Sandro
M: Essendo io un ipovedente era impensabile correre per me
Ti sei sentito campione nello sport
almeno un giorno della tua vita? “Io sono un neo sportivo, ho iniziato a
correre da 2 mesi, ma in 2 occasioni mi sono sentito un campione: 1 metro dopo il traguardo
delle mie 2 uniche prime gare (Staffetta 12x30 e maratonina 10km). Non avevo
mai provato niente di simile. Enorme gratificazione interiore. Io non avevo mai
partecipato ad una gara di corsa. Era contemplata anche l'eventualità che non
riuscissi a completare il percorso. Invece ce l'ho fatta! Sono riuscito ad
arrivare a traguardo. E' stato molto difficile per me. Ad entrambi i
traguardi sono arrivato senza fiato, senza energia e senza più forza nelle
gambe, ma ce l'ho fatta!!! Aver completato l'impresa mi ha fatto percepire
intimamente di essere un Campione. A modo mio ma un Campione.”
Come ha contribuito lo sport al tuo
benessere e performance? “Lo sport per me si è rivelato il miglior
antidepressivo naturale, mi ha aiutato a distrarmi dalle preoccupazioni e ad
allontanare i pensieri negativi.”
Come hai scelto il tuo sport? “Volevo
intraprendere un'attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma
costante e, grazie alla generosità degli
atleti dell'associazione sportiva La
Sbarra , ho iniziato a praticare la corsa. Essendo io un
ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era impensabile
correre per me.”
Nella tua disciplina quali sono le
difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? Cosa conta e quali
qualità bisogna allenare? “Nella mia condizione di ipovedente per correre
ho bisogno di affidarmi al 100x100 ad un atleta guida. Ciò significa che io,
prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio
accompagnatore. Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate
relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli
improvvisi e non. Per cui prima del fisico io ho bisogno di allenare l'affiatamento
con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.”
Quale alimentazione segui prima, durante
e dopo una gara? “Molta frutta prima e molta frutta dopo. Durante le mie 2 gare
ho bevuto acqua a metà percorso.”
Quali sono le condizioni fisiche o
ambientali che ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare
una prestazione non ottimale? “Non ho ancora vissuto una situazione simile, ma
già so che la mia determinazione a correre può essere ostacolata solo da
condizioni climatiche particolarmente avverse: freddo intenso, pioggia molto
forte. Non mi preoccupa il caldo e tanto meno una lieve pioggia. Ho già corso
col caldo ma devo bere tanto. Ho corso anche sotto una leggera pioggia e mi
sono divertito di più. Mentre a livello fisico solo un infortunio può fermarmi,
devo sentire dolore per fermarmi, finché si tratta di fastidio o risentimento
io corro sempre.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “Non ho mollato, sto continuando gli allenamenti,
adoro le sensazioni che mi trasmette il mio corpo quando è in buona forma
fisica.”
Cosa e quali persone hanno contribuito
al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Fortunatamente sono
venuto a conoscenza del progetto Achilles International… Ed eccoci qua: atleti volontari dell'Associazione Sportiva La Sbarra che aiutano atleti
non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in allenamento che in gara Atleta
Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso
un cordino. Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra
riescono a compiere l'impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al
traguardo. E' una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza
e delicatezza.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La mia gara della vita è stata di
certo la mia prima gara. Eravamo sulla pista di atletica a Terme di Caracalla
per correre una staffetta molto avvincente, la 12 x 30 minuti. Una gara basata
su parametri invertiti rispetto alle gare tradizionali. Quindi con tempo già
stabilito dove ciò che varia è la distanza. Molto divertente. Ero emozionato
per essere dentro un evento simile… E già ero proprio io, dentro una gara… Incredibile, stavo correndo in pista, in una
frazione di gara ufficiale e il mio amico Matteo mi guidava e mi incoraggiava.
Era esaltante, ricordo che c’erano molte persone tra gli spalti ma anche molti
atleti in pista. Dopo soli 10 min ero già esausto, forse avevo corso ad un
ritmo per me troppo elevato. Da dietro arrivavano periodicamente atleti più
veloci che mi doppiavano. La cosa mi dava troppo fastidio, ma in quel momento
pensavo solo al traguardo, con loro avrei avuto la rivincita in futuro dopo un
paio di anni di allenamento. Non so bene come ho fatto ma ho corso anche i
restanti 20 minuti, sarà stato il supporto di Matteo che mi incitava e mi
motivava, sarà stato l’orgoglio e la tenacia ma riuscito a trovare le forze per
giungere a quel benedetto traguardo. Ero stremato ma mi sentivo dentro di me un
campione. Ero riuscito a centrare
l’unico obiettivo che mi ero prefissato: 'Concludere la gara'.”
