domenica 10 luglio 2016

Orazio Bogdan, Ultra Marathon Trans Italia 266 km, una gara dove il fisico ti abbandona

Psicologo, Psicoterapeuta

Una gara che attraversa l'Italia, una storia per l'Italia. La più difficile in Europa, 266 km non stop!

Marina di Ravena - La Spezia !
Approfondire gli aspetti psicologici che incidono sul benessere e la performance della persona, permette di conoscere gente sorprendente e straordinaria, ho avuto modo di conoscere Bogdan Chiorean che ha fatto dello sport la cura alla sua malattia, l’essenza della vita, la scommessa di arrivare a destinazione, la sfida da superare, la gara estrema più di tutte da organizzare, di seguito ci racconta la sua iniziazione allo sport e la sua gara da Ravenna a La Spezia nata per caso guardando il mare ad Est di Italia e partendo all’avventura segnandosi su un braccio le città da attraversare per arrivare ad ovest di Italia, precisamente a La Spezia. 
Molto disponibile a parlare di se stesso e molto umile e modesto nel raccontare della sua gara estrema che per ora non riesce a decollare. Di seguito le mie domande e le sue risposte.
A 15 anni hai fatto una ultramaratona ma dove? quanti km?Quando avevo 15 anni ero molto malato, appena uscito dall’ospedale mi hanno detto 'No' allo sport. Nel giorno un cui sono uscito dall’ospedale sono uscito fuori da casa e ho cominciato a correre. E’ stato il giorno in cui non mi sono fermato per più di 64 km e ho capito che è così che voglio vivere. Mi sentivo bene, era tutto diverso quando correvo per tante ore, una carica mentale di cui io avevo bisogno.”

Come hai deciso di organizzare la prima gara?Guardavo la televisione, ero seduto in poltrona. Su MTV Italia c’era un documentario sulll marathon des Sables (MdS) dove Patrik Bauer raccontava la sua storia della MdS. Mi sono alzato dalla poltrona prima di finire il documentario, ho preparato il mio ultra bag, sono partito da casa alle 22 di sera da solo, alla stazione di SMN Firenze sono salito in un treno senza sapere dove va, mi sono trovato alle 5 di mattino in Ravenna, alle 6 di mattina ero sulla spiaggia davanti a Terme Beach Resort (Start della Ultra Marathon Trans Italia) mi sono messo seduto su un sasso vicino al mare e avevo in mente una sola cosa, di creare la mia propria ultra maratona. Ho disegnato con un pezzo di legno sulla sabbia la mappa d’Italia, ho messo un sasso ad Est (Ravenna) ho messo il legno diritto attraversando tutta Italia e ho messo un sasso sul lato ovest. Ho tirato una striscia sulla sabbia e sono arrivato con la striscia a La Spezia. In quel momento è nata l’Ultra Marathon Trans Italia. Le emozioni erano così grandi che mi veniva da vomitare, mi sono alzato sono andato a un tabacchi mi sono comprato una mappa e in 41 ore e 30 minuti sonno arrivato in La Spezia, una avventura pazzesca, non sapevo nemmeno quanti kilometri fossero perché la maratona era nata qualche minuto prima, mi sono fatto sul braccio sinistro un disegno con le città che dovevo trovare e ho perso tempo, ho cominciato a correre.

Bogdan racconta la nascita della sua ultramaratona per caso e l’edizione 0 fatta da lui avventurandosi ed attraversando trasversalmente tutta l’Italia, ci sono gli elementi per scrivere un romanzo su un runner estremo e perfino sarebbe possibile girare un film sul folle poeta e romantico ultramaratoneta.
Quale strategie utilizzi per invogliare gli atleti a partecipare alle tue gare?Non utilizzo strategie, ho fatto una pagina sui social e ho scritto la verità, la difficoltà della gara, è una gara con livelli massimi di difficoltà superiori alla Spartathlon e tante altre gare 'Top'. E’ il motivo per cui i partecipanti sono ogni ano in numero molto piccolo, inferiore a 10 persone.”

