
Il risultato ripaga
sempre lo sforzo profuso in allenamento e gara? Sempre anche se qualche volta non si è al 100% e
diamo colpa all’allenamento o alla gara.
Ti piace il trail running e perché? Mi piace per il contatto ravvicinato con la
natura, ma non lo pratico per scarso allenamento su questo tipo di terreno e ho
paura d’infortunarmi.
Conta più la mente, il
fisico o il cuore nella sportiva vita di un ultramaratoneta? Tutti e tre, ma la mente spesso ti aiuta a
superare momenti dove il fisico sembra abbandonarti.
In famiglia altri
condividono la tua passione o in questo senso vivi isolato? Mia madre e la mia ragazza la condividono.
La gara più bella:
racconta. La 100 km delle Alpi 2013. Parto con una
fortissima dermatite atopica sul dorso dei piedi, arrivo terzo assoluto, chiamo
mia madre per dirle che sono sul podio e mia madre piange commossa.
IL MONDO ULTRA
Il calendario è sempre
più fitto: tante gare, tanti atleti partecipanti. In fondo gli episodi
drammatici di incidenti, infortuni, morti sono ridotti. Cosa ne pensi? Durante un’ultramaratona i ritmi sono più
lenti. Penso che gli episodi che ogni tanto accadono nelle maratone o altre
gare sono frutto di fatalità e di un destino a cui nessuno di noi può opporsi.
La FIDAL tempo fa
informava di un progetto per regolamentare le gare outdoor. A tuo giudizio cosa
andrebbe modificato e comunque rivisto? Credo che l’ultramaratona in Italia non venga vista ancora come una
disciplina sportiva al pari delle altre. Abbiamo atleti nelle discipline della
100 km e 24 ore, che a livello mondiale sono riconosciuti e apprezzati. Un
progetto FIDAL che valorizzi atleti come Calcaterra e Cudin porterebbe
sicuramente vantaggio all’ultramaratona e a tutto il movimento.
Ogni manifestazione ha
un suo Regolamento, ma non sempre viene rispettato cosa in esso contemplato;
per esempio, ristori, spugnaggio, segnaletica percorso a volte lasciano
alquanto a desiderare. Come operare al fine di rendere maggiormente fruibile
l’evento? Se le manifestazioni di
ultramaratone avessero più pubblicità e sostentamento da parte della FIDAL, sicuramente
anche la loro realizzazione sarebbe ancora migliore. Gli eventi che adesso
vengono organizzati sono il frutto della passione di organizzatori e spesso
volontari che mettono tutto se stessi nella realizzazione della gara. Non
possiamo prendercela con loro se qualche volta non funziona tutto a dovere.
Nella maratona ci sono
12’28” di differenza tra il record
maschile e quello femminile. Allungando la distanza il divario aumenta. Ma la
donna possiede delle qualità di resistenza e di predisposizione alla fatica non
certo inferiori all’uomo. Allora influisce in ciò il fattore che l’universo
femminile si è dedicato più tardi dell’uomo oppure? Secondo me l’uomo ha una muscolatura
diversa dalla donna, che gli permette quella differenza di prestazione. Poi ci
sono donne talmente allenate che riescono a sopperire a questa differenza di
muscolatura. Quest’anno al Passatore un
donna è arrivata terza assoluta e una settimana prima una donna era arrivata
prima assoluta alla Nove Colli Running.
Su 100 atleti ultra, secondo te quanti assumono
sostanze illecite per andare più forte? Spero pochissimi; sarei preoccupato per la loro salute se ne
facessero uso.
Non ritieni che quella
degli integratori sia una moda? Sì, ma c’è anche qualcuno che ne ha effettivamente bisogno. Io, per
esempio, debbo prendere un integratore a base di ferro per contrastare la mia
bassa ferritina.
Nel nostro Paese è
ancora poco considerato il valore formativo dell’attività sportiva. Cosa fare
per migliorare la situazione? Dovrebbe partire qualcosa dall’alto, le istituzioni e i giornali
dovrebbero cercare di far conoscere gli atleti ai giovani affinché siano un
modello da seguire.
Nel mondo
dell’atletica leggera stiamo assistendo all’onda africana”: nel settore
velocità c’è un dominio di atleti giamaicani; nel mezzofondo di atleti keniani
ed etiopi. Ma allora perché gli africani ancora non sono riusciti a eccellere
pure nel mondo ultra?
Quando ciò potrà realizzarsi? Secondo me, perché nell’ultra non
ci sono grossi stimoli economici. Gli atleti keniani secondo me non presentano
tanto grasso corporeo per una gara di 7/8 ore come la 100 km. Forse vedrei bene
gli atleti marocchini in una 100 km.
Giorgio Calcaterra lo
scorso 29 maggio ha vinto l’undicesima volta il Passatore. Significa che è
troppo forte o che la concorrenza non è all’altezza della situazione? Al momento in Italia non c’è nessuno forte come
lui. Mi sarebbe piaciuto vedere il Passatore
Campionato del Mondo della 100 km in questi anni. Calcaterra spesso non è stato
fortunato al Mondiale anche se ne ha vinti 3. Credo che un mondiale conquistato
a Faenza sarebbe stato fantastico (sono convinto che Giorgio ci avrebbe fatto
sicuramente questo regalo!!!).
Ti è piaciuto questo questionario/intervista? Moltissimo.
Alcune note da
aggiungere? La mia storia
sportiva è recente e non sono certo nato atleta come tanti che si cimentano in
queste gare. I risultati che ho ottenuto, anche se modesti, sono il frutto
della volontà e dell’impegno che ho dedicato a questo sport. Spesso guardiamo a gente come Calcaterra e Cudin come miti
inarrivabili e per certi versi è così. Vorrei che da quest’intervista la gente
traesse che arrivare a podio in una 6 ore o una 100 km è possibile. Se ce l’ho fatta
io può farcela chiunque e anche meglio. Volevo poi ringraziare Stefano Severoni
per l’impegno di questi anni nella realizzazioni di queste interviste, per aver permesso tutto ciò. Per aver dato voce a tante persone.
Grazie Stefano.
Stefano Severoni
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