Matteo Colombo, un atleta amante della montagna, dei
sentieri, delle ultra trail e ultra sky marathon, una sorta di superman della
corsa capace di correre in libertà nei boschi, sentieri e montagne alla ricerca
di sensazioni particolari, per sperimentare sempre nuove emozioni ed alla
caccia della pura adrenalina che va in circolo e ti permette di andare avanti
instancabilmente.
Un po di tempo fa ho invitato Matteo a rispondere a
un questionario che ho predisposto che mi sta permettendo di conoscere questo
fantastico ed affascinante mondo degli ultrarunner di strada, di sentieri, di
pista. Ecco cosa raccontava Matteo Colombo.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “In primis
la passione e l’amore per la corsa e la montagna; poi, indubbiamente, il
piacere di competere con me stesso e con gli altri corridori, oltre al fatto di
poter raggiungere obbiettivi importanti… Tuttavia, la mia prerogativa più
importante, a prescindere dalla distanza, è il piacere di correre in mezzo alla
natura e di condividere momenti di gioia e di euforia con chi assieme a me
corre con questo spirito.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i
limiti fisici? “Non sposto in avanti nessun limite fisico… corro tanto perché
mi piace e più corro più il mio corpo, la mia mente ed il mio spirito stanno
bene e sono in pace con il mondo.”
Se ti avvicini all’ultramaratona è difficile poi
staccarsi, è come una droga, una dipendenza, ti va sperimentare sensazioni
particolari che vuoi sempre risperimentare, ti fa trovare in situazioni
difficili dalle quali ne vuoi uscire ma per ritornarci sempre.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “E’ sempre stata mia abitudine non andare mai a ridosso del mio limite estremo … cerco sempre di conservare quel 5% delle mie energie per poi sfruttarlo appieno nel recupero post-ultra e per potermi allenare anche nei giorni seguenti alla mia gara.”
Matteo è molto oculato, calcolatore, previdente, cerca di non osare, di
non strafare e sa rispettare i momenti di recupero.
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare
estreme? “La mente umana è già di suo un abisso da scoprire, se poi cerchiamo
di capirla durante la corsa di lunga distanza, la questione si fa molto molto
complicata!!! Ti posso dire che quando sono nelle situazioni di difficoltà
(crisi di stanchezza, fame, sonno ecc…) la mia mente elabora e pensa a dei
rinforzi positivi e/o negativi tale per cui il mio corpo riesce a superare la
crisi reagendo alla difficoltà. Quando invece sono in una situazione di relax e
calma cerco il più possibile di sgomberare i pensieri, distendo la mente e godo
delle bellezze e delle magnificenze di Madre Natura.”
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? “Ronda Dels Cims 170
km 14000mt D+ (Andorra Ultra Trail); Ultra Trail di Corsica 110 km e 8000mt. D+
“
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare
ultramaratoneta? “Ho scoperto di avere
una bella capa dura, di avere un fisico che è predisposto a questa tipologia di
imprese e ho imparato a gestire e a controllare le mie emozioni e miei stati
d’animo soprattutto nei momenti di difficoltà e debolezza… per me correre
significa anche migliorarmi in qualità di persona nel mio quotidiano e nella
mia vita privata, lavorativa, sociale, famigliare ecc…"
Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Mi
alleno tutti i giorni e anche quando lavoro ‘mi alleno’ (insegno corsi di
aerobica, step e Total Body nelle palestre della zona in cui vivo!!!) Correre è
diventato uno stile di vita, una bella abitudine giornaliera!!! Ovviamente
cerco sempre di ponderare bene le mie energie senza strafare…Correre fa bene al
mio corpo, al mio spirito, alla mia mente… e rinforza il mio carattere… cerco
sempre di vivere alla giornata senza trascurare nessun aspetto importante della
mia vita privata. E’ giusto e doveroso dare spazio ed attenzioni a tutto ciò e
a chi è parte integrante della mia vita!”
Ai fini del certificato per attività agonistica, fai
indagini più accurate? Quali? “Due volte all’anno sono monitorato e testato in
Aeronautica militare all’Istituto di Medicina Legale Angelo Mosso a Milano dove
sono sottoposto a test cardiologico incrementale e massimale e ad
ecocardiografia.”
Hai un sogno nel cassetto? “Come tutti del resto, io
in particolar modo ne ho 3, che ovviamente non svelo. Sono scaramantico!”
L’ultramaraona è impegnativa, è faticosa, comporta
anche un investimento in termini di tempo, ma se c’è la passione, non ti ferma
più nessuno, con il cuore, la testa e le gambe vai ovunque, inoltre l’amicizia
aiuta in questo tipo di sport, la condivisione della fatica, della difficoltà
unisce ed avvicina.
Un’intervista
a Matteo Colombo di alcuni anni fa è riportata nel libro “Ultramaratoneti e
gare estreme” edito Prospettiva Editrice.
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Nessun commento:
Posta un commento