E’ una vera scommessa partecipare, un viaggio nel vuoto, un’esperienza limite, ma tanti cercano questo tipo di esperienza per fare viaggi introspettivi, per mettersi alla prova, un ultramaratoneta mi raccontava che il figlio gli disse: “papà partecipi a tante gare e non vinci mai, perché non trovi una gara dove non arriva nessuno, arrivi solo tu?” E questa persona ha trovato questa gara estrema in condizioni climatiche estreme -50 gradi e quando lui ha partecipato ad un certo punto era sesto ma poi sii è dovuto ritirare e ne arrivarono in quattro.
Nelle gare prevedi la partecipazione di ragazzi, disabili o persone che non si sentono ancora atleti?Guarda, io non sono un bravo organizzatore perché considero che se fossi un bravo organizzatore la mia gara avrebbe già un grande successo, a questa domanda non so rispondere perché non voglio discriminare nessuno, sono disposto a fare entrare qualsiasi persona nella gara basta che la persona stia bene in massima salute e che quella persona sia bene informata che per il suo bene e per la sua salute lo posso far ritirare in qualsiasi momento della gara come già è successo nel 2016, ho fatto ritirare un ragazzo perché era già incoerente nel parlare, troppo stanco, non dobbiamo dimenticare che le leggi sono per proteggere gli atleti, le persone in gara, e l’organizzatore lo buttano in galera se succede qualcosa a qualcuno. Una persona conosce se steso meglio di tutti, se legge la difficoltà della gara, il regolamento e il percorso io sono d’accordo di farlo entrare nella mia gara senza problemi.”

La mia domanda è un po' provocatorio ma mai dire mai c’è da aspettarsi di tutto da chiunque, importante è comunque essere consapevoli di cosa si va incontro ma anche in gara è importante essere disposti a fermarsi se qualcosa non va dal punto di vista della propria salute e sicurezza.
Quali sono le fasi più importanti e quali quelle più delicate delle gare che organizzi o partecipi?Le fasi più importanti quando organizzo sono quelle di accontentare tutti ma ho capito che è una cosa impossibile!! Io ho una grande esperienza nelle gare, conosco bene di cosa ha bisogno un atleta durante la gara, ho lasciato la mia anima su questa gara ma una persona su 5 quando arriva a casa parla male della gara e questo mi fa stare molto male perché organizzo da 5 anni rimettendoci dalle mie tasche, ho messo tutta la mia passione e tutte le mie conoscenze per organizzare la gara che alla fine è semplice, corri 266 km e ogni 5 km trovi la machina che ti da acqua, sali minerali e assistenza medica se hai bisogno, facile … è una gara con punto di ristoro mobile, puoi tornare indietro, puoi fare tutto. La fase più importante quando sono partecipante è il fair-play, paghi l’iscrizione, ti presenti e al punto di ristoro 5 sei fuori perché non hai fatto in tempo, rispetti il regolamento che hai già firmato e studiato molto bene, stringi la mano e vai a casa a goderti l’esperienza, gli amici che ti sei fatto, ti devi godere il momento, secondo me chi corre per un pezzo di ottone e se viene squalificato per vari motivi si arrabbia va messo su una blacklist e mai lasciato entrare in altre gare perché come le persone hanno restrizione in certi locali possono averla anche alle gare.”

Molto chiaro e giusto Bogdan, la sua gara la fa facile, ogni 5km puoi bere o ti puoi ritirare e comunque è importante rispettare le regole se ci sono tempi da rispettare e non fai in tempo, i cosiddetti cancelli orari bisogna fermarsi e godersi l’esperienza vissuta fino a quel momento, a tanti succede, anche io ho rischiato in un Ironman di essere fermato dopo la frazione di bici ini quanto sono arrivato alle 17.20 ed il cancello era alle 17.30 così come alla nove colli running ho dovuto rispettare il cancello dei 101km in quanto passai dopo 14h40’ mentre il cancello era 14h15’. Gli organizzatori hanno le loro ragioni e bisogna rispettare il loro grande lavoro a volte di un anno per organizzare la gara dell’anno successivo.
Quali caratteristiche hai dovuto sviluppare per essere un buon organizzatore di gara?Non mi considero un buon organizzatore, ho sviluppato però tante caratteristiche, non pensavo mai che sarei stato al telefono con una Sig.ra più di due ore per una richiesta, non pensavo mai che avrei fatto una fila 4 volte alla agenzia delle entrate, e non pensavo mai che avrei messo tutte le mie economie di 15 anni in una gara che va sempre in perdita dal punto di vista economico e quindi molto frustrante però il mio sogno mi fa ancora restare in piedi cercando di fare meglio il 2017.”