Bella esperienza,
dovevo prestare tanta attenzione, in quanto ero la guida di un atleta che si
esprimeva in una prima gara di corsa: Sandro ha conosciuto la corsa grazie
all’Associazione Achilles International la cui Presidente a Roma è Ada Maria Ammirata, lei
stessa un’atleta; Ada ha esordito proprio in questa manifestazione con la squadra. Tornando alla frazione con
Sandro (ore 19-19.30), dovevo prestare attenzione agli altri che ci superavano,
a quelli davanti a noi che superavamo, dovevo fare attenzione più che altro
alle sensazioni di Sandro che accompagnavo, cercare di percepire la sua fatica,
il suo respiro, e capire se l’andatura la potevo continuare a tenere in modo
sostenuto oppure dovevo rallentare, ogni tanto gli chiedevo come stava e se
voleva acqua o spugna. È stata una gara assieme, bella esperienza; la gara è
iniziata con l’andare a prenderlo assieme ad Ada; mi sono trovato a fare da
guida per strada a due persone con disabilità visiva, e facevamo una sorta di
trenino, loro si fidavano; anch’io mi fidavo di loro e di me stesso.
C’è un’esperienza che ti possa dare la
sicurezza che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Essendo
io un neofita della corsa, mi sto accorgendo che via via che proseguo negli
allenamenti riesco a centrare sempre più i miei piccoli obbiettivi che mi
prefiggo. Certo soffro negli allenamenti, ci metto impegno, sudore e testardaggine,
ma poi riesco via via a sollevare, sempre più, la difficoltà dei miei personali
micro target. Per analogia nella vita sto cercando di applicare la stessa
costanza e cocciutaggine per raggiungere altri piccoli obbiettivi appartenenti
alla quotidianità di tutti i giorni. Dallo sport alla vita il passo è breve ed
io mi ritrovo rinforzato nei muscoli e nel carattere.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Io sto scoprendo che correre mi regala sempre
la capacità di ritrovare il buon umore, amo correre nei parchi perché ritrovo
il contatto positivo con la natura e amo farlo in compagnia di tante persone.
Fare sport fornisce un ottimo motivo di aggregazione. Attraverso le relazioni
sociali si favorisce lo scambio culturale da cui derivano le spinte al
miglioramento personale sia fisico che intellettuale.”
Cosa pensano familiari e amici
della tua attività sportiva? “Ovviamente amici e familiari sono entusiasti
della mia attività sportiva, loro tutti sono in linea col mio entusiasmo e si
complimentano con me per il raggiungimento dei miei piccoli grandi traguardi.”
Un episodio curioso
o divertente della tua attività sportiva? “Sei pronto Sandro? 1, 2, 3. Viaaaaa..... Le
gambe accelerano e sembrano andare da sole… Tutto scorre più velocemente e
l'aria sul viso si fa più densa ... Siamo quasi alla mia massima
velocità, io e la mia guida ci stiamo proiettando come 2 bolidi in un sentiero
nel parco. Adoro sfrenarmi in brevi allunghi veloci in cui posso scaricare la
potenza che ho nelle gambe. E' bellissimo per me, solo a queste velocità più
elevate riesco a respirare una sensazione di completa libertà. Dimentico persino di essere affiancato da
un atleta guida. Lui è così abile che in quei brevi momenti entriamo in
perfetta sincronia, stessi movimenti di braccia e gambe ed io dimentico che
siamo uniti al polso dal cordino. A volte mi lascio davvero prendere
dall’adrenalina che poi la mia guida fatica a ricondurmi a nella giusta
direzione e a reggimi più bassi. A proposito di episodi divertenti, ricordo una
volta in cui io e il mio amico Raffaele procedevamo come sempre affiancati e
abbiamo fatto a sportellate. Ebbene sì, perché, io distratto, non avevo capito
che dovevamo deviare a sinistra e continuavo imperterrito ad andare diritto. Solo
l’effetto di qualche spallata energica mi ha fatto dirottare l’andatura. Oh mio
Dio che ridere, ogni volta che ci penso rido solo solo.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
praticare attività fisica? “Ho scoperto che di possedere una sana e buona
tenacia. Qualità che mi consente di dire a me stesso: ‘Se voglio, io posso!!!’