Bogdan ci spiega cosa c’è dietro un’organizzazione di una gara, a volte noi ci lamentiamo per il costo, per la medaglia, la t-shirt e poi ognuno ha le sue richieste e pretese, io per esempio sono vegano e prediligo ristori vegani, ma sono consapevole che non sii può accontentare tutti.
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport, alla performance alla riuscita della gara?La prima persona che ha contribuito alla mia vita sportiva è stato il mio nonno che era un allenatore di calcio, non volevo sentire parlare di calcio nemmeno non lo volevo guardare e così mi ha insegnato a correre correttamente, nuotare ai livelli ottimi, andare in bici più che forte. Dopo la sua morte mi solo allenato con un ex militare ‘Ciortea Cosmin’ mi ricordo che mi legava dalla machina con una corda e mi portva 20-30 km senza fermare la macchina, di inverno a  meno 20°C mi portava a fare sauna secca poi mi metteva in acqua fuori, spaccavo il ghiaccio e entravo in lago congelato per recupero di muscolatura e sviluppo di cellule rosse. Per tanti anni mi portava in manica corta e t-shirt a correre nella neve di 40.cm è stato molto bello perchè i risultati sono qua…io sono molto sano, non mi raffreddo mai, posso mangiare anche chiodi, posso correre il giro del mondo (però non ho soldi per farlo.”

Bella la storia del nonno che si dedica a suo nipote Bogdan ed interessante le tecniche di allenamento usate dall’allenatore ex militare, non so se posso diffondere queste notizie, forse c’è il rischio che qualche allenatore cambi tecnica di allenamento o qualche atleta richieda queste tecniche di allenamento ai propri allenatori, forse ci vuole anche il fisico adatto, ma una cosa è certa lo sport fortifica e fa diventare più resilienti. Ci si sente in grado di poter far tutto, superate situazioni difficili, di difficoltà estrema, poi si riesce ad affrontare la quotidianità con coraggio e più sicurezza.
Vuoi descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva e di una gara che organizzi?Dopo 40 ore di corsa, non stop, ho sentito un gabbiano…è stato un momento veramente emozionante sentire un gabbiano … mi sono fermato in una fermata di autobus, l’unica cosa che riuscivo a vedere era la bussola, la visibilità era talmente ridotta dalla stanchezza, mi fermo e chiedo alle persone in che città di Italia siamo, prima persona non la sento chiedo di nuovo e una signora mi dice a voce più alta (La Spezia) momento in cui sono caduto in ginocchio e le lacrime non hanno smesso di fermarsi, ancora 11 km fino al porto fatti camminando, ogni passo era un grosso dolore che non si fermava in piedi, andava in su per la schiena sentivo dolori dappertutto però ero molto felicissimo, avevo realizzato il mio sogno.”

Commovente l’aneddoto di Bogdan, immagino le sue sensazioni, la sua gioia, il suo dolore, la sua soddisfazione, l’estrema fatica felice.
La tua gara più difficile come organizzatore o atleta?La gara più difficile è stata l’Ultra Marathon Trans Italia, non perché è la mia gara ma perché ha 266 km non stop, senza tappe, è una corsa di orientamento, una gara dove il fisico ti abbandona, devi correre con la psiche! Sto organizzando una sola gara.
Ritieni utile lo psicologo dello sport nell’organizzazione? In quali fasi?Si, lo vedo molto utile, ti spiego tutto. Innanzi tutto lo psicologo sportivo deve essere presente anche durante la gara, non solo prima, però cominciamo da prima. Lo psicologo deve spiegare agli atleti in dettaglio cosa succede con la loro mente durante lo sforzo psichico, ma ti rendi conto che l’80% degli atleti non conoscono il significato di sforzo psichico? Quando un muscolo fa fatica a lavorare, gli impulsi nervosi lo portano ad alti livelli, portano più ossigeno al muscolo con problema ecc., invece quando si stanca la psiche, la maggior parte degli atleti non sa cosa fare, come procedere, come riprendersi, dove fermarsi ecc., ho incontrato un sacco di gente alle gare che era seduta e piangeva e doveva essere aiutata, se loro avessero saputo dallo start come procedere, come non perdere le emozioni ecc., ciò non sarebbe successa, non diamo sempre la colpa all’organizzatore.”

Con la sua esperienza estrema Bogdan ne ha sperimentato e ne ha visto di tutti i colori, sa cosa entra in gioco in gare estreme, non solo la componente fisica ma tantissima la psiche, la testa, la mente, quindi è importante l’allenamento mentale volto ad una forte e sviluppata autoconsapevolezza, utilizzo di tecniche che ti permettono una visione introspettiva, una scansione sensoriale corporea e meditativa volta a monitorarti momento per momento le tue capacità, le tue motivazioni, la valutazione di giudizi altrui, c’è tutto un mondo che entra in gioco in una gara di endurance e la testa deve essere in grado di mettere a posto tutto, di sistemare tutto, di organizzare, di fare il  punto, di coordinare se stesso e parti di se stesso, sono prove estenuanti che richiedono capacità multiple, non solo fisiche.
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare allo sport e alla tua gara?Lo sport ti cambia di mentalità, ti cambia la vita, sto parlando di sport di endurance, ultramarathon e marathon mountain. Lo sport è un’autodisciplina, ti scarichi tutta l’energia nello sport e nella vita privata sei molto più tranquillo, sereno, ragioni meglio, non ti arrabbi mai, guidi la macchina più tranquillo, insomma ti cambia la vita. Poco tempo fa mi sono reso conto che la mia gara è dedicata ad un gruppo stretto di atleti, sono meno di 2% sulla terra che possano finirla quindi sono molto più tranquillo. ‘Ragazzi, se volete fare parte dal 2% della terra che possano fare una gara di 266 km senza tappe attraversando tutta Italia, 92 città una catena di montagna e unire i due mari io vi aspetto allo start, non esiste tasse di partecipazione, troverete il kit di partecipazione e le medaglie.”

Bogdan è disposto a continuare a rimetterci per permettere che la sua gara decolli come numero di partecipanti.
Come sono i rapporti con le federazioni sportive, istituzioni, associazioni, società sponsor?Solo per capire, nessuno mi ha aiutato, al telefono e con le parole dovevo avere tutto, invece allo start mi sono trovato da solo nemmeno un fotoreporter per dire (dove andate… perché…. siete bravi oppure siete dei grulli però almeno qualcuno doveva venire. Gli unici che ci hanno aiutato con fatti e non con parole sono stati i direttori del gruppo Resort (Terme Beach Resort ) ancora non sono state inventate le parole per ringraziare a quelle persone per il loro aiuto considerando che 5 anni fa la UMTI è nata di fronte al  gruppo Resort. Sono andato a chiedere aiuto, non ho mai chiesto soldi, nessuno, nulla in 4 anni perché già 1 anno che nemmeno voglio sentire degli sponsor, mi hanno fatto troppo male con le promesse che ora non li voglio sentire più.

Ringrazio Bogdan per la sua testimonianza e per l’accurata descrizione della sua estrema gara e degli allenamenti che faceva per essere diventare un atleta di extrem endurance. 
Un’intervista a Bogdan è riportata nel mio libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019.
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
 
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.  
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze. 

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Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR  

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