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “Sì. L’ho sperimentato sì, mi è accaduto in quella che è per me
la gara più difficile, la Maratonina da 10.000 metri in cui
penso di essere andato anche oltre il mio limite. Non ero molto allenato
per una gara così, ho completato il percorso solo grazie alla mia ostinazione,
ma ho dato via l’anima quel giorno.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post gara)? “Pre-gara:
Agitazione, ansia, tensione. Non vedo l’ora di iniziare. In gara: Finalmente
sono dentro l’evento, cerco di gestire le mie forze, sperando di non sbagliare.
Nei primi istanti di gara soffro il confronto con gli altri atleti, molto più
allenati di me e molto più veloci di me. Provo ammirazione per loro, ma mi
danno una rabbia, ma poi subito ritorno a concentrarmi su me stesso e ascolto
il mio corpo. Dopo gara: Innanzitutto profonda ammirazione per me stesso
stavolta. Poi una bella sensazione di benessere che proviene da un misto di
rilassamento e soddisfazione.”
Quali sono i tuoi pensieri in gara e/o allenamento? Pensare al
traguardo, a quello che si è investito in termini di
preparazione atletica e mentale? “Sì, penso solo al traguardo, mi concentro e
dirigo tutti i miei pensieri su quel traguardo, desidero raggiungerlo e spero
di non scoppiare prima. A volte in allenamento mi succede di dovermi fermare per
riprendere fiato. Spero non mi accada mai in gara.”
La tua gara più difficile?
“La mia gara più difficile è stata una gara di 10 km a Borghesiana, la Maratonina dei due
colli. Non mi ero mai impegnato su una distanza simile, non sono molti 10 km ma a me, che non ero
molto allenato, sono sembrati più di un milione. Fortunatamente ho avuto il piacere di affrontare quell’impresa
affiancato dal mio amico Andrea, grande tecnico, grande motivatore, grande
trascinatore. E’ stato grazie a lui che siamo riusciti a costruire un tempo
soddisfacente per essere il mio primo 10.000 metri. In quella gara ho faticato molto ma ho anche
imparato molto. E’ stato un eccellente allenamento per il mio fisico e per il
mio carattere. Ricordo di essere entrato in crisi al settimo km. Volevo
fermarmi, ma sono riuscito a non farlo grazie al supporto psicologico di
Andrea. Ed ho fatto bene! Perché sono riuscito a centrare i 3 obiettivi che
stavolta mi ero prefissato: A-Finire la gara, B-Non arrivare ultimo, C-Chiudere
la gara entro 1 ora.”
Grande merito al Presidente Andrea Di
Somma che ci mette tanto entusiasmo e tanta passione e persuasione per
coinvolgere gli atleti.
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping nella tua carriera sportiva? Un messaggio per
sconsigliarne l’uso? “Ti piace vincere facile, eh??? Bonci bonci bon bon…
ahahahahahah. Amico non si imbroglia!!! Prova a
vincere lealmente, c’è più soddisfazione!”.
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Negli anni passati non solo la immaginavo una vita senza sport ma la
vivevo… Ora che lo sport fa parte della mia vita non riesco più a farne a meno.”
Come hai gestito eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Crisi, sconfitte serie non ne ho avute per ora, ma
sicuramente arriveranno e allora vedremo.”
Ritieni utile lo sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Si, secondo me il sostegno psicologico durante gli
allenamenti offre quella spinta in più per raggiungere l’obiettivo lontanissimo.”
Un tuo messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport? “Citius!, Altius!, Fortius! E’
il motto olimpico che tradotto dal latino significa: ‘Più veloce! Più in
alto! Più forte!’ Ragazzi
lasciatevi coinvolgere da un’attività sportiva e godetevi poi le sensazioni che
un corpo allenato può donarvi.”
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? Sogni da realizzare e realizzati? “Nel breve: percorrere
1 km lanciato in 4:00/4:15. Nel medio: migliorare notevolmente le
prestazioni che ho ottenuto nelle mie 2 gare. Nel lungo: vincere una gara. Sogni
da realizzare: insidiare i record sui 5.000 e 10.000 di Salvatore Antibo. Sogni
realizzati: per me il semplice fatto di
aver corso in gara è già un sogno realizzato. Vorrei ringraziare tutti gli
atleti che mi hanno aiutato a raggiungere questo sogno. Grazie amici ve ne
sono riconoscente. Sandro M.".
Un’intervista a Sandro è riportata nel mio libro
“Sport benessere e performance. Aspetti psicologici che
influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, edito da Prospettiva
Editrice. Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che
parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale
deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva,
per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti,
partecipare a competizioni. Attraverso questionari ho raccolto il punto di
vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in
particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance.
Matteo SIMONE
380.4337230
- 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html